LEGAMBIENTE RICADI

Via Monumento, 4 - 89865 Santa Domenica (VV)

Tel. 0963/669908 * Fax 0963/669908 - 1782715780 * e-mail: legambientericadi@libero.it

HOME PAGE
CHI SIAMO
ADERISCI
LEGAMBIENTE IN CALABRIA
SCRIVICI
LINKS AMBIENTALISTI
SEGNALA UN SITO
SITI SEGNALATI
..........
GALLERIA FOTOGRAFICA
..........
SERVIZIO METEO
Piccola Grande Italia
   
 
PENSARE GLOBALMENTE E AGIRE LOCALMENTE
 
Pace
 
Goletta Verde
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LE NOTIZIE
 
“La Nuova ecologia” – luglio 2003

I pirati del mare

Giù le mani dalla costa
Goletta Verde "premia" 23 casi di scempio ai danni dell'ambiente marino e costiero sparsi sull'intero territorio. Tra aficionados e new entry ecco i Capitan Uncino di casa nostra.
Il caso Api a Falconara.
Mare Monstrum.

Chi come l'Eni a Priolo si è reso responsabile dell'inquinamento delle falde idriche e dell'avvelenamento del mare. Chi si è distinto per la realizzazione di progetti faraonici e inutili come il Ponte sullo Stretto del ministro Lunardi, dei presidenti delle regioni Calabria e Sicilia e del presidente della Società Stretto di Messina. O chi con piani urbanistici folli ha intenzione di trasformare le zone più belle del nostro paese in cantieri a cielo aperto, come il governatore della Regione Veneto Giancarlo Galan, per il progetto Palalvo. Sono questi alcuni dei nuovi "pirati del mare", i principali bersagli di Legambiente e del viaggio di Goletta Verde 2003, che per la diciottesima edizione assegnerà come ogni anno le "Bandiere nere" a chi si è distinto per gli attacchi agli ambienti marini e costieri.

La campagna itinerante di analisi e informazione sulla qualità delle acque di balneazione è salpata per monitorare gli 8.000 chilometri di coste italiane. Oltre alle analisi, però, le imbarcazioni ambientaliste (la Catholica naviga le acque dello Jonio e dell'Adriatico, il Pietro Micca quelle del Tirreno) vigilano sui casi d'incuria e di illegalità a danno del mare, segnalando i casi più critici con il "riconoscimento" meno ambito d'Italia dedicato ad amministrazioni, politici, imprenditori, ma anche società private. Quest'anno poi siamo prossimi al raddoppio, se nel 2002 le Bandiere nere assegnate erano state 12, nel 2003 si arriva a 23 anche se con un certo numero di "soliti noti". C'è chi, come Salvatore Cuffaro, presidente della Regione Sicilia, potrebbe diventarne il testimonial (è dalla prima edizione che il governatore riceve la Bandiera nera). Ma anche Misiti non è da meno: sono addirittura 2 quelle che l'assessore ai Lavori pubblici della Regione Calabria si aggiudica quest'anno. Record eguagliato dalla Regione Abruzzo.

«Le "bandiere nere" - spiega Ermete Realacci, presidente di Legambiente - sono state assegnate quasi esclusivamente ad amministrazioni pubbliche, sia che si parli di governo centrale che di enti locali. Dal ministro Pietro Lunardi, pervicace sostenitore dell'opera pubblica ad alto impatto ambientale e a basso tasso d'autorizzazioni, all'amministrazione comunale di Porto Cesareo, cui si deve l'impareggiabile trovata amministrativa del mare considerato "maglia urbana regolarmente edificata", passando per l'infaticabile Aurelio Misiti, l'assessore regionale calabrese nonché capo del Consiglio superiore dei lavori pubblici, una sorta di habitué fra i personaggi insigniti del poco ambito riconoscimento, da quest'anno seriamente impegnato anche nell'opera di cementificazione definitiva della costa calabrese. Insomma, a conti fatti, la formula dell'estate 2003 sembrerebbe essere più disattenzione e meno controlli».

Dunque quella in corso potrebbe essere l'estate degli ecofurbi, di quanti approfitteranno del clima di disattenzione e di impunità che sembra stia caratterizzando l'operato di molte amministrazioni nel nostro paese. Qualche esempio? L'incredibile decisione del ministro della Salute, Girolamo Sirchia, che per la prima volta dal 1989, anno in cui è stato pubblicato il primo Rapporto sulle acque di balneazione, ha consentito l'avvio di una stagione balneare senza uno straccio d'informazione ai bagnanti sulla qualità dei nostri mari. Ma se il ministero della Salute tace, quello dell'Ambiente continua a registrare, grazie all'attività delle Regioni, i dati impressionanti sulla quantità di metalli pesanti nei sedimenti costieri rilevati purtroppo anche nelle zone cosiddette di "bianco", a riprova della condizione in cui versa il nostro mare. Cadmio, arsenico, piombo, mercurio e altre sostanze persistenti, che si accumulano fino ai livelli più elevati della catena trofica fino a far registrare valori preoccupanti per le quantità di diossine e Pcb nel pesce spada e nel tonno.

04.07.2003

La Nuova Ecologia - www.lanuovaecologia.it

 

legambientericadi@libero.it

 

Contatore visite

Sito ottimizzato per Microsoft Internet Explorer - Risoluzione consigliata 800 X 600 pixel
Copyright © 2004 - 2006 - Legambiente Ricadi