Reggio
Calabria, 28 giugno 2007 |
Comunicato
stampa |
INCENDI
BOSCHIVI
Legambiente:
denunciamo Regione Calabria e Comuni calabresi per correità
in incendi colposi e dolosi
«E'
il 28 giugno e ci risiamo! La Calabria risulta la regione più
colpita dalle fiamme, con 59 roghi solo nelle ultime 24 ore,
le squadre antincendio previste dal Piano AIB della Regione
Calabria non sono in servizio e la gran parte dei Comuni calabresi
non ha ottemperato all'obbligatorio catasto delle aree percorse
dal fuoco. Inaccettabile e ingiustificabile. La Regione e i
Comuni si macchiano così di correità in incendi
colposi e dolosi». Questa la forte denuncia pubblica di
Antonino Morabito, presidente di Legambiente Calabria verso
il Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione della Regione
Calabria ed i Comuni calabresi rei di non aver fatto quanto
necessario per contrastare l'annuale vicenda degli incendi boschivi.
Era prevedibile che nel mese di giugno vi fossero incendi.
In Calabria, solo nel 2006, gli incendi sono stati ben 983 e
la porzione di territorio danneggiata è stata di quasi
8mila ettari, di cui 3mila di superficie forestale: un primato
negativo detenuto insieme alla vicina Sicilia. Il quadro che
emerge dal rapporto “Ecosistema Incendi 2007”, realizzato
da Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile, è
molto critico sul piano della prevenzione: il 64 per cento dei
comuni italiani non svolge un lavoro sufficiente per contrastare
la piaga degli incendi boschivi e più di uno su tre non
fa praticamente nulla per fermare i roghi. Appena il 24 per
cento dei comuni interessati dal fenomeno realizza il catasto,
strumento fondamentale per fermare le speculazioni che spingono
gli incendiari ad agire. In più solo il 6 per cento applica
pienamente la legge 353 del 2000.
«In molte regioni italiane si è dimostrato come
soprattutto la realizzazione del catasto delle aree percorse
dal fuoco da parte dei comuni dia importanti risultati - sottolinea
Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente -. In
Liguria, Toscana e Campania, dove i comuni sono più attivi
nella prevenzione, le amministrazioni colpite dai roghi si sono
più che dimezzate dal 2003 ad oggi». Una lezione
importante che ancora in troppe regioni, come Calabria e Sicilia,
si tarda a comprendere: «Con i cambiamenti climatici in
atto, la protezione delle nostre foreste rappresenta sempre
di più una priorità, anche per arginare i fenomeni
di dissesto idrogeologico e desertificazione. Un'azione che
deve vedere tutti sempre più attivi e protagonisti -
aggiunge Ferrante - dove i sindaci hanno e devono avere un ruolo
fondamentale e strategico».
Ma nei primi mesi del 2007 vi erano segnali preoccupanti.
I roghi registrati dal Corpo Forestale dello Stato tra gennaio
e aprile 2007 hanno già provocato la distruzione di più
di cinquemila ettari di terreno, tra superficie boschiva e aree
incolte, sono stati quasi mille, con 41 persone denunciate all'autorità
giudiziaria in quanto riconosciute responsabili dei roghi, perlopiù
dolosi. In questo contesto il Dipartimento Agricoltura, Foreste
e Forestazione della Regione Calabria ha approvato il “Piano
Regionale per la Programmazione delle Attività di Previsione,
Prevenzione e Lotta agli Incendi Boschivi 2007 – 2009”
con delibera n° 271 del 14 maggio 2007, pubblicata sul BURC
n° 11 del 16 giugno scorso: è sufficiente la data
di pubblicazione per capire con quale tempistica il Dipartimento
ha lavorato per prevenire gli incendi in Calabria.
«Prevenire è l'unico modo per "spegnere"
gli incendi - ribadisce Legambiente - e per far ciò occorrono,
insieme al catasto delle aree percorse dal fuoco, adeguate presenze,
nei luoghi e nei tempi dovuti».
Ecco cinque domande a cui ancor oggi la Regione Calabria non
ha saputo dare risposta:
• perchè
le postazioni di avvistamento sono poche e inadeguate rispetto
ai territori tradizionalmente percorsi dal fuoco (nel piano
regionale non esistono le cartografie con la sovrapposizione
delle aree annualmente percorse dal fuoco ed i focolai di partenza
dei relativi incendi per individuare quantità e localizzazione
delle postazioni di avvistamento)?
• perchè
il servizio di avvistamento e primissimo intervento (con fiamme
inferiori ad 1 metro) non è operativo a partire dal 1
giugno (il piano regionale prevede la maggior operatività
dal giorno 15 del mese di giugno ma se va bene è operativo
da luglio)?
• perchè
le ore notturne, nei mesi di giugno, luglio e agosto continuano
a rimanere scoperte, dato che molti incendiari utilizzano il
buio per accendere i roghi (il piano regionale prevede due turni
- tra le 6:00 e le 22:00; in mancanza di Operai Idraulico Forestali
anche un solo turno - coprendo obbligatoriamente le ore tra
le 12:00 e le 16:00; eccezionalmente tre turni - con un servizio
h24)?
• perchè
non prevedere la possibilità di erogare contributi solo
ai comuni che hanno realizzato e aggiornano il catasto delle
aree percorse dal fuoco (nel piano regionale sono previsti contributi
ai comuni per realizzare campagne di previsione, prevenzione
e lotta agli incendi boschivi svincolati dall'avvenuta realizzazione
e aggiornamento del catasto sulle aree percorse dal fuoco)?
• perchè
la partecipazione del volontariato viene evidentemente disincentivata
(il piano regionale prevede un rimborso forfetario di 800 euro/anno,
che corrisponde ad un rimborso di meno di 9 euro/giorno per
fare avvistamento, nei tre mesi più a rischio, da una
sola postazione con due turni composti da almeno due persone
ciascuno)?
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Calabria
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