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“Il
Quotidiano della Calabria” – Venerdì
8 aprile 2005 - pag. 16 |
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I
magistrati ipotizzano i reati di abuso d’ufficio e falso
in atto pubblico. La difesa della Società Stretto di
Messina
Ponte,
inchiesta sull’impatto ambientale
Realacci
(Dl) e Pecoraro Scanio chiedono lo stop delle procedure
ROMA - «Rimandare
la scelta del General contractor per la realizzazione del Ponte
sullo stretto di Messina». Lo chiede Ermete Realacci,
deputato della Margherita e presidente onorario di Legambiente,
alla luce dell’apertura di un’inchiesta sul Ponte
da parte della procura di Roma, che ha raccolto i dubbi di Legambiente
sulla valutazione di impatto ambientale dell’opera. Realacci,
al riguardo, ha presentato un’interrogazione parlamentare
al ministro dell’Ambiente e a quello delle Infrastrutture.
«La valutazione d’impatto ambientale – spiega
Realacci – è stata effettuata su uno studio della
società Stretto di Messina lacunoso e privo dei requisiti
minimi documentali previsti dalla legge. Tale da rendere impossibile
una valutazione seria». Perciò, chiede Realacci
nell’interrogazione, «con tre membri della Commissione
Via sotto inchiesta per il parere favorevole dato al Ponte,
non sarebbe opportuno rimandare la scelta del General Contractor?».
«Quanto è accaduto dimostra qualora ce ne fosse
ancora bisogno quanto i Verdi da sempre sostengono: il ponte
sullo Stretto è una calamita per le irregolarità
ed il malaffare, oltre, naturalmente, ad essere un’opera
faraonica non solo inutile, ma anche costosissima e devastante
dal punto di vista ambientale». Lo ha dichiarato il presidente
dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio. «L’apertura
di questa inchiesta – afferma Pecoraro – dovrebbe
confermare a tutti, nel centrodestra e nel centrosinistra, la
pericolosità per l’ambiente e per la legalità
del Ponte sullo Stretto. L’opera è fortemente a
rischio di infiltrazioni malavitose e stimola gli appetiti speculativi
di personaggi senza scrupoli. La sua costruzione sarebbe un
duro colpo al sistema sociale ed economico di tutta l’area.
L’apertura di un’altra inchiesta – conclude
il leader del Sole che Ride – conferma i forti rischi
che i Verdi denunciano da anni. Per questo ora è necessario
bloccare il progetto di quest’opera che assolutamente
non è prioritaria e destinare i fondi alle vere esigenze
infrastrutturali italiane, prima tra tutte la tutela del territorio,
troppo soggetto a disastri idrogeologici».
La società Stretto di Messina attende con fiducia e doveroso
rispetto l’esito delle indagini della Procura di Roma.
L’amministratore delegato della società “Stretto
di Messina”, Pietro Ciucci, interviene così sulle
notizie concernenti ipotesi di falso in atto pubblico e abuso
d’ufficio in relazione alle procedure di approvazione
dello Studio di impatto ambientale del ponte sullo Stretto.
«E’ sorprendente – commenta Ciucci –
che la “notizia” riguardante l’indagine attivata
da Legambiente venga rilanciata ogni qualvolta il progetto compie
importanti passi avanti, come accaduto nei giorni scorsi. Peraltro
– osserva l’ad della società “Stretto
di Messina” – si dimentica che tutti i ricorsi presentati
da Legambiente ed altre associazioni ambientaliste, in merito
alle procedure di approvazione del progetto, sono stati rigettati
da competenti tribunali amministrativi. La società Stretto
di Messina attende, comunque, con fiducia e doveroso rispetto
l’esito delle indagini della Procura di Roma». Per
quanto poi riguarda lo Studio di impatto ambientale, Pietro
Ciucci ricorda: «Esso è stato condotto da un raggruppamento
d’imprese italiane ed estere di altissimo livello, scelto
dalla Stretto di Messina con gara internazionale, ed è
stato redatto secondo quanto previsto dalle normative italiane
ed europee vigenti in materia. In ogni caso l’impegno
ambientale della Società non si è esaurito. Presto
sarà avviata, infatti, la gara per scegliere il soggetto
che realizzerà il Piano di monitoraggio.