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“Dnanews” – Giovedì 3 febbraio 2005 – ore 12.18

 

Treno Verde Legambiente: aria pulita a Vibo Valentia


03/02/2005 - 12.18 Vibo Valentia

Aria pulita si respira a Vibo Valentia secondo i rilevamenti effettuati dall’Istituto mobile sperimentale di RFI, effettuati per 72 ore in Via Alighieri, dal 31 gennaio, in occasione della campagna Treno Verde di Legambiente.

Ma rumore che supera i limiti di legge, con un uso sproporzionato del clacson, disservizi della rete idrica, impianti di depurazione insufficienti, raccolta differenziata a livelli minimi, troppe auto in circolazione, pochi spazi per bambini, parchi e giardini inesistenti, cementificazione selvaggia fanno di Vibo Valentia una città ad alto tasso di "insostenibilità urbana”.
Questa è la fotografia scattata dal Treno Verde 2005, giunto quest’anno alla diciassettesima edizione, nel corso della tappa calabrese che ha segnato in tre giorni un notevole successo di pubblico con l’affluenza di circa 1.500 studenti di scuole elementari, medie e superiori della provincia di Vibo Valentia.
I dati finali sull’inquinamento acustico ed atmosferico sono stati presentati stamani 3 febbraio nel corso della conferenza stampa organizzata a bordo del convoglio ambientalista alla presenza di Gianluca Della Campa, portavoce nazionale della campagna, Lorenzo Passaniti presidente del circolo Legambiente di Vibo Valentia, Lidia Liotta presidente Legambiente Calabria, Angelo Platania responsabile commerciale direzione regionale Calabria di Trenitalia, Matteo Malerba assessore provinciale all’ambiente, Domenico Basile assessore regionale all’ambiente e Vittorio Valentini responsabile del monitoraggio effettuato dall’Istituto sperimentale RFI.
Il capoluogo vibonese presenta una situazione buona sul fronte dell’inquinamento atmosferico, anche grazie a condizioni meteo favorevoli alla dispersione degli inquinanti, un po’ meno sul fronte dell’inquinamento acustico, molto peggio sul fronte della sostenibilità ambientale.
Sul fronte dell’inquinamento atmosferico la situazione non sembra preoccupante: nessuno dei principali inquinanti monitorati (CO, pm10, NO2, SO2 e O3) superano i limiti di legge e così la concentrazione di benzene, nei rilevamenti effettuati tra il 12 e il 18 gennaio attraverso un campionamento ambientale e radielli indossati dai volontari di Legambiente. La situazione diventa più preoccupante sul fronte dell’inquinamento acustico dove nei tre giorni di rilevamento emerge un superamento dei limiti di legge di circa 3-4 decibel durante il giorno e di 5-6 decibel la notte. Dati che avrebbero bisogno di verifica durante il periodo estivo, quando la pressione turistica aumenta in maniera esponenziale, ma che resta lettera morta visto che nessuna delle due centraline installate per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico è in funzione e anche in pieno regime raggiungerebbe solo il 35% di efficienza del controllo prevista dalla legge.
Ma ciò che preoccupa la città di Vibo è la insostenibilità urbana nel suo complesso. Le auto private la fanno da padrone: le utilizzano 6 cittadini su 10, che in media ricorrono al trasporto pubblico solo 9 volte all’anno e l’ente pubblico non si cura ne di incrementare la disponibilità dell’offerta (Vibo, tra le piccole città, risulta una delle peggiori con soli 3 km coperti dagli autobus) nè migliorare qualità dei mezzi e del carburante utilizzato, a discapito dell’impatto ambientale. Isole pedonali (0,11mq/abitante) e zone a traffico limitato (0,1 mq/abitante) sono quasi inesistenti e a lamentarsene sono soprattutto i bambini che accusano la mancanza di spazi per giocare (il 75% su circa 500 studenti di elementari medie e superiori di Vibo Valentia intervistati in occasione della tappa calabrese del Treno Verde), l’assenza di spazi verdi (3,02 mq/abitante) e l’invadenza delle auto soprattutto in estate (60% del sondaggio).
L’insostenibilità urbana si risente nell’inefficienza del sistema idrico, dove si perde la metà dell’acqua immessa in rete (il 51%), e nella gestione dei rifiuti che vede Vibo Valentia agli ultimi posti delle città che differenziano (solo il 9,8% dei rifiuti raccolti viene differenziato). Maglia nera per la provincia di Vibo Valentia anche per le costruzioni fuorilegge (44,84 edificazioni abusive ogni 10mila abitanti) che in Calabria secondo i dati del Rapporto Ecomafia 2004, alimentano un business che nel corso del 2003 ha visto la costruzione di 3.788 case abusive, con un incremento del 30% dall’anno precedente.
«La Calabria – ha commentato Lidia Liotta, presidente di Legambiente Calabria – è un territorio che ha ancora un livello di inquinamento ambientale accettabile e grandi risorse naturali su cui puntare per il suo sviluppo. Purtroppo però il governo regionale è in ritardo sulle politiche di tutela e valorizzazione dell’ambiente. Il caso del piano energetico regionale e della gestione dei rifiuti è emblematico: dopo 7 anni è stato prorogato per l’ennesima volta il Commissariamento, continuando a tamponare falle che espongono la nostra regione alla criminalità organizzata. I dati dell’ultimo dossier di Legambiente sulla holding dei rifiuti lo confermano: la Calabria è la terza regione in Italia per quantità di rifiuti smaltiti illegalmente. Questo non lascia ben sperare, considerando che solo rientrare in regime di ordinarietà è secondo noi la soluzione per uscire dall’emergenza rifiuti».
«Una fotografia con poche luci e molto ombre - ha dichiarato Lorenzo Passaniti, presidente Legambiente di Vibo Valentia - che dimostra come sia ancora lunga la strada da percorrere per migliorare la qualità della vita nella nostra città. Ci rallegra però il grande successo di pubblico ottenuto in questi tre giorni. E se da un lato registriamo la negligenza dei nostri amministratori sul fronte delle politiche ambientali, i tanti bambini che hanno visitato il Treno Verde dimostrano l’enorme voglia di un ambiente pulito e più civile».
«Dalle misurazioni fonometriche – ha affermato Vittorio Valentini, responsabile del monitoraggio effettuato dal Laboratorio mobile RFI – si registrano durante il giorno picchi che arrivano ai 75-78 db nelle ore di punta, nonostante il Laboratorio fosse posizionato in prossimità di un incrocio regolato da semaforo e quindi le auto rallentassero. La rumorosità di fondo non scende mai al di sotto dei 60 db, che è già un segnale di allarme se si considera che il decibel è un’unità di misura esponenziale e che ad un aumento di 3 db corrisponde una pressione doppia dell’onda sonora sul timpano».
«L’attenzione all’ambiente da parte della Direzione Regionale Calabria di Trenitalia – ha dichiarato Angelo Platania responsabile commerciale direzione regionale Calabria di Trenitalia - è confermata, innanzitutto, dagli investimenti per migliorare il proprio materiale rotabile: più di 31 milioni di euro per rinnovare completamente il parco vetture, circa 14 mln per l’acquisto (con fondi Cipe) di quattro Minuetto, il treno di ultimissima generazione per la breve percorrenza, ed il più silenzioso mai realizzato. Ma la Direzione Regionale Calabria di Trenitalia continua ad investire anche per ridurre l’impatto ambientale, punto cardine anche nella Carta dei servizi regionale del 2005: più di 2 milioni di euro per riqualificare le due Officine Manutenzione di Paola e di Reggio Calabria, e l’obiettivo di ottenere la certificazione integrata di tipo SGAS, il sistema di gestione ambiente e sicurezza e salute nel lavoro. Certificazione peraltro già acquisita (dal dicembre 2003) dall’Impianto Scorta regionale di Reggio Calabria, che, primo in Italia, ha ottenuto le certificazioni SGAS per l’ambiente (Iso 14001) e per la sicurezza (OHSAS 18001)».

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