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“La Repubblica” – Giovedì 3 febbraio 2005– pag. 28

 

Ci senti bene?

 

Sempre più persone, anche giovani, denunciano cali preoccupanti dell'udito. Incide molto l'inquinamento acustico generale ma anche il rumore di fondo continuo. I disturbi più frequenti sono insonnia, palpitazione, ansia. I risultati di Trenoverde di Legambiente.

di Annamaria Messa

Clacson, sirene delle ambulanze, martelli pneumatici, motociclette, treni, metropolitane, mezzi pesanti, auto in velocità... chi più ne ha più ne metta! E dire che nel 600 a.C. gli antichi Sabini allontanavano i lavoratori dei metalli fuori dall'abitato per garantirsi un ambiente di vita tranquillo... Dal Libro Verde della Commissione Europea emerge che oggi 80 milioni di persone (circa il 20 per cento della popolazione UE) sono esposte a livelli di rumore diurni superiori a 65 dBA e altri 170 milioni di cittadini vivono in aree con livelli compresi fra 55 e 65 dBA: con peggiore qualità di vita per almeno il 25 per cento degli europei e seri disturbi del sonno per una percentuale compresa fra il 5 ed il 15. La sensibilità ai rumori cambia da una persona all'altra ma la soglia di rischio è per tutti intorno agli 80 decibel: a 90 si avverte fastidio, a 120 compare dolore, capogiro, nausea, sordità temporanea. Un rumore oltre i 120 decibel può provocare traumi irreversibili per l'orecchio ma un suono continuo può essere dannoso già dagli 80 db. L'Organizzazione mondiale della Sanità raccomanda di stare al di sotto dei 65 di giorno e dei 55 di notte, in Italia l'inquinamento acustico medio si attesta sui 70 decibel di giorno e 65 di notte.
«L'inquinamento da rumore è molto subdolo, può avere anche effetti extrauditivi che interessano tutto il corpo, aumento della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca, di ansia, insonnia, irritabilità, cattiva digestione e man mano incide su tutto l'apparato neurovegetativo», ricorda Lucia Venturi, responsabile dell'ufficio scientifico di Legambiente, che qualche giorno fa ha fatto ripartire il "Treno Verde 2005" per monitorare l'inquinamento acustico e atmosferico del belpaese.
«È il nostro momento di denuncia», precisa Venturi, «i suoi dati sono i più omogenei sul territorio: li raccogliamo, li selezionamo, li denunciamo. La legge quadro n. 447\95 doveva essere seguita da decreti ad hoc ma le pubbliche amministrazioni sono indietro nella zonizzazione (classificazione in aree cittadine in base alle diverse destinazioni d'uso) e nei cosiddetti piani acustici». Quali i peggiori nemici dei timpani? Soprattutto auto e moto, dice il ministero dell'Ambiente: principale imputato il traffico stradale e autostradale (56 per cento), seguono discoteca (33), i rumori provenienti dalle abitazioni circostanti (16), i cantieri (7), fabbriche e industrie (6). Nelle dieci città monitorate dal Treno Verde 2004 i valori giornalieri sono ben superiori ai limiti e il rumore di fondo è troppo alto dalle 22 alle 6, specie a Milano, Napoli e Pescara: in più di una strada su cinque si superano i 70 decibel (potenzialmente in grado di generare effetti negativi sulla fase Rem del sonno e causare frequenti risvegli) contro i 50 previsti dalla legge nelle aree con abitazioni.
Di giorno al top anche Roma, La Spezia e Palermo, con medie sui 75 decibel. Pochi i controlli: secondo la legge spettano ai Vigili urbani in collaborazione con le altre Forze dell'ordine in pattuglia soprattutto nelle ore notturne. Ma anche loro, del resto, non è che abbiano silenziatori adeguati...

La Repubblica - www.repubblica.it

 

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