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“Calabria Ora ” – Lunedì 10 luglio 2006

 

L’aereo venne ritrovato “ufficialmente” nel luglio 1980 a Castelsilano

Il Mig libico caduto in Sila
la chiave del caso Ustica?

Elemento indispensabile per la celebrazione o il ricordo di un anniversario è la data certa.
Non è così, ancora oggi, per il noto Mig23 libico caduto in Sila, in località Timpa delle Magare a Castelsilano “ufficialmente” il 18 luglio 1980, ma che in molti propendono sia stato protagonista nei cieli di Ustica la sera del 27 Giugno precedente, quando 81 persone persero la vita sul volo Bologna-Palermo dell’Itavia. Malgrado siano intervenuti vari gradi di giudizio (alcuni riferiti a questi ultimi anni…), il disastro di Ustica rimane uno dei tanti casi-mistero dell’Italia degli ultimi decenni, al pari del caso Moro, Pecorelli, De Mauro, Mattei, Calvi. Una sera molto turbolenta, quella del 27 giugno 1980, in cui molti sapevano tante cose o tutto su quel che stava succedendo nei cieli e nei mari tra la Sardegna, la base Nato di Napoli, Ustica, la Sicilia, la Libia e… la Calabria. Molti non hanno potuto mai confermare o smentire amnesie, malattie, nuovi e più prestigiosi incarichi, morti misteriose, tracce radar e documentali scomparse, hanno caratterizzato i mesi e gli anni successivi a quella tragica serata di guerra. Sì, perché di serata di guerra si trattava: l’obiettivo era la portaerei americana Saratoga al largo di Napoli o Gheddafi in persona in volo tra la Libia e la Jugoslavia? Il DC9 Itavia è esploso in volo o è stato realmente colpito da un missile? Il mistero rimane e rimarrà, almeno per quanto riguarda le sentenze sin qui pronunciate. Così come rimane il mistero di quel Mig23 pilotato da un certo Fadal Al Din, secondo documenti del Sismi, i cui resti furono esaminati il 14 Luglio (4 giorni prima del “ritrovamento” ufficiale) dagli agenti Cia di Roma agli ordini di Duane “Dewey” Clarridge. Versioni diverse anche per lo stato in cui fu trovato il cadavere del pilota (secondo un primo esame autoptico la morte era riferita alle 11,30 del giorno 18 Luglio, successivamente si ipotizzarono e si azionarono i collegamenti per una retrodatazione del decesso di circa 20 giorni, vale a dire al 27 Giugno), che «in avanzato stato di decomposizione e putrefazione», «pieno di vermi» (rif. Documentazione ufficiale Commissione Stragi – Capo II° - Il Mig libico rinvenuto a Castelsilano), venne poi trasferito a Ciampino per il rimpatrio in Libia tramite l’Ambasciata in Italia. Sulla strage di Ustica e sul Mig23 libico caduto sui monti della Sila c’è ormai una letteratura di enormi dimensioni, che spesso ha posto anche i media in condizioni di grave difficoltà (ricordiamo proprio le battaglie del quotidiano “L’Ora”): da documenti “segreti” degli anni Ottanta del Sismi, la caduta–abbattimento dell’aereo dell’Itavia faceva parte di carteggi riguardanti anche lo Ior, Calvi, l’attentato al Papa, Marcinkus, Craxi, Piccoli. Unico dato certo tra interessati dubbi e presunte verità assolute in questi 26 anni: non sappiamo chi è stato a uccidere 81 persone. Tornando al velivolo libico, bisogna dire che sono stati in molti a testimoniare che lo stesso cadde nella Timpa di Magara la mattina del 18 Luglio, ma nessuno di essi ha mai potuto constatare le condizioni del cadavere e se questo c’era effettivamente (ed era quello del pilota…). Nel 1981 l’allora capo del Sismi, gen. Santovito, secondo carteggi agli atti della Commissione Stragi, confermava al Ministro della Difesa, Lagorio, la data del 14 Luglio 1980 per la caduta del Mig23. Al sopralluogo di quel giorno gli uomini di Clarridge sembra non abbiano rinvenuto il cadavere del pilota. Chi, e soprattutto per ordine di chi, lo aveva rimosso? E dal 14 al 18 Luglio dove venne “nascosto”? Approssimazione e confusione avevano preso il sopravvento anche tra la Magistratura e le Forze dell’Ordine. Da Roma e dalla Cia arrivavano militari, dirigenti e funzionari del Governo e dei Servizi Segreti all’insaputa di chi presidiava il territorio. Anche la stampa locale non era stata in grado di ottenere adeguato materiale per dare una corretta informazione.
Dai risultati dell’autopsia del cadavere presso la morgue del cimitero di Castelsilano, curata dai professori Rondanelli e Zurlo (quest’ultimo più volte oggetto di minacce e di un’aggressione prima di comparire innanzi ai giudici) dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, si era risaliti a un presunto collegamento-favoreggiamento volto a proteggere e salvaguardare l’imprenditore Aldo Davanzali, amministratore delegato dell’Itavia e di una grande struttura alberghiera sul litorale crotonese, il quale sosteneva che il DC9 era stato abbattuto nei cieli di Ustica nel quadro di un’operazione militare il cui obiettivo principale era Geddafi in persona (all’Itavia fu poi annullata la licenza). Tante cose strane, che coinvolgevano libici, francesi, americani e i Servizi Segreti. Sono “casualmente” scomparse molte tracce dalle postazioni radar di mezza Italia, dalle quali si sarebbe appurato il traffico anomalo di quella sera. Giovanni Spadolini, eletto Presidente del Consiglio circa un anno dopo, sosteneva sin dall’inizio che «scoperto il giallo del Mig libico, si sarebbe trovata la chiave per ottenere la verità su Ustica».

Letterio Licordari

 

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