Reverendissimo Padre Reymond,
spero che perdonerete la mia insolenza nello scrivervi, non richiesto, in questo momento in cui Voi state prendendo una grave decisione. Se ho osato farlo è però solo per mettervi al corrente di un mio intendimeno, che potrebbe essere preso in considerazione nel Vostro giudizio. Come avete ben potuto intuire, io dono infatti molto legato a queste giovani donne, che ora aspettano il Vostro verdetto; devo loro, alla loro ingenuità, alla spontaneità dei loro sentimenti, forse i momenti più felici della mia vita. E'' per questo che sento dentro di me il dovere, e direi il piacere, di ricambiarle in qualche modo. Non ho molto da offrire ormai a questo punto, se non la cosa più preziosa che gli Dei mi abbiano donato: la vita. Se il mio sacrificio potesse in qualche modo (e non spetta a me stabilirlo) fornire loro la possibilità di essere educate e nutrite alla luce della Fede per un'esistenza più serena sia sal punto di vista materiale che da quello spirituale, io non sentirei di essere morto invano e nel disonore, come Vi dicevo, Reverendo Padre. Qualcosa avrei fatto...e forse di bello. Vi imploro di non guardare con occhio severo questo mio scritto e questi miei sentimenti; essi non cercano una pietà a buon mercato, come non la cercano queste povere donne, della cui buona fede Voi, Padre, per primo confido che potrete rendervi conto, se io muoio e loro sopravvivono......