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“Calabria
Ora ” – Venerdì 8 settembre 2006 -
pag. 11 |
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Stop
agli ecomostri
La
nuova legge urbanistica regionale era all’ordine del giorno
del consiglio del 2 agosto. Che non si è svolto. La IV
commissione ha dato il parere favorevole alle linee guida dopo
un iter particolarmente tormentato, con ostacoli messi in campo
anche da pezzi della maggioranza. Tripodi, all’epoca,
non la prese bene, fece la voce grossa e infine ottenne l’ok
dei colleghi.
Se ne dovrebbe riparlare al prossimo consiglio regionale. Ci
sembra francamente difficile. L’edilizia è l’unica,
vera industria della Calabria e questa legge si propone di porre
vincoli strettissimi. Difficile comprimere il dibattito su un
argomento così spinoso nello stesso consiglio assediato
da crisi politiche e bufere giudiziarie.
Chi non ha perso tempo è invece Renato Soru. Da mercoledì
scorso (nell’isola delle vacanze le vacanze dei politici
sono già finite…) la Sardegna ha una legge regionale
che proibisce di costruire sui litorali secondo tabelle fisse
che vanno da un minimo di 300 metri (ma solo in rarissimi casi)
a un massimo di cinque chilometri per i siti di particolare
rilievo ambientale e artistico.
I costruttori – non solo quelli sardi, lì costruiscono
imprese di dimensioni mondiali – le hanno tentate tutte
ma ne sono usciti sconfitti. L’opposizione di centrodestra
ha occupato l’aula e agitato lo spettro della disoccupazione
di massa. Lui, il governatore che viene dal mondo delle imprese,
l’uomo che ha fondato Tiscali, è andato dritto
per la sua strada ed ha posto paletti rigidissimi a chiunque
voglia costruire sull’isola.
Per sintetizzare: cantieri aperti solo in città, purchè
dotata di Prg regolarmente approvato. Per il resto nemmeno un
metro cubo di centimetro in più. Le eccezioni dovranno
passare al vaglio di Comune, Provincia e Regione. Lapidario
Soru: «E’ la fine del Far west».
La Calabria, invece, nel Far west ci si trova benissimo. Va
dato atto a Michelangelo Tripodi di aver tentato in ogni modo
di mettere mano a una situazione disastrosa, sedimentata da
decenni di predazione autorizzata quando non sollecitata. Attendiamo
che sugli esiti del suo sforzo si pronunci il Consiglio, perché
il testo approvato dalla IV commissione pare confortante. Grazie
anche alla collaborazione di esperti di livello.
Non a caso il percorso della legge è stato molto accidentato,
con opposizioni ostinate soprattutto all’articolo 58 bis.
Cosa prevede? Litorali senza cemento per 800 metri. Una rivoluzione
per la Calabria, in Sardegna farebbero festa.
La folle idea di Renato Soru in Calabria non avrebbe proseliti:
due, tre chilometri? E chi se la compra una casa al mare se
poi deve prendere la macchina per fare il bagno? Persino quelli
che sono pronti a sdraiarsi davanti alle ruspe per il Ponte
sullo Stretto villeggiano allegramente in alberghi costruiti
sulla spiaggia ed hanno taciuto sul saccheggio sistematico di
centinaia e centinaia di chilometri di costa, disseminati di
ville e villette, bar e ristoranti, residence e discoteche.
E le cose non migliorano nei centri interni…
Un silenzio assenso che conviene a tutti: costruttori e acquirenti,
collaudatori e progettisti, agenti immobiliari e tecnici comunali.
Che poi, nei piccoli centri sono anche amici, compari d’anello,
cugini.
D’altronde la Calabria è questa. Una regione dove
si straparla di turismo ma poi si affida tutto lo sviluppo economico
a Fondi europei e porto di Gioia Tauro. Con il mito dell’industrializzazione
– vedi Procal – che ancora infiamma i sindacati.
Ma c’è un governatore, in Sardegna. Soru, il milionario
dell’immateriale, il principe di Internet ci mostra i
vantaggi dell’economia pulita e dello sviluppo sostenibile.
Semplicemente facendo.
Francesco
Graziadio