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“Il
Quotidiano della Calabria” – Giovedì
11 maggio 2006 - pag. 17 |
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Verso
l'estate. Un anno fa le scuse del presidente Loiero, e quest'anno
cosa ci aspetta?
Mare
monstrum: corsa per la salvezza
In
novanta giorni i primi interventi. I rischi di 4000 posti barca
«Basta
essere furbi, aspettare delle giornate di mare giusto, e chi
vuoi che se ne accorga?».
«E il mare? Che ne sarà del mare?».
«Ma sai quanto ce ne fottiamo del mare? Pensa ai soldi,
che con quelli il mare andiamo a trovarcelo da un'altra parte».
Dialogo tra persone «per bene» agli atti delle indagini
coordinate dal magistrato antimafia Alberto Cisterna sull'ormai
famosa nave dei veleni.
Andiamo avanti, Capo Rizzuto, operazione "Isola felice"
della Questura di Crotone. Altri nobiluomini si contendono le
prime file della spiaggia. Sul demanio sottoposto a vincolo
i leader indiscussi della zona, gli Arena, pretendono le ville
vista mare. I clan minori devono accontentarsi delle seconde
file.
Proseguiamo, Catanzaro, Papello & compani. Qui siamo allo
scandalo degli scandali, mazzette e false emergenze sui depuratori
per lucrare sui contributi.
Potremmo continuare all'infinito con le bandiere nere dei rapinatori
e degli squali del nostro Mediterraneo. Ma nella cornice delle
patologie criminali del mare monstrum calabrese c'è anche
la storia di anni di usurpazioni collettive, cattive abitudini,
assenza di controlli politici e amministrativi.
Il capolinea è stato il primo settembre dell'anno scorso.
Il presidente Loiero alza la bandiera della resa. Un disastro,
un'estate da dimenticare, peggiore delle precedenti. Tante scuse
a chi aveva scelto la Calabria trovando la fogna. Un mare sudicio
che ha fatto arricchire tanti. Siamo a poche settimane dall'inizio
della nuova estate. Cosa ci aspetta? Ci sono delle novità.
Miracoli a parte la parola chiave è: corsa all'ultimo
minuto. Un minuto dopo l'altro per novanta giorni. Tre mesi,
dodici settimane per non tornare a chiedere scusa. Il conto
alla rovescia è già partito, la data è
il piano degli interventi, settantasei, sui depuratori già
esistenti, deliberato dalla giunta regionale. Il presidente
Loiero e l'assessore all'ambiente Diego Tommasi ne vanno fieri.
Fieri soprattutto per aver «strappato» quasi dieci
milioni di euro allo Stato per iniziare ad aggiustare gli imbrogli.
Ma è difficile mettere tutti d'accordo, regione, sindaci,
presidenti delle Ato. Proprio ieri mattina c'è stato
un vertice tra Tommasi e i presidenti delle province di Cosenza
e di Catanzaro. Parlare la stessa lingua è complicato.
«Noi, spiega Tommasi, la nostra parte abbiamo iniziato
a farla, la palla ora è in mano al commissario».
Il commissario è il generalissimo Alfiero. Generalissimo
perchè mai nessuno ha avuto poteri così illimitati.
Carta bianca all'ex vicecomandante dell'Arma insediatosi all'indomani
dello scandalo dell'ufficio del commissario dell'ambiente che
ha coinvolto anche l'ex presidente della giunta regionale Chiaravalloti.
Un tira e molla con l'ex ministro Matteoli per decidere il nome.
Molte resistenze politiche di appartenenze. Alla fine l'ha spuntata
un nome al di sopra di ogni sospetto. Alfiero può scudisciare
i sindaci inadempienti fino a commissariarne i comuni. Ha il
calendario davanti per una missione quasi impossibile. I comuni
calabresi, interpellati, hanno subito battuto cassa. Neanche
un centesimo per il mare. «E glieli diamo noi i soldi»,
dice Tommasi, «ora nessuno ha più scusanti, ovviamente
miracoli non se ne fanno». I presidenti della province
premono ma per capire cosa ci attende partiamo da una certezza
poco consolatoria. Quella striscia marrone che galleggia davanti
ai nostri occhi, orribile supplizio di Tantalo che ci blocca
a un passo dall'acqua, non ci darà scampo neppure quest'anno.
Nessun tratto costiero si salva, con punti critici come Nicotera
o il nord di Diamante. A voler essere precisi quella peste galleggiante
è sintomo di una sporcizia storica. Il mare ci restituisce
il marcio sedimentato sui fondali dopo anni di scarichi incontrollati.
L'anno scorso i battelli puliscimare estirparono diciassette
tonnellate di rifiuti. Si attende la gara per fare il bis quest'anno.
Poi c'è un piano a lungo termine della Regione che prevede
quasi trecento milioni di euro per un mega progetto di bonifica
ambientale che include soprattutto interventi sulle fiumare
e sulle microdiscariche. Ma questo è un aspetto successivo.
La vera partita si gioca in queste ore. Dopo i milioni di euro
rubati, con collaudi mai effettuati, costi gonfiati, progetti
incompleti, parte la sfida del last minute, una gara contro
il tempo dell'estate che avanza. Il mare sporco, già
ad ottobre scorso, era segnalato dal sindacato degli imprenditori
balnenari come causa principale della crisi economica. E sui
blog della Rete c'è un passaparola sconfortante: lontani
dalla Calabria. Ma c'è un altro problema all'orizzonte.
Alfredo Salzano (Wwf regionale), e Massimo Converso (Legambiente
Tirreno cosentino) lanciano l'allarme su 4000 posti barca da
realizzarsi da Amantea a Scalea. «A nulla servono gli
interventi sui depuratori se poi il mare si inquina così».
Lunedì prossimo se ne parlerà a Bonifati.
Lucia
Serino