la Locanda 'il Gallo d'Oro' di Vintenberg


il Saltimbanco

...che gli Dei siano maledetti...


Ricordo la mia infanzia?

A 7 anni ho sgozzato un uomo. Questo è l'unico evento della mia infanzia che ricordo bene. Il resto è avvolto nella nebbia... immagini velate, volti nascosti, parole confuse. Mia madre sarà stata probabilmente una puttana e mio padre un marinaio ubriacone. Sono cresciuto su un nave, a 5 facevo il mozzo, non so dove sono nato né quando. E ad essere onesti nemmeno m'interessa. So di essere originario del Clan dei Naviganti di Elsenor e tanto basta. Ho imparato ad usare i coltelli e ad ammazzare, dapprima per difesa, dopo per gusto, poi per guadagno, infine per noia. Ho girato il mondo, imparato cose, guadagnato oro, ma alla fine resto attratto dalle cose semplici... un boccale di liquore in locanda, un paio di risate con gli amici, il calore di una donna, una coltellata nel buio...


Come mi chiamo?

Tra i pirati sono chiamato il Saltimbanco, i miei datori di lavoro mi chiamano l'Ombra. Da ragazzino mi chiamavano Sean. Non mi curo dei nomi, l'importante è essere riconosciuto da chi voglio che mi riconosca.


Perché sono tatuato e dove mi sono procurato queste cicatrici?

I tatuaggi sono dei simboli. Ti rappresentano con il loro significato. Quello che ho sulla testa, ad esempio, rappresenta l'ombra. Sul braccio destro invece porto il mio nome, scritto nell'antica scrittura della mia terra. Tutti questi altri.. ognuno ha una sua storia, questo qui, con il coltello l'ho fatto in prigione.. la prima volta che mi hanno preso, esempio, questo sul braccio sinistro, con i serpenti paralleli, è un simbolo di vita, di rigenerazione, me lo feci dopo essere sopravvissuto ad una brutta ferita... i granchi rappresentano la morte da cui sono fuggito. Sul petto e sulla schiena me li hanno fatto dei marinai delle calde terre del sud, sul petto la notte, sulla schiena il giorno... dentro il cerchio del sole c'è scritto: "Il sole è la mia vita, l'ombra la mia libertà" in quella loro pazza lingua. Tutti i pirati si tatuano, così si riconoscono tra di loro, amici o nemici che siano.
Le cicatrici sono il prezzo che un pirata deve pagare. Questa sulla bocca me la porto dietro da tanto tempo, mi è valsa il soprannome di Saltimbanco, mi chiamano così perché sembro sempre sorridente. Fu una sciabolata a tagliarmi... e fu il medico di bordo a ricucirmi. Ricordo che fu doloroso. Questo taglio sul naso è stato un colpo di daga, qualche centimetro in più e mi avrebbe aperto la testa... Invece sono stato io ad aprire le budella di quel tizio.


Mi piace uccidere?

Non saprei... privare un uomo della vita, un tempo, mi dava una sensazione di esaltante onnipotenza. Mi sentivo quasi un Dio. Ormai mi sono abituato all'odore del sangue. Ho visto così tante volte la morte negli occhi che omai la considero una compagna. Forse uccido per sentirmi vivo, oppure uccido nella speranza di essere ucciso. Non saprei... So per certo che ammazzare non mi da piacere, né soddisfazione... lo faccio... è come respirare, ormai è talmente naturale che quasi non me ne rendo conto.


Ho degli scrupoli?

Sono fedele a chi mi paga e non tradisco la mia parola. Per il resto, non mi faccio problemi. Non ho un grande senso morale né mi preoccupo della moralità degli altri. Rispetto la vita nella stessa misura in cui la vita rispetta me... per niente. Ah, dimenticavo, non ammazzo le donne. Quest'ultima cosa è una promessa che ho fatto a Lara. Chi è Lara? Il mio segreto.


Lara è la mia donna?

Non so nemmeno io quale sia il legame tra di noi. I miei compagni si sono divertiti con la madre davanti ai suoi occhi... prassi comune, quando si sbarca nei pressi di un villaggio isolato. È una cosa che a me non da gusto, quindi preferii portare via quella bambina prima che i ragazzi ammazzassero la madre. Mi fece pena e la tenni un po' con me, prima di affidarla ad una chiesa. Ma come soluzione mi piacque i poco, i preti sono infidi, si approfittano dei deboli e riempiono loro la testa di idee folli. Così due anni dopo l'affidai a dei contadini. Tre anni più tardi la portai via da quella fattoria e l'affidai ad un mercante di tessuti presso il quale restò per altri 2 anni. Passati i quali preferii trovarle una casa dove farla vivere per conto suo, nella città di Feith. Lei conosce la sua storia e sa come mi guadagno da vivere, non lo approva, ma sa che non cambierò vita. Mi ha fatto promettere che non avrei mai fatto male alle donne e così è stato.
Ogni volta che torno da Lara succede sempre la stessa cosa. Lei mi fa entrare in casa, io le lascio i soldi, lei mi ringrazia. Prepara da mangiare in silenzio e sempre in silenzio mangiamo. Fumo la mia pipa, mi chiede dove sono stato e io le rispondo. Poi lei va a dormire, io resto sempre sveglio, bevo, finché non sopraggiunge la stanchezza... a quel punto, per dormire, un posto vale l'altro. La mattina, solitamente, vado via prima che lei si svegli.


Perché ho promesso?

A lei non riesco a negare nulla. Non trovo altre spiegazioni.


Ho una famiglia?

Se una ciurma di pirati può essere definita una famiglia ce l'ho. In caso contrario... beh, qualche figlio sparso credo di averlo, ma non credo si possa parlare di famiglia nemmeno in questo caso. Anche perché di legami non ne voglio, non voglio ancore, zavorre, mi sento già un peso sufficiente. Ogni mattina mi sveglio ed impreco contro il nuovo giorno... io sono già un peso sufficiente per me stesso.


Ho una donna?

No, almeno di voler considerare Lara come la mia donna. Trascorro con delle donne molto tempo, siano esse baldracche, figlie di contadini, cameriere, donne di altri pirati o parte di un bottino. Il mondo è pieno di donne, ognuna delle quali disposta a concedere le proprie grazie, perché dovrei prediligerne una piuttosto che un'altra?


Ho amici?

La ciurma. Amici, fratelli. Uomini con cui condividi tutto non possono essere altro. Liam il Serpente, Aiko il Mezzosangue, Adonis l'Imperatore... gente con cui ho affrontato la morte.


Sono stato in galera?

Tante volte. In galere diverse ed in posti diversi. Mi piacciono le prigioni, luoghi solitari, in cui si vive una sorta di vita sospesa tra il nulla ed il niente. Un luogo in cui il futuro è identico al passato e dove il presente non esiste. Preferisco luoghi più ampi e cibo migliore, comunque.


Cosa voglio dalla vita?

Continuare a viverla... ma neanche troppo, preferirei che mi lasciasse in pace.

Cosa sto facendo?

Lavoro per chi mi paga. Ultimamente nemmeno per soldi. Lavoro per pagare un debito. 4 anni fa fui mandato ad assassinare il Conte di Lagos, Riuscii ad introdurmi nei suoi appartamenti, la sua gola candida era a portata del mio pugnale. Ma la moglie si sveglio e cominciò ad urlare, svegliando il Conte.
Gli consegnai le mie armi. Continuare non avrebbe avuto più alcun senso. Avrei dovuto uccidere anche la moglie per non avere testimoni, altrimenti sari stato preso e messo a morte... ma avevo promesso di non uccidere donne. Avrei potuto sgozzare il Conte e scappare, ma sarei stato preso e ucciso. Tempo sprecato, tanto valeva consegnarsi senza spargimenti di sangue. Gli dissi anche che non avrebbe mai saputo il nome del mandante.
Fui imprigionato, ma il Conte riuscì a stupirmi. Invece di farmi giustiziare, mi obbligò a pagare il mio debito con lui e la sua Contea servendolo, fino al giorno in cui lui non avrebbe considerato i miei servizi resi tanti e tali da riscattare la mia vita. Ho giurato. Ed ora lavoro per il Conte di Lagos. Ovviamente cerco di evitare che il conte di Camlan mi faccia tagliere la testa per il mio fallimento.


Cosa farò?

Lavorerò per chi mi pagherà meglio.


Cosa vorrei fare?

Niente in particolare, mi annoio facilmente. Amo stare da solo, riflettere. Amo il silenzio. Se non fosse poco funzionale a quello che faccio farei in modo di diventare sordo.