COMUNICATO
STAMPA |
Ricadi, 16
agosto 2004 |
Le dichiarazioni
del sindaco di Ricadi, apparse nei giorni scorsi sulle pagine
de “Il Quotidiano della Calabria”, sono l’amara testimonianza
di un comportamento che ha di gran lunga superato i limiti della decenza
e del buongusto. Tali affermazioni, a mio parere, sono frutto o di una doppia
personalità o di uno squallido e goffo tentativo di mascherare a tutti
i costi una realtà che è sotto gli occhi di tutti, ricorrendo
anche a ripugnanti affermazioni totalmente prive di fondamento.
Avevo deciso di non intervenire più sulla vicenda, in quanto già abbondantemente
ed esaurientemente esaminata da tutti gli organi di stampa, ma le gravi e mendaci
affermazioni del Sindaco Laversa mi spingono ad alcune doverose precisazioni.
Intanto vorrei ricordare al Signor Laversa che il sottoscritto non è mai
stato amministratore di maggioranza in questo comune. Come tutti ricordano
ha svolto, fino in fondo con coerenza e lealtà, il ruolo di consigliere
di opposizione nella gestione Grande, in un periodo in cui lo stesso Laversa
abbandonò la vita amministrativa dimettendosi repentinamente da sindaco
senza fornire motivazione alcuna e favorendo direttamente e indirettamente
l’elezione a sindaco dello stesso dott. Grande. In quella legislatura
il Consiglio Comunale, come sicuramente ricorderanno il vice sindaco Laria,
l’assessore Morabito ed il capogruppo Pontoriero, che con me condivisero
quell’esperienza (oggi amministratori di maggioranza e suoi “fidi” collaboratori),
mai ed in alcun modo trattò temi riguardanti la portualità turistica:
in caso contrario la mia posizione sarebbe emersa in maniera chiara e coerente
come è nel mio costume. Quindi nessun atto da me avallato o controfirmato
ha potuto dare il via ad alcun fantomatico progetto nè favorire “novelli
Don Rodrigo” che ritengo, e me lo consentirà, appartengono più alla
sua cultura di “bravo” amministratore che alla mia coscienza.
Per quanto riguarda la localizzazione del sito è fuor di dubbio che
la scelta, infelice, è stata presa in maniera perentoria dal Sindaco
e dalla Giunta, con Delibera N. 285 del 16/10/2002 e non, come lo stesso sostiene,
dall’equipe dei progettisti, i quali si sono limitati ad individuare
4 siti (3 da 400/500 posti barca ed uno da 150/200 posti barca, quest’ultimo
curiosamente individuato in località Torre Ruffa), non avendo peraltro
alcun potere decisionale in merito. Tale progetto preliminare, tra l’altro
anch’esso stranamente denominato “Progettazione preliminare di
un approdo turistico in località Torre Ruffa”, guarda caso la
stessa località dove sorge il villaggio del Sindaco, è costato
finora ai cittadini di Ricadi oltre 80.000 euro più interessi, in quanto
reperiti con l’accensione di un mutuo ventennale con la Cassa Depositi
e Prestiti.
Il Sindaco sostiene poi, a fasi alterne ed in maniera assai contraddittoria,
già dall’anno scorso di volersi confrontare con i cittadini, quest’anno
addirittura di voler indire un referendum. Ma i fatti dicono che gli unici
ad essere consultati, come a tutti noto, sono stati solo alcuni imprenditori
a lui vicini, i quali dovevano fare parte dell’azionariato privato. Altro
fatto acclarato è che nonostante le varie richieste avanzate dal gruppo
consiliare “Arcobaleno”, ad oggi il Consiglio Comunale, peraltro
organo deputato a decidere in merito, non è stato ancora coinvolto.
Strano modo di intendere la democrazia.
Il porto turistico, perché di porto si tratta per la sua imponenza,
stante così le cose verrebbe realizzato in un area ancora quasi intatta,
ne modificherebbe il paesaggio, distruggerebbe l’ecosistema esistente
e sarebbe causa di danni irreparabili alle spiagge vicine per via della conseguente
erosione costiera, con chiari danni all’immagine del territorio oggi
ambito per le sue bellezze paesistiche e non certo per i servizi pubblici che
offre. Tutto ciò si tradurrebbe indubbiamente in un danno irreversibile
per l’economia turistica del territorio.
Rimango poi attonito nel registrare il patetico tentativo di Laversa ad ergersi
quale ambientalista convinto dimenticando probabilmente di avere amministrato
questo territorio per oltre un ventennio, nel qual periodo si sono verificati
gli scempi peggiori che hanno deturpato irrimediabilmente la costa ricadese.
In questi anni grazie ad una generosa interpretazione delle norme tecniche,
ad allegre lottizzazioni, a continue sanatorie ed alle varianti al P. R. G.
, che hanno consentito anche allo stesso Sindaco di ampliare a dismisura la
propria struttura turistica, siamo stati costretti ad assistere alla continua
e disordinata cementificazione della costa.
Io non so se Lei egregio Sindaco sia nato nella Tundra ma se vi avesse dimorato,
alla luce dei fatti, certamente Ricadi ne avrebbe tratto giovamento.
Oggi, in merito alla realizzazione del porto turistico, vi sono due posizioni
marcatamente contrapposte, una, nettamente maggioritaria, contraria alla realizzazione
e che vede tra i fautori il gruppo Arcobaleno, le associazioni ambientaliste,
associazioni culturali, autorevoli rappresentanti delle istituzioni, vari rappresentati
di partiti politici sia a livello locale che nazionale, esperti del settore
e soprattutto la stragrande maggioranza dei ricadesi e dei turisti i quali
hanno fatto sentire in più occasioni la loro voce anche attraverso numerosi
messaggi arrivati da tutto il mondo, l’altra invece schierata a favore
della realizzazione rappresentata principalmente dal Sindaco e forse dalla
sua maggioranza. Il gruppo “Arcobaleno” si sforza da mesi, con
lucidità e pacatezza, di chiedere al Sindaco di prendere atto di tale
situazione, nel rispetto dei ruoli e delle posizioni, convinti che non è con
la menzogna e con le illazioni e soprattutto con il tentativo di utilizzare
il “dividi et impera” del campanilismo che si possano raggiungere
a tutti i costi gli obiettivi prefissati anche se questi sono palesemente contrari
allo sviluppo dell’economia e all’interesse collettivo.
E per finire, non volendomi, comunque, dilungare oltre , mi consentirà per
il dovere che sento di ristabilire la verità, di farLe notare che il
sottoscritto ed altri consiglieri del gruppo “Arcobaleno”, nonostante
le innumerevoli richieste, come testimoniabile dagli impiegati comunali, ad
oggi non sono stati messi in condizione di visionare gli ultimi elaborati,
riveduti e corretti in segreto modo negli ultimi giorni. Quindi la luce del
sole a cui Lei fa più volte riferimento probabilmente si riferisce al
sole di mezzanotte.
Franco
Saragò