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“Il Quotidiano della Calabria” – Lunedì 8 marzo 2005

 

Il rapporto "Mare monstrum " di Legambiente, Calabria maglia nera

Quell'assalto alle coste


CATANZARO - Legambiente lancia ancora l’allarme: continua l'assalto dei pirati del cemento selvaggio in Italia. E in Calabria il fenomeno, secondo quanto risulta dal rapporto “Mare monstrum”, assume proporzioni disastrose. E' la regione dove si concentra il maggior numero di abusi accertati sul demanio marittimo: con 652 infrazioni accertate, 652 persone denunciate e 26 sequestri giudiziari operati la Calabria, dunque, conferma il primato dello scorso anno. Ma ecco alcune storie esemplari. In provincia di Cosenza, a Praia a Mare, sulla spiaggia di Fiuzzi fa bella mostra di sè un albergo di 5 piani e 52mila metri cubi davanti all'Isola di Dino e che gli ambientalisti di Goletta Verde hanno definito «uno scempio che ben rappresenta ciò di cui la costa calabrese davvero non ha bisogno». «Il sito in questione - ha commentato Alberto Fiorillo, portavoce di Goletta Verde -, un albergo, su suolo comunale, e cioè sulla spiaggia di Fiuzzi a pochi metri dalla battigia, e a poche centinaia dall'Isola di Dino, è una dimostrazione dell'assoluta assurdità delle procedure che ne hanno permesso la realizzazione, e purtroppo non è il solo caso».
Tra gli altri spicca poi l'ecomostro di Cirella, frazione di Diamante: una mega palestra vista mare. Viene da chiedersi se è questo il futuro turistico che attende questo meraviglioso scorcio di costa calabrese. «Questi sono esempi - ha detto Fiorillo - che non devono passare sotto silenzio, sono vicende che per la loro enormità hanno richiamato l'attenzione della Guardia di Finanza, della Procura, di vari esponenti del mondo politico anche nazionale, come il sottosegretario alla Giustizia Santelli, del ministero dell'Ambiente (che a proposito dell'ecomostro di Praia a Mare ha invitato il Comune a chiedere alla Regione una valutazione di impatto ambientale) e persino dell'Antimafia, per la possibilità di infiltrazione della criminalità organizzata». Il vice presidente della commissione parlamentare antimafia, Angela Napoli, di An che ha presentato un'interrogazione in cui ha fatto riferimento alla denuncia portata avanti, negli ultimi mesi, dal “Quotidiano della Calabria”, in particolare per quanto riguarda la deturpazione della costa tirrenica cosentina. «Mi risulta che la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro stia indagando sul fenomeno e, pertanto, rimaniamo in attesa delle risultanze nel merito». «Tuttavia - conclude la vice presidente dell'Antimafia - mi risulta difficile immaginare che gruppi criminali calabresi, dotati del controllo di tutte le attività economiche regionali, possano risultare estranei all'interessamento sugli enormi flussi economici che ruotano attorno ad investimenti per i grossi megaimpianti».
Ma i casi di cementificazione selvaggia in Calabria non finiscono qui.
In provincia di Crotone c’è la Riserva marina di Capo Rizzuto: ben 57 costruzioni abusive (10 nel comune di Crotone e 47 in quello di Capo Rizzuto) per 48.600 metri cubi, sono state individuate dalla Capitaneria di porto di Crotone, nell'area di demanio costiero della Riserva di Capo Rizzuto e nella fascia di rispetto. Una morsa di cemento illegale, fatto di moli che si protendono in mare, porticcioli, fabbricati, muri di recinzione, piattaforme in cemento armato, porticati, che stringe e avvolge la stupenda riserva marina di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. Tutte le gare fatte finora per demolire gli immobili sono andate deserte e nessuno, a cominciare dall'Ente gestore della Riserva, ha risposto alla stessa Capitaneria di porto, che aveva dato la propria disponibilità a provvedere agli abbattimenti. Il cinque febbraio del 2004 un edificio di quattro piani che svettava davanti alla spiaggia di Punta Alice viene abbattuto a Cirò Marina, in esecuzione di una ordinanza di demolizione emanata dall'amministrazione comunale. Un altro esempio eclatante è la Baia di Copanello dove in uno scenario di straordinaria bellezza, “convivono” i due estremi, negativi e positivi, di tante aree del Mezzogiorno: l'ecomostro di cemento di Villaggio Lo Pilato, che con i suoi 16mila metri cubi deturpa la baia da oltre vent'anni; la tomba di Cassiodoro, il grande senatore e letterato romano del Vivarium, abbandonata a se stessa nella più totale incuria e a pochi metri da un “illuminante” caso di scempio urbanistico. Sullo sperone roccioso di Capo Vaticano, in provincia di Vibo Valentia, sorge l'imponente villaggio turistico “Calispera”, ecomostro da mille e una notte.
A Punta Pellaro (Comune di Reggio Calabria) è stato realizzato da qualche anno un complesso di appartamenti per la villeggiatura sulla spiaggia. Sono circa 40 appartamenti distribuiti sui tre lati di un vasto rettangolo con il quarto lato aperto verso il mare.

 

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