Voci, sussurri, sospiri.
Quei suoni ti disturbano il sonno, apri gli occhi esasperato urlando la tua rabbia.
Sei immerso nella nebbia.
Una coltre di vapore bianco, fluttuante, ti circonda da ogni parte. Sei sdraiato, ma non su un letto, sembra una lapide di pietra, ma non è fredda. Ti alzi, hai una lunga camicia bianca addosso. "curioso" pensi "questa camicia non è la mia".
Osservi la lapide, è di pietra color grigio scuro, parzialmente coperta di muschio. Al centro noti un bassorilievo raffigurante una testa di caprone. E dei simboli, strani, ti ricordi di averne visti simili tatuati su un braccio del Saltimbanco.
Attorno alla lapide solo erba, un erba verde smeraldo, fresca e umida, rigogliosa, morbida.
Ad un tratto hai l'impressione di veder muoversi qualcosa avanti a te, chiami, ma non succede nulla. Decidi di incamminarti in quella direzione, ma dopo alcuni passi inciampi in qualcosa, cadi, ma è come se restassi impigliato in qualcosa, sembra un'enrome tela di ragno... anzi... un groviglio di tele di ragno, stai per strappartela di dosso quando una stridula voce femminile dal tono acuto grida:
"Fermo!".
Ti guardi attorno senza vedere nulla, indugi per qualche altro istante e poi riprovi a strappare via la tela.
"Fermo! Ti prego!".
Ti fermi sbalordito: la voce proviene da una raganella vicino ai tuoi piedi che ti sta guardando.
"Tirando quei fili rischi di combinare qualche disastro! Un po' di pazienza.... ecco, lascia che i folletti di aiutino!".
Sei circondato da due dozzine di omini piccini che ti cominciano a slegare dalla tela, sono vestiti di verde, con un cappuccio in testa e delle berbe rossicce, sono tutti sorridenti e parlano tra loro in una lingua a te sconosciuta.
Sei allibito. Non fai un movimento. Ti appelli alle tue consocenze, al tuo equilibrio. Non puoi credere ai tuoi occhi... lentamente la rabbia ti assale, non riesci più a trattenerti... chiudi gli occhi e gridi:"BASTA!!! SPARITE!!! VOI NON ESISTETE!!!". Riapri gli occhi, sei sempre sopra un prato, immerso nella nebbia. Nessuna traccia dei folletti, della raganella o della rete. Sorridi compiaciuto, fai un passo in avanti. "ma allora sei proprio cocciuto" ti giri, la raganella è dietro di te, su un ramo all'altezza del tuo viso e scorgi i folletti fare capoccella da dietro le piante osservandoti intimoriti.
"se prosegui in quella direzione rientri nella tela, sciocco!"
"E io che ne so?" sbraiti innervosito "qui c'è solo nebbia!"
"Ah! Folletti, non vede! Lui non vede!"
Al che i folletti gridano con le loro vocette e cominciano a soffiare tutt'intorno, la nebbia si dirada, come portata via dal vento. Sei in un'immensa prateria dove cresce qualche arbusto qua e là. Tutt'attorno un'enorme ed intricatissima tela che sale fino al cielo.
Ti gratti il capo incuriosito, mentre attorno a te i folletti si stringono la mano soddisfatti.
"come sei arrivato fin qui?"
ti chiede la Rana.
"Io non sono arrivato da nessuna parte. Io stavo dormendo nel mio letto!"
"allora ti hanno portato! E chi è stato?"
"BASTA! ZITTA! LE RANE NON PARLANO!!!"
Sbotti. Facendo di nuovo fuggire i folletti.
"L'ho portato io"
Dice una voce roca e molto profonda alle tue spalle. Ti giri e vedi un enorme caprone che ti osserva con i suoi occhi marrone chiaro.
"benvenuto su cìr-na-nòg"
una voce nella tua testa
"la terra degli spiriti"
"Cosa volete da me?"
"Metterti in guardia, stregone, noi siamo gli spiriti che proteggono questa terra, la tua magia corrompe e altera il nostro equilibrio, pervertendo questo paese."
Osservi il caprone, allibito, nervoso, irato, ma incapace di muoverti.
"Bada, uomo, bada che le tue azioni non offendano questa terra, perché essa è viva, bada che la tua perversione non intacchi questi luoghi preziosi".
Il caprone comincia a sparire, anche il prato comincia a sparire, il tutto viene avvolto dalla nebbia, molto velocemente.
"cuore superbo, occhi ciechi, mente ottusa"
sono le uniche cose che senti, come un eco lontano, che si trasforma in sibili e sospiri, mentre vieni ingoiato dalla nebbia che ti avvolge come un candido velo per poi scomparire lentamente mostrandoti la tua stanza. Resti immobile, in piedi sul tuo letto, osservandoti attorno.
Una calma innaturale pervade la stanza. Ti senti stupido, impotente e preso in giro.