Luran Baekar, detto "il baronetto"
Altro personaggio degno di interesse, senza dubbio da tenere d'occhio.
Ufficialmente, medico. In realtà, stregone, negromante, trafugatore di
cadaveri, esperto di arti oscure e di testi occulti, dissacratore di
tombe, molestatore di anime di paladini e di sant'uomini trapassati.
Ha da poco approntato un laboratorio alchemico nella soffitta della
locanda "Il Gallo d'Oro", ovviamente senza mettere al corrente dei
rischi i suoi ignoranti compagni, e senza temerne le conseguenze.
A quanto sembra possiede diverse "cartuccelle", appunti di maghi che ha
avuto la fortuna di incontrare durante le sue avventure, testi
ovviamente in gran parte illegali.
Fortuna sua, certo non loro: questi suoi "colleghi" sono stranamente
passati tutti, o quasi, a miglior vita, ed i rimanenti certo non
scoppiano di salute. Luran non sembra assolutamente avere il fegato di
uccidere, tuttavia un buontempone potrebbe dire che porta iella, come
tutti i negromanti.
Pur essendo giovane, si dice abbia avuto esperienze mirabolanti, almeno
nell'ottica di chi professa la sua "arte"; nonostante ciò sembra essere
molto lento ad apprendere gli insegnamenti dei suoi tanti maestri,
evidentemente schiacciato dalla loro superiore personalità ed abilità.
Questa sua relativa "incapacità" cozza con uno smisurato orgoglio ed
un'inopportuna tracotanza: il fatto di avere così tanto potere a
portata di mano, e così poca padronanza dell'arte, unito al suo
carattere assolutamente privo d'umorismo, genere situazioni
estremamente comiche, quasi parossistiche, al punto da renderlo una
macchietta perfetta per una commedia (magari un po' volgare, concedo,
ma è una possibilità da non trascurare, pagano bene le farse).
A completare il quadro del personaggio, alcune maldicenze sulle sue
tendenze sessuali: i compagni sussurrano alle sue spalle di storie
sentimentali tanto rare quanto infelici. Le voci popolari sui
negromanti non aiutano certo a scagionarlo, tanto meno il rapporto
quasi morboso (almeno così mi riferiscono) con l'elfo Daniel, con il
quale condivide la stanza e, si dice, anche il letto.
Se gli mancano le donne, di certo non gli manca la fortuna, visto che
nonostante questo suo apparente "dilettantismo" finora non sia rimasto
imprigionato nelle maglie della giustizia. Fa riflettere il fatto che
l'unica volta che ha rischiato seriamente con l'Inquisizione, era da
solo, e non sotto l'ala protettiva (o forse semplicemente il buonsenso)
del gruppo; è riuscito a cavarsela, resta da scoprire in cambio di cosa
o di chi.
Del resto il suo sconfinato orgoglio gli impedisce di parlare dei suoi
insuccessi e dei suoi passi falsi, il che vuol dire che per lo più è
condannato al silenzio.
A suo vantaggio, e scudo, le amicizie altolocate, amicizie che
condivide con gli altri suoi compagni. Recentemente, in uno dei suoi
deliri di onnipotenza, mosso da un divertente desiderio di emulazione
nei confronti di tale Lord Volgar, mi è stato raccontato che ha preteso
dal Conte di Lagos l'assegnazione del medesimo titolo; rendendosi conto
di aver guadagnato all'istante il titolo di Buffone di Corte, si è
accontentato di essere soprannominato dai suoi amici "Il Baronetto".
Rimane il fatto che si tratta di una persona molto istruita, con cui
probabilmente sarà piacevole conversare, e soprattutto condividere
alcune conoscenze.
Ma soprattutto quello che me lo rende simpatico, o meglio
indispensabile, è che a quanto mi dicono quando la situazione si fa
calda non brilla certo per coraggio, ed anzi è il primo a nascondersi e
rintanarsi; il che significa che quantomeno sarò in buona compagnia, ed
insieme ci divideremo sia il riparo che le rampogne di chi rischierà la
pelle al posto nostro.
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