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“Il
Quotidiano della Calabria” – Martedì 3
agosto 2004 – pag. 21 |
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Ricadi.
Ecomostri: duro attacco del consigliere Franco Saragò (Arcobaleno)
al primo cittadino
«Il
sindaco Laversa smetta di mentire»
Filippo
Mobrici: «Irreparabili
danni ambientali senza vantaggi»
RICADI
- «E’ il momento che il sindaco Laversa e la sua
amministrazione comunale accettino la verità e la smettano
di prendere in giro una comunità, che non è solo
ricadese o calabrese, ma è universale perché questa
nostra costa, per le sue straordinarie bellezze pur oltraggiate
nel tempo, appartiene all’intera umanità che la
riconosce uno dei luoghi più belli della terra».
E’ questo il messaggio che il coordinatore del gruppo
di opposizione consiliare “Arcobaleno” Franco Saragò
indirizza al primo cittadino, al suo esecutivo e alla sua maggioranza.
«Abbiamo preso atto in quest’ultima settimana –
aggiunge Saragò – di una coraggiosa inchiesta del
vostro giornale che ha svelato fatti e misfatti edilizi verificatisi
a Ricadi da trent’anni a oggi. Se adesso la nostra costa
è alle prese con quella che avete definito come “cementificazione
sfrenata” lo si deve certamente a quella politica che
si è avvicendata nel corso dei decenni e che si è
rivelata incapace di mettere in campo concreti strumenti di
salvaguardia per la tutela di un patrimonio naturale e ambientale
di straordinario valore. Ma lo si deve soprattutto alle responsabilità
del sindaco Laversa che attraverso quella sua prima variante
al Piano Regolatore Generale ha legittimato i peggiori scempi
e abusi edilizi che la storia di questo Comune ricordi».
Il consigliere d’opposizione, d’altronde, intende
rilevare che «adesso è il momento di adoperarsi
per salvare ciò che è rimasto. Non possiamo permettere
– prosegue – che nasca quel porto turistico che
cancellerebbe quel tratto di costa al confine con Joppolo che
dopo Capo Vaticano rappresenta il luogo più bello della
costa ricadese».
Franco Saragò continua: «Nel corso di un’intevista
televisiva realizzata da Lino Polimeni per Video Calabria, il
sindaco Laversa ha messo in dubbio anche la costruzione del
porto, ha sostenuto che non è detto che sia quello il
sito indicato, ha continuato a parlare di “attracco”
e non di “porto”, ha asserito che non si tratta
di una struttura per 500 posti barca ma per soli 200 e che l’amministrazione
provinciale intende sostenere tale iniziativa. Falso, tutto
falso».
Saragò spiega: «Innanzitutto esiste un atto ufficiale,
una delibera, con cui il Comune individua un’area precisa
per realizzare il porto turistico, si tratta di località
Porticello. E’ stato anche affidato l’incarico a
quattro progettisti per redigere il progetto preliminare. E
a loro è stata già liquidata, grazie ad un mutuo
contratto presso la Cassa Depositi e Prestiti, una parcella
di 60 mila euro, più un anticipo di 10 mila euro. Questa
è una spesa che grava sui cittadini, e per che cosa?
Il sindaco intende prendere in giro tutti, perché il
cammino per la realizzazione del porto è stato già
da tempo avviato».
E poi : «Laversa parla di 200 posti barca e non di 500.
Anche questo è falso, perché in origine l’amministrazione
aveva individuati quattro siti per realizzare una struttura
che poteva avere una capienza da 150-200 posti barca nei pressi
di Torre Ruffa ad una massima di 400-500, quella prevista proprio
in località Porticello. Questi in origine erano i piani
del Comune, se poi negli ultimi giorni si è deciso improvvisamente
di modificare il progetto preliminare questo è un altro
fatto. Io non so cosa a giudizio del sindaco possa significare
il termine “attracco”, ma io sono convinto che una
struttura che possa ospitare 500 barche, per assurdo anche 200
come dice lui, è un porto a tutti gli effetti».
Quanto al presunto sostegno della Provincia, Saragò sottolinea
che: «Il Piano Territoriale di coordinamento provinciale
che rappresenta il più alto strumento urbanistico dell’ente
non include il porto turistico e al momento questo è
sufficiente a dimostrare come l’appello di Laversa al
Piano provinciale dei trasporti, che pur ben strutturato certo
non tiene conto di studi approfonditi di compatibilità
ambientale e sviluppo integrato del territorio come il Ptcp,
lascia il tempo che trova. Orbene – conclude Franco Saragò
– è da anni che ci battiamo per salvaguardare l’ambiente
naturale e per promuovere una crescita del turismo e infrastrutturale
ecosostenibile, ma fin quando saremo alle prese con una classe
politica miope, mai in grado di assumersi le proprie responsabilità
e capace solo di mentire, per questa nostra meravigliosa terra
non ci sarà futuro. Ho letto che il sindaco Laversa ha
intenzione di tenere una conferenza stampa, mi auguro che si
assuma le sue responsabilità fino in fondo, che non accampi
giustificazioni e che dica la verità, mi auguro che comprenda
che questo porto turistico e il cemento sulle nostre coste sono
rimasti davvero solo in pochi a volerli. Siamo preoccupati,
molto, i danni ambientali sarebbero notevoli, l’ecosistema
subirebbe irreversibili modifiche che inciderebbero in modo
rilevante sull’economia turistica e sull’erosione
delle coste».
Sulla costruzione del porto turistico interviene anche un altro
consigliere di opposizione e vicepresidente dell’Ordine
Regionale degli Ingegneri Filippo Mobrici: «Santa Maria,
sfigurata da scelte urbanistiche scellerate e con un maxidepuratore
che scarica nelle sue acque tonnellate di liquame è stata
scelta dagli amministratori di Ricadi per la localizzazione
di un approdo turistico. A fronte del conseguente, irreparabile
ed enorme danno ambientale – continua – nessuno
ancora ci ha spiegato quali e quante possano essere le ricadute
positive sulla economia della zona in cui risulta allucinante
fare una passeggiata ed impossibile trovare un centimetro di
spiaggia per piantare un palo di ombrellone».
Conclude con una proposta provocatoria: «Per completare
il mosaico e rendere “paesaggisticamente” ancora
più attraente l’intera area non si potrebbe, prolungando
solo di un centinaio di metri la condotta di scarico, creare
al centro del porto un grande zampillo di liquami visibile anche
da Gioia Tauro?».