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“Calabria
Ora ” – Mercoledì 10 maggio 2006 -
pag. 17 |
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Quattro
bandierine blu su spiagge di lordume
La
svista della Fondazione per l’educazione ambientale
COSENZA –
I criteri assunti dalla Fee (Foundation for Environmental Education
– oppure – Fondazione per l’Educazione Ambientale)
nell’assegnazione delle bandierine blu alle spiagge italiane
non è dissimile da quello adottato dalla Goletta Verde
di Legambiente. Con una, anzi tutte le differenze del caso:
i dati di Goletta Verde fotografano la realtà. La Fee,
invece, si limita all’elenco dei requisiti: acque cristalline,
spiagge pulite – costantemente, aggiunge la Fee Italia
– servizi e via dicendo.
In Calabria, la Fee assegna le sue bandierine a Cirò
Marina, Catanzaro Lido, Roccella Jonica e Scilla.
Le quattro località fanno parte di un elenco di appena
novanta siti balneari premiati con quello che la Fee Italia
chiama «riconoscimento internazionale della bandiera blu».
Trattandosi soltanto di quattro località, la lista politico-elettorale
del Codacons-Consumatori, non indugia a parlare di «un
risultato sconfortante, se si pensa – aggiunge –
alla bellezza delle coste e del mare della regione».
Il problema è però che né la Fee, né
la lista politico-elettorale del Codacons-Consumatori potevano
immaginare che mentre la spiaggia, ad esempio, di Catanzaro
Lido riceveva la sua bandierina blu, un turista stava fotografando
lo stato reale di quella spiaggia.
Su circa metà dell’arenile, infatti, è stipata
longitudinalmente una fascia di lordume variegato, depositato,
con ogni probabilità, dalle mareggiate oltrechè
dall’uso diretto della mano umana a mò di gettatutto.
Comunque sia, tutto c’è su quella spiaggia fuorché
la pulizia pretesa nei requisiti di assegnazione della bandierina
blu targata Fee.
Analizzando uno a uno – ma non necessariamente tutti –
quei criteri di valutazione, si comprende – e senza sforzi
– l’arbitrarietà delle scelte di questa associazione.
I primi due: assoluta validità delle acque di balneazione;
nessuno scarico di acque industriali e fognarie nei pressi delle
spiagge. Intanto non c’è impianto di depurazione
in Calabria che non scarichi direttamente nel mare. Altro che
«nei pressi delle spiagge». Ma limitandosi a considerare
pur soltanto le quattro località indicate dalla Fee Italia,
né l’uno né l’altro requisito possono
trovare conforto alcuno se si considera che la sola Reggio Calabria
tirrenica – cui Scilla è pressoché contigua
– registra una capacità di depurazione di appena
il 15% sulla massa dei reflui.
A campione prendiamo un altro requisito indicato dalla Fee:
acque senza vistose tracce superficiali di inquinamento (chiazze
oleose, sporcizia, ecc.). Nella prima decade di maggio è
verosimile che non emergano chiazze, magari a mare calmo, anzi
calmissimo: il che non esclude la presenza degli inquinanti.
Magari in riposo sui fondali.
Luigi
Guido