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Ricadi, 23 agosto 2005
Comunicato stampa
 
 

 

Dossier finale di Goletta Verde 2005


Sardegna, mare da 8. Promosse a pieni voti Basilicata, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Sonora bocciatura per Calabria, Campania e Sicilia.


Sintesi dei dati


L’Italia ha perso da un anno all’altro il 4,5% di acque blu, passando da un lusinghiero 92% del 2004 all’87,5% della stagione in corso, a dimostrazione di uno stato di salute della depurazione degli scarichi fognari ancora molto precario. E poi il cemento, che continua a spuntare come i funghi: oltre 3.300 i casi di abusivismo costiero accertati.
Goletta Verde di Legambiente ha fotografato complessivamente la situazione costiera: cemento, ecomostri, abusivismo, illegalità ambientale, depurazione, erosione. Senza dimenticare le eccellenze, le esperienze positive.
Solo l’87,5% dei campioni analizzati è risultato privo di inquinamento organico. Il 70% dei punti campionati alle foci dei fiumi è inquinato o gravemente inquinato.
Quello che emerge in maniera evidente dall’osservazione di mari e coste quest’anno è che proprio dove è più forte la presenza e l’azione delle Ecomafie è peggiore la qualità delle acque e lo stato delle coste.

Sintesi del monitoraggio

Il giudizio è frutto dei valori riportati dalle regioni in sei parametri. Per la balneazione è stata valutata la percentuale di campioni in regola con i valori della normativa di riferimento. Le Vele della Guida Blu sono il riconoscimento che Legambiente, insieme a Tci, assegna alle località balneari premiando la corretta integrazione tra servizi turistici e valorizzazione ambientale. Si va da una (il minimo) a cinque Vele (il massimo). Compare qui la media di Vele prese dalle località all’interno della regione. Il numero di infrazioni per km di costa riporta le illegalità accertate dalle forze dell’ordine in merito ad alcuni reati che incidono sullo stato di salute del mare (cemento, abusi, cattiva gestione o assenza di impianti fognari e servizi depurativi). Valutati anche l’abusivismo sul demanio marittimo, la depurazione e l’erosione costiera.

Regione
Balneazione (%campioni in regola)
Vele Guida Blu (media regionale)
Illegalità (n. infrazioni/Km costa
%Abusivismo sul demanio
%Scarichi non depurati
Erosione (costa in erosione)
Voto Goletta Verde
Sardegna
93,9
3,4
0,56
10
29
15,1
8,2
Basilicata
100
2,3
1,01
0,7
13
51,1
7,4
Toscana
84,4
3,1
1,64
7,4
38
13,7
7,3
Friuli V.G.
100
1,5
2,87
1,3
n.d
6,0
7,1
Liguria
97
2,1
2,80
5,5
n.d
15,4
6,9
Veneto
94
2,1
6,43
2,0
11
10,2
6,8
Marche
86,7
2,6
4,40
1,1
34
29,1
6,8
Puglia
86,2
2,8
4,00
14,5
23
24,9
6,6
Molise
100
1
3,22
0,2
n.d
89,5
6,4
Emilia R.
90,5
2,3
4,08
3,0
21
16,5
6,3
Abruzzo
86,6
2,4
3,69
2,3
14
47,4
6,2
Lazio
91,3
2,5
4,16
5,7
26
34,7
6,0
Sicilia
92
2,2
2,54
20,6
62
14,2
5,9
Calabria
78
2,1
1,91
12,8
47
59,3
5,6
Campania
70,5
3,4
5,92
12,9
42
22,8
5,3

 

Il monitoraggio di Goletta Verde 2005 di Legambiente sulle acque di balneazione.

Come detto il mare peggiora. Rimangono in testa alla classifica Basilicata e Molise, con il 100% dei campioni puliti, scendono invece Liguria (dal 100% del 2004 al 97% del 2005) e Veneto (dal 100% al 94%). Leggero miglioramento per la Sardegna, quarta posizione, che dal 91% dei campioni in regola dello scorso anno sale al 93,9%. E se si rovescia la classifica, la maglia nera spetta ancora una volta alla Campania, dove ben il 29,5 % dei campioni sono risultati fuori norma (con un peggioramento rispetto al 10% dello scorso anno), seguita da Calabria (22%) e Puglia (15%). Anche quest’anno inoltre, Goletta Verde ha continuato il suo speciale programma di monitoraggio delle acque di balneazione dell’Istria. Il programma analitico oltre ai parametri previsti dalla normativa italiana (Dpr 470/82) prevede da qualche anno la ricerca di enterococchi intestinali e l’analisi dell’escherichia coli, batteri che vivono esclusivamente nell’intestino umano e in grado di dare quindi una dimensione molto precisa dell’inquinamento antropico.

Regioni
Punti campionati
Pulito
Leggermente inquinato
Inquinato
Fortemente inquinato
Basilicata
8
8
100%
0
0
0
-
0
-
Molise
7
7
100%
0
0
0
-
0
-
Liguria
34
33
97,0%
1
3,0%
0
-
0
-
Veneto
17
16
94,0%
1
6,0%
0
-
0
-
Sardegna
49
46
93,9%
3
6,1%
0
-
0
-
Sicilia
63
58
92,0%
3
4,7%
2
3,3%
0
-
Lazio
23
21
91,3%
2
8,7%
0
-
0
-
Emilia Romagna
21
19
90,5%
2
9,5%
0
-
0
-
Abruzzo
15
13
86,6%
1
6,7%
0
-
1
6,7%
Marche
15
13
86,7%
2
13,3%
0
-
0
-
Puglia
65
56
86,2%
8
12,3%
1
1,5%
0
-
Toscana
45
38
84,4%
7
15,6%
0
-
0
-
Calabria
41
32
78,0%
7
17,0%
0
-
2
5,0%
Campania
44
31
70,5%
12
27,3%
1
2,2%
0
-
Italia
447
391
87,5%
49
10,9%
4
0,9%
3
0,7%
Foci dei fiumi
37
10
27,0%
9
24,3%
5
13,5%
13
35,2%
Istria
10
10
100%
0
-
0
-
0
-

LEGENDA
NON INQUINATO = tutti i parametri DPR 470/82 entro i limiti e Escherichia Coli compreso tra 250 e 500 ufc/100 ml
LEGGERMENTE INQUINATO = almeno 1 parametro DPR 470/82 fuori dai limiti e/o Escherichia Coli > di 500 ufc/100 ml
INQUINATO = 1 o più parametri DPR 470/82 oltre 5 volte superiore rispetto al limite e/o Escherichia Coli >di 500 ufc/100 ml
FORTEMENTE INQUINATO = 1 o più parametri DPR 470/82 almeno 10 volte superiori ai limiti e/o Escherichia Coli > 500 ufc/100 ml.

 

Le Vele della Guida Blu 2005 di Legambiente

Sono i paradisi delle vacanze, le pietre miliari delle nostre coste e la loro regina quest’anno è Castiglion della Pescaia in Toscana, seguita da Cinque Terre, Bosa, Isola del Giglio, Otranto, Portovenere, Arbus, Noto, Tropea e Pollica Acciaroli e Pioppi. Ecco le dieci località balneari in vetta alla classifica della Guida Blu 2005 di Legambiente, frutto del lavoro svolto da Goletta Verde durante i suoi anni di navigazione ma anche del patrimonio di conoscenze delle centinaia di gruppi locali di Legambiente. La Guida Blu di Legambiente e Tci valuta le località costiere italiane coniugando i parametri propriamente turistici con indicatori della qualità ambientale. Per guadagnarsi le vele la bellezza tout court non basta. Bisogna sapervi associare una corretta gestione del territorio, gli interventi e le politiche in linea con il rispetto dell’ambiente e una buona funzionalità dei servizi. Non solo mare pulito, quindi, ma anche ambiente tutelato e qualità dell’offerta, dai servizi alle strutture ricettive, dall’interesse del centro storico all’enogastronomia, alle attività tradizionali. Le migliori località balneari hanno superato 128 prove, quanti sono gli indicatori di qualità valutati dagli esperti della Guida Blu.


Il monitoraggio della costa


Il mare illegale

Viaggiano ad una media di 6,43 infrazioni per Km di costa le aggressioni alle coste e al mare nel Veneto, prima nella poco lusinghiera classifica delle illegalità in mare del nostro Paese. Segue la Campania, che cede il posto di capolista passando da 6,5 infrazioni del 2003 a 5,9 del 2004. Il terzo posto, invece, quest’anno è conquistato dalle Marche (con 4,40 infrazioni) che risale di ben due posizioni. Chiudono questa speciale classifica, infine, la Toscana, la Basilicata e la Sardegna. Gli illeciti vanno dall’abusivismo costiero e demaniale, all’inquinamento da scarichi illegali, dalla pesca di frodo alle violazioni al codice della navigazione. E si tratta di un trend in crescita: nel corso del 2004 le forze dell’ordine hanno accertato ben 19.111 infrazioni, con un incremento del 7% rispetto alle 17.871 infrazioni del 2003 e di quasi il 15% se confrontate con le 16.656 del 2002.

Infrazioni per Km di costa
Regione
Infrazioni accertate
Km di costa
Infrazioni per Km di costa
Veneto
1.022
158,9
6,43
Campania
2.782
469,7
5,92
Marche
761
173
4,40
Lazio
1.503
361,5
4,16
Emilia Romagna
535
131
4,08
Puglia
3.462
865
4,00
Abruzzo
464
125,8
3,69
Molise
114
35,4
3,22
Friuli Venezia Giulia
321
111,6
2,87
Liguria
979
349,3
2,80
Sicilia
3.783
1.483,9
2,54
Calabria
1.368
715,7
1,91
Toscana
987
601,1
1,64
Basilicata
63
62,2
1,01
Sardegna
967
1.731,1
0,56

Fonte: elaborazione Legambiente su dati Comando Carabinieri tutela ambiente, Guardia di finanza, Corpo forestale dello Stato e delle Regioni a Statuto speciale e Capitanerie di porto.

 

Abusivismo sul demanio

Sono le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, Sicilia, Puglia, Campania e Calabria ad occupare le prime quattro posizioni della classifica dell’abusivismo edilizio costiero in Italia. In questi territori si sono consumate quasi il 61%, delle violazioni accertate dalle forze dell’ordine nel corso del 2004 ed è stato effettuato ben il 63% dei sequestri. Numeri che segnalano, ancora una volta, l’incidenza dei fenomeni di criminalità organizzata nel ciclo illegale del cemento, da sempre considerato una delle attività privilegiate delle mafie nel nostro Paese.
Al primo posto per quanto riguarda i fenomeni di abusivismo edilizio costiero e demaniale si colloca la Sicilia, con 696 infrazioni accertate (più 19% rispetto al 2003), 576 persone denunciate e ben 253 sequestri (più 122%), seguita quest’anno dalla Puglia, con 489 notizie di reato, 617 persone denunciate e 200 sequestri effettuati. Al terzo posto troviamo la Campania (437 infrazioni accertate e 632 persone segnalate all’autorità giudiziaria). Questa regione, invece, è la prima in Italia per numero di sequestri eseguiti: ben 259. Al quarto posto per numero di infrazioni accertate si colloca la Calabria (486 notizie di reato). La Sardegna, invece, si piazza, al quinto posto con 337 infrazioni accertate.

Regione
Infrazioni accertate
Persone denunciate o arrestate
Sequestri effettuati
Sicilia
696
576
253
Puglia
489
617
200
Campania
437
632
259
Calabria
432
486
160
Sardegna
337
573
97
Toscana
251
395
134
Lazio
191
264
89
Liguria
186
184
75
Emilia R.
102
109
19
Abruzzo
78
59
11
Veneto
69
74
33
Friuli V. G.
44
73
27
Marche
37
68
7
Basilicata
22
25
0
Molise
8
9
3

Fonte: elaborazione Legambiente su dati Comando Carabinieri tutela ambiente, Guardia di finanza, Corpo forestale dello Stato e delle Regioni a Statuto speciale e Capitanerie di porto.

 

La depurazione

Il sistema di depurazione in Italia lascia ancora a desiderare. Solo il 70% degli scarichi urbani viene filtrato prima di finire nelle acque marine o lacustri. La percentuale degli allacciamenti al sistema di depurazione scende al Sud, con situazioni di estrema criticità come quella della Calabria, dove sono ancora 1.200 i chilometri mancanti di reti fognarie e molti gli impianti di depurazione in attività sottodimensionati e inefficienti. La condizione critica della Calabria, ormai all’ottavo anno di emergenza ambientale per la depurazione, emerge anche dai prelievi sulla qualità delle acque effettuati dai tecnici di Goletta Verde sul versante tirrenico e, ovunque sulle foci dei fiumi che pur essendo non balenabili, dimostrano una profonda crisi degli impianti di depurazione delle acque reflue su costa. Grave la situazione anche per Imperia e Trapani, gli unici Comuni in Italia che risultano completamente privi di qualsiasi impianto di depurazione.

 

L’erosione della costa

L’erosione è un fenomeno naturale e dovrebbe avvenire in modo tale da non turbare l’equilibrio secondo il quale l’arretramento e l’avanzamento della linea di costa avviene in maniera equilibrata e reversibile. La forte antropizzazione delle fasce costiere e l’insediarsi di molteplici attività sia turistiche che produttive hanno rotto negli ultimi decenni questo delicato equilibrio. Inoltre ogni anno l’uomo preleva grandi quantità di tonnellate di sabbia che servirebbero a riapprovvigionare in maniera naturale gli habitat della costa e che invece finiscono per essere utilizzati nell’edilizia, per costruire barriere fluviali o per lavori di genio civile. Le regioni con il tratto maggiore di costa in erosione sono il Molise, la Basilicata e la Calabria (rispettivamente con il 89,5%, il59,3% e il 51,1%) in cui più della metà del tratto costiero è attualmente coinvolto da processi erosivi. Il secondo gruppo è rappresentato da Lazio, Abruzzo e Marche (rispettivamente con il 34,7%, il 47,4% e il 29,1%), che su 676,6 km totali di costa ne hanno più di un terzo in erosione. Seguono quindi la Sardegna, la Liguria e l’Emilia Romagna, rispettivamente con il 15,1%, il 15,4% e il 16,5% di costa in erosione. Per anni quando non si era ancora affermato né il turismo balneare perché una coscienza ambientalista la difesa dei litorali è stata di fatto, la protezione delle strutture abitative e delle vie di comunicazione. E per proteggere le coste dall’attacco delle onde furono costruite scogliere artificiali e pennelli, bloccando il flusso dei sedimenti lungo riva, aggravando l’erosione nei tratti di litorale non protetti e modificando il paesaggio delle nostre coste. Solo recentemente in Italia si è cominciato a utilizzare protezioni morbide nella difesa dei litorali.

La costa in erosione
Regione
Lunghezza della costa Km
Tratto di costa in erosione Km
% di costa in erosione
Molise
31,3
28
89,5
Calabria
699,4
415
59,3
Basilicata
70,5
36
51,1
Abruzzo
139,3
66
47,4
Lazio
351,5
122
34,7
Marche
185,8
54
29,1
Puglia
836,8
208
24,9
Campania
459,9
105
22,8
Emilia Romagna
169,3
28
16,5
Liguria
357,5
55
15,4
Sardegna
1.737,30
262
15,1
Sicilia
1.531,60
218
14,2
Toscana
584,5
80
13,7
Veneto
196,5
20
10,2
Friuli Venezia Giulia
116,9
7
6,0
Italia
7.468,1
1.704
22,8

Fonte: elaborazione Legambiente su dati Eurosion (maggio 2004)

 

Bandiere nere ed ecomostri

Durante il suo viaggio, Goletta Verde ha consegnato le Bandiere nere, i vessilli meno ambiti d’Italia, perché segnalano i "nuovi pirati del mare": amministrazioni, politici, imprenditori, società private che si sono contraddistinti per attacchi o danni all’ambiente marino e costiero. E numerosi sono stati i blitz delle imbarcazioni ambientaliste con cui i volontari di Legambiente sono andati all’assalto degli ecomostri, spesso abusivi, disseminati sulle coste d’Italia.

Molto più lunga sarebbe invece la lista degli ecomostri, dalle villette di Castellammare del Golfo costruite abusivamente a pochi passi dalla Riserva dello Zingaro a quelle edificate su uno dei tratti più suggestivi della costa iblea, in provincia di Ragusa. E si potrebbe continuare con le perle del Golfo di Napoli, la Costa degli Dei di Capo Vaticano, l’eterna costiera amalfitana "degli abusivi", le speculazioni sfrontate dell’isola d’Elba.

 

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