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GOLETTA VERDE 2004

 
«Giù le mani dalla costa!»
 
Goletta Verde
Il Circolo Legambiente di Ricadi, unitamente agli amici di Goletta Verde, ha organizzato per la giornata di domenica 8 agosto 2004 una manifestazione in S. Maria di Ricadi (Capo Vaticano). In tale zona l'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Francesco Laversa, ha avviato le procedure per la realizzazione di un porto turistico per circa 500 posti barca.
Inutile sottacere il fatto che, qualora ciò si realizzasse, una delle spiagge più belle al mondo, come di recente è stato affermato da una nota rivista francese, subirebbe dei danni irreversibili e non giustificabili da motivazione alcuna.
Per questo motivo ambientalisti, associazioni culturali, amministratori locali, cittadini e turisti hanno preso parte al "blitz" di Goletta Verde di Legambiente, armati di bandiere e striscioni al grido di «GIU' LE MANI DALLA COSTA!».
Intorno alle undici del mattino il Pietro Micca di Goletta Verde si è avvicinato alla costa con ripetuti fischi di sirena, mentre sulla spiaggia la folla di manifestanti lasciava sventolare le bandiere in un'esplosione di colori che ha inondato il litorale. Poi dall'imbarcazione si sono staccati due gommoni con una nutrita delegazione di ambientalisti fra cui il portavoce di Goletta Verde Alberto Fiorillo, il senatore Nuccio Iovene, l'assessore provinciale all'Ambiente Matteo Malerba ed il responsabile del circolo Legambiente di Ricadi Franco Saragò.
Copyright Legambientericadi
Ad attenderli sulla spiaggia, fra la folla di manifestanti, c'erano, tra gli altri, il responsabile del Wwf Calabria Pino Paolillo, il responsabile organizzativo della Federazione provinciale dei Verdi Lele Suppa, il segretario provinciale di Italia dei Valori Enrico Rubino, il segretario ricadese dei Ds Michele Mirabello ed esponenti di Legambiente Calabria, tra cui Lidia Liotta, Lorenzo Passaniti e Antonella Sette. Tra la folla anche tanta gente comune, turisti, residenti e avventori che hanno fatto sentire alta la loro voce uniti dal coro di «Il porto non vogliamo, la costa proteggiamo».
Blitz di Legambiente - Copyright
 
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Numerose, inoltre, le mail pervenute da tutto il mondo all'indirizzo di posta elettronica del Circolo per manifestare il dissenso contro la costruzione di una struttura portuale che cancellerebbe una delle poche aree quasi incontaminate rispetto al violento processo di antropizzazione che nel corso degli ultimi anni ha mutato radicalmente l'aspetto di una delle più affascinanti strisce costiere italiane.
Il "Caso Ricadi", così come è stato da più parti definito, va comunque ben oltre la semplice costruzione di un porto. E' necessario frenare la cementificazione abusiva e quella "legalizzata" da un Piano Regolatore che permette di deturpare definitivamente un patrimonio naturale di straordinario valore.
No al cemento
«Il sito in questione - ha commentato Alberto Fiorillo di Goletta Verde - è un'altra dimostrazione del tipo di sviluppo che non vogliamo e contro cui Legambiente continuerà a lottare. La dimostrazione dell'utilità dei nostri sforzi è che proprio dopo la nostra segnalazione sono stati messi i sigilli al palestrone con vista a mare di Cirella a Diamante.
Ricadi è un esempio di come non deve essere pensato lo sviluppo, già lo scorso anno abbiamo dato al sindaco la Bandiera Nera per il progetto del villaggio turistico "Le Capannelle", poi ultimato in sanatoria. Oggi siamo qui a dimostrare vigorosamente contro l'inutile, per tutti ma evidentemente non per il primo cittadino, progetto del porto turistico. Da cittadini e ambientalisti facciamo i nostri complimenti all'amministrazione di Ricadi che riesce ogni anno di più a ricordarci quello che non va fatto e quanto sia utile il nostro lavoro di denuncia. Ci auguriamo che il prossimo anno si possa tornare a festeggiare per il fallimento di questo progetto e della sciagurata politica di questa amministrazione».
«Lo scempio è servito. - Così ha detto Franco Saragò, presidente del Circolo Legambiente di Ricadi - Questo inutile progetto se venisse realizzato cancellerebbe per sempre uno dei pezzi più belli della costa calabrese. La Grotta dell'Eremita, un luogo dal fascino ambientale quasi mistico sarebbe distrutto per sempre.
Giù le mani dalla costa
Purtroppo gli interessi economici legati alla realizzazione del porto turistico di Ricadi sono rilevantissimi. Naturalmente non ci arrendiamo, lo scorcio litoraneo individuato per far sorgere l'infrastruttura portuale è, infatti, un sito di interesse comunitario. Legambiente, i comitati di cittadini e tutti coloro che sono contrari a questo modello di sviluppo evidentemente "insostenibile", continueremo a manifestare e a dimostrare in tutti i modi la nostra contrarietà a questo tipo di progetti. Ci auguriamo che presto l'amministrazione comunale di Ricadi e la Regione Calabria debbano rendere conto a qualcuno del loro operato. Confidiamo nella Commissione ambiente Ue».
Goletta Verde Pietro Micca
Alla vicenda del porto turistico o al "Caso Ricadi", così come è stato definito, sono, fra gli altri, intervenuti a sostegno del "no" il Presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio ed il capogruppo del partito nella commissione parlamentare Ambiente, Marco Lion con una interrogazione ai ministri dei Beni culturali, all'Ambiente e alle Infrastrutture, Giuliano Urbani, Altero Matteoli e Pietro Lunardi.
Pecoraro Scanio e Lion inoltre hanno chiesto se «i ministri interessati non ritengano più opportuno realizzare una riserva marina nell'area di Capo Vaticano al fine di valorizzare e tutelare uno dei tratti di costa tra i più belli della nostra penisola».
La dirigenza calabrese di Legambiente con i circoli della provincia di Vibo Valentia ha invece deciso di «assumere Ricadi come il simbolo di una lotta per la tutela delle coste calabresi», di affidare tutti gli incartamenti relativi allo strumento urbanistico comunale al proprio centro di azione giuridica, affinchè si valutino i presupposti per un eventuale percorso legale e di avviare le pratiche affinchè l'Unesco riconosca Capo Vaticano come patrimonio dell'umanità.

 

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