Una sala riservata coperta di arazzi dorati e di ricche tende purpuree... tu stai all'erta subito dietro la porta e coperto da un ampio tendaggio. Bisogna guardare le spalle al tuo signore, occhi più acuti delle linci, orecchie penetranti possiedono gli Elfi e gli eunuchi (!) ..Non dovresti ma il tuo sguardo scorre per l'ampia sala, non visto: il Duca, sì il Duca, il tuo signore, siede ad un angolo e legge con voce pacata e profonda da un libro, deve essere una poesia, qualcosa di antico, di molto musicale...
accanto a lui qualcuno intona una musica... con una cetra... lo accompagna
Ti devi scostare un po' per vedere chi sia.
Sì nella penombra...è debole la lucerna... una giovane bellissima.... bruna come la notte ma la pelle bianca... vestita di porpora e d'oro... le pupille taglienti come raggi di stelle... infelice chi incontra quello sguardo!
Ma sorride e contempla il tuo signore che legge assorto e ispirato... uno sguardo d'intesa tra i due è colto, inequivocabile, non si sbaglia... e poi una risata finissima, trattenuta di lei... lui che si alza... il leone rampante stampato sul petto... e pizzichi e risa e giochi... cadono sul lungo seggio felici... ma lei si rialza di scatto.. imponente e bellissima... bruna come la notte... e sorride giocosa e crudele...gli occhi scuri del Duca….si adombrano...
è una nube che ricopre il sole... spietata.... poi scompare come scacciata da un gesto potente...
Un bambino entra nella stanza da una porta coperta da tende e chiama con voce flebile: "Mamma!", pallido, livido, magro... si stringe al petto sensuale e lei chiude gli occhi, carezza i capelli arruffati e scomposti...
Il Duca si inchina... tocca la terra con il ginocchio... china il capo fino a sfiorare il freddo pavimento..
Una voce profonda: "Onore al Porfirogénito, mio Principe, mio Imperatore".
Ma il bimbo piange e rantola...piange e rantola...piange e rantola...è insopportabile...il petto brucia!il petto brucia!..rantola!..gli occhi di lei come freccia....su di te!