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LE NOTIZIE
 
“Il Quotidiano della Calabria” – Mercoledì 5 settembre 2007 - pag. 26

 

Prevedibile il calo di turisti a Ricadi

Ho avuto modo di seguire il variegato dibattito sviluppatosi sulle colonne di questo giornale ed attinente al comprensorio di Ricadi-Capo Vaticano.
La maggior parte degli interventi si armonizzano con le problematiche da me sollevate ed individuano una serie di disfunzioni che stanno portando ad una lenta e progressiva compromissione dell’immagine del comprensorio. Gli ultimi dati relativi alle persone sono eloquenti nel confermare questo trend negativo.
Tutti gli interventi, pur trattando aspetti diversi, mettono in rilievo le problematiche territoriali, individuando concordemente nella “privatizzazione” delle spiagge, la circostanza costituente il fattore più devastante ed intollerabile.
Dal quadro complessivo dei poliedrici contributi pubblicati, emerge una situazione desolante: un comune dove non esistono regole (o, se vi sono, nessuna autorità si preoccupa di farle rispettare), dove ognuno si sente autorizzato ad appropriarsi di spazi pubblici utilizzandoli come propri, dove per lunghi tratti della costa non esistono gli accessi al mare (per il susseguirsi ininterrotto dei vari complessi turistici), dove non esiste il rispetto della quiete pubblica (per come denunciato da svariati turisti che lamentano l’usanza di alcuni villaggi turistici di diffondere la musica ad altissimo volume dal primo mattino fino a mezzanotte inoltrata), dove (forse unico caso in Italia) viene consentita l’apertura stagionale di una discoteca nel pieno cuore di una zona residenziale (senza che nessuno controlli l’orario di chiusura e, soprattutto, la potenza dei decibel).
Anche l’aspetto viario viene considerato fortemente deficitario, a livello di terzo mondo: strade impercorribili per la presenza di “voragini”; vegetazione incolta che restringe la carreggiata; segnaletica inadeguata (quando c’è).
Se la situazione è questa, non sorprende il registrato calo di presenze turistiche.
Su queste problematiche è intervenuto il sindaco di Ricadi, il quale, entrando nel merito dell’unanime denuncia della “privatizzazione” del demanio marittimo, si è riservato di provvedere ad una mappatura degli arenili a disposizione del pubblico (spiagge libere) e di quelle date in concessione, impegnandosi, per il futuro “di non procedere con la politica di rilasciare nuove concessioni demaniali”.
A questo punto sorge un dubbio: non è chiaro se il sindaco Laria intenda porre in discussione per il futuro tutte le concessioni già esistenti o si riferisca invece ad ulteriori nuove richieste.
In quest’ultima ipotesi il suo impegno perderebbe di significato, in quanto le spiagge libere sono così esigue che non ci sarebbe spazio per nuove concessioni ed il tutto assumerebbe la stessa valenza del dire che non saranno rilasciate più concessioni edilizie sulla costa in prossimità dell’arenile, atteso che non è rimasto alcuno spazio da cementificare.
Sul punto il primo cittadino dovrebbe essere più chiaro, per non dare adito a dubbi, anche se capiamo che ci vuole molto coraggio ad incidere sugli interessi economici che stanno dietro le concessioni demaniali.
Altro impegno assunto dal sindaco è quello di creare – anche attraverso espropri – vie di accesso al mare dove mancano.
Mi auguro che questi lodevoli impegni si traducano in fatti concreti e non rimangano solo delle esternazioni agostane.
Di fronte a questa grave e complessa situazione, vi sono stati anche interventi come quello di Rosa Maria Audino, la quale, dopo una sola settimana di soggiorno in una struttura del comprensorio, si è autoconvinta di conoscere a fondo le problematiche territoriali.
Leggendo quanto da lei scritto, sorge il dubbio che non abbia centrato le questioni trattate dagli articoli a cui fa riferimento, i quali trattavano soprattutto dello sfruttamento selvaggio della costa e di problemi economici non certamente risolvibili con la consumazione, da parte della gentile interlocutrice, di un cappuccino e di un gelato fuori dal complesso turistico che la ospitava.
Archiviata questa stagione turistica, è necessaria una pausa di riflessione sulla situazione che si è creata. Vi erano le prospettive di trasformare il comprensorio in una piccola California (con benefici per tutta la popolazione), ma l’incompetenza e la miopia della maggior parte degli amministratori locali, nonché lo sfrenato egoismo di alcuni imprenditori, hanno creato questa “mistura esplosiva”.
C’è da augurarsi che il sindaco Laria abbia la forza ed il coraggio di attuare quanto promesso perché ciò, senza dubbio, creerà le condizioni per una drastica inversione di tendenza.

Guido Preta

Il Quotidiano della Calabria - www.ilquotidianodellacalabria.it

 

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