“Calabria
Ora” – Martedì 11
novembre 2008 - pag.12
"Avvertito"
Franco Saragò
Vibo,
incendiate due automobili al presidente provinciale
di Legambiente
VIBO
VALENTIA – Presidente
provinciale di Legambiente, presidente dell’Ambito
territoriale caccia Vibo Valentia 2, componente del consiglio
direttivo del Parco regionale delle Serre, dirigente
del Partito democratico ed ex consigliere comunale di
Ricadi.
Franco Saragò, però, è anche l’uomo
che negli anni ha avuto il coraggio di denunciare la cementificazione
selvaggia della Costa degli dei, conducendo in prima linea
una battaglia in difesa dell’ambiente e della legalità,
contro imprenditori senza scrupoli, amministratori compiacenti
e contro gli interessi delle cosche.
E’ lui l’ultima vittima della protervia mafiosa,
che nella notte tra domenica e lunedì è tornata
a colpire con un attentato intimidatorio che poteva trasformarsi
in una strage. Ignoti, con il favore delle tenebre, intorno
alle 2.40, hanno incendiato le sue due automobili – un’Alfa
33 e una vecchia Arna – posteggiate di fronte all’abitazione
di via Monumento, nella frazione Santa Domenica di Ricadi,
in cui il dirigente ambientalista vive assieme alla moglie
e ai due bambini.
Il fuoco, appiccato dopo aver cosparso di liquido infiammabile
le due autovetture, ha anche aggredito l’abitazione
di Franco Saragò, carbonizzando alcuni infissi e
penetrando all’interno.
E’ stata la cappa di fumo che si è sprigionata
nelle scale, unitamente all’angosciante rumore provocato
dal rogo, che ha svegliato l’attivista politico ricadese,
che è riuscito ad arginare le fiamme lanciando l’allarme.
Sul luogo sono intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri
della stazione di Spilinga e i poliziotti del Posto fisso
di Tropea.
Palesemente scosso per l’accaduto, Franco Saragò,
persona amabile e pacata malgrado il coraggio dimostrato
nel condurre le battaglie che l’hanno visto in avanguardia,
si è detto «molto preoccupato».
E ha aggiunto: «E’ assurdo quel che è successo.
Non so che spiegazione darmi. E’ evidente che si
sia trattato di un fatto intimidatorio. Ma non riesco a
collegare nulla con il presente, invece penso di più al
passato. Oltre agli interessi che può aver intaccato
la mia attività politica, non vedo altro».
Quindi la chiosa: «Siamo stati fortunati, perché poteva
davvero accadere l’irreparabile. Sono molto dispiaciuto
per mia moglie e per lo spavento che hanno avuto i miei
bambini. Penso che per la nostra comunità quanto
accaduto sia una perdita di democrazia». Numerosi
gli attestati di solidarietà nei suoi confronti.
Primo fra tutti quello del presidente della Provincia Francesco
De Nisi e dell’assessore provinciale, suo grande
amico, Michele Mirabello.
p. com.
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