E' notte al campo di Edmund, i corpi dei dormienti paiono cullarsi dolcemente alla luce danzante dei fuochi. Chiudi gli occhi e ben presto ti pare di sentire, portata dal vento, l'eco di un canto sommesso e antico. Provi a destarti dal torpore, ma le tue membra sono inerti, in balia del sonno. La voce cresce, essa è canto austero di donna, ti parla nella lingua di tua madre, portandoti visioni.
Una figura minuta avanza zoppicando nelle tenebre, la pallida luce della torcia basta a malapena a rischiarargli il volto smunto e giallastro. Volge intorno lo sguardo, con aria timorosa, e stringe al suo petto il tomo che da tanto tempo sta portando con se', scrigno di chissà quale saggezza, di chissà quale speranza.
Io Sono Qui.
Osserva ora l'antico stregone, curvo a decifrare le pagine, inseguendo i misteri di ciò che mai fu scritto. Rigo dopo rigo, segno dopo segno, trova la sapienza, o perde il senno?
Io Sono Qui.
Are infuocate per Pyros, are infuocate. Si erge fiero tra le fiamme il Grande Sacerdote, cinto di ferro, e leva il maglio al Cielo in segno di saluto. Avvampa il rogo, ed ecco, si mostra l'ira e il trionfo dell'Occhio che squarcia le tenebre. Alta sopra l'incendio vola una pagina, e sfugge in seno al vento di Mezen.
Io Sono Qui.
Ombra tra le ombre, l'instancabile viandante è già in cammino. Mai rapace volò in un simile silenzio, mai felino scattò con tale grazia traditrice. Egli porta al Custode il dono più gradito.
Io Sono Qui.
Voce più gelida della brina notturna, voce di morto.
"Nell'ultimo giorno ai bugiardi furono rese in banchetto le mani dei ladri, ed ai ladri furono fatte ingoiare le lingue dei loro fratelli bugiardi, e si seppe che Abbadon era giunto."
Io Sono Qui.
Non ti svii il silenzio dei tumuli, non ti illuda la quiete delle cripte. Poichè Chi vi giace non riposa, ma attende.