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COMUNICATI
Roma, 25 giugno 2004
Comunicato stampa
 

MARE, AUMENTANO I REATI

18.000 REATI NEL 2003: 1 ILLECITO OGNI 400 METRI DI COSTA

ALLARME DEPURAZIONE:
INFRAZIONI AUMENTATE DEL 75,6%

CRESCONO ANCHE ABUSIVISMO EDILIZIO E PESCA DI FRODO

SICILIA, CAMPANIA E LAZIO SUL PODIO DELL’ILLEGALITÀ

PRESENTATO STAMANE A ROMA

MARE MONSTRUM 2004
IL DOSSIER DI LEGAMBIENTE SUI REATI AI DANNI DI MARE E COSTE

SUL MARE SVENTOLA… BANDIERA NERA!
IL RICONOSCIMENTO NEGATIVO DI LEGAMBIENTE AI PIRATI DEL MARE
CHE VERRÀ CONSEGNATO DA GOLETTA VERDE

 

Un mare nei guai, è questo purtroppo lo scenario che si prefigura all’apertura di questa stagione balneare; soprattutto se si considera che le forze dell’ordine hanno contato nel solo 2003 ben 17.871 illeciti nelle 15 regioni marittime. Dall’inquinamento agli abusi edilizi, dalle infrazioni al codice della navigazione alla legislazione in materia di pesca si può calcolare 1 illecito ogni 400 metri di litorale, con un incremento del 7,2% rispetto allo scorso anno.
È questa in sostanza la fotografia scattata da Mare monstrum 2004, il dossier di Legambiente che raccoglie ogni anno i numeri e le storie degli assalti alle coste italiane. La ricerca è stata presentata questa mattina a Roma nel corso della conferenza stampa di presentazione di Goletta Verde, la storica campagna ambientalista di informazione e monitoraggio della qualità delle acque di balneazione.
“ Un’indagine – spiega Roberto Della Seta, presidente di Legambiente - che rivela il clima di disattenzione e non di rado impunità che Legambiente aveva già denunciato lo scorso anno e che continua a caratterizzare l’operato di privati ma anche di molte amministrazioni pubbliche del nostro Paese. Inesorabilmente in crescita i reati sui nostri mari quindi, secondo un trend che sembra aver ripreso vigore nel corso degli ultimi anni”.
E in questo clima da far west infatti aumentano le persone denunciate o arrestate che nel 2003 sono 7.164 , rispetto alle 5.721 del 2002, e i sequestri effettuati, 6.469 contro i 5.205 del 2002, con un incremento del 25,2 e del 24,2%.
La classifica per numero di reati in valore assoluto per regione vede la Sicilia, con 3418 reati accertati (+ 20% rispetto al 2002), riconquistare il primo posto della graduatoria, strappando il primato alla Campania, che scende in seconda posizione con 3142 infrazioni (+8%). Terzo posto per il Lazio che risale con 2219 – quasi il 71% in più rispetto al 2002 - reati ai “danni” della Puglia che con 2046 infrazioni si ritrova quarta in classifica. In coda troviamo Abruzzo, Basilicata e Molise che dimezza il numero di infrazioni accertate (-52,7%).
Se si considera le infrazioni per chilometro di costa è invece la Campania la prima nella classifica del mare illegale (6,69 nel 2003, mentre nel 2002 erano state 5,20), al secondo posto si conferma il Veneto (6,51 nel 2003 contro 5,80 del 2002), mentre al terzo sale il Lazio che da quinta regione si ritrova sul podio quasi raddoppiando le infrazioni per chilometro di costa rispetto allo scorso anno (6,14 infrazioni contro 3,59). Chiudono questa speciale classifica la Basilicata, la Toscana e la Sardegna. Ma vediamo nel dettaglio.
Ben più consistente l’incremento percentuale delle infrazioni sul fronte della depurazione, dove gli illeciti sono passati dai 697 del 2002 ai 1224 dello scorso anno (+ 75,6%). Vale la pena segnalare, in questo contesto, la situazione limite della Regione Calabria in emergenza ambientale da ben sette anni per quanto riguarda la depurazione e per la quale la Relazione sul rendiconto 2002 della Corte dei Conti ha avuto passaggi inequivocabili: “le coste dei Comuni del Tirreno sono altamente inquinate e alcune pericolose”. Degli stessi giorni è la serrata operata dagli operai impiegati nella gestione dei 51 impianti di depurazione della provincia di Reggio Calabria, la cui sorte è stata rimpallata per mesi fra Comuni, Regione e ATO della provincia calabrese fino alla decisione estrema di incrociare le braccia con le inevitabili conseguenze sulla gestione dell’attività di depurazione delle acque.
“ La situazione della depurazione – dichiara Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente e curatore del dossier Mare monstrum – è in netto peggioramento, mentre il Ministero della Salute continua incomprensibilmente a mancare l’appuntamento con l’informazione lasciando, per il secondo anno consecutivo, i cittadini all’oscuro di informazione sullo stato di salute delle acque di balneazione. L’anno scorso i dati arrivarono a fine agosto, - continua Venneri - a stagione balenare praticamente conclusa, quest’anno sono disponibili sul sito del Ministero della Salute solo da qualche giorno, in ogni caso fuori tempo massimo per quanti avessero voluto utilizzarli per programmare le proprie vacanze. E forse non è un caso che alla disattenzione dell’amministrazione centrale faccia riscontro un aumento degli illeciti, come se il disinteresse dimostrato dal Ministero della Salute si traducesse, a cascata, in trascuratezza da parte di Regioni ed enti locali”.
Aumentano le infrazioni registrate sul fronte dell’abusivismo edilizio passando dai 3158 del 2002 ai 4071 del 2003 con un incremento percentuale del 28,9%. E’ facile in questo caso intravedere una grossa responsabilità nel provvedimento di condono edilizio che ha sicuramente determinato un aumento dei fenomeni di abuso.
Illeciti in aumento anche nel settore della pesca, un comparto attraversato da una profonda crisi cui non sembrano essere prospettate, da parte del Ministero competente, soluzioni adeguate. Si procede a tentoni, fra proroghe di vecchi piani triennali e soluzioni ambigue come quelle che hanno determinato di fatto il rigurgito nell’uso delle reti spadare. I recenti interventi da parte della Guardia di Finanza nell’area del Tirreno centrale hanno evidenziato addirittura casi di imbarcazioni che, pur avendo usufruito dei fondi messi a disposizione dal piano di riconversione del settore, continuano ad utilizzare questi attrezzi, vietati definitivamente da oltre due anni.
Sembra andare meglio per quanto riguarda gli illeciti nel settore della navigazione e della nautica da diporto, come se il popolo di naviganti cominciasse finalmente a prendere confidenza con permessi e divieti. Nel corso dell’anno trascorso si è registrato infatti una diminuzione, sia pur modesta, dei reati passati dai 6858 del 2002 ai 6769 del 2003.

E se quella in corso potrebbe polemicamente definirsi l’estate degli ecofurbi, ecco dunque che puntuali arrivano le Bandiere nere di Legambiente, il vessillo nero meno ambito d’Italia che ogni anno viene consegnato dalla Goletta Verde ai “nuovi pirati del mare”: amministrazioni, politici, imprenditori, società private che si sono contraddistinti per attacchi o danni all’ambiente marino e costiero. “A completamento dell’opera di monitoraggio che Legambiente porta avanti nel corso dell’anno – conclude il presidente di Legambiente - ci sembra giusto ‘premiare’ gli scempi più eclatanti ai danni del nostro mare, anche nel tentativo di catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su un patrimonio di inestimabile valore, che troppo spesso sembra finire nel dimenticatoio”.
Vale la pena ricordare alcuni esempi come la Finedim Italia S.p.a., società controllata dal gruppo Fininvest che caldeggia il progetto Costa Turchese, un vero e proprio scempio ambientale per oltre mezzo milione di metri cubi su un’area di 450 ettari nel Comune di Olbia, fra Capo Ceraso e la foce del fiume Padrongianus. O il vessillo nero destinato al Ministro della Difesa on. Antonio Martino, per l’autorizzazione dei lavori di ampliamento della base Usa a Santo Stefano/La Maddalena, ignorando il pronunciamento del Consiglio regionale della Sardegna che aveva espresso parere contrario. Naturalmente, all’appello non poteva mancare l’on. Chiaravalloti, governatore della Regione Calabria, in qualità di Commissario delegato per l’emergenza ambientale in Calabria, perché in quasi sette anni di attività e nonostante centinaia di miliardi di vecchie lire spesi per costruire depuratori e fognature, ha clamorosamente fallito l’obiettivo, così come si evince da una recente relazione della Corte dei Conti.

LA CLASSIFICA DEL MARE ILLEGALE IN ITALIA: VALORI ASSOLUTI (2003)

 
Regioni
Infrazioni accertate

Tendenza 2002-2003

Persone denunciate o arrestate
Sequestri effettuati
1
Sicilia
3418
+19.7%
788
684
2
Campania
3142
+8.4%
1027
522
3
Lazio
2219
+70.8%
1264
426
4
Puglia
2046
+14.6%
934
706
5
Sardegna
1309
+35.9%
587
1857
6
Calabria
1178
+7.8%
857
397
7
Veneto
1034
+12.1%
517
326
8
Liguria
778
- 9.6%
232
220
9
Emilia Romagna
707
+8.8%
228
185
10
Marche
706
+6.2%
202
374
11
Toscana
607
- 36.4%
277
435
12
Friuli Venezia Giulia
332
+20.3%
112
229
13
Abruzzo
255
+6.2%
43
88
14
Basilicata
87
+295.4%
73
5
15
Molise
53
- 52.7%
23
15

Fonte: elaborazione Legambiente su dati Comando Carabinieri tutela ambiente, Guardia di finanza, Corpo forestale dello Stato e delle Regioni a Statuto speciale e Capitanerie di porto.


I PRINCIPALI REATI NEL 2003

Reato
Infrazioni accertate

Persone denunciate o arrestate

Sequestri effettuati
% sul totale
Abusivismo edilizio sul demanio
4.071
4.429
760
22,8
Depuratori, scarichi fognari, inquinamento da idrocarburi
1.224
487
83
6,9
Pesca di frodo
5.060
876
4.882
28,3
Codice navigazione e nautica da diporto
6.769
542
575
37,9
Altro
747
830
169
4,2
Totale
17.871
6.964
6.469
---

Fonte: elaborazione Legambiente su dati Comando Carabinieri tutela ambiente, Guardia di finanza, Corpo forestale dello Stato e delle Regioni a Statuto speciale e Capitanerie di porto.

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