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“Calabria
Ora ” – Lunedì 10 luglio 2006 - pag.
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I
danni causati dall’alluvione potevano essere ridimensionati
L’alluvione
non era del tutto inevitabile, ma, purtroppo, l’ennesimo
disastro ambientale si è verificato, e questa volta con
un carico di vittime umane. L’evento climatico, che i
Verdi da anni denunciano, era prevedibile, anche se molti non
hanno voluto ascoltare e si preannunciavano i danni, dovuti
al dissesto idrogeologico, all’aumento del numero dei
fenomeni dovuti al riscaldamento del pianeta e al disordine
geourbanistico. Il controllo e la prevenzione, finalizzati a
mitigare la virulenza dei fenomeni, a carico di Comuni, Province
e prefetture creano una contraddizione, in quanto si chiamano
a pianificare gli interventi di soccorso e le eventuali ricostruzioni
proprio coloro che in genere non si accorgono degli insediamenti
che vengono progettati non rispettando le regole. E’ auspicabile,
quindi, che si scorpori la Protezione civile dalle competenze
di quegli enti appena citati, non potendo essi essere controllati
e controllori. Servono a poco i summit, mentre sarebbero utili
controlli del territorio e delle attività che su di esso
si insediano. Che il fenomeno fosse imprevedibile, quindi, è
un concetto espresso dal responsabile nazionale Bertolaso e
non una verità assoluta. Viviamo, infatti, in una società
dove delle priorità ambientali si parla poco e se lo
fanno i Verdi vengono accusati di catastrofismo, mentre la nostra
classe dirigente è impegnata in dispute per l’occupazione
del potere, quando si cementifica la collina, le coste e si
moltiplicano gli insediamenti anche in prossimità dei
corsi d’acqua. Sulle pagine di Repubblica, Giorgio Bocca
auspicava si pagassero i contadini perché ritornassero
a coltivare la terra come in passato. Un consiglio mai ascoltato,
anche se tonnellate di detriti sono venute giù da costoni
fresati, fino a formare uno strato di terra friabile che scivola
giù alle prime piogge. Inoltre, si deve registrare che
non si controllano le colline, non si assicura la regimentazione
delle acque piovane, non si controllano i canaletti, non c’è
uno studio sulla natura geologica dei costoni e non si impedisce
che su di essi spuntino ulteriori insediamenti. I fossi di scolo
delle acque meteoriche non si puliscono e in alcuni casi, assoggettati
a proprietà private, sono ostruiti. Sulle strade non
vi sono più i cantonieri, la manutenzione si esegue con
i mezzi “moderni” e non si provvede a rimuovere
e estirpare arbusti che ostruiscono i canali realizzati in passato.
Le nostre città diventano sempre più impermeabilizzate,
non vi sono cunette, l’intubatura è spesso inefficiente,
senza pendenze, ostruita da detriti, come anche il sistema fognario.
In particolare, il comune di Vibo, non assicura la pulizia dei
torrenti e dei fossi che in passato hanno costituito lo sfogo
naturale, e che ora sono ricettacolo di ogni tipo di rifiuto,
costituendo un pericolo perché l’acqua non defluendo
crea caverne sotterranee, e ciò spiega i crolli improvvisi.
I crepacci e le depressioni naturali sono stati prima utilizzati
come discarica per materiali di risulta, poi coperti con l’intento
di strappare ulteriori spazi da cementare. C’è
una convinzione, errata, secondo cui si difende il clima solo
attraverso accordi planetari, mentre è ormai acclarato
che si devono programmare interventi localizzati. Da tutte queste
valutazioni emerge quanto i nostri dirigenti pensino alla questione
ambientale. Per questo ora è necessario intervenire cosicché
le persone non siano morte invano. Cominciando subito da un
serio progetto di tutela del patrimonio ambientale, che vada
dal monitoraggio quotidiano delle criticità citate, ad
un serio studio geo-morfologico del terreno, cercando nei comuni
le vecchie mappe e sovrapponendovi fotogrammetrie aggiornate
per ripristinare cunette, canali, fossi così come i nostri
padri li avevano costruiti, partendo dall’osservazione
dei fenomeni atmosferici e assecondando i profili del territorio.
Non aspettiamo altri disastri, non ci piace dover dire sempre:
ve lo avevamo detto!
Pietropaolo
Gaetano
Verdi - Briatico