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Diario di Myst – parte ventiseiesima – master Federico
Vintenberg, 1 marzo 508.
Nella locanda "il Gallo d'Oro" il tempo trascore sereno.
Si apre la porta ed entra un giovane accolito della chiesa di Kayah della città, che domanda di Faradyr. L'elfo, che stava lì in locanda ad oziare, segue incuriosito il religioso fino in chiesa, dove viene ricevuto da Padre Arkon, di passaggio in città.
Padre Arkon spiega a Faradyr che, in seguito alle capacità dimostrate da lui e dai suoi compagni nella missione per la chiesa di Reyks, anche lui avrebbe un incarico da affidar loro.
Si tratta di questo, spiega il predicatore: a Benson talvolta alcuni coraggiosi uomini delle chiese della luce si infiltrano per scoprire informazioni, e combattere da vicino le chiese delle tenebre.
Uno di questi valorosi, Padre Higgs, prete di Kayah, teneva periodici contatti con lui, nei quali riferiva delle scoperte fatte, dei progressi nelle indagini e di quello che succedeva nella città di Benson. Ebbene, ormai da alcuni mesi, da prima della guerra, di Padre Higgs non sono più arrivate notizie. Padre Arkon è molto preoccupato che possa essergli accaduto qualcosa di male e vorrebbe che Faradyr e i suoi compagni si recassero sul posto per indagare.
Faradyr torna in locanda e convoca tutti gli amici al piano di sopra, dove espone brevemente, e con un bel po' di giri di parole, quel che ci sarebbe da fare.
L'idea di andare a Benson non entusiasma nessuno, tanto che Alice e Daniel da subito si tirano indietro, chi per motivi personali chi per ragioni di affari. Gli altri si fanno accompagnare da Padre Arkon, per stabilire con più precisione le condizioni dell'incarico.
L'offerta di Padre Arkon convince tutti, anche i più titubanti, ad imbarcarsi nella missione: promette infatti di donare un intero palazzo, a Vaarden, ai coraggiosi che ritroveranno Padre Higgs, o informazioni importanti su di lui.
Tocca quindi organizzarsi.
Luran come prima cosa domanda al sacerdote di avere una lettera scritta da Padre Higgs di suo pugno, e gli viene consegnata. Gli altri si preoccupano, tra la serata e il giorno precedente, di recuperare materiale utile al viaggio.
Faradyr acquista un nuovo cavallo, per sostituire il fedele Funaro infortunato; Cormac si fa consegnare dall'armaiolo lo spadone, precedentemente ordinato, fatto su misura uguale al suo, gli consegna la vecchia arma per farla riaggiustare, e porta in viaggio quella nuova; Kar Dun pensa bene di acquistare un nuovo carretto, piuttosto grosso, per rendere il viaggio di tutti più confortevole.
Il 3 marzo il gruppo, salutati Alice e Daniel, e dopo essersi messi d'accordo per utilizzare la città di Zor, in terra di Krandamer, come base per eventuali comunicazioni via lettera, si mette in marcia.
Il viaggio non presenta sorprese, tanto che il 13 marzo viene raggiunta la capitale, Greyhaven.
Qui Luran insiste per fare visita al tempio di Reyks, dove esibendo la malleveria, riesce a farsi dare un bel po' di bende e pomate e unguenti medicamentosi, utili nel caso di problemi durante la missione a Benson; Cormac ne approfitta per pregare un po' S.Jonas e ringraziarlo del miracolo.
Luran trova poi un tomo un po' disordinato che tratta di ricette e medicamenti, e lo acquista, su consiglio del bravo libraio Hyde.
Il viaggio riprende l'indomani, nessuna emozione, viene raggiunta così Sontar, città in terra di Krandamer, nota agli antichi come Spurg.
Qui cominciano a intravedersi le tracce della devastazione causata dalla guerra, alcuni campi sono stati saccheggiati, edifici distrutti, e soprattutto i ponti di comunicazione con Benson sono ormai in rovina.
Su consiglio di Cormac viene fatta una ricca scorta di generi alimentari, che vengono immagazzinati nel carro per ogni evenienza: i ricordi dell'ultima disavventura a Benson hanno lasciato il segno.
Per raggiungere Benson, l'uomo della stazione di posta suggerisce che l'unica strada praticabile sia ormai un ponte di barche a Zornost. Dice che sulla sponda di Krandamer è previsto il pagamento di un pedaggio, mentre al di là del confine vengono requisite tutte le armi.
L'idea di viaggiare disarmati in terra di Benson non piace a nessuno, tanto che si cominciano a studiare vari sistemi per introdurre clandestinamente le armi.
Alla fine prevale l'idea di Cormac, di assicurare sotto al carro, con delle funi, le armi, di modo che siano molto difficili da individuare. Nel caso poi venissero scoperte, naturalmente, si potrà sempre tentare di corrompere le guardie.
Tutto va secondo i piani.
Le guardie al di là del ponte sono pigre e disinteressate, e grazie a qualche moneta neanche si alzano per sbirciare nel carro.
Si comincia a percorrere così la via lungo il fiume Alf, poco trafficata, che attraversa una campagna piatta e coltivata, non particolarmente ricca ma neanche miserabile.
Oltrepassata la città di Welt senza penetrarvi, per evitare guai, il gruppo preferisce accamparsi in campagna, lungo un sentiero laterale che si dipana dalla strada principale.
Durante il viaggio Kar Dun, Shuen e Aska si preoccupano di redigere una mappa approssimativa delle zone attraversate.
L'indomani si raggiunge una strada più grossa e frequentata, e ci si deve accodare dietro una fila di carri diretti anche loro a Benson. Sono i carri di alcuni mercanti che commerciano tra il Ducato e l'esterno, in tessute e legname(?)
Il mercante più chiacchierone si chiama Putin, detto Potino, che prima si assicura che il gruppo non sia composto di altri mercanti che vogliono rubargli le piazze, quindi si mostra cordiale e allegro.
A sera tutti i carri si accampano in una piazzetta di un villaggio con poche case, e viene fatta una cena sociale nella quale girano un po' di chiacchiere e di informazioni.
Le voci che circolano sono che ad Haufen ci sia stata una guerra violentissima, nella quale sono perito praticamente tutti gli uomini atti a combattere, le campagne devastate e le città distrutte. Al contrario nelle altre zone del Ducato la situazione pare tranquilla e anzi, da quando sono terminate le ostilità, si fanno affari d'oro.
Pare anche che i nobili di Benson e la popolazione in genere non veda di buon occhio l'intervento di "forestieri", gente del Granducato, perchè i Bensoniani si considerano un po' uno stato separato, indipendente.
I mercanti alloggiano in capitale in un quartiere tutto popolato da stranieri commercianti, ed è lì che sono diretti.
Il gruppo è molto misterioso sui propri intenti, ma i mercanti di Benson sono abbastanza avvezzi ai segreti per non insistere in domande indiscrete.
L'indomani si continua il viaggio con la carovana di mercanti, e a sera nuovamente si sosta tutti insieme.
Il villaggetto in cui ci si ferma c'è un ponte di barche sul fiume per la baronia di Oben, dove però i mercanti non vanno perchè non si fanno affari.
Putin dice anzi che probabilmente l'indomani le guardie di Oben verranno a fare un controllo nei carri per verificare che sia tutto in regola. Dice che però non c'è da preoccuparsi, perchè sono tutti amici; il gruppo si preoccupa allora di accordarsi con Putin, affinchè anche il proprio carro sia considerato in modo "amichevole" e non sottoposto a perquisizioni eccessive. L'accordo è fatto, e l'indomani tutto fila liscio: le guardie di Oben danno un'occhiata veloce, si accertano che non ci siano armi, e lasciano passare tranquillamente.
Il 2 aprile mattina la strada comincia a riempirsi sempre più di carretti che vendono frutta e verdura, di gente che passa, di bancarelle. Sopra il brulicare della gente si cominciano a vedere le imponenti mura della città di Benson.
Appoggiate alle mura si inerpicano delle fitte baraccopoli popolatissime, mentre la carovana di mercanti si dirige, scansando mendicanti e ladruncoli, fino alla porta principale, sovrastata da due torri, della città.
E così si entra a Benson, nella capitale del Ducato tanto temuto.
La via principale è larga e diritta, ma ai suoi lati si dipanano tanti vicoletti stretti e bui, nei quali circola moltissima gente.
I carri raggiungono la piazzetta principale del quartiere mercantile e qui il gruppo chiede e ottiene da Putin, dopo aver appreso che non ci sono vere e proprie locande, vitto e alloggio per loro, per il loro carro e i loro cavalli, in cambio di una corona d'oro al giorno.
Si trasborda tutto il contenuto del carro (e anche le armi nascoste lì sotto) nella stanza. Visto che non ci sono porte nè altri sistemi di sicurezza, si decide di chiedere a Putin come fare per tenere del materiale in modo "riservato".
Putin, incontrato a cena nella taverna, accetta di parlare con il gruppo la mattina successiva, con calma, nel suo ufficio.
Tutti vanno a dormire e la notte passa tranquilla.
Il mattino successivo, 3 marzo, Aska si sveglia molto presto e va a fare un giro per la città, alla ricerca del tempio di Kayah. Chiede indicazioni in giro finchè non viene a sapere che esistono due templi di Kayah, uno nei quartieri alti, che non possono essere frequentati dai comuni popolani, e l'altro nella zona povera. Si dirige a quest'ultimo tempio, che trova stranamente chiuso.
Aska si rende conto che i suoi abiti, pur essendo semplici e da viaggio, attirano molto l'attenzione della gente locale, così va in un mercatino e, in cambio del suo bel mantello, si fa dare due vestiti da popolana, che poi va a lavare nella piazzetta del quartiere dei mercanti, prima di poterli indossare.
Nel frattempo gli altri, alzatisi con molta più calma, vanno a parlare con Putin, gli spiegano che sono in città per scortare Luran, che è uno studioso, e si sono portati dietro, per eccesso di cautela, delle armi. Putin accetta di ospitare il gruppo anche se armato, ma vuole essere pagato di più. Suggerisce poi, per far sorvegliare l'equipaggiamento, di pagare qualche ragazzino del quartiere, in particolare può loro presentare un suo ragazzo che di solito non usa, tal Nick.
Nick accetta l'incarico di sorvegliare tutto, è un ragazzetto sveglio, sui 15 anni, che parla un singolare dialetto misto di Greyhaven e di espressioni Bensoniane.
Una volta tornata anche Aska dalla sua perlustrazione, il gruppo si compatta per andare insieme alla chiesa di Kayah, a chiedere di Padre Higgs.
Ma arrivati, verso mezzogiorno, nella piazzetta, subito si capisce che è in corso qualcosa di straordinario: ci sono alcune carrozze, delle guardie, e soprattutto moltissima gente.
Aska e Cormac, facendosi largo un po' a gomitate, riescono ad entrare nella chiesa affollata, e qui si rendono subito conto che si sta svolgendo un funerale.
C'è chi piange disperatamente, in particolare dei ragazzini nelle prime file, c'è una bara aperta al centro della navata, ed un paio di preti, nelle loro massime uniformi, che parlano.
E' morto Padre Higgs.
Dalla predica del Sacerdote si capisce che Padre Higgs non è deceduto per cause naturali, ma è caduto dalla finestra della sua canonica, schiantandosi sul selciato della piazzetta. E sembra che a buttarlo di sotto siano stati degli adepti di culti maligni.
Terminata la funzione si fanno un po' di domande in giro, ma nessuno sembra disposto a parlare. In particolare i ragazzini, che sono evidentemente i più affranti della morte del sacerdote, sono diffidenti e timorosi, e non sembrano disposti a parlare del loro amico prete.
Mentre la folla defluisce, Aska rimane incuriosita dalla porta della canonica, da cui escono subito i due preti, uno grasso e rubicondo l'altro affilato, con la faccia dell'inquisitore, e una volta che l'edificio sembra vuoto lei scassina di nascosto la serratura e si introduce.
La canonica è una costruzione semplice e nuda, attaccata alla chiesa e con essa comunicante. Al pian terreno non sembra esserci niente di interessante, ma di sopra, in quello che doveva essere lo studio del sacerdote, ci sono segni di perquisizione, una libreria rovesciata con tutte carte sparse per terra, c'è una tavola iconografica di Kayah sulla quale è stata inferta una coltellata; sul tavolo sono incise delle parole: "tutto è menzogna".
Aska riesce a recuperare, in mezzo al gran pandemonio, alcuni diari scritti da Padre Higgs, ed una strana mappa, che raffigura il pavimento di una chiesa.
Con tutto questo materiale Aska si ricongiunge ai suoi compagni e insieme tornano al quartiere mercantile per studiare i diari e cercare di trarne qualche indizio.
Prima Aska accompagna Cormac a comprare un abito da popolano anche per lui, che può essere utile per circolare senza attirare l'attenzione per le vie di Benson.
Il pomeriggio e la serata trascorrono nell'intensa lettura dei diari di Padre Higgs. Purtroppo tra i diari manca l'ultimo volume, quello che va da un anno or sono ai giorni scorsi.
Dai diari traspare la tranquilla vita di un prete di periferia, con la cura dei ragazzi del suo oratorio, le preoccupazioni per i più irrequieti e per i più devoti, come il piccolo Anselmo, le chiacchiere e le discussioni con l'amico Yako, ma niente di più, che si possa riferire in qualche modo all'attività di controllo e spionaggio di Padre Higgs.
L'indomani si decide che Aska, accompagnata da Cormac, andrà a cercare il il piccolo Anselmo, che forse sa qualcosa su Padre Higgs che non compare nei diari.
Così succede: i due indossano gli abiti locali e cominciano a girare e chiedere per il quartiere della chiesetta informazioni di Anselmo. Cercano di convincere dei bambini a dirglielo, ma questi sono poco collaborativi. Cormac prova a corromperli con dei "dischetti di metallo" utili per giocare a tappo, ma ottiene solo un'indicazione molto vaga.
Sconsolati, i due si siedono poi sui gradini della chiesa di Kayah, nella speranza di venire contattati da qualcuno.
Passa a un certo punto Shuen, che sta girando da sola per le vie della città, ma per non farsi notare tutti assieme Aska la manda via.
Infine, dopo parecchio tempo e parecchia noia, Aska e Cormac fanno per allontanarsi dalla piazzetta e vengono fermati in un vicolo da un ragazzetto, che gli chiede perchè vogliono parlare con Anselmo. I due glie lo spiegano, e poco dopo arriva Anselmo.
Anselmo avrà circa 14 anni, ed è molto devoto a Kayah. Dopo qualche scambio di battute inizia a fidarsi di Aska, e le confida che Padre Higgs era molto preoccupato, negli ultimi tempi. Dice anche che è stato lui ad arrivare per primo sul luogo del delitto, e di aver salvato alle fiamme del camino alcuni fogli scritti dal sacerdote ucciso, che stranamente stavano bruciando. Lui, come ogni bensoniano, è analfabeta, ma accetta di dare questi fogli ad Aska. Sono frammenti dell'ultimo diario.
Dice poi di conoscere Yako, che è uno studioso che abita nella zona nobile della città, e che quindi non può essere in alcun modo contattato. Se però lo vedesse, promette di dirgli che lo stanno cercando. Aska dice ad Anselmo dove dimori, il ragazzino anche mostra la sua casa, in modo che sia possibile contattarsi in futuro.
Al ritorno Aska e Cormac parlano un po' dell'accaduto, quindi vanno nei loro alloggi a studiare il diario ritrovato.
Tra le pagine del prete morto, scritte con una grafia alquanto difficile da interpretare, traspare l'inquietudine di Higgs a proposito di qualcosa di importante che ha scoperto, che vorrebbe comunicare a Padre Harkon, e della sua preoccupazione e attesa di una lettera. Si percepisce la diffidenza nei confronti delle autorità della chiesa di Kayah della città, l'affetto e la cura per i suoi ragazzini, in particolare per Anselmo, il più devoto, per Innocenzo, che nonostante la sua famiglia un po' così, ha forse la stoffa del predicatore, e per Callisto, che lo preoccupa perchè un po' un brutto ceffo, poco illuminato dalla luce di Kayah. Dal diario si capisce anche che Yako è solito fare esperimenti sulla dinamica dei liquidi, al fiume, gettandoci legnetti dentro.
Nel frattempo Shuen sta girando da sola per la città di Benson, per i quartieri più malfamati, alla ricerca di chiese di cui studiare il pavimento.
La ragazza chiede informazioni in giro, ma nessuno sembra considerarla granchè: la gente sembra tutta andare di fretta. Alcuni le suggeriscono di andare alla chiesa di Kayah, ma Shuen già c'è stata, quindi si allontana ulteriormente dalla zona.
Infine un tale le dice che c'è una chiesa di Reyks, e di seguirla, che ce l'accompagna lui.
Shuen lo segue, sia pure un po' sospettosa, e questi la conduce per un labirinto di vicoli fino a farle perdere l'orientamento. Quindi arriva ad un edificio, dove c'è una porta aperta e alcuni omaccioni seduti, e fa per introdurre Shuen. La ragazza si rende conto di essere caduta in un tranello e fugge, mentre gli uomini la inseguono vociando.
Shuen è molto veloce e corre svelta per i vicoletti, ma quando, con il cuore che le batte in petto, si ferma a riprendere fiato, si rende conto di essersi del tutto smarrita.
Nel pomeriggio, una volta che tutto il gruppo si è riunito e si sono letti e riletti i diari di Padre Higgs, si decide di andare lungo il fiume a cercare di trovare, con una bella botta di fortuna, il suo amico Yako lo scienziato.
Faradyr, Cormac e Shuen vanno verso est, gli altri verso ovest. Nessuno dei due gruppi trova alcunchè, salvo un mulino ad est, che incuriosisce un po' per via di alcune cose scritte nel diario di Padre Higgs. Ma il mulino è tranquillo, non nasconde niente di misterioso.
Il Nano, Aska e Luran, di ritorno dalla loro infruttuosa esplorazione del fiume verso ovest, provano ad avventurarsi nel quartiere sud, al porto, ma invano: si trovano coinvolti in una rissa molto pericolosa, sono attaccati da moltissimi buzzurri, Aska si arrampica sui tetti delle case e finisce per fare a padellate con i malintenzionati, Luran scappa via, il Nano combatte un po' e poi tutti, fortunosamente, riescono a dileguarsi.
L'indomani Aska e il Nano vanno a curiosare al mulino, mentre Cormac chiede a Putin di rintracciargli Yako, e Putin acconsente, ma solamente in cambio dello Zwaihander, non accetta soldi o altro, si è innamorato dello spadone di Cormac e vuole quello per forza. Cormac accetta, in cambio di un'altra arma, sia pure più comune. L'affare è fatto e Putin promette di rintracciare Yako per l'indomani.
Cormac e Faradyr si recano anche loro al mulino, incrociano i loro compagni, non scoprono niente e tornano indietro. Il pomeriggio e la serata anche non sono fruttuosi, Aska fa un po' di domande ad Anselmo, scoprendo informazioni su Innocenzo (figlio di un capo mafia del quartiere) e sulle condizioni della casa di Padre Higgs al momento del ritrovamento dei fogli nel camino (Anselmo l'ha trovata in ordine, segno che il diario l'ha bruciato il prete per non farlo cadere in mani sbagliate, e che solo dopo la casa e' stata perquisita).
A sera Putin comunica che ha rintracciato Yako, che l'indomani mattina sarà da un mercante suo conoscente.
Il giorno seguemte, 6 aprile, tutti si preparano e vanno dal mercante, presto ne vedono uscire un signore dall'aria svagata e stravagante, che è chiarmanete Yako.
Aska gli va vicino e gli chiede di fermarsi, per parlarci, ma Yako è un tipo davvero strano, e continua a camminare facendo discorsi abbastanza incoerenti. Sembra che stia pensando a 100 cose contemporaneamente, e non presta grande ascolto ad Aska, ma si dirige a passo spedito verso la zona nobile della città.
Aska dopo un po' si stufa di insistere con Yako, ma le subentra Cormac che, con grande faccia tosta, imbocca nella città nobile con Yako, assieme agli altri. E quando una guardia si avvicina allo scienziato, questi la manda al diavolo senza tanti complimenti.
Il gruppo imbocca senza problemi a casa di Yako, che è disordinatissima, piena di carte, fogli e aggeggi strani, e dove Yako parla tranquillamente di qualsiasi cosa: di esperimenti, di mulini a vento, di scienza e di religione, di Padre Higgs, suo amico di infanzia, di differenze razziali e tra uomini e donne, di seggiole scassate...
Acconsente a leggere il diario di Padre Higgs, e la lettura commentata da lui è illuminante. Si capisce infatti che Padre Higgs aspettava una lettera da parte di un certo Padre Acca, di Stadth, e finchè non l'avesse ricevuta non poteva scrivere a sua volta a Padre Harkon. Dopodichè si capisce che va a parlare con il Vescovo di Benson, che lo delude molto, gli appare corrotto e malfidato. E infine è costretto a chiedere aiuto a uno dei suoi discepoli, a Innocenzo, per fare qualcosa (di illeggibile, a causa delle bruciature della carta) in un mulino.
Si capisce che il giovane Innocenzo è stato messo al corrente, da padre Higgs, del terribile segreto. E' quindi necessario parlarci. Un ultimo indizio inquietante riguarda il riferimento, nella lettera, alla minaccia rappresentata da un "occhio", che, grazie alle informazioni di Yako, si scopre essere lo stemma del Marchese di Uhr.
Il gruppo esce dalla zona ricca e Aska si reca, accompagnata dagli altri, a chiedere a Anselmo informazioni su dove viva Innocenzo.
Ma Anselmo sconsiglia al gruppo di contattare il ragazzo che, a quanto dice, è pericoloso, sia lui che tutta la sua famiglia, il fratello maggiore, lo zio, il padre e così via. Dice comunque che è possibile trovarlo spesso nella piazzetta del lavatoio.
Il gruppo va li'. Il Nano è l'unico a portare, in un sacco, la sua accetta, e a indossare armatura di cuoio. Gli altri hanno al massimo un pugnale o un tirapugni. Ma si va lì per parlamentare, non certo per attaccare briga.
Nella piazzetta ci sono le donne a lavare i panni, e dei bambini che giocano. Uno di loro, vedendo il gruppo, si allontana. E poco dopo cominciano ad arrivare dei ragazzi, sui 16-17 anni, che si piazzano alle varie uscite della piazza. Le donne iniziano a radunare i bambini e ad allontanarsi.
Dopo un po' i ragazzotti, che sono un po' in cerchio intorno al gruppo, si aprono a far passare un ragazzo, senza un braccio, che sembra rispondere alle caratteristiche del fratello maggiore di Innocenzo. Si avvicina a Cormac e gli dice di sloggiare dal quartiere e di non farsi più vedere.
Cormac è molto collaborativo, acconsente ad andarsene, ma dice soltanto che vuole parlare con Innocenzo, che se lui fosse interessato a parlare con loro li può trovare nel quartiere dei mercanti. Il capo banda però non risponde, e sferra una capocciata a Cormac, colpendolo di striscio. Cormac non reagisce, e tende ad arretrare, ma il ragazzaccio dice ai compari: "pestateli e lasciateli andare".
Non c'è molta scelta. Kar Dun, sperando di intimidire i picciotti, estrae la sua ascia. Ma ottiene l'effetto opposto di farli scatenare ancora di più. Tutti in cerchio circondano i quattro, Aska tenta di inseguire il fratello di Innocenzo, che intanto si è allontanato, ma viene afferrata da due individui e bloccata. I due la immobilizzano, mentre gli altri, con pugnali in mano, attaccano Cormac, Kar Dun e Faradyr. Il Nano tiene un po' tutti a distanza e ferisce alcuni bravacci, ma Faradyr si limita ad evitare i colpi, per non esporsi, e anche Cormac sarebbe orientato a mantenersi sulle difensive: tutti contano che il Nano, feriti alcuni dei ragazzi, riesca a metterli in fuga. Tuttavia ad un tratto uno dei due che tengono ferma Aska le conficca fino al manico un pugnale nella schiena. La ragazza grida di dolore. Cormac attacca allora il tizio che tiene Aska, esponendosi ai colpi di altra gentaglia. Aska cade a terra svenuta, Kar Dun ferisce gravemente un paio di tizi, Faradyr continua a tenersi sulle difensive.
Dopo alcuni scambi di colpi, in netta inferiorità numerica, anche Cormac viene ferito due volte al ventre e cade, perdendo i sensi. I bravacci intimano allora all'elfo e al nano di raccattare i compagni feriti, di farsi dare qualche calcio nel sedere e di andarsene alla svelta dal quartiere.
Mentre Faradyr è disposto a collaborare, il Nano si rifiuta di scendere a patti con la marmaglia. E mentre l'Elfo getta le armi e va in soccorso di Aska e Cormac, Kar Dun da solo continua a combattere con una dozzina di persone.
Kar Dun si batte come un toro, mentre Faradyr cerca di ridurre tutti alla ragione e a convincere avversari e Nano a deporre le armi. Buttati giù una mezza dozzina di avversari, che incredibilmente non si ritraggono nemmeno vedendo gli amici gravemente feriti dall'accettona, Kar Dun è costretto ad arrendersi, e lascia cadere l'ascia. Ma i suoi nemici se ne infischiano, e continuano ad picchiarlo finchè non lo buttano a terra e insistono a pestarlo, gli spaccano il setto nasale e lo riducono uno straccio.
Faradyr assiste impotente alla scena, quindi chiede a quello che sembra il capo della cricca se gli può prestare un paio di ragazzi per riportare indietro i compagni feriti, ma riceve come risposta un rifiuto.
E così l'elfo si trova da solo, con tre amici feriti gravemente, in mezzo alla piazzetta nel quartiere popolare di Benson.
Faradyr comincia a rappezzare meglio che può la ferita di Aska, che perde molto sangue. Poco dopo vede che arriva nella piazza il ragazzo senza un braccio, assieme al fratellino minore, con un mulo. I due lasciano l'animale a Faradyr, intimandogli di andarsene da Benson e di non farsi mai più rivedere, nè lui nè i suoi compagni, nè nessun altro del Granducato.
Faradyr ringrazia, prende in braccio Aska, medicata alla meglio, mentre Cormac si alza in piedi dolorante, e insieme mettono sul mulo Kar Dun, che è tutto rotto.
Il viaggio fino a casa di Putin è abbastanza lungo, ma qui subito Luran può prendersi cura dei feriti, in particolare della ragazza, che è molto debilitata per la grande perdita di sangue. Kar Dun è però il più grave, perchè ha un ginocchio rotto. Sarebbe importante farlo vedere al più presto da un guaritore. Ma guaritori, qui a Benson, è difficile trovarne...
Intanto Putin, avvisato dai suoi uomini dell'accaduto, si presenta furibondo al gruppo, intimando ai suoi ospiti di andarsene immediatamente da casa sua. Dice che possono restare al massimo fino al mattino seguente, dopodichè lui chiamerà le guardie e li farà arrestare.
Durante la notte allora Luran, con l'assistenza di Faradyr, decide di utilizzare i suoi poteri magici per curare la gamba del Nano ferito, che altrimenti non sarebbe in grado di partire l'indomani.
E così il 7 aprile, al sorgere del sole, si abbandona casa di Putin.
Il carro prende la direzione verso Est, dove si trova la città in cui vive Padre Acca, l'ultimo contatto di Padre Higgs.
Uscendo da Benson però il carro viene avvicinato da un tale, che dice di chiamarsi Edward e di essere stato un amico del povero Padre Higgs. Dopo un breve scambio di battute, il brav'uomo offre ospitalità al gruppo, nella sua umile dimora in periferia di Benson. Tutti accettano, anche perchè le condizioni di salute generali sono molto tristi.
Nella baracchetta di Edward c'è posto solo per i feriti, mentre gli altri dormono sul carretto, che comunque non è il caso di abbandonare incustodito. Kar Dun si sveglia soltanto dopo alcune ore, mormorando imprecazioni, mentre Aska e Cormac sono debilitati, ma coscienti. Il povero Nano d'altronde, nonostante la magia di Luran gli abbia riaggiustato il ginocchio frantumato, ha pur sempre molti problemi, ha il naso rotto, alcuni denti mancanti, è pieno di tagli e contusioni.
Edward parla abbastanza poco, ma lascia intendere che i devoti dei culti satanici spadroneggiano abbastanza nella sua zona: in particolare lui ebbe il coraggio di denunciare alcuni loro spostamenti, e si è trovato la famiglia massacrata orribilmente. La gente della baraccopoli conosce abbastanza bene quel che succede al di là del fiume, dove si riuniscono i devoti dei culti delle tenebre. C'è infatti una chiesa sconsacrata, un piccolo edificio in pietra con accanto un mulino, dove pare vengano officiati riti immondi, e dove i satanisti si riunirebbero talvolta per congegnare chissà quali tremendi piani.
Edward aveva avvisato padre Higgs, circa tre mesi prima, dell'avvicinarsi di un tale incontro, ed è lì che probabilmente il sacerdote aveva deciso di mandare Innocenzo in avanscoperta.
Dopo qualche giorno di permanenza a casa di Edward, le condizioni di salute generali del gruppo cominciano lentamente a migliorare, e visto che il cibo scarseggia Cormac va talvolta a pescare al fiume, sia pure senza grande successo, mentre gli altri barattano abiti e altri oggetti in cambio di cibo.
Visto che una delle idee del gruppo era quella di andare a Stadt da Padre Acca, Edward sconsiglia caldamente di mettersi in moto in quella direzione: nella città prima, lungo la strada, c'è sempre guerra, bande di armati, violenze e uccisioni, è praticamente impossibile passare incolumi.
Edward intanto ha raccolto alcune informazioni, in particolare su Innocenzo, che è finito in prigione per aver tentato di rubare a casa di un nobile. Ancora non è chiara l'identità di questo nobile, che potrebbe essere coinvolto nella brutta storia, magari il ragazzino cercava chissà che prova o indizio importante sui traffici coi satanisti.
Qualche giorno dopo ancora, una volta che le condizioni di Aska sono migliorate, lei e Faradyr si fanno traghettare sull'altra sponda del fiume e vanno a fare un sopralluogo al mulino.
Già da moltissima distanza si ode l'abbaiare di un cane, che allerta il mugnaio: si tratta di un uomo dallo sguardo intenso e vivace, con i baffi e l'aria vigile. Faradyr e Aska si fingono due viandanti, ma non riescono ad entrare nella cappella attaccata al mulino, che è chiusa e sorvegliata.
Ai due non resta altro che sedersi su un pietrone, vicino al fiume, e aspettare pazientemente il barcarolo che li riporti sull'altra sponda, con un nulla di fatto.
Infine da Edward arriva la notizia che il nobile nella cui casa il giovane Innocenzo s'era introdotto è il Barone di Welt.
E' il 17 aprile e l'indagine sembra proprio a un punto morto, ci sono molti indizi e piste interessanti, ma nessuna può essere materialmente percorsa.
Mentre il gruppo si spreme le meningi interrogandosi su cosa fare, Edward arriva con una notizia molto interessante: pare che i familiari di Innocenzo, con la compiacenza di alcune guardie, la sera vadano a visitarlo in cella, parlandogli attraverso le sbarre della finestra, che affaccia al pian terreno, sul retro dell'edificio delle prigioni.
Per ringraziare dell'informazione, Faradyr acconsente a cedere il suo cavallo Goloso, che venga pure mangiato dai poveracci della periferia di Benson, gli amici di Edward.
Dopo una brevissima discussione si decide che andranno a far visita a Innocenzo Aska e Luran, lui perchè è la persona che si è meno fatta notare in città, lei perchè è l'esperta di religione del gruppo, quindi la più adatta a colloquiare con il ragazzo che, secondo Padre Higgs, avrebbe uno "spirito da sacerdote".
I due, al mattino seguente, si vestono da straccioni e si fanno accompagnare da un vicino di casa di Edward nella piazza principale di Benson, dove si trova il mercato e la caserma delle guardie, a metà strada tra i quartieri ricchi e quelli popolari. Qui Aska e Luran si mescolano alla folla, atteggiandosi un po' da mendicanti, aspettando senza far nulla che cali la sera. Infatti sanno che è col buio che i familiari di Innocenzo vanno a trovare il loro congiunto recluso.
Scende la sera senza eventi di rilievo. Aska e Luran si nascondono nei vicoletti tenendo sott'occhio le vie d'accesso alla zona ricca. Ci sono continue ronde di guardie, a piedi e a cavallo, che seguono sempre gli stessi percorsi.
Ad un tratto i due individuano un'ombra furtiva e iniziano a seguirla. Non è facile, perchè devono stare molto attenti a non farsi vedere dalle guardie, e soprattutto quando la sagoma misteriosa si introduce nei quartieri alti diventa difficile seguirla.
Aska è molto abile a non farsi vedere, ma anche Luran se la cava egregiamente. Ad un tratto però il giovane mago si accorge che una guardia l'ha notato, i loro occhi si incrociano per un lunghissimo istante, finchè la guardia fa finta di nulla e guarda dall'altra parte: evidentemente era una guardia corrotta, e ha scambiato Luran per qualcun altro.
Raggiunto un vicolo accanto alla prigione, Aska prova a fare il giro intorno all'edificio, per individuare la cella di Innocenzo. Ma a un tratto, voltato un angolo, si trova improvvisamente di fronte un tizio, davanti a una finestra, che sta parlando con qualcuno. Aska gli fa segno di tacere e torna indietro da Luran.
Passano alcuni lunghi minuti, finchè i due si decidono a tornare alla cella dove prima stava lo sconosciuto: adesso non c'è più nessuno. Si avvicinano alla finestra e chiamano Innocenzo, che poco dopo si affaccia, incuriosito.
Il ragazzino ha un atteggiamento sospettoso e non si fida subito che Aska e Luran siano mandati da un amico di Padre Higgs. Accetta di parlare soltanto dopo che la ragazza ha recitato una preghiera di Kayah, in questo modo si tranquillizza che lei non sia una devota di culti maledetti. Dopodichè Innocenzo racconta di quello che ha visto al mulino.
Al mulino c'era un sacco di brutta gente, stavano nella chiesetta lì adiacente ed erano circa dieci persone. Nell'aria si inalavano fumi e strani vapori, forse degli incensi incantati, e anche gli abiti dei presenti erano sicuramente paramenti rituali. Innocenzo ha assistito ad una discussione nella quale i loschi figuri parlavano di andare a prendere un certo "testimone", da qualche parte fuori da Benson, e che ci sarebbero andati gli "attori". Il tutto sarebbe accaduto qualche mese dopo, a cose pronte. Parlavano molto per metafore, era difficile seguire il filo del loro discorso.
Innocenzo non sa altro, dice che le ragioni della sua reclusione non c'entrano niente con Padre Higgs, e mette in guardia, con fare minatorio, Aska e Luran, perchè sono stati visti da qualcuno mentre venivano a parlargli, e visto quel che era successo qualche giorno prima loro non avrebbero dovuto più mettere piede dentro Benson. Ha un atteggiamento un po' da bulletto, nonostante Aska cerchi di fargli una breve predica in cui gli dice che Padre Higgs non sarebbe contento di sentirlo parlare così, nè Kayah approverebbe.
Aska e Luran se ne tornano nei quartieri poveri cautamente, qui si nascondono tra l'immondizia della piazza del mercato e trascorrono la notte all'aperto. Appena sorge il sole tornano fuori dalle mura, ricongiungendosi ai compagni.
"Puzzate più della mia barba", li accoglie il Nano. I due fanno un dettagliato resoconto di quanto hanno scoperto nella visita notturna ad Innocenzo. Si comincia a discutere sul dafarsi.
C'è ormai poco da fare, tocca andar via da Benson. Tutte le altre ipotesi sono decisamente impraticabili. Edward, dopo un po' di incertezze, acconsente a partire verso il Granducato con gli altri, abbandonando la sua miserrima vita bensoniana.
Il pomeriggio Aska, accompagnata da Cormac, va a salutare Anselmo, a casa sua. I due però girano parecchio per le stradine del quartiere povero, onde evitare di passare per la piazzetta dove si tenne il pestaggio, e quando finalmente arrivano a casa di Anselmo il ragazzino non si fa vedere. Sono quindi costretti a tornarsene dagli altri con le pile nel sacco. Passano prima un'ultima volta davanti alla chiesupola di Kayah, che è ancora chiusa come l'avevano lasciata. Un ultimo sguardo a Benson, e ci si prepara a partire.
Edward trova modo di scambiare uno dei cavalli del Nano, il buon Rosalino, con delle razioni, per avere il cibo necessario durante il viaggio. Il mattino dopo, 20 aprile, si parte.
Mentre il carro segue la via principale, che attraversa Benson, Faradyr, con Luran e Shuen, trasportano armi e libri compromettenti del mago fuori dalla città, facendo il giro largo. Ad un tratto l'elfo individua, in mezzo alla pianura sconfinata, verso nord, uno sperone roccioso che sembra lontanissimo, e che gli ricorda la forma della città di Recht, dove passò anni orsono in compagnia di Porter, Yorik, Flaherty...
Il gruppo si ricompone e viaggia spedito e senza inconvenienti verso occidente. Passano alcuni giorni senza alcun evento di rilievo, finchè il 23 aprile si raggiunge, a sera, il ponte che fa da frontiera tra la terra di Benson e la più civile Krandamer.
E' troppo tardi per passare, tanto che tutti sono costretti ad accamparsi nei pressi del ponte, in attesa che sorga il sole. Durante la notte Aska e Cormac vanno un po' in giro per la campagna bensoniana, mentre al turno di guardia di Luran e Faradyr un paio di guardie bensoniane mezze ubriache attaccano bottone e riescono a farsi dare da bere e alcuni vestiti.
Al mattino si passa il ponte.
Dalla parte di Benson non ci sono difficoltà, a nessuno importa nulla di chi entra e chi esce. Dal lato di Krandamer i controlli sono invece più attenti.
Uno per uno, tutti i membri della comitiva vengono fatti scendere dal carro, perquisiti e interrogati. La storia che viene raccontata è che il gruppo è composto da mercanti, intenzionati a scambiare vestiti con la città di Benson, e che hanno ricavato poco e niente dall'affare. Tuttavia la storia non sembra credibile alle guardie, che quando arrivano a interrogare Luran restano molto incuriosite dai reagenti che questi si porta dietro (è soltanto quel che serve per i miei preparati magici... hem... medici!).
Edward viene identificato subito come Bensoniano e sbattuto in cella, mentre il carro viene perquisito da cima a fondo. Sono trovate le armi, che non destano alcun interesse, e le carte di Padre Higgs, che suscitano curiosità e sospetto, e infine lo zaino di Luran, con i suoi testi di magia che subito attirano l'attenzione.
Davanti ai diari di Padre Higgs, tutti quanti sono costretti ad ammettere che la reale ragione del viaggio non era semplicemente quella di fare scambi commercali, ma che c'è dietro un incarico ufficiale e riservato da parte della chiesa di Dytros. Una prova di quanto affermato è anche la presenza, tra le carte, di alcune menzioni speciali d'onore della Chiesa di Reyks.
Le guardie accettano questa seconda versione dei fatti ed acconsentono a far passare tutto il gruppo, tranne Luran. Per Edward chiedono semplicemente che una persona del Granducato, nello specifico caso Cormac, firmi un foglio in cui si assume la responsabilità dell'operato del bensoniano che deve essere ammesso a Krandamer.
Luran però, a causa dei reagenti magici e dei volumi di magia che si porta dietro, viene chiuso in cella in attesa di accertamenti ulteriori: le guardie non sono infatti in grado di distinguere magia legale da magia illegale, e quindi hanno bisogno di qualcuno che esamini gli incartamenti e i reagenti di Luran.
Si decide di scrivere subito una lettera a Padre Arkon, per dirgli di mandare alle guardie di Krandamer una missiva per facilitare la liberazione di Luran. Quindi Faradyr sceglie di restare accanto all'amico imprigionato, mentre Shuen approfitta del periodo di attesa per andare a far visita ai suoi genitori, a Sienna, non molto distanti da lì. Gli altri decidono di partire per Zor il prima possibile, onde trovare, possibilmente, un contatto con Padre Arkon e liberare Luran.
Nel pomeriggio però, prima di partire verso le varie destinazioni (soltanto Shuen non perde tempo e se ne va immediatamente), il gruppo rimane incuriosito da una compagnia di artisti girovaghi provenienti da Benson. Anche se sembra improbabile, il discorso riferito dal piccolo Innocenzo, che parlava di "attori" sulle tracce di un "testimone" è sufficiente per destare un certo margine di interesse nella compagnia di artisti. Così, mentre Edward, affascinato dal nuovo mondo in cui si trova, si guarda intorno ammaliato, Kar Dun va a guardare i giocolieri e ci scambia in seguito alcune chiacchiere in locanda: ci sono due uomini e una donna, un mangiafoco, un giocoliere che lancia i coltelli ed una incantatrice di animali. Sembrano socievoli e simpatici, oltre che molto bravi.
Aska e Cormac contemporaneamente vanno a fare una perlustrazione ai carri. Lui rimane indietro, mentre lei si avvicina con l'intenzione di apparire quasi dal nulla alle persone che stanno lì: vede infatti una bambina sul carro e una donna anziana e zingaresca che si scalda vicino a un fuoco. Aska si avvicina molto furtivamente, ma quando si presenta si accorge che donna e bambina stavano tranquillamente già guardando dalla sua parte, come se si aspettassero di vederla comparire.
Aska comincia a parlare alla signora anziana, facendole alcune domande sulla sua provenienza. L'anziana veggente dice di provenire da Benson "un luogo magico", ma poi dirotta la conversazione su Aska, dicendole che tra due giorni la ragazza commetterà uno dei più gravi errori della sua vita, ad Havel. Le dice che sta cercando una verità di cui è sicura, ma che in realtà non esiste, e confonde Aska con tutta una serie di altri discorsi molto strani. Aska la paga con un paio di monete d'argento e altrettante di bronzo, quindi chiede se si può unire alla compagnia di girovaghi. La vecchia annuisce e dice che loro stanno proprio andando ad Havel. Sul carro c'è un'altro membro del gruppo, una ballerina di nome Linda, che si sta preparando per lo spettacolo della sera stessa.
Quando Aska torna indietro da Cormac, gli racconta quanto ha appreso e si mostra abbastanza turbata. Tuttavia sembra intenzionata a far tutto tranne che ad andare ad Havel con i girovaghi.
Nel frattempo Kar Dun, parlando con gli altri membri della compagnia, apprende i nomi della ammaestratrice di serpenti, Natalia, e della veggente, Iolanda. Arthur è l'attore del gruppo.
A sera c'è lo spettacolo, nei pressi dei carri. Tutti vanno ad assistere, anche se Aska ad un certo punto si allontana dal pubblico e va a dare un'occhiata su uno dei carri, quello non utilizzato come palcoscenico. Ma c'è la bambina a cassetta, che la vede, tanto che Aska non può che fare buon viso a cattivo gioco e sedersi a cassetta vicino alla piccola, cercando di scambiarci due parole. La bambina però non parla, quando Aska le chiede quanti anni abbia fa cinque con la mano. E' una bambina molto bella, bionda e riccioluta, ma ha uno sguardo inquietante, come se sapesse molte più cose di quanto non sia naturale per una bimba della sua età.
Al termine della rappresentazione alcuni fanno visita a Iolanda la veggente.
Il primo è Kar Dun, che intavola una discussione molto complessa con la vecchia, a proposito dei mandanti del Nano stesso, che secondo Iolanda sono delle persone che vogliono rompere il giusto equilibrio che vige nel Ducato, persone che neanche il Nano conosce a fondo. La conversazione turba molto il Nano, che a un certo punto comincia a maturare la convinzione che la veggente sappia molto più di quanto non dice, e che sia in qualche modo al corrente dei loro affari con la chiesa di Dytros.
Faradyr anche va dalla veggente, con una domanda molto più semplice: le chiede semplicemente se la bella ballerina sia impegnata, e se lui abbia qualche speranza a provarci con lei. La veggente sorridendo divertita dice che Linda ha un cuore molto difficile da raggiungere, che è madre della bambina del carro, che ha molti pretendenti ma non è impegnata; e che l'elfo, che è un bel ragazzo, ha sicuramente qualche possibilità di successo.
Infine, dopo essersi consultato con Aska, va Cormac. Mette una corona d'oro sul tavolo e chiede alla vecchia chi sia il testimone e dove stia andando a prenderlo. La veggente rimane un attimo in silenzio, quindi ammette che Cormac ne sa più di quanto non ne sappia lei stessa, ma poi prende un bastoncino di legno e lo mette in equilibrio su un altro legnetto. Da un lato poggia una corona, poi ne chiede un'altra a Cormac per ristabilire l'equilibrio. Cormac glie la da, e il bastoncino torna in equilibrio. Cormac le chiede poi se avranno occasione di incontrarsi nuovamente, in situazioni peggiori di questa, e la vecchia risponde di si', che lui li seguirà ad Havel per rubar loro una moneta d'oro.
Cormac non capisce la metafora, tanto che pensa immediatamente ad Aska e alla profezia secondo cui lei avrebbe seguito i girovaghi ad Havel, e lui quindi sarebbe andato a cercare quella "moneta d'oro". Ma poi, parlando brevemente col Nano, al quale anche è stato fatto un discorso a proposito di equilibri del Ducato e cose simili, si capisce che c'è un senso comune a tutte le profezie, un senso che lascia pensare che davvero la veggente Iolanda sia in qualche modo al corrente degli scopi del gruppo.
Terminato lo spettacolo, Aska va dietro ai carrozzoni per attaccare bottone con l'attore, ma non ottiene grande successo, venendo rapidamente liquidata in modo brusco.
Faradyr dal suo canto, invece di tornare subito in locanda con gli altri a dormire, si trattiene un po' con la compagnia di attori, scambiando chiacchiere con tutti e in particolare corteggiando garbatamente la timida e bella ballerina.
A notte fonda Faradyr entra rumorosamente in locanda e racconta agli altri che ha parlato con gli artisti, che sono sicuramente brave persone e non c'è niente da temere da parte loro. Ma non convince i suoi compagni, in particolare Kar Dun è convinto che gli attori la sappiano lunga, e anche Aska e Cormac sono propensi a crederlo. Si discute quindi cosa fare l'indomani, come organizzarsi.
Alla fine si decide che Faradyr si recherà a Zor a chiedere informazioni da Padre Arkon, in particolare per tirar fuori dai guai il buon Luran; con Faradyr andrà Edward, che così si allontanerà da Benson e potrà comunicare le informazioni di cui è al corrente alla Chiesa di Dytros. Gli altri, vale a dire Aska, Kar Dun e Cormac, seguiranno la compagnia di attori fino ad Havel, per accertarsi se siano veri e semplici artisti girovaghi o qualcosa di più.
L'indomani Faradyr di buon mattino si presenta ai carrozzoni con un bel dolce, fa colazione con gli attori e quindi accompagna al fiume a lavare i panni la ballerina e sua figlia Lisa, chiacchierando a lungo con lei e passando ore piacevoli. Viene così a sapere che la vecchia Iolanda è molto preoccupata e timorosa nei confronti dei suoi compagni, che ritiene non siano semplicemente quello che sembrano. Viene anche a sapere che loro altri riprenderanno il viaggio verso Havel l'indomani mattina presto. Faradyr dice a Linda che lui non andrà con loro, visto che si deve preoccupare del suo amico Luran, finito in prigione perchè trasportava dei documenti presunti illegali, e lui lo deve aiutare. Linda è sollevata che Faradyr, così gentile con lei, non si mischi nella spedizione ad Havel dei suoi compagni.
La giornata trascorre serenamente, tra chi si ricompra dei vestiti civili e chi guarda gli spettacoli dei giocolieri sulla pubblica piazza. Anche la notte passa tranquilla.
Il giorno seguente il gruppo si divide: Faradyr e Edward si dirigono a nord, verso Zor, mentre gli altri, col carro, si mettono dietro alla carovana degli artisti girovaghi, e viaggiano con loro in direzione di Havel.
Per due giorni non succede niente di rilievo, Aska cerca di fare amicizia con la bambina, che però è ben poco comunicativa, Kar Dun scambia rare ma significative occhiate con Iolanda, Cormac se ne sta piuttosto per i fatti suoi.
Infine, dopo due giorni di viaggio, a sera, si raggiungono le mura di Havel.
Gli attori si accampano all'esterno della città, viene allestito un campo e tutti si preparano per dormire. Ma Kar Dun, prima di andare a riposare, chiede a Iolanda di parlare un po'. Sale così sul carrozzone e vi rimane per parecchio tempo, mentre Aska e Cormac aspettano sotto, incuriositi. Infine il Nano scende dal carro con un'espressione piuttosto stranita, quasi arrabbiata, e con una ciocca di barba in meno.
Si rifiuta di soddisfare la curiosità dei compagni e se ne va a dormire borbottando.
E' sera tardi, e durante il turno di guardia di Aska la ragazza vede che Arthur, l'attore, si allontana dall'accampamento. Velocemente Aska sveglia Cormac, sale a cavallo e segue il giovane, cercando di parlarci, ma come sempre con scarsissimo successo: Arthur è molto freddo e scontroso con lei. Anche Cormac, a distanza, segue i due, per poter intervenire in caso di problemi.
Arthur arriva così ad una casupola, ferma il cavallo, scende e bussa. Gli apre una donna, lui entra, la porta si chiude alle sue spalle. Aska si mette ad origliare ma viene scoperta, così Arthur la fa entrare, le chiede cosa voglia, Aska dice: "ti devo controllare"; lui risponde solo: "e allora controlla".
Così dicendo si spoglia e se ne va a letto con la donna, lasciando Aska lì a guardare.
Nel frattempo Cormac, arrivando alla casupola, non sa cosa stia accadendo all'interno, si avvicina per ascoltare e sente strani rumori. Preoccupato su quel che possa capitare ad Aska, prova a sfondare la porta, ma urta la spalla con tanta violenza da slogarsela, e cade a terra.
Arthur si alza dal letto, va a controllare, trova Cormac al tappeto e liquida lui ed Aska in modo brusco. I due se ne tornano all'accampamento con un umore pessimo.
Durante la stessa notte poi, quando è il turno del già scocciato Cormac, una donna si allontana al buio dall'accampamento. Cormac fa solo in tempo a dire ad Aska di vegliare, sale sul cavallo e parte all'inseguimento.
I due cavalcano ad una certa distanza per circa un'ora, finchè la donna, che è chiaramente l'ammaestratrice delle scimmiette, lascia libero il cavallo ed entra in un bosco. Cormac la segue, finchè lei non arriva ad una radura e si siede lì da sola.
Sentendo l'ululato di alcuni lupi, Cormac pensa bene di arrampicarsi su un albero, per non correre rischi. Dall'alto osserva la donna che sta nella radura coi lupi intorno, mentre accarezza il mantello di un lupo particolarmente grosso.
Mentre sta sull'albero però ad un tratto Cormac si accorge che, a un paio di metri da lui, c'è un piccolo serpente dall'aria minacciosa. Distratto dal serpente, Cormac perde la presa sull'albero, cadendo a terra. Per fortuna non si ferisce, ma perde la spada e si trova ben presto circondato da alcuni lupi dall'atteggiamento aggressivo.
Cormac, raggelato dal terrore, raggiunge lentamente la sua spada, ma non osa muoversi ulteriormente, per paura di scatenare l'attacco dei lupi. Dopo alcuni istanti che sembrano lunghissimi arriva l'addestratrice di animali che, con un tono carico di odio chiede a Cormac perchè mai non dovrebbe consentire ai lupi di divorarlo. Cormac risponde qualcosa e se ne va via ben felice di abbandonare la druida al suo bosco e alle sue bestiacce.
Una volta fuori dalla macchia però Cormac scopre con ulteriore disappunto che il suo cavallo Aran è sparito. Lo cerca per un po', ma poi non lo trova, sente degli ululati in avvicinamento, ed è costretto a tornarsene mestamente all'accampamento, dove arriva ai primi lumi dell'alba.
Nel frattempo Aska veglia, finchè non vede che Kar Dun si sveglia di soprassalto e con l'aria confusa. Il Nano dice che ha fatto semplicemente un brutto sogno, ma che ritiene necessario abbandonare alla svelta Havel e raggiungere Faradyr verso Zor. Si rifiuta di dare spiegazioni, ma dice che è urgente e che bisogna andare prima possibile dall'elfo, che può essere in pericolo.
All'arrivo di Cormac si continua a discutere sul dafarsi, anche se il giovane è abbastanza di cattivo umore, borbotta e non ha voglia di parlare, così si decide di seguire la decisione di Kar Dun.
Prima di abbandonare Havel, Kar Dun va in città e si compra un'ascia nuova. Poi saluta tutti, compresa la vecchia Iolanda, che sembra contenta di vederlo andar via. Infine Linda, la ballerina, va dal Nano a chiedergli se rivedrà Faradyr e se glie lo saluta. Kar Dun risponde di sì, e chiede alla donna un pegno da portare all'Elfo, una ciocca di capelli. Lei acconsente.
Aska parte subito da sola a cavallo per sbrigarsi facendo l'intero percorso seguito da Faradyr, mentre il carro con Cormac e Kar Dun prende una strada più diretta verso Sontar.
Passano un paio di giorni, il 27 Kar Dun e Cormac arrivano a Sontar e chiedono notizie di Faradyr. Il custode della stazione di posta subito capisce di chi si stia parlando e si mostra preoccupato: dice che l'Elfo è ferito gravemente e che si trova in un accampamento dei guaritori rimasto qui dai tempi della guerra, sotto le cure di Don Abbondanzio. Dice che ha trovato lui Faradyr, ridotto a uno straccio, tutto maciullato con ferite da taglio terribili.
Subito, allarmatissimi, Kar Dun e Cormac corrono all'accampamento, dove sono ricevuti da Don Abbondanzio, che spiega che Faradyr è fuori pericolo, ma che è stato ridotto un colabrodo dal tizio Bensoniano che si portava dietro, tal Edward, che poi è fuggito.
Quando finalmente Faradyr riesce a parlare, può raccontare agli amici quel che è successo con più precisione: erano in locanda lì a Sontar, lui ed Edward, e lui si è reso subito conto che c'era qualcosa di strano nell'aria. In locanda c'erano un paio di gruppi di avventurieri, lui per precauzione la sera si è chiuso ben bene in stanza, e si è messo a dormire.
Svegliandosi la notte, forse per un rumore, Faradyr si è accorto che c'era Edward, già con la sua spada in mano, che gli ha ordinato di imbavagliarsi da solo. Quindi gli ha fatto uno strano discorso secondo cui Benson gli stava salvando la vita per la seconda volta (la prima è stata nella piazzetta della rissa, dalla famiglia di Innocenzio), poi gli ha detto di non preoccuparsi per Luran, che sarà sicuramente liberato. Dopodichè Edward gli ha dato una botta in testa, Faradyr ha finto di svenire, ha tentato di liberarsi, sia pure invano, e quindi ha ricevuto un'altra botta ed ha perso i sensi. Si è risvegliato dai guaritori. Edward è fuggito rubando un cavallo, arco e freccia.
Frustrazione generale, incredulità e rabbia per essersi fatti abbindolare completamente da quel Bensoniano.
L'indomani Cormac e Kar Dun vanno dalle guardie a chiedere se ci siano notizie di Edward, ma naturalmente non ottengono nulla. Il pomeriggio arriva Aska, che si preoccupa moltissimo per la salute di Faradyr.
Incerti sul dafarsi, i nostri eroi decidono di andare più velocemente possibile a Zor, per parlare con il contatto di Padre Harkon, e magari salvarlo da un possibile attacco di Edward. Decidono, per non dividersi troppo, di non andare anche ad Havel, dove comunque la compagnia di artisti girovaghi mantiene intatto il suo mistero.
Aska è la più veloce, e già il 30 aprile sera arriva a Zor, dove entra nella chiesa di Kayah e parla con la persona che fa da contatto con Padre Arkon. Racconta tutto e ottiene una reazione molto tiepida: il prete dice chiaro e tondo che lui ha alcune informazioni utili ad interpretare correttamente l'accaduto, ma che non intende comunicarle, perchè il gruppo di Aska ha fallito completamente, ha fatto solo danni, e meno cose sa meglio è.
Il mattino successivo arriva anche Cormac, a sera Kar Dun. Il Nano finalmente acconsente a raccontare la profezia fattagli dalla veggente Iolanda: la donna gli aveva detto che gli avrebbe mostrato la vera natura dei suoi datori di lavoro, in cambio di una ciocca di barba, e Kar Dun ha sognato Edward che fuggiva con un arco e delle frecce in mano, e quindi lo stesso con un martello in mano. Se avesse fatto parola con qualcuno di ciò che avrebbe visto, non si sarebbe più avverato.
Tutti sono molto demoralizzati, perchè si sentono presi in giro da Edward completamente, dall'inizio alla fine. Il Prete di Kayah oltretutto suggerisce al gruppo di dimenticare prima possibile l'intera faccenda e non pensarci più.
Una settimana dopo arriva Faradyr, rimessosi dalle ferite, e dopo altri cinque giorni si riuniscono agli altri anche Shuen e Luran, che portano anche notizie di Edward, che ha ucciso un nuovo membro della compagnia di attori girovaghi, che si era unito a questi ad Havel, per poi morire, praticamente suicida.
E' il 12 maggio, tutti sono a Zor in attesa di tornarsene a nord, a Vintenberg.
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