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“Il Quotidiano della Calabria” – Lunedì 9 agosto 2004 – pag. 9

 

Ricadi presa d'assalto da 150 manifestanti. Ma c'è anche chi il porticciolo lo vuole

Porto, blitz di Goletta Verde

Sulla nave anche il senatore Ds Iovene e l'assessore Malerba

 

RICADI - C'è chi il porticciolo non lo vuole proprio. C'è chi lo vuole ma non lì dove il Comune ha deciso di costruirlo. E c'è chi ricorda che Capo Vaticano ha problemi più urgenti. Comunque sia, i portatori di queste varie correnti di pensiero ieri erano tutti insieme nell'ultima landa di spiaggia a Sud di Santa Maria, ai piedi della statua del sub, per manifestare contro il futuro approdo turistico che dovrebbe sorgere qualche metro più in là, vicino alla grotta dell’eremita.
Davanti ai 150 manifestanti uniti dal coro di "Il porto non vogliamo, la costa proteggiamo" e dalle bandiere gialle di Legambiente, sullo specchio d'acqua di Santa Maria c'era la Goletta Verde (con a bordo Nuccio Iovene, il neo assessore provinciale all'ambiente Matteo Malerba e il capogruppo di opposizione a Ricadi Franco Saragò) che navigava fra buste di plastica, detriti e flutti schiumosi, nonostante la presenza fino a pochi minuti prima dell'ecoboat della Regione.
In questa scenografia, nelle due ore di manifestazione abbiamo provato a capire qualcosa in più su questo tormentone dell'estate 2004, seguendo i dibattiti e raccogliendo le idee dei principali attori della vicenda, dell'opposizione politica ricadese e dei vertici calabresi delle associazioni ambientaliste, ma anche i commenti della gente comune.
Quelli del "no" punto e basta al porto di Ricadi sono la maggioranza. Fra essi, tutto il gruppo consiliare di Arcobaleno, da Saragò ("siamo contrari perché si tratta non di un approdo ma di un vero e proprio porto, grande quanto quello di Tropea, con l'impatto ambientale che ne conseguirebbe") a Filippo Mobrici ("riqualifichiamo l'area di Santa Maria, piuttosto, decongestionandola e potenziando il depuratore") a Nicola Tripodi (Ds) il quale, in modo provocatorio afferma: "se il sindaco vuole il porto qui, invece che puntare sulla riqualificazione della spiaggia, allora lo faccia. Ma tutti sappiano, a partire dagli imprenditori turistici, che in questo modo Santa Maria perderà per sempre la sua originaria vocazione di luogo di villeggiatura. Qui c'è erosione costiera, abusivismo edilizio, la depurazione che non funziona... Santa Maria sta scomparendo".
A questa posizione si uniscono la segretaria regionale di Legambiente Lidia Liotta; il segretario regionale del WWF, Pino Paolillo ("Tra un porto o un approdo la differenza è la stessa che tra la zuppa e il pan bagnato") e il portavoce di Goletta Verde, Alberto Fiorillo, secondo cui "di progetti come questo, con 500 posti barca, parcheggi, servizi annessi e 5 milioni di investimenti per uno splendido tratto di costa perso per sempre, la Calabria non ha bisogno...Siamo qui per dimostrare contro l'inutile per tutti, ma evidentemente non per il sindaco, progetto del porto turistico. Speriamo che il prossimo anno si possa festeggiare per il fallimento di questo progetto e contro la sciagurata politica di questa amministrazione".
Infine il responsabile organizzativo dei Verdi Raffaele Suppa, presente anche lui per spiegare l'impresentabilità tecnico-ambientale di un progetto del genere: "le strutture di protezione a mare di un porto non possono essere dissimulate in un così breve tratto di costa, peraltro già segnato dall'erosione. Per far funzionare un porto di queste dimensioni è necessaria una modificazione urbanistica e viaria dell'area molto più grande. Quindi, non ci sono garanzie ambientali".
Mario Mazzeo, ex consigliere provinciale di An, invece, la pensa diversamente (e infatti ha un diverbio con Paolillo): "Sono qui perché sono un socio di Legambiente e non voglio che l'approdo nasca qui. Però sono favorevole a una struttura del genere a Ricadi. In Liguria c'è un porticciolo a ogni chilometro di costa...".
Un altro a pensarla così è Tommaso Pugliese, presidente del Consorzio Turistico Santa Maria. "Sono qui da spettatore - premette - e non mi unisco ai manifestanti perché ci sono state troppe strumentalizzazioni. Noi imprenditori siamo a favore del porto ma non diciamo che il posto dove realizzarlo deve essere questo. Il porto va fatto dove fa meno danno all'ambiente".
C'è, si diceva, anche chi sfrutta questa manifestazione per ricordare i problemi ambientali e urbanisti di Ricadi. Come Lorenzo Passaniti, ex segretario regionale di Legambiente, uno che conosce tutta la Calabria e dice: "Da uno a dieci, Capo Vaticano merita dieci come bellezza ma nove come pressione antropica e rischio degrado. E' un simbolo del famoso "non finito" calabrese con strutture indecorose e pilastri rivolti verso il cielo, troppe case e villaggi a pochi metri dalla spiaggia, un ambiente deturpato. Dobbiamo creare al più presto un'area marina protetta e far dichiarare dall'Unesco Capo Vaticano patrimonio dell'umanità. Solo così potremo mettere i vincoli al paesaggio che ogni giorno viene minacciato dal piano regolatore di Ricadi".
Italia Nostra, invece, parla di contraddizioni del sindaco Laversa che da un lato propone il parco marino ma dall'altro "persevera nella creazione di un nuovo mostro come i tanti già esistenti lungo la costa di Capo Vaticano".
Michele Mirabello, segretario ricadese dei Ds, alza la voce per dire che "il porto qui è una follia, Santa Maria è un imbuto. I problemi sono altri, a partire dalle strutture che scaricano i liquami direttamente a mare". Dello stesso parere Enrico Rubino, segretario provinciale di Italia dei Valori: "Questo sarebbe il colpo di grazia per Santa Maria, un posto che già soffre la mancanza di parcheggi, il mare sporco e una microcriminalità in continuo aumento perché qui non c'è alcuna vigilanza".
Tra i manifestanti, si diceva, tanta gente comune, turisti semi-residenti, avventori. Anche loro hanno voglia di farsi sentire. Angelo Lombardo, insegnante di Napoli, casa estiva a San Nicolò: "Al massimo si può fare un approdo ma non un porto. Una struttura così grande non farà che portare nuove speculazioni. Immaginate quante ville e alberghi nasceranno dietro la futura spianata". Aldo Contartese, originario di Rombiolo ormai a Roma da decenni, dove fa l'insegnante: "Questo porto cambia la qualità della vita? Di sicuro no. Santa Maria ha bisogno d'altro". Tra le più arrabbiate c'è Marianna Pontoriero, italo-argentina che vive a Parigi per otto mesi all'anno e a Santa Maria per gli altri quattro. "Ma ha visto cosa c'è in mare? C'è la m..., altro che porto. Facciamo il depuratore nuovo, piuttosto".
Dall'altra parte, silenzio. Ieri non c'erano rappresentanti della giunta o della maggioranza nemmeno a cento metri dai manifestanti. Si sa che il sindaco è più possibilista, che potrebbe valutare l'ipotesi di un referendum tra i cittadini sul sito che preferiscono ("E' la proposta che gli avevo fatto io - precisa Tripodi - ma allora non volle sentirne parlare e affrontò la questione a colpi di maggioranza"), si parla anche di un nuovo progetto, diverso dall'originario studio di fattibilità, per il sito di Santa Maria.
Insomma, La storia, c'è da scommetterci, non finirà qui. Già il circolo Legambiente di Ricadi invita chi voglia dire la sua a inviargli un messaggio e-mail all'indirizzo legambientericadi@libero.it.

r. v.

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