TROPEA
– Il miglioramento c’è stato. Non in
forma netta, ma c’è stato. Goletta Verde
di Legambiente ha infatti presentato, ieri mattina, al
porto di Tropea i dati sulla qualità delle acque
delle province di Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria
e Vibo Valentia. Un risultato, tutto sommato, positivo
per la fascia tirrenica calabrese. Che lascia ben sperare.
Mentre le maggiori criticità si registrano sul
versante jonico meridionale.
In termini di percentuale, sono risultate pulite il 74%
delle acque, leggermente inquinate il 18%, inquinate il
2% e gravemente inquinate il 6%. Permangono, in particolare,
i problemi alle foci dei fiumi. Le analisi effettuate
dai tecnici di Legambiente non sono compatibili a quelle
di Arpacal. Per un semplice motivo: esse sono una fotografia
istantanea, una immediata rappresentazione della realtà
nel preciso momento del prelievo. Viceversa, i prelievi
Arpacal, spesso, sono ripetuti nel tempo, con il risultato
che i dati rappresentano l’indice medio della qualità
delle acque.
Ma quali sono i batteri nemici del mare e dell’uomo
da rilevare nei campioni d’acqua? Coliformi e streptococchi
fecali, cosiddetti batteri spia della pressione antropica
sul mare, già previsti da decreto 470/82 che fissa
i parametri microbiologici da prendere in considerazione
per monitorare la qualità delle acque di balneazione.
Da quattro anni, inoltre, i biologi di Legambiente ricercano
la presenza di Escherichia Coli, batteri che vivono nell’intestino,
introdotti come parametro dalla direttiva europea 2006/769,
che sarà recepita in Italia entro il 2008.
Dai 17 punti di campionamento analizzati dai biologi di
Goletta Verde nel versante tirrenico emergono i soliti
problemi alle foci dei fiumi. Inquinato il fiume Aron.
Leggermente inquinato il Fiume Lao, fuori dai limiti solo
con i coliformi fecali. Gravemente inquinata la foce del
Mesima. Leggermente inquinata la spiaggia libera di Bagnara
Calabra. Giudizio positivo, invece, per Praia a Mare,
Scalea, Diamante, Cetraro, Amantea, Gizzeria, Curinga,
Pizzo Calabro, Briatico, Tropea, Ricadi, Nicotera, Palmi,
Scilla e Villa San Giovanni. Sono stati eseguiti due prelievi
extra, su richiesta dei cittadini, a Briatico, dove in
località Mulino delle Rocchette, la spiaggia era
piena di rifiuti, ma il campione è risultato pulito.
E a Bivona, dove il sito del Canale Piazza Marinella,
in considerazione dell’alluvione dello scorso anno,
è risultato gravemente inquinato.
Sono stati 19, invece, i punti di campionamento sul versante
jonico delle province di Catanzaro e Reggio Calabria.
Di questi 13 sono risultati non inquinati, 4 leggermente
inquinati, mentre i restanti due presentano un livello
più grave di inquinamento. Superano il giudizio
Botricello Lido, Catanzaro Lido, Copanello di Stalettì,
Soverato, Badolato Marina, Roccella Jonica, Marina di
Gioiosa Jionica, Siderno, Locri, Bovalino Marina, Lazzaro,
Reggio Calabria, nella spiaggia libera a destra di Villa
Zerbi e in via Marina di fronte la stazione Lido.
Grave inquinamento, invece, a Melito Porto Salvo e presso
il torrente Fiumarella di Reggio Calabria. Situazione
meno grave a Brancaleone Marina, Bova Marina, Lazzaro
(spiaggia libera 500 metri a nord dell’inizio del
lungomare), Gallico di Reggio Calabria.
In provincia di Cosenza situazione positiva. Unico punto
leggermente inquinato a Crotone (lungomare Gramsci, 98).
Nessun inquinamento a Roseto Capo Spulico, Rossano, Cirò
Marina, Strongoli e Isola Capo Rizzuto.
I risultati sono stati resi pubblici alla presenza di
Rina Guadagnini, portavoce di Goletta Verde, di Antonino
Morabito, responsabile di Legambiente Calabria, Franco
Saragò, responsabile del Circolo di Ricadi, Matteo
Malerba, assessore all’ambiente della provincia
di Vibo Valentia, Michele Accorinti, assessore al Turismo
del Comune di Tropea, Domenico Laria, sindaco di Ricadi
e Pino Colloca, primo maresciallo e comandante del porto
di Tropea.
Giuseppe
Campisi
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