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LE NOTIZIE
 
“Gazzetta del Sud” – Martedì 4 novembre 2003– pag. 27

 

Ricadi. Parla un esperto (Franco Guglielmelli): quale il rapporto costi-ricavi?

Quel porto è un di più

L’esempio della Sardegna: tanti scali costruiti pochi in attività

 

VIBO VALENTIA – Sotterrare l’ascia di guerra e “congelare” il progetto in attesa di tempi migliori. E’ l’invito che, ad ambientalisti e amministratori di Ricadi, rivolge il dott. Franco Guglielmelli, esperto di problemi di sviluppo delle regioni dell’Ob. 1 e di economia dei porti turistici pubblici.
Sulla realizzazione del porticciolo turistico (200 posti barca) nel tratto di costa compreso tra Santa Maria e Joppolo il dibattito si fa, dunque, a più voci. Intanto a determinare l’intervento del professionista, calabrese di origine e milanese di adozione, sono le contrapposizioni pro e contro il porticciolo turistico sorte tra amministratori comunali, forze politiche e associazioni ambientaliste. E sull’opera – che rientra nelle progettazioni dell’Accordo di programma quadro per il sistema delle infrastrutture di trasporto, reso pubblico dalla Regione – Guglielmelli ha da dire la sua. Comincia mettendo in luce la «poco comprensibile» formulazione dell’intervento e la mancanza di programma di “sfruttamento” economico e sociale di queste opere da parte della Regione.
In pratica, dopo aver ricordato che il progetto preliminare dell’opera proposta dal Comune di Ricadi prevede una spesa di 5 milioni di euro (di cui il 30% a carico del Por Calabria e il 70% a carico dei privati) evidenzia l’inserimento di Ricadi nell’elenco che comprende 31 località, «più due mancanti di cui una è addirittura Le Castella», in cui è prevista una struttura portuale turistica. «Di questo lungo elenco – spiega Guglielmelli – le realtà più avanzate sono il porto di Roccella Jonica (465 posti barca suddivisi per tipologia di natante da ospitare) da anni terminato ma ancora non funzionante, e quello di Tropea che dovrebbe divenire il porto più importante della Calabria». Due esempi che per il professionista indicano l’attività intrapresa dalla regione per far nascere «infrastrutture ovunque considerate essenziali per lo sviluppo del turismo e per lo sviluppo tout court». E Guglielmelli tira fuori pure le cifre investite nel settore che, nell’ultimo ventennio, sono state di oltre 210 milioni, mentre altri 160 milioni di euro sono previsti per completare il programma di dotazione strutturale per il diportismo nautico. «Peccato però che la Regione – dice – non abbia finora predisposto l’indispensabile, parallelo programma di “sfruttamento” economico e sociale di queste opere, ovvero, non si è data una politica regionale e un conseguente piano di marketing strategico e operativo».
Per Guglielmelli «far funzionare un porto turistico in un’area come la Calabria affinché nascano posti di lavoro diretti, indiretti e indotti è un’opera di grande complessità che nessun Comune può singolarmente intraprendere, neppure Tropea o Roccella, se non all’interno di una politica regionale, ancora di là da venire». Pertanto l’esperto ritiene che la mossa da compiere in questo momento sia quella dell’attesa. Inoltre, considerato che la realizzazione di queste opere pubbliche «per i Comuni significa indebitarsi pesantemente» suggerisce di andare piano con le affermazioni sulla nautica da diporto «fonte di reddito invernale (non lo è neppure estiva)» e di concentrarsi «nella valutazione sana, terragna e impietosa dei rapporti costi/ricavi e ancor più dei rapporti benefici/costi».
Infine, anche alla luce delle caratteristiche della «penisola del Poro che, pur essendo l’area turistica più sviluppata della regione, non ha le stesse potenzialità attrattive del diportismo nautico di tante altre dove le strutture portuali insistono al ritmo di una ogni poche miglia», ribadisce l’invito a «osservare quanto accadrà in Calabria, dove in tempi brevi verranno immessi sul mercato nautico porti turistici in rapida successione» e a tenere presente il “caso Sardegna” «dove sono stati spesi 325 milioni di euro per costruire infrastrutture turistico-portuali: a tutt’oggi degli oltre 30 porti realizzati non ne funziona neppure uno, malgrado in quella regione ci sia la Costa Smeralda».

Gazzetta del Sud - www.gazzettadelsud.it

 

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