Per
questo il presidente regionale dell’associazione
ambientalista Lidia Liotta ha inviato una lettera all’assessore
alle Infrastrutture della Regione Calabria Pasquale Tripodi
chiedendogli di sollecitare «un’iniziativa
immediata e coordinata capace di coinvolgere tutti i soggetti
interessati (enti e istituzioni, rappresentanti del Comitato
cittadino e di Legambiente) per individuare le contromisure
adeguate a risolvere in via definitiva i problemi della
Statale 106». Una richiesta quanto mai urgente,
quella rivolta da Legambiente all’assessore Tripodi,
«per scongiurare non solo disagi e possibili proteste
locali» che sono ormai pronte a esplodere per l’esasperazione
degli abitanti della zona, ma soprattutto «il verificarsi
di altri incidenti, perché il tributo di vite umane
appare francamente già spropositato e incomprensibile».
La situazione, gravissima, attende una soluzione ormai
da troppi anni. Un incredibile e assurdo rimpallo di responsabilità
ha impedito però, almeno dal 1999, agli abitanti
di Lazzaro di avere una risposta adeguata alle loro legittime
rivendicazioni. Di sicurezza, di tranquillità,
di normalità. Eppure, come sottolinea Lidia Liotta
nella circostanziata lettera inviata a Tripodi, «un
gruppo di abitanti di Lazzaro ha informato con numerosi
esposti le autorità competenti e finanche il presidente
del Consiglio dei ministri della pericolosità del
breve tratto di Ss 106 che attraversa Oliveto di Lazzaro,
nel quale non solo gli abitanti subiscono quotidianamente
gravi disagi, ma si sono verificati numerosi incidenti
di cui, fino al 2004, otto mortali (solo in uno di questi
ben sette persone hanno perso la vita), in altri otto
si sono registrati feriti gravi, in quattro danni agli
autoveicoli e alle cose». E anche se i funzionari
del ministero dei Lavori pubblici nel 2000 ha accertato
la situazione di pericolo, dopo cinque anni nulla è
cambiato. Nessun provvedimento sostanziale è stato
adottato, mentre altri accertamenti della direzione generale
delle Strade e autostrade del ministero delle Infrastrutture
rilevavano nuovi elementi di pericolosità. Schematicamente,
Legambiente sottopone una serie di questioni sul breve
tratto di strada. Ci sono occupazioni di suolo pubblico,
edifici e recinzioni vicino al ciglio stradale che costituiscono
pericolo per la circolazione, un’illuminazione pubblica
del tutto insufficiente, nessun attraversamento pedonale,
poco controllo e, di conseguenza, la presenza di consolidati
comportamenti pericolosi degli automobilisti. «Anche
l’ultimo intervento dell’Anas dello scorso
21 marzo - rileva Lidia Liotta - si è rivelato
infruttuoso e ha aggravato ulteriormente la situazione
con la delimitazione dell’area con paletti di plastica
assolutamente inidonei allo scopo». Se a tutto questo
si aggiunge «la recente chiusura della ferrovia
in quel comprensorio che ha di fatto trasferito su gomma
lungo la 106 il traffico», si può ben comprendere
come la situazione diventa ogni giorno più grave.
Ecco perché per Legambiente è assolutamente
indispensabile che la Regione si faccia carico dei problemi
dei suoi cittadini e di convocare un vertice urgente mettendo
attorno allo stesso tavolo tutti gli enti e le istituzioni
(assieme al Comitato dei cittadini e a Legambiente che
da tempo portano avanti, purtroppo inascoltati) affinché
la statale 106 possa presto diventare una strada normale.
«Una risposta tempestiva dell’assessore Pasquale
Tripodi - conclude la Liotta - un’iniziativa rapida
sono le risposte che Legambiente e soprattutto i cittadini
di Lazzaro si attendono. Il mancato ascolto e il silenzio
delle istituzioni finora hanno provocato solo disagi.
E la morte di automobilisti innocenti».
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