Il modello scolastico
tradizionale la sfida dell’autonomia
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Rigidamente
diretta ed orientata fin nei minimi
dettagli dalle O.M, dai D.M., dalle C.M.
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Lo spazio didattico
si identifica in modo pressoché esclusivo
con la classe
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Hanno il loro statico e incontrovertibile punto di riferimento nei programmi ministeriali
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I saperi si sviluppano in parallelo senza
incontrarsi mai
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Imperniati sui
due rituali momenti della lezione/spiegazione - verifica/interrogazione
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La comunicazione
è monodirezionale e fa spesso uso di un solo codice
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Mercato
del lavoro in continua trasformazione
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Crescita
esponenziale dei saperi e della ricerca
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“Complessità”
dell’universo giovanile e diffusione della cultura mass-mediatica e telematica
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Proliferazione
dei centri di formazione extrascolastici
- Incapace di rispondere alle mutate esigenze formative di una società in continua trasformazione
- Le competenze in uscita appaiono inadeguate alle richieste del mercato del lavoro
- Cresce il divario tra ricerca e cultura scolastica
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Incapace a far fronte ai
bisogni formativi degli studenti
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Incapace di rapportarsi, con
una proposta differenziata, ai diversi stili di apprendimento
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Denuncia un alto tasso di
dispersione scolastica
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Basso livello di
PERTINENZA = mancata
corrispondenza mancata corrispondenza tra la
struttura scolastica e suoi scopi sociali
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Basso livello di EFFICACIA = scarsa capacità di
produrre l’effetto voluto
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cattivo impiego
delle risorse umane e materiali
LE SCOMMESSE DELLA SCUOLA
DELL’AUTONOMIA
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Gararantire a
tutti il diritto allo studio e il raggiungimento di standard minimi
di formazione
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Migliorare la qualita’ dell’istruzione potenziando e diversificando le competenze in
uscita e valorizzando le attitudini
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Certificare le competenze
La sfida di un’istruzione democratica di qualità superiore
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Promozione
di conoscenze strutturate
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Sviluppo
della capacità di imparare ad imparare
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Valorizzazione
delle competenze metacognitive
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Sviluppo
di modalità di apprendimento ispirate ai principi di:significatività,
stabilità, capitalizzabilità
L’autonomia scolastica
- Trasferimento alle scuole di responsabilità gestionali
- Progettazione curricolare modulare
- Ampliamento dell’offerta formativa
- Versatilità della trasposizione didattica caratterizzata da percorsi formativi differenziati
Autonomia di
ricerca, sperimentazione, sviluppo
Le
scuole possono:
-
realizzare autonome ricerche sui temi della progettazione curricolare, della
valutazione, della formazione, dell’aggiornamento professionale ecc.
-
produrre documentazione educativa
- creare
reti scolastiche che permettano di condividere “buone pratiche” didattiche e
portare avanti comuni progetti di ricerca
(L’autonomia
organizzativa, l’autonomia didattica, l’autonomia
di ricerca, sperimentazione e sviluppo trovano la loro sintesi nel POF, nel
Piano dell’offerta formativa che ogni istituzione scolastica è tenuta a
formulare)
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Gli standard formativi
espressi in termini di obiettivi dal Ministero: le cosiddette competenze
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Le
esigenze formative del territorio
Gli specifici bisogni dei ragazzi che frequentano la scuola
E’ un progetto formativo complesso che cerca di coniugare le finalità dell’istituzione con i peculiari bisogni dei soggetti in formazione, favorendo forme di radicamento al territorio
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E’
un curriculum decentrato la cui
realizzazione richiede
un’elevata qualità della professione docente perché è agli insegnanti che
spetta, a tutti i livelli, l’ideazione
e la realizzazione del progetto didattico
Il C.C.N.L. per il comparto scuola del 1999 sottolinea che l’insegnante deve possedere oltre alle imprescindibili competenze disciplinari, anche “significative competenze pedagogiche, metodologico - didattiche, organizzativo-relazionali e di ricerca
I rischi
dell’autonomia non
supportata da una cultura organizzativa e progettuale
- POF come insieme di progetti privi di organicità e coerenza
La disarticolazione dei contenuti disciplinari può generare improvvisazione nell’insegnamento e
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in mancanza di capacità progettuali può
causare disordine e confusione didattica, produrre un indebolimento della
qualità dell’istruzione
La mediazione didattica
Due
modelli a confronto
•Si presume una situazione di partenza uniforme •Il percorso formativo è orientato dal programma •La comunicazione didattica usa un unico codice •La verifica e la valutazione intervengono solo a scopo selettivo e classificatorio •Profitto scolastico
•Si valutano le differenze individuali e si accertano (o
recuperano) i prerequisiti •Vengono definiti gli obiettivi in relazione agli standard ministeriali, a quelli del POF e ai bisogni
specifici •La comunicazione valorizza l’intero repertorio dei
codici di trasmissione culturale
•La verifica
formativa saggia costantemente la validità dell’intervento didattico •Traguardo formativo
A
B
A
B
•La professionalità del docente non è in questione (se non per la padronanza dei contenuti •L’iter scolastico procede “al buio •Assenza di autovalutazione
•La capacità didattica è messa costantemente alla prova (autocontrollo delle capacità comunicative e relazionali) •Le verifiche restituiscono feed-back su ogni aspetto
dell’attività di formazione •Le continue informazioni favoriscono l’autovalutazione