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“La Piazza ” – Anno VIII, n° 11 - Dicembre 2006 - pag. 12

 

Legambiente, bilancio di una stagione intensa

Intervista con il responsabile del Circolo Franco Saragò

di Antonio Ferrara


Molto intensa l’attività del Circolo Legambiente di Ricadi diretto da Franco Saragò.
L’edizione 2006 di “Puliamo il Mondo”, ha visto impegnati soprattutto gli studenti delle scuole medie inferiori ed elementari che, nell’area antistante la stazione ferroviaria di Santa Domenica hanno dato vita, il 23 settembre scorso, ad una manifestazione ecologico-didattica davvero interessante e certamente significativa. Il 29 ottobre è stato dato il via alla “Operazione Fiumi 2006” seguita, qualche giorno dopo, da una conferenza stampa presso la sede della Provincia di Vibo Valentia dove sono stati presentati i dati di “Ecosistema rischio”, un’indagine di Legambiente e del Dipartimento della Protezione civile sulle attività dei Comuni della Calabria, uno stimolo per incrementare l’impegno degli EE. LL. nella prevenzione del rischio idrogeologico. Infine, proprio alcuni giorni addietro, si è svolta a Tropea la “Festa dell’albero”, l’annuale appuntamento proposto per sollecitare i cittadini ad una maggiore attenzione nei confronti degli alberi, dei boschi e delle foreste, per sottolineare (tengono a precisare gli amici di Legambiente)… «l’insostituibile valore degli alberi per il nostro pianeta, rivendicando il diritto di tutti a vivere in un mondo migliore».
Per dare maggiore risalto e significato a quei momenti di aggregazione tra studenti, insegnanti, cittadini, istituzioni ed il mondo politico-amministrativo, abbiamo voluto sentire proprio Franco Saragò, su un tema talmente importante sotto il profilo sociale da condizionare, oggi più che mai, le scelte dei nostri amministratori nel settore delicatissimo dell’inquinamento ambientale.
Nella conferenza stampa del 31 ottobre è emerso un quadro davvero desolante ed allarmante. Ma sentiamo, su queste importanti argomentazioni, proprio Franco Saragò, responsabile di zona di Legambiente e componente della segreteria regionale di Legambiente, che ringraziamo vivamente per la sua disponibilità, malgrado i suoi numerosi impegni di lavoro.

D) Caro Franco, a stagione estiva ormai conclusa, dopo la visita annuale di “Goletta Verde” e dopo la recente manifestazione, svolta in cooperazione con la Protezione civile, per sensibilizzare la popolazione e le Amministrazioni locali sullo stato di salute dei corsi d’acqua, qual è il “vostro” bilancio (se bilancio si può fare) della situazione ambientale del nostro comprensorio, non solo riferito al mare o alla fascia costiera, che pure sono molto importanti nella nostra economia, ma anche nell’entroterra (ad esempio, gestione dei rifiuti, depurazione, ecc.)?
R) L’anno che si sta per concludere è stato un anno molto intenso per il circolo Legambiente di Ricadi. Molte sono state le manifestazioni messe in campo, ad iniziare da “Spiagge e Fondali Puliti” a “Volerbene all’Italia” la festa dei piccoli comuni, ad “Occhio alle Coste” organizzata di concerto con la Regione Calabria, “Puliamo il Mondo”, “Non scherziamo col Fuoco” per finire, poi, alla presenza di Goletta Verde nel mese di luglio e ad “Operazione Fiumi” la cui unica tappa calabrese è stata organizzata a Santa Domenica. Nell’organizzare le varie iniziative, che non si limitano a quelle elencate, ci siamo posti, tra i vari obbiettivi, prevalentemente la sensibilizzazione verso i temi ambientali delle amministrazioni locali ed in particolare delle scuole e quindi delle nuove generazioni, nella speranza che mutino, in positivo, le abitudini ed i comportamenti, fino ad oggi, purtroppo, non molto inclini al rispetto del territorio e dell’ambiente. Dal monitoraggio, che da anni facciamo sull’intero territorio provinciale ed in particolare della fascia costiera emergono dati veramente allarmanti, ad iniziare dalle condizioni del mare. Nonostante si incomincia ad intravedere una timida inversione di tendenza nella gestione del territorio, soprattutto in alcuni comuni, i problemi rimangono moltissimi e rischiano di compromettere ulteriormente ed irrimediabilmente l’immagine e l’economia del Vibonese. La presenza di Goletta Verde è stata l’occasione per mettere a fuoco i tanti deficit e nello stesso tempo sollecitare gli amministratori ad una decisa inversione di tendenza. I problemi sono quelli di sempre: scarichi abusivi, depuratori mal funzionanti e sottodimensionati, un eccessivo carico antropico che inevitabilmente si ripercuote sulla qualità delle acque di balneazione. Ovviamente, il problema non è ascrivibile solo ai comuni costieri. Una responsabilità di tutto rilievo è imputabile ai comuni interni che spesso scaricano i liquami non depurati nelle fiumare e che inevitabilmente finiscono in mare. Non a caso le acque prospicienti la foce del fiume Mesima, che raccoglie i liquami di 19 comuni o quelle antistanti la spiaggia di Curinga, risultano fortemente inquinate con i parametri superiori oltre dieci volte i limiti di legge. Continuano gli abusi edilizi, che in molti casi ritengo sia più opportuno definire legalizzati in quanto si tratta di scempi autorizzati dagli uffici comunali perchè consentiti da strumenti urbanistici che a volte sono in contrasto con le norme nazionali e regionali eppur sono stati approvati dagli uffici competenti. Problemi che sono comuni all’intero territorio regionale e che fanno sì che la Calabria sia stata collocata al secondo posto nella classifica nazionale delle illegalità ambientali redatta da Legambiente, con ben 862 infrazioni edilizie accertate e 948 persone denunciate, mentre il 47% degli scarichi non risultano ancora depurati. Se si pensa che il 40% circa dei posti letto calabresi e quindi del carico antropico derivante dalle presenze turistiche, è concentrato sulla Costa Degli Dei, non è difficile trarre le dovute conclusioni. Veramente preoccupante è la condizione in cui si trovano i corsi d’acqua vibonesi, sia dal punto di vista, come già detto, della qualità delle acque, che della sicurezza. Molti degli alvei risultano sensibilmente ristretti o inadeguatamente canalizzati ed in gran parte ridotti a pubbliche discariche. Se si pensa, poi, che in più occasioni, l’ostruzione o il restringimento degli alvei sia imputabile alla realizzazione di opere pubbliche o alla realizzazione di opere edili regolarmente autorizzate, il quadro che ne viene fuori è desolante. Tra le cause principali del disastro di Vibo Marina vi sono indubbiamente quelle citate. Cosa sarebbe successo ai nostri territori ed ai cittadini ed ai tanti turisti che il 3 luglio affollavano Santa Maria e Capo Vaticano, mi chiedo, se la perturbazione si fosse spostata solo di pochi chilometri? Se poi pensiamo che, nonostante l’assessorato all’ambiente dell’amministrazione provinciale abbia predisposto, gia da oltre un anno, quasi tutti i piani di emergenza dei comuni vibonesi e che questi, tranne tre o quattro gia adottati, giacciono nei cassetti comunali, la situazione è veramente disastrosa.
Fare un quadro completo della situazione ambientale in poche righe non è facile, per i tanti problemi esistenti e per la loro complessità, certamente tra questi vi è la necessità di immaginare una nuova e più efficiente raccolta della differenziata, che nella nostra provincia si attesta ad una percentuale tra le più basse in assoluto d’Italia e molto lontana dagli obbiettivi prefissati dalla normativa vigente, la tutela delle specie rare, il consolidamento dei terreni attraverso il rimboschimento ed una politica più responsabile che tuteli, in generale, le peculiarità del territorio, consapevoli che forse questo è l’unico motivo che spinge tanti turisti a scegliere le nostre coste.

D) Come possono essere recuperati, secondo Legambiente, i siti inquinati? Ci sono proposte alternative e poco dispendiose?
R) Nel nostro comprensorio ci sono vari tipi d’inquinamento, non ultimo quello acustico: recuperare i siti inquinati, a volte, non è impresa impossibile. Proprio nei giorni scorsi abbiamo redatto una mappa delle discariche abusive e le abbiamo segnalate alla Regione. A giorni inizierà una campagna di bonifica e molti dei siti segnalati saranno bonificati. In molti casi un adeguato controllo del territorio e la redazione di appositi regolamenti, potrebbero limitare di molto l’inquinamento e salvaguardare l’immagine di luoghi di pregio.

D) Siete stati coinvolti (o lo sarete) dagli Enti locali nei controlli e nelle proposte in materia di gestione dei rifiuti, depurazione, acqua ed emissioni (ci risulta, per esempio, che la Provincia di Catanzaro abbia avviato un programma di convenzioni ad hoc)?... e la Provincia di Vibo Valentia?
R) Diciamo che ad oggi siamo stati noi a coinvolgere molti Comuni in varie iniziative, prevalentemente educative, e che diversi hanno risposto con grande senso di responsabilità ed entusiasmo e per questo li ringraziamo. Esiste un ottimo rapporto di collaborazione con l’amministrazione provinciale ed in particolar modo con l’assessorato all’Ambiente, il cui assessore Malerba si è dimostrato molto sensibile alle varie problematiche da noi segnalate e, nei casi di sua competenza, si è adoperato celermente per la loro risoluzione.
Con l’Assessore Malerba abbiamo girato in lungo e in largo la provincia per individuare le aree a rischio e per promuovere una cultura ambientalista. Non abbiamo, però, mai ricevuto, né dalla Provincia né da parte di altro ente, alcuna proposta di coinvolgimento a differenza di quanto è avvenuto a Catanzaro. Nel caso ciò si verificasse saremmo ben lieti di offrire la nostra collaborazione.

D) Qual è in conclusione il giudizio di Legambiente sull’attività dei Comuni di Tropea e di Ricadi nel settore ambientale?
R) Abbiamo molto apprezzato, nei mesi scorsi, la decisione del Sindaco di Ricadi, su nostra proposta, di non realizzare più il porto turistico a Santa Maria. E’ stata una battaglia che ha contraddistinto per alcuni anni il nostro operato: raggiungere l’obbiettivo per il quale ci siamo battuti ci ha molto gratificati. Tuttavia il giudizio che esprimiamo, in generale, sulla attività posta in essere dal Comune di Ricadi in materia ambientale continua ad essere molto negativo. Il piano regolatore è rimasto immutato e si continua a costruire a pochi metri dal mare, i depuratori continuano a presentare i problemi di sempre, gli scarichi abusivi, nonostante le dichiarazioni e gli impegni assunti dal Sindaco, continuano ad esserci, la raccolta dei rifiuti è inadeguata. Insomma si è molto lontani dal concetto di tutela dell’ambiente e del territorio.
Per quanto riguarda Tropea, ricordo che si è passati dalle cinque Vele degli anni scorsi alle quattro Vele del 2006, forse anche a causa del periodo di commissariamento dell’Ente.
Certo c’è ancora molto da fare e ci auguriamo che vengano intensificati gli sforzi per preparare al meglio la prossima stagione turistica.

 

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