|
“Il
Quotidiano della Calabria” – Lunedì
3 aprile 2006 - pag. 7 |
|
L’ecomostro
di Bari
Demolito
un pezzo del fabbricato di Punta Perotti.
Un contenzioso durato venti anni
Smantellata
la "saracinesca"
di Rino Farneti
BARI
- La città ha smantellato la “saracinesca”
che la divideva da uno scorcio del suo mare.
Alle 10,30 trecentocinquanta chili di tritolo e 150 detonatori,
inseriti negli oltre 1000 fori praticati nei pilastri dell'
“ecomostro” di Punta Perotti, hanno demolito in
due secondi i due terzi dell'edificio centrale, alzando una
nuvola di polvere che ha avvolto il quartiere Japigia.
Grande soddisfazione tra le autorità locali e le tante
sigle dei movimenti verdi e protezionisti. Reazioni positive
da tutti e due gli schieramenti hanno sottolineato la conclusione
di una vicenda giudiziaria trascinati per circa 20 anni e conclusasi
con l'ordine di demolizione.
«Credo che oggi sia una giornata positiva non solo per
i baresi ma per tutti coloro che hanno a cuore l'ambiente»
ha detto il vice premier Gianfranco Fini, presente a Bari per
impegni elettorali, sottolineando tra l'altro che con la legge
delega per la tutela dell'ambiente, la legge del governo, era
dato mandato alle regioni di abbattere i cosiddetti ecomostri».
Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha osservato
che «Bari ha finalmente rotto il cordone ombelicale con
la storia dell'abusivismo, dell'illegalità, con la peggiore
storia sua, quella che ha ferito la città».
Per il governatore pugliese sulle macerie di Punta Perotti deve
ora «cominciare una storia che mette al centro il diritto
delle persone a poter godere della bellezza, a poter vivere
in ambienti civili, una città a misura dei bambini, a
misura dei disabili, delle donne, degli anziani».
Dal canto suo Roberto Della Seta, presidente di Legambiente,
in prima fila nella lotta agli edifici abusivi di Matacena,
ha ricordato che restano ancora da abbattere altri sedici ecomostri,
posizionati in varie regione italiane. Della Seta ha citato
tra gli altri gli abusi edilizi nella Valle dei Templi agrigentina
e quelli a ridosso di Porto Venere, come riferiamo più
ampiamente nell'articolo a fianco.
La demolizione con esplosivi di Punta Perotti ha determinato
35 mila metri cubi di macerie ed è stata preceduta da
una messa in sicurezza di una vasta area cittadina con l'impiego
di centinaia di pattuglie delle forze dell'ordine.
E' stato tra l'altro ordinata l'apertura ed il fissaggio delle
finestre nell'area attorno all'esplosione per impedire che i
vetri venissero frantumati dall'onda d'urto. I baresi hanno
assistito in massa all'evento, molti per conquistare la visuale
migliore si sono spinti al largo sulle barche da dove hanno
osservato lo sgretolarsi improvviso del complesso edilizio di
circa 300.000 metri cubi di cemento. Un palazzo, realizzato
da Matacena, organizzato attorno a tre torri alte circa 13 piani,
edificate ad una distanza inferiore a 300 metri dal mare e posizionate,
in parte, in modo da ostruire la vista del lungomare a sud della
città.
Proprio per questo la costruzione veniva bollata come “la
saracinesca”. L'abbattimento ora prevede altre due fasi:
la seconda esplosione avverrà il 23 aprile per demolire
il modulo rimanente del primo palazzo e il secondo fabbricato,
quello più vicino al mare. La terza esplosione, infine,
avverrà il 24 e farà saltare l'edificio più
lontano dal mare e parallelo alla costa, l'ultimo della lottizzazione.