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“Il
Giornale di Calabria” – Venerdì 4 maggio
2007 - pag. 12 |
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Blitz
di Goletta Verde a Praia a Mare davanti ai tre ecomostri che
stanno sorgendo a Fiuzzi
“Giù
le mani dalla costa”
CETRARO
- “Giù le mani dalla costa” è quanto
si leggeva sullo striscione srotolato dall’equipaggio
di Goletta Verde di Legambiente davanti ai tre ecomostri di
Fiuzzi, frazione di Praia a Mare, la cui presenza, secondo gli
ambientalisti, rischia di devastare lo scenario dell’Isola
di Dino. Un anno fa, il blitz di Goletta Verde all’ecomostro
di Fiuzzi, un residence di 52mila metri cubi di cemento costruito
sulla spiaggia, contro il quale Legambiente si costituì
parte civile nel relativo processo penale avviato a tempo di
record dal tribunale di Paola sezione di Scalea: a distanza
solo di un anno l’area ha subito la costruzione di un
altro ecomostro, il “palestrone” di cinque piani
(tre interrati e due esterni) e mille metri quadri, un gigante
di cemento voluto dall’Amministrazione comunale quale
“struttura di pubblica utilità”, oggi in
fase di realizzazione di fronte all’isola di Cirella e
per il quale Legambiente ha depositato gli atti attendendo la
pronuncia della magistratura, e il rilascio dell’autorizzazione-nullaosta
della Soprintendenza per la costruzione di un altro ecomostro
di cemento: un nuovo albergo da costruire nella stessa area
e che rende l’idea dell’impunità e dell’arroganza
delle lobby edilizie della zona.
«Chiediamo alle Istituzioni pubbliche - scrive Legambiente
- di essere baluardi contro il dilagare di uno sfruttamento
del territorio costiero insensato e devastante, per cui riteniamo
grave quando a fare da sponsor a nuove strutture a ridosso delle
costa sono proprio le stesse Istituzioni pubbliche. A loro compete
il dovere di dare l’esempio».
Violazioni ambientali spesso mosse in un terribile intreccio
tra poteri economici e criminalità organizzata, come
nel caso delle navi dei veleni, affondate misteriosamente insieme
al carico trasportato. Ad Amantea spiaggiò nel 1990,
la “Jolly rosso”, la cui vicenda sarà trattata
nell’udienza che si terrà al tribunale di Paola
il prossimo 29 giugno, per rilevare la presenza all’interno
delle navi, di “alloggi” contenenti “missili
penetratori” i quali, riempiti di rifiuti tossici e radioattivi
avrebbero dovuto essere sparati nei fondali e c’è
chi ritiene sia accaduto.
«Un anno fa - ricorda Legambiente - il viceministro all’Interno,
Marco Minniti, prese un preciso impegno con Goletta Verde: trovare
i fondi necessari per fare le analisi del carico trasportato
dalle troppe carrette del mare affondate lungo le coste calabresi
e fugare così le forti preoccupazioni che si riaccendono
all’inizio di ogni stagione estiva. Ad oggi non ci risulta
che siano stati stanziati i fondi per questa importante azione
di sicurezza dell’ambiente e della salute dei cittadini,
perciò ancora una volta Legambiente dice “No alle
navi dei veleni"».