Sardegna,
mare da 8. Promosse a pieni voti Basilicata, Toscana e Friuli
Venezia Giulia. Sonora bocciatura per Calabria, Campania e Sicilia.
Sintesi
dei dati
L’Italia
ha perso da un anno all’altro il 4,5% di acque blu,
passando da un lusinghiero 92% del 2004 all’87,5% della
stagione in corso, a dimostrazione di uno stato di salute della
depurazione degli scarichi fognari ancora molto precario. E
poi il cemento, che continua a spuntare come
i funghi: oltre 3.300 i casi di abusivismo costiero
accertati.
Goletta Verde di Legambiente ha fotografato complessivamente
la situazione costiera: cemento, ecomostri, abusivismo,
illegalità ambientale, depurazione, erosione.
Senza dimenticare le eccellenze, le esperienze positive.
Solo l’87,5% dei campioni analizzati è risultato
privo di inquinamento organico. Il 70% dei punti campionati
alle foci dei fiumi è inquinato o gravemente inquinato.
Quello che emerge in maniera evidente dall’osservazione
di mari e coste quest’anno è che proprio
dove è più forte la presenza e l’azione
delle Ecomafie è peggiore la qualità delle acque
e lo stato delle coste.
Sintesi
del monitoraggio
Il
giudizio è frutto dei valori riportati dalle regioni
in sei parametri. Per la balneazione è stata valutata
la percentuale di campioni in regola con i valori della normativa
di riferimento. Le Vele della Guida Blu sono il riconoscimento
che Legambiente, insieme a Tci, assegna alle località
balneari premiando la corretta integrazione tra servizi turistici
e valorizzazione ambientale. Si va da una (il minimo) a cinque
Vele (il massimo). Compare qui la media di Vele prese dalle
località all’interno della regione. Il numero di
infrazioni per km di costa riporta le illegalità accertate
dalle forze dell’ordine in merito ad alcuni reati che
incidono sullo stato di salute del mare (cemento, abusi, cattiva
gestione o assenza di impianti fognari e servizi depurativi).
Valutati anche l’abusivismo sul demanio marittimo, la
depurazione e l’erosione costiera.
Regione
Balneazione
(%campioni in regola)
Vele
Guida Blu (media regionale)
Illegalità
(n. infrazioni/Km costa
%Abusivismo
sul demanio
%Scarichi
non depurati
Erosione
(costa in erosione)
Voto
Goletta Verde
Sardegna
93,9
3,4
0,56
10
29
15,1
8,2
Basilicata
100
2,3
1,01
0,7
13
51,1
7,4
Toscana
84,4
3,1
1,64
7,4
38
13,7
7,3
Friuli
V.G.
100
1,5
2,87
1,3
n.d
6,0
7,1
Liguria
97
2,1
2,80
5,5
n.d
15,4
6,9
Veneto
94
2,1
6,43
2,0
11
10,2
6,8
Marche
86,7
2,6
4,40
1,1
34
29,1
6,8
Puglia
86,2
2,8
4,00
14,5
23
24,9
6,6
Molise
100
1
3,22
0,2
n.d
89,5
6,4
Emilia
R.
90,5
2,3
4,08
3,0
21
16,5
6,3
Abruzzo
86,6
2,4
3,69
2,3
14
47,4
6,2
Lazio
91,3
2,5
4,16
5,7
26
34,7
6,0
Sicilia
92
2,2
2,54
20,6
62
14,2
5,9
Calabria
78
2,1
1,91
12,8
47
59,3
5,6
Campania
70,5
3,4
5,92
12,9
42
22,8
5,3
Il
monitoraggio di Goletta Verde 2005 di Legambiente sulle acque
di balneazione.
Come
detto il mare peggiora. Rimangono in testa alla classifica Basilicata
e Molise, con il 100% dei campioni puliti, scendono invece Liguria
(dal 100% del 2004 al 97% del 2005) e Veneto (dal 100% al 94%).
Leggero miglioramento per la Sardegna, quarta posizione, che
dal 91% dei campioni in regola dello scorso anno sale al 93,9%.
E se si rovescia la classifica, la maglia nera spetta ancora
una volta alla Campania, dove ben il 29,5 % dei campioni sono
risultati fuori norma (con un peggioramento rispetto al 10%
dello scorso anno), seguita da Calabria (22%) e Puglia (15%).
Anche quest’anno inoltre, Goletta Verde ha continuato
il suo speciale programma di monitoraggio delle acque di balneazione
dell’Istria. Il programma analitico oltre ai parametri
previsti dalla normativa italiana (Dpr 470/82) prevede da qualche
anno la ricerca di enterococchi intestinali e l’analisi
dell’escherichia coli, batteri che vivono esclusivamente
nell’intestino umano e in grado di dare quindi una dimensione
molto precisa dell’inquinamento antropico.
Regioni
Punti
campionati
Pulito
Leggermente
inquinato
Inquinato
Fortemente
inquinato
Basilicata
8
8
100%
0
0
0
-
0
-
Molise
7
7
100%
0
0
0
-
0
-
Liguria
34
33
97,0%
1
3,0%
0
-
0
-
Veneto
17
16
94,0%
1
6,0%
0
-
0
-
Sardegna
49
46
93,9%
3
6,1%
0
-
0
-
Sicilia
63
58
92,0%
3
4,7%
2
3,3%
0
-
Lazio
23
21
91,3%
2
8,7%
0
-
0
-
Emilia
Romagna
21
19
90,5%
2
9,5%
0
-
0
-
Abruzzo
15
13
86,6%
1
6,7%
0
-
1
6,7%
Marche
15
13
86,7%
2
13,3%
0
-
0
-
Puglia
65
56
86,2%
8
12,3%
1
1,5%
0
-
Toscana
45
38
84,4%
7
15,6%
0
-
0
-
Calabria
41
32
78,0%
7
17,0%
0
-
2
5,0%
Campania
44
31
70,5%
12
27,3%
1
2,2%
0
-
Italia
447
391
87,5%
49
10,9%
4
0,9%
3
0,7%
Foci
dei fiumi
37
10
27,0%
9
24,3%
5
13,5%
13
35,2%
Istria
10
10
100%
0
-
0
-
0
-
LEGENDA
•
NON INQUINATO = tutti i parametri DPR 470/82 entro i limiti
e Escherichia Coli compreso tra 250 e 500 ufc/100 ml
•
LEGGERMENTE INQUINATO = almeno 1 parametro DPR 470/82 fuori
dai limiti e/o Escherichia Coli > di 500 ufc/100 ml
•
INQUINATO = 1 o più parametri DPR 470/82 oltre 5 volte
superiore rispetto al limite e/o Escherichia Coli >di 500
ufc/100 ml
•
FORTEMENTE INQUINATO = 1 o più parametri DPR 470/82 almeno
10 volte superiori ai limiti e/o Escherichia Coli > 500 ufc/100
ml.
Le
Vele della Guida Blu 2005 di Legambiente
Sono
i paradisi delle vacanze, le pietre miliari delle nostre coste
e la loro regina quest’anno è Castiglion
della Pescaia in Toscana, seguita da Cinque
Terre, Bosa, Isola del Giglio,
Otranto, Portovenere, Arbus,
Noto, Tropea e Pollica
Acciaroli e Pioppi. Ecco le dieci località balneari
in vetta alla classifica della Guida Blu 2005 di Legambiente,
frutto del lavoro svolto da Goletta Verde durante i suoi anni
di navigazione ma anche del patrimonio di conoscenze delle centinaia
di gruppi locali di Legambiente. La Guida Blu di Legambiente
e Tci valuta le località costiere italiane coniugando
i parametri propriamente turistici con indicatori della qualità
ambientale. Per guadagnarsi le vele la bellezza tout court non
basta. Bisogna sapervi associare una corretta gestione del territorio,
gli interventi e le politiche in linea con il rispetto dell’ambiente
e una buona funzionalità dei servizi. Non solo mare pulito,
quindi, ma anche ambiente tutelato e qualità dell’offerta,
dai servizi alle strutture ricettive, dall’interesse del
centro storico all’enogastronomia, alle attività
tradizionali. Le migliori località balneari hanno superato
128 prove, quanti sono gli indicatori di qualità valutati
dagli esperti della Guida Blu.
Il
monitoraggio della costa
Il
mare illegale
Viaggiano
ad una media di 6,43 infrazioni per Km di costa le aggressioni
alle coste e al mare nel Veneto, prima nella poco lusinghiera
classifica delle illegalità in mare del nostro Paese.
Segue la Campania, che cede il posto di capolista passando da
6,5 infrazioni del 2003 a 5,9 del 2004. Il terzo posto, invece,
quest’anno è conquistato dalle Marche (con 4,40
infrazioni) che risale di ben due posizioni. Chiudono questa
speciale classifica, infine, la Toscana, la Basilicata e la
Sardegna. Gli illeciti vanno dall’abusivismo costiero
e demaniale, all’inquinamento da scarichi illegali, dalla
pesca di frodo alle violazioni al codice della navigazione.
E si tratta di un trend in crescita: nel corso del 2004 le forze
dell’ordine hanno accertato ben 19.111 infrazioni, con
un incremento del 7% rispetto alle 17.871 infrazioni del 2003
e di quasi il 15% se confrontate con le 16.656 del 2002.
Infrazioni
per Km di costa
Regione
Infrazioni
accertate
Km
di costa
Infrazioni
per Km di costa
Veneto
1.022
158,9
6,43
Campania
2.782
469,7
5,92
Marche
761
173
4,40
Lazio
1.503
361,5
4,16
Emilia
Romagna
535
131
4,08
Puglia
3.462
865
4,00
Abruzzo
464
125,8
3,69
Molise
114
35,4
3,22
Friuli
Venezia Giulia
321
111,6
2,87
Liguria
979
349,3
2,80
Sicilia
3.783
1.483,9
2,54
Calabria
1.368
715,7
1,91
Toscana
987
601,1
1,64
Basilicata
63
62,2
1,01
Sardegna
967
1.731,1
0,56
Fonte:
elaborazione Legambiente su dati Comando Carabinieri tutela
ambiente, Guardia di finanza, Corpo forestale dello Stato e
delle Regioni a Statuto speciale e Capitanerie di porto.
Abusivismo
sul demanio
Sono
le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, Sicilia,
Puglia, Campania e Calabria ad occupare le prime quattro posizioni
della classifica dell’abusivismo edilizio costiero in
Italia. In questi territori si sono consumate quasi il 61%,
delle violazioni accertate dalle forze dell’ordine nel
corso del 2004 ed è stato effettuato ben il 63% dei sequestri.
Numeri che segnalano, ancora una volta, l’incidenza dei
fenomeni di criminalità organizzata nel ciclo illegale
del cemento, da sempre considerato una delle attività
privilegiate delle mafie nel nostro Paese.
Al primo posto per quanto riguarda i fenomeni di abusivismo
edilizio costiero e demaniale si colloca la Sicilia, con 696
infrazioni accertate (più 19% rispetto al 2003), 576
persone denunciate e ben 253 sequestri (più 122%), seguita
quest’anno dalla Puglia, con 489 notizie di reato, 617
persone denunciate e 200 sequestri effettuati. Al terzo posto
troviamo la Campania (437 infrazioni accertate e 632 persone
segnalate all’autorità giudiziaria). Questa regione,
invece, è la prima in Italia per numero di sequestri
eseguiti: ben 259. Al quarto posto per numero di infrazioni
accertate si colloca la Calabria (486 notizie di reato). La
Sardegna, invece, si piazza, al quinto posto con 337 infrazioni
accertate.
Regione
Infrazioni
accertate
Persone
denunciate o arrestate
Sequestri
effettuati
Sicilia
696
576
253
Puglia
489
617
200
Campania
437
632
259
Calabria
432
486
160
Sardegna
337
573
97
Toscana
251
395
134
Lazio
191
264
89
Liguria
186
184
75
Emilia
R.
102
109
19
Abruzzo
78
59
11
Veneto
69
74
33
Friuli
V. G.
44
73
27
Marche
37
68
7
Basilicata
22
25
0
Molise
8
9
3
Fonte:
elaborazione Legambiente su dati Comando Carabinieri tutela
ambiente, Guardia di finanza, Corpo forestale dello Stato e
delle Regioni a Statuto speciale e Capitanerie di porto.
La
depurazione
Il
sistema di depurazione in Italia lascia ancora a desiderare.
Solo il 70% degli scarichi urbani viene filtrato prima di finire
nelle acque marine o lacustri. La percentuale degli allacciamenti
al sistema di depurazione scende al Sud, con situazioni di estrema
criticità come quella della Calabria, dove sono ancora
1.200 i chilometri mancanti di reti fognarie e molti gli impianti
di depurazione in attività sottodimensionati e inefficienti.
La condizione critica della Calabria, ormai all’ottavo
anno di emergenza ambientale per la depurazione, emerge anche
dai prelievi sulla qualità delle acque effettuati dai
tecnici di Goletta Verde sul versante tirrenico e, ovunque sulle
foci dei fiumi che pur essendo non balenabili, dimostrano una
profonda crisi degli impianti di depurazione delle acque reflue
su costa. Grave la situazione anche per Imperia e Trapani, gli
unici Comuni in Italia che risultano completamente privi di
qualsiasi impianto di depurazione.
L’erosione
della costa
L’erosione
è un fenomeno naturale e dovrebbe avvenire in modo tale
da non turbare l’equilibrio secondo il quale l’arretramento
e l’avanzamento della linea di costa avviene in maniera
equilibrata e reversibile. La forte antropizzazione delle fasce
costiere e l’insediarsi di molteplici attività
sia turistiche che produttive hanno rotto negli ultimi decenni
questo delicato equilibrio. Inoltre ogni anno l’uomo preleva
grandi quantità di tonnellate di sabbia che servirebbero
a riapprovvigionare in maniera naturale gli habitat della costa
e che invece finiscono per essere utilizzati nell’edilizia,
per costruire barriere fluviali o per lavori di genio civile.
Le regioni con il tratto maggiore di costa in erosione sono
il Molise, la Basilicata e la Calabria (rispettivamente con
il 89,5%, il59,3% e il 51,1%) in cui più della metà
del tratto costiero è attualmente coinvolto da processi
erosivi. Il secondo gruppo è rappresentato da Lazio,
Abruzzo e Marche (rispettivamente con il 34,7%, il 47,4% e il
29,1%), che su 676,6 km totali di costa ne hanno più
di un terzo in erosione. Seguono quindi la Sardegna, la Liguria
e l’Emilia Romagna, rispettivamente con il 15,1%, il 15,4%
e il 16,5% di costa in erosione. Per anni quando non si era
ancora affermato né il turismo balneare perché
una coscienza ambientalista la difesa dei litorali è
stata di fatto, la protezione delle strutture abitative e delle
vie di comunicazione. E per proteggere le coste dall’attacco
delle onde furono costruite scogliere artificiali e pennelli,
bloccando il flusso dei sedimenti lungo riva, aggravando l’erosione
nei tratti di litorale non protetti e modificando il paesaggio
delle nostre coste. Solo recentemente in Italia si è
cominciato a utilizzare protezioni morbide nella difesa dei
litorali.
La
costa in erosione
Regione
Lunghezza
della costa Km
Tratto
di costa in erosione Km
%
di costa in erosione
Molise
31,3
28
89,5
Calabria
699,4
415
59,3
Basilicata
70,5
36
51,1
Abruzzo
139,3
66
47,4
Lazio
351,5
122
34,7
Marche
185,8
54
29,1
Puglia
836,8
208
24,9
Campania
459,9
105
22,8
Emilia
Romagna
169,3
28
16,5
Liguria
357,5
55
15,4
Sardegna
1.737,30
262
15,1
Sicilia
1.531,60
218
14,2
Toscana
584,5
80
13,7
Veneto
196,5
20
10,2
Friuli
Venezia Giulia
116,9
7
6,0
Italia
7.468,1
1.704
22,8
Fonte:
elaborazione Legambiente su dati Eurosion (maggio 2004)
Bandiere
nere ed ecomostri
Durante
il suo viaggio, Goletta Verde ha consegnato le Bandiere nere,
i vessilli meno ambiti d’Italia, perché segnalano
i "nuovi pirati del mare": amministrazioni, politici,
imprenditori, società private che si sono contraddistinti
per attacchi o danni all’ambiente marino e costiero. E
numerosi sono stati i blitz delle imbarcazioni ambientaliste
con cui i volontari di Legambiente sono andati all’assalto
degli ecomostri, spesso abusivi, disseminati sulle coste d’Italia.
Molto
più lunga sarebbe invece la lista degli ecomostri, dalle
villette di Castellammare del Golfo costruite
abusivamente a pochi passi dalla Riserva dello Zingaro
a quelle edificate su uno dei tratti più suggestivi della
costa iblea, in provincia di Ragusa. E si potrebbe continuare
con le perle del Golfo di Napoli, la Costa
degli Dei di Capo Vaticano, l’eterna costiera
amalfitana "degli abusivi", le speculazioni sfrontate
dell’isola d’Elba.