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“Il
Quotidiano della Calabria”
– Venerdì 8 agosto 2008 -
pag. 23 |
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Ricadi. Il problema riguarda la frazione di Santa Maria
Scarichi
fognari, cresce l’allarme dei turisti
RICADI – Non si può certo dire che sia un’attrattiva
turistica il fiume di liquami che, fuoriuscito da un’apertura
posta ai piedi del muro che costeggia il villaggio “Baia
d’Ercole”, nella frazione Santa Maria, ha attraversato
la strada fino a raggiungere la spiaggia. I putridumi, che
per l’odore nauseabondo hanno lasciato presumere si trattasse
di scarichi fognari, hanno altresì alterato i molti
turisti presenti i quali si sono preoccupati di avvisare immediatamente
le Forze dell’Ordine. Giunti sul posto, i carabinieri
della stazione di Tropea insieme al personale di polizia municipale
di Ricadi hanno posto il sigillo sul sito in questione, e dato
comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica.
E’ successo lo scorso sabato. Una telefonata anonima
giunta in redazione diceva: «Mandate qualcuno a vedere,
a pochi metri dalla spiaggia, un corso d’acqua schiumoso
e visibilmente sporco sta finendo sulla sabbia e in mare».
Giunti sul posto ci siamo resi conto della gravità della
vicenda. Quello che è sempre stato uno dei luoghi più belli
e suggestivi della Calabria stava per essere deturpato. Un
torrente fetido, che difficilmente è passato inosservato,
ha rappresentato uno spettacolo indegno per una zona costiera
che vanta ed accampa pretese di turismo. E questo potrebbe,
pertanto, diventare sempre più grave perché i
liquami inquinano in maniera irreversibile la spiaggia ed il
mare. Inoltre, cosa ben più grave, l’aver tolto
dal foro dal quale fuoriusciva la presunta fogna un cartello
posto dai carabinieri su cui si leggeva “materiale sotto
sequestro penale”. L’accusa contemplata dall’articolo
674 del codice penale è quella di “getto pericoloso
di cose” e interessa chiunque versi, in un luogo di pubblico
transito, cose atte a offendere, imbrattare o molestare persone,
ed è punibile con l’arresto fino a un mese o con
l’ammenda fino a 206 euro. Pertanto qualsiasi gestore è tenuto
a fare il possibile per limitare l’impatto ambientale,
anche laddove si tratti di misure non risolutive e costose.
«Altro che stagione turistica da difendere, altro che miglioramento
della situazione ambientale, altro che immagine della costa
da tutelare, altro che salute dei cittadini. Questa è la
dimostrazione dell’incuria in cui versano le bellezze
della Costa degli Dei». E’ stato il duro commento
di un cittadino della zona indirizzato ai politici locali i
quali, a suo dire, non fanno altro che gettare parole al vento
invece di intervenire concretamente.
Gianluca Rubino