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“Il Domani” – Mercoledì 1 novembre 2006 - pag. 12

 

L’inversione di tendenza potrebbe cominciare dalla provincia vibonese

VIBO VALENTIA – Vibo Valentia come occasione per invertire la tendenza. La ricostruzione del dopo alluvione come ennesimo banco di prova per Stato, Regione e Comuni. La scelta di Legambiente di illustrare i dati di “Ecosistema Rischio 2006” dalla città capoluogo colpita dall’alluvione del 3 luglio non è stata naturalmente casuale, e non solo perché a spalare il fango delle dalle case delle Marinate c’erano anche, nei giorni della prima emergenza, i volontari dell’associazione. Da Bivona, Portosalvo e Pennello Legambiente si aspetta soprattutto di vedere l’affermazione di un modo più responsabile di trattare un territorio fragilissimo.
«Chiediamo che la messa in sicurezza prevista dal piano redatto da Pasquale Versace non si trasformi in un’occasione per edificare nuovamente», ha fatto appello Andreotti mentre Morabito, sempre a proposito dei previsti interventi infrastrutturali, ha posto l’accento sulla questione “risorse”: «Senza i necessari finanziamenti le opere rischiano di restare sulla carta. Noi comunque tra un anno saremo di nuovo a Vibo Valentia per verificare cosa e come è stato fatto». Chiaramente c’è molto da fare.
«Nella maggior parte dei Comuni della provincia di Vibo Valentia – ha infatti denunciato Franco Saragò – in caso di emergenza la gente non sa cosa fare e questo mentre la condizione dei torrenti, con gli alvei ostruiti, prefigura in molte zone la catastrofe». Grandi responsabilità in capo, soprattutto, ai primi cittadini. «Un anno fa come Provincia abbiamo consegnato i piani di emergenza a tutti i Comuni del Vibonese, ma pochissimi li hanno fatti propri e adottati», ha infatti denunciato l’assessore provinciale all’Ambiente, Matteo Malerba, affiancato, per il Comune di Vibo, da Silvestro Scalamandrè.

Fra. Ch.

 

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