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“Calabria Ora”
– Venerdì 1 febbraio 2008
- pag. 35 |
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Elettrosmog, nuove strategie
L’assessore Malerba predispone una mappatura delle fonti
d’inquinamento
L’elettromagnetismo preoccupa. A volte se ne parla con
esagerato allarmismo. Altre, invece, è un argomento
trattato con troppa superficialità. Ma l’inquinamento
elettromagnetico esiste. Esistono delle norme. A volte sono
ambigue, però. Altre volte, poi, sono troppo “adattate” alla
tecnologia che avanza… Ma di concreto cosa c’è?
Di sicuro cosa si sa? Quali gli effetti sull’uomo? Il
cancro può essere una causa? Le domande rimangono tante.
I dubbi imperversano. L’Oms, l’Organizzazione mondiale
della sanità, ha classificato le esposizioni alle onde
elettromagnetiche quali “possibili cancerogeni”,
ovvero nella terza categoria, dopo i cancerogeni certi e quelli
probabili. Tante le dichiarazioni, le affermazioni. Ma, ad
oggi, dati certi non ce ne sono molti. Neanche a Vibo Valentia.
L’inchiesta di Calabria Ora sull’elettrosmog del
22 novembre scorso aveva tentato un approccio sulla tematica.
Capire quali fossero i dati in possesso delle amministrazioni,
capire se l’Asl avesse una mappatura delle patologie.
Ma, poco si era ottenuto. Il solito muro della burocrazia si
era imposto. Poi, il consiglio comunale convocato in seduta
straordinaria, richiesto dal consigliere Pino Gambardella che,
nel frattempo, si è adoperato per costituire un comitato
di cittadini che vigili sul fenomeno. Oggi, sembra che un primo
passo sia stato fatto in questa direzione. “Mappatura
delle fonti di elettromagnetismo”. Questo il progetto
che l’assessorato provinciale all’Ambiente ha fatto
partire e che, ieri, è stato presentato in conferenza
stampa. Sei mesi per monitorare la provincia vibonese e acquisire,
finalmente, quei dati che «faranno emergere le criticità e
che consentiranno, grazie a delle relazioni conclusive – ha
spiegato l’assessore Matteo Malerba – di fornire
gli strumenti ai Comuni per aggiornare un proprio catasto e
provvedere lì dove ce ne fosse bisogno ad una risoluzione».
Quindi, in sintesi, un censimento di tutte quelle fonti che
propagano onde elettromagnetiche da riportare su mappa topografica.
Un controllo a tappeto su tutti i comuni del Vibonese che «attraverso
la misurazione consentirà di avere cognizione del problema».
Una soluzione che, dunque, permetterà di evitare allarmismi,
lì dove non ce n’è bisogno, e di prendere
provvedimenti «lì dove – ha aggiunto l’assessore – la
misurazione dovesse fare emergere dati fuori norma».
Conoscere l’elettrosmog e prevenirlo. Questo il punto
essenziale. Anche perché l’elettrosmog risulta
essere una delle forme di inquinamento ambientale più discussa.
E dopo che per molto tempo si è negata la sua pericolosità per
la salute umana, negli ultimi anni diversi studi scientifici
hanno provato che sicuramente su di essa ha degli effetti,
anche se è stato finora impossibile stabilire con precisione
quali e quanto gravi possano essere. Il sospetto al momento è,
soprattutto, quello che possa provocare diverse forme di tumori.
E. partendo dalla constatazione che l’elettrosmog è provocato
dalle onde elettromagnetiche, provenienti dalle apparecchiature
elettriche e di trasmissione, come elettrodomestici, computer,
ma anche dalle linee elettriche, dalle antenne per le comunicazioni
telefoniche e dagli stessi telefonini, adesso tutti avranno
l’opportunità di conoscere fonti e luoghi e, così,
di imparare a riconoscere ciò che ci circonda. Anche
perché gli effetti, non del tutto provati, cadono sull’uomo.
Insomma, una prima risposta sarà data dalla Provincia
che «aiuterà a capire – ha sottolineato
Malerba – a che tipo di esposizioni siamo esposti e,
quindi, in che modo rimediare». A sottolineare l’importanza
del progetto, anche, Franco Saragò di Legambiente: «Censire
questi siti è di notevole importanza perché così saremo
in gradi di avere cognizione di quello che c’è nel
territorio. Un primo passo importante, per affrontare la questione
dell’elettrosmog in termini concreti». Concretezza,
quella chiesta anche dal consigliere comunale Gambardella,
ieri presente alla conferenza, che ha voluto ribadire «l’importanza
della conoscenza» e che ha sottolineato «come stranamente
ci siano coincidenze in alcune zone della città» dove
l’esposizione alle antenne è maggiore «e
i casi di tumore sono troppi». Cosa che «merita
la giusta rilevanza, perché la salute dei cittadini – ha
ribadito – deve essere una priorità per le istituzioni».
Finalmente un primo segnale giunge dall’assessorato provinciale
all’Ambiente. Adesso occorre proseguire su questa strada.
Perché, le coincidenze non provano nulla. Ma la vita
umana merita attenzione.
Stefania Marasco