LEGAMBIENTE RICADI

Via Monumento, 4 - 89865 Santa Domenica (VV)

Tel. 0963/669908 * Fax 0963/669908 - 1782715780 * e-mail: legambientericadi@libero.it

HOME PAGE
CHI SIAMO
ADERISCI
LEGAMBIENTE IN CALABRIA
SCRIVICI
LINKS AMBIENTALISTI
SEGNALA UN SITO
SITI SEGNALATI
SITI AMICI
GALLERIA FOTOGRAFICA
..........
SERVIZIO METEO
Piccola Grande Italia
   
 
PENSARE GLOBALMENTE E AGIRE LOCALMENTE
 
Pace
 
Goletta Verde
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LE NOTIZIE
 
“Calabria Ora ” – Lunedì 10 luglio 2006 - pag. 36

 

I volontari di Legambiente

Tra le persone impegnate nell’opera di aiuto alla popolazione anche l’associazione ambientalista

C’è un gruppo di volontari che in questi giorni sta lavorando in silenzio a Vibo Marina. Sono circa venticinque, giunti da Vibo e Ricadi, da S. Giovanni in Fiore, da Roma e da Reggio Calabria. Fanno tutti capo a Legambiente. Tuta e stivali di gomma si sono rimboccati le maniche e seguendo gli ordini della Protezione civile si sono diramati nelle diverse vie del piccolo paese devastato. Via Arvo, via Savona, quartiere Pennello, via Sardegna. Ieri hanno iniziato a lavorare a Bivona. Parlando con Lorenzo Passaniti, portavoce del gruppo locale, si percepisce la stanchezza, ma la voglia di essere utili e soprattutto la consapevolezza di reputarsi fortunati rispetto alle vittime, a chi ha perso tutto, concede a questi ragazzi una carica in più. «Il nostro lavoro – spiega Passaniti – è consistito nel pulire, innanzitutto, le case e le strade dal fango. Poi, abbiamo aiutato a spostare i mobili e tutti gli oggetti, ormai inutilizzabili, che erano all’interno delle abitazioni. Un lavoro duro, ma niente a confronto del dolore che provano le persone che lì avevano tutta la loro vita, le loro speranze». E’ palese il rammarico, come la rabbia per un evento che ha distrutto famiglie e vite, prima che abitazioni e strade. Loro, quelli di Legambiente, quelli che amano la natura e che vogliono difenderla, sono scossi. Perché «tutti questi danni – dicono – potevano evitarsi». Conoscono la bellezza e la violenza della natura, ma conoscono anche quali e quanti sono i danni che l’uomo crea. «Non abbiamo neanche scritto un comunicato stampa per esprimere il cordoglio verso le vittime dell’alluvione – puntualizza il portavoce – ma abbiamo pensato subito di organizzarci come forze complementari alla Protezione civile, che, comunque, coordina il nostro lavoro». Un intervento immediato, drammatico, come la situazione che hanno subito affrontato, perché lì era davvero un inferno «tutto intorno – continua a descrivere – era una catastrofe, era subito evidente il dramma che si stava consumando. Le fogne saltate, strade inesistenti, gente che aspettava ancora i primi soccorsi». Ma perché una simile tragedia? Cosa si poteva evitare? E soprattutto in che modo si dovrà costruire?
«Questa tragedia – spiega Passaniti – nulla togliendo all’eccezionalità dell’evento climatico, poteva essere minore, se solo le strutture e i controlli sul territorio fossero stati adeguati alle norme. Purtroppo, le speculazioni edilizie, il mancato controllo del torrente S. Anna, che da almeno cinquant’anni dà avvisaglie, hanno creato la catastrofe. Ci sono alcune zone, segnalate da studi, risalenti almeno al 2001, che venivano classificate come r4, che indica pericolo di morte. E tutto questo non è stato mai valutato con la giusta attenzione. Ad esempio – continua – a Vibo nei pressi del deposito delle Calabro-lucane ci si trova davanti una zona ad alto rischio, che noi segnaliamo da diversi anni. Lì il carico dei rifiuti e la posizione denotano la precarietà del sito. E mi dispiace vedere che, ancora, si continua a riversare rifiuti. Proprio lì dove la strada è già crollata e il rischio di frana non è ancora scongiurato. Ci dovrebbero essere delle regole e andrebbero rispettate. Solo in questo modo si potrebbero evitare sciagure. Comunque, noi, come Legambiente – conclude il responsabile – vigileremo sui lavori che saranno effettuati e da ottobre abbiamo già deciso di promuovere un’operazione fiumi pere contribuire a verificare tutti i lavori di ripristino delle aree toccate dall’alluvione e cercare di sorvegliare la natura che chiede solo di essere rispettata. Quella del 3 luglio poteva essere una strage. Ed è necessario che diventi un monito».

Stefania Marasco

 

Calabria Ora - www.calabriaora.it

 

legambientericadi@libero.it

 

Contatore visite

Sito ottimizzato per Microsoft Internet Explorer - Risoluzione consigliata 800 X 600 pixel
Copyright © 2004 - 2006 - Legambiente Ricadi