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“Gazzetta
del Sud” – Martedì 1 febbraio 2005 |
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Fino
a giovedì alla stazione di Vibo Marina il “Treno
Verde”, che analizza la qualità ambientale dei
capoluoghi
“Maglie
nere” a Reggio, Vibo e Catanzaro
VIBO VALENTIA
– Da domenica sera staziona sui binari ferroviari di Vibo
marina e vi rimarrà fino a Giovedì. Nel Vibonese,
infatti, si sta svolgendo la tappa calabrese del Treno Verde
di Legambiente, Trenitalia e Rfi, realizzato anche con il contributo
di Energia e Corepla. La sosta del convoglio, ieri visitato
da numerose scolaresche, coincide con l’attività
di Legambiente che, in questo caso, fotografa la situazione
della qualità della vita nei capoluoghi di provincia
calabresi.
Una fotografia spietata, quella dell’associazione ambientalista,
che “premia” con la maglia nera Reggio Calabria,
ultima dei 103 capoluoghi di provincia per qualità ambientale
tracciata da Ecosistema urbano di Legambiente. Non gioiscono
Vibo Valentia e Catanzaro, anch’essi negli ultimi posti,
mentre prende le distanze Crotone (78esimo posto). Vanno decisamente
meglio le cose per Cosenza, che risale fino a metà classifica.
La gestione dei rifiuti rappresenta la nota dolente per la Calabria,
dove nessun capoluogo raggiunge il 12% di raccolta differenziata.
Solo Vibo e Catanzaro arrivano al 10%. Non vanno meglio le cose
sul fronte delle reti idriche: da Reggio a Cosenza, passando
per Vibo, Crotone e Catanzaro, si perde lungo il tragitto la
metà dell’acqua immessa in rete. La situazione
peggiora, e di molto, se si tocca il tasto degli scarichi fognari.
In questo caso va ancora a Reggio Calabria la “maglia
nera” a livello nazionale. Il capoluogo si aggiudica il
primato per l’85% degli scarichi fognari che butta, senza
alcun filtro, nei torrenti, nei fossi e nel mare. Inoltre Reggio
“vanta” una concentrazione di nitrati nell’acqua
potabile di 4 volte superiore al tetto suggerito dall’Oms
per la tutela della salute umana.
Altra “maglia nera”, a livello nazionale, se la
guadagnano Vibo e Crotone con le loro 44 costruzioni abusive
ogni 10mila abitanti. E ancora Vibo Valentia si piazza al 93esimo
posto su 103 capoluoghi di provincia per i risultati negativi.
Infatti, raggiunge il 9,8% di raccolta differenziata (nonostante
migliori rispetto allo scorso anno quando era al 3%); il 40%
della popolazione non è servita da impianti di depurazione
e l’auto privata la fa da padrone: 6 auto ogni 10 abitanti.
Ancora più bassa la percentuale (9,3%) di raccolta differenziata
a Catanzaro, dove la dispersione dell’acqua potabile conta
il 55% di perdite in rete e dove non c’è alcuna
centralina di monitoraggio per l’inquinamento atmosferico.
Insomma le città calabresi non escono per niente bene
dallo screening del treno Verde Legambiente-Trenitalia-Rfi,
che basa i giudizi sui dati contenuti nel rapporto Ecosistema
urbano 2005 che, a sua volta, raccoglie dati e informazioni
su 100 parametri ambientali. Si va dalla qualità dell’aria
(numero, distribuzione ed efficienza delle centraline di monitoraggio;
concentrazione dei principali inquinanti) e dell’acqua
(concentrazione di nitrati, depurazione, dispersione della rete
idrica), all’inquinamento acustico; dai consumi (acqua
ed energia) alla produzione e smaltimento dei rifiuti. E ancora
i parametri riguardano l’abusivismo edilizio, la gestione
e congestione del traffico urbano, le aree pedonalizzate, i
giardini pubblici e le piste ciclabili.
In attesa di fornire i dati sull’inquinamento atmosferico
e acustico – saranno resi noti giovedì nel corso
di una conferenza stampa – Gianluca Della Campa, portavoce
nazionale Treno Verde, richiama le amministrazioni comunali
sull’inutilità delle “politiche del rattoppo”,
mentre Lorenzo Passaniti, presidente del circolo di Legambiente
di Vibo e componente della regionale, pone l’accento sull’inadeguatezza
delle politiche ambientali, in città ancora all’anno
zero.
Marialucia
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