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Diario di Myst – parte dodicesima – master Federico
Elmer dice ai giovani eroi che accetterà di collaborare con Shade soltanto se questi svolgeranno un incarico per lui: andare a Benson, contattare un mercante del luogo di nome Hans e farsi dare qualcosa, lui saprà che cosa. Affida a Porter un ciondolo che servirà da riconoscimento e una mappa approssimativa della zona. La meta della spedizione è la città di Haufen.
Il gruppo, sebbene un po’ perplesso, accetta l’incarico e si prepara a partire. A quanto si racconta, Benson ha la fama di essere un posto poco raccomandabile, dove sarebbe ancora scarsamente diffusa la moneta, le donne sarebbero considerate poco più che oggetti e la miseria sarebbe radicata nella società; visto che un gruppo di opulenti viaggiatori, per quelle zone poco civilizzate, desterebbe eccessiva curiosità tra la gente, tutti decidono di lasciare gran parte delle proprie cose a Tyler, a casa di Giselle, per evitare di portare un bagaglio troppo gravoso e per non stuzzicare eccessivamente l’interesse di eventuali briganti.
Il viaggio fino ai confini con Benson si svolgono nella massima tranquillità.
Arrivati nella zona però l’atmosfera si fa presto strana: tutti i contadini incrociati per la strada scappano spaventati al passaggio del gruppo a cavallo, si rimpiattano sospettosi.
Poco prima di raggiungere la città di Haufen il gruppo si trova a dover passare un fiume, controllato da traghettatori, che cercano di impedire il passaggio a persone armate. I traghettatori sono però corruttibili, accettano volentieri una bella spada di Alice e lasciano passare tutti. Anche gli impiegati all’altra sponda del fiume vogliono la loro parte di tangente, la ricevono e va tutto a posto. Infine il gruppo raggiunge la città di Haufen, che è circondata da mura.
Le guardie all’ingresso non si lasciano corrompere facilmente come i traghettatori: gli uomini armati non possono entrare in città. Così Yorik, Alice e Porter lasciano le loro armi ai compagni e entrano in città a svolgere indagini, dandosi appuntamento con gli altri per il giorno dopo, lungo la strada più avanti.
I tre disarmati iniziano a girottolare per le strade, trovano la scalcinatissima stazione di posta, ben poco frequentata in un paese di analfabeti, chiedono al vecchio della stazione di posta informazioni di Hans, ma senza ottenerne.
Allora imboccano in una bettolaccia, si fanno servire della birra e si cimentano in gare di braccio di ferro. Alice viene fatta oggetto di pesanti attenzioni da parte degli ignoranti avventori, che con il motto "qui non si pagano le birre, e anche le donne devono essere gratis!" cercano di convincere la bella ragazza a trascorrere la notte con loro. Ma la ragazza, grazie anche all’aiuto dei suoi amici, riesce a tutelare la sua virtù e i tre vanno a dormire.
Durante la notte anche gli altri, accampati al buio fuori dalla città, vivono una piccola emozione: una pattuglia di cavalieri, con torce, passa ben due volte in ordine sparso per la campagna, come se stesse cercando qualcosa; fortunatamente non individua l’accampamento e passa oltre.
La mattina seguente, non riuscendo a trovare in altro modo informazioni su Hans, Porter e gli altri si presentano al mattino presto nella stazione di posta, entrano con fare irruento e senza tanti complimenti terrorizzano il vecchietto e lo costringono a parlare.
A quanto pare Hans, che non si fa più vedere da un paio di settimane, vive in un complesso di fattorie appartenenti ad una unica famiglia, che si trova un po’ a nord della città.
Il gruppo, dopo essersi riunito, si dirige in quella direzione, dove presto trova una grande aia con varie case intorno. Porter e Faradyr si fanno avanti e alcune donne, al vederli, vanno a chiamare un uomo. È un giovane contadino, privo di una mano. Appena Porter gli mostra il ciondolo di Elmer, il giovane si mostra disponibile, spiega che Hans si trova ormai in un’altra città, a Recht, dove ha avuto problemi con la giustizia. Dice poi che il gruppo, vestito così e ben armato, rischia di dare troppo nell’occhio, e così promette di fornire a tutti degli abiti da contadini e un paio di muli; promette anche alloggio per i cavalli per il periodo del viaggio.
Così l’indomani il gruppo, parzialmente mascherato in modo contadinesco, parte per l’est, non attraverso le strade frequentate, perché le guardie potrebbero causare problemi, ma costeggiando la foresta che si estende a nord; senza entrarci, bene inteso, per evitare il pericoloso incontro con tribù di druidi cannibali.
Nonostante l’ilarità generale di fronte a simili superstizioni, nessuno si azzarda ad entrare nella foresta, da cui ci si tiene anzi a parecchie centinaia di metri di distanza.
I primi due giorni non succede nulla. Una notte però il gruppo, accampato come sempre al buio, vede un paio di grossi fuochi ad un po’ di distanza; sembrano accampamenti, ma la distanza impedisce di verificare il numero delle persone presenti.
Prudenza vuole che tutti se ne stiano al loro posto rimpiattati, per evitare spiacevoli incontri. Così il giorno dopo tutti si appostano per tenere sott’occhio la zona prima di ripartire. Faradyr ad un tratto nota due figure che si muovono velocemente fuori dalla macchia verso l’interno.
Preferendo di aggirare alla larga il luogo dell’accampamento misterioso, il gruppo si muove un po’ verso l’interno, in una zona collinare. Ad un tratto, dietro uno sperone roccioso, si profila un villaggio di poche case: c’è grande confusione, un paio di granai sono in fiamme, c’è gente che grida, un drappello di cavalieri si dileguano al galoppo verso il bosco trasportando due persone, che sembrano rapite.
Evidentemente il villaggio è stato assaltato dai predoni, saccheggiato, e un paio di persone, probabilmente donne, sono state portate via dai delinquenti.
Immediatamente il gruppo, fatta eccezione di Giselle che resta indietro con i muli, si muove verso il bosco, seguendo le orme dei cavalli. Sembra che i cavalieri si siano introdotti attraverso un sentiero appena battuto, entro cui il gruppo si introduce, con la speranza di riuscire a liberare le vittime del rapimento.
Dopo qualche minuto un paio di sagome si profilano all’orizzonte: sono due uomini armati, con corazze rimediate, probabilmente appartengono alla banda dei rapitori.
Tutti si appostano con le armi da lancio e aspettano il momento migliore per sparare. I colpi partono quasi all’unisono, uno dei due cade morto e l’altro anche finisce a terra ferito, iniziando a gridare, prima di essere terminato.
Quindi Yorik fa sparire in fretta i cadaveri e tutti si appostano nuovamente per i prossimi bersagli, che non si fanno attendere: di nuovo due uomini, uno cade subito e l’altro, ferito a un braccio, riesce a nascondersi al riparo dietro ad un albero e chiama soccorso.
Dopo un po’ di tempo in cui nessuno si espone, alcune figure iniziano a muoversi silenziosamente nella boscaglia, senza farsi vedere bene. L’attesa è lunga, i due schieramenti sono tutti nascosti in mezzo alle frasche, in silenzio.
Quindi parte la carica.
Yorik e Porter si trovano davanti quattro avversari, che riescono a tenere a bada con difficoltà. Nello stesso tempo Faradyr viene a trovarsi tra due uomini, uno dei quali lo prende alle spalle, ferendolo. Si succedono attimi frenetici, Arethel riesce a correre in soccorso dell’elfo e Flaherty abbandona la balestra per utilizzare la magia ed uccidere un avversario.
Alice si accorge che altri briganti stanno accorrendo ai lati, in una manovra di aggiramento, li intercetta e combatte da sola contro due uomini.
Yorik e Porter, in difficoltà, vengono feriti entrambi alle gambe, soprattutto Porter è grave. I due riescono però a resistere abbastanza, uccidendo due dei loro oppositori.
Flaherty vede altri movimenti dalla sua parte, in accerchiamento, e viene ferita da una freccia. Faradyr corre verso l’uomo che aveva colpito la maga, per ingaggiarlo in combattimento.
Ma ad un tratto una voce dall’interno del bosco grida: "accorrete, ci attaccano alle spalle!".
Subito gli avversari si dileguano, chi meglio chi peggio, e i movimenti nel sottobosco lasciano intuire che altri briganti ancora si preparavano ad attaccare.
Mentre Porter, Yorik e Faradyr, feriti, si allontanano alla svelta dal bosco, Alice, Flaherty e Arethel decidono di andare a vedere, di soppiatto, che cosa stia succedendo all’interno del bosco, con la speranza di trovare le prigioniere e liberarle.
Così le tre coraggiose ragazze si avventurano silenziose nel bosco, seguendo i rumori della battaglia, ed arrivano presto ai margini di una radura: ci sono capanne e una ventina di uomini, briganti. Sono sparpagliati, molti guardano in alto, altri, dal lato opposto della radura, sparano frecce verso il bosco.
Ad un tratto però tre di loro, mentre si guardano intorno, vengono attaccati da due uomini molto strani, simili a scimmie, con i corpi tatuati, che piombano su di loro da un albero e in un secondo spezzano loro il collo, per poi scomparire immediatamente.
La scena lascia senza parola le tre spettatrici che, non riuscendo in alcun modo a individuare le prigioniere, abbandonano la zona velocemente, ricongiungendosi con gli altri. Alle loro spalle, nel bosco, si solleva una fitta e innaturale nebbia, la cupa firma dei misteriosi druidi di Benson.
Il gruppo si ricompone nel rifugio trovato da Giselle, che fa notare ai compagni come siano stati imprudenti. Arethel si impegna a medicare le ferite di tutti, anche se le bende scarseggiano molto. Così Alice e Porter tentano di chiedere aiuto al villaggio vicino, ma vengono cacciati via dal capo.
Appena possibile, il gruppo si muove verso est. A distanza, da una altura, individua alcuni briganti, dall’aria malconcia, che scappano dal bosco e corrono al villaggio dove, a quanto pare, vengono accolti.
Ma indietro non si torna, e il viaggio continua.
Passa qualche uggioso giorno, finché il tempo non si guasta. Allora, trovandosi un villaggio nelle vicinanze, tutti si dirigono verso le case per chiedere ospitalità e riparo. Al loro passaggio porte e finestre si sprangano, Yorik bussa ad una porta e solo dopo un po’ sente qualcuno gridare: "andate via, briganti, non abbiamo niente!!"
Allora, vista l’accoglienza, il gruppo si ripara in una stalla poco distante, aspettando che spiova. Scende nel frattempo la sera, un villico coraggioso si affaccia un attimo nella stalla per sbirciare, nessun altro si fa vedere.
Il giorno dopo il gruppo riparte verso Est.
Ed ecco che, da una collina, ecco che vede una pattuglia di cavalieri che entrano in un villaggio, poco dopo ne escono per dirigersi ad un altro agglomerato di case vicino.
Allora tutti si dirigono al villaggio appena visitato dai cavalieri, per capire cosa sia successo. Il loro arrivo suscita il solito spavento nelle persone della zona. Infine, sulla piazzetta principale, trovano un vecchio, magro e spaventato, assieme a due ragazzette piangenti. Lui dice, prima ancora di essere interpellato, che ha soltanto quelle due ragazze da offrire, perché le guardie hanno portato via tutto. È gente molto affamata, terrorizzata.
Alice allora offre del pane, quindi metà delle razioni del gruppo vengono lasciate ai poveretti, assieme a tanti saggi consigli (le donne non sono merce di scambio…), che probabilmente saranno presto dimenticati.
Il gruppo, demoralizzato, torna sul percorso verso la città di Recht, che non dovrebbe essere distante.
Scende la sera. Ad un tratto, da lontano, delle fiamme rischiarano l’oscurità: è un villaggio in fiamme, da cui dei cavalieri si allontanano velocemente. Il gruppo si avvicina per vedere cosa stia succedendo, quando Yorik inciampa in qualcosa che sembra un corpo: è un cadavere, mezzo bruciato, ma che porta chiaramente i segni della lebbra. Tutti si allontanano turbati.
Infine, il giorno successivo, si profila netto all’orizzonte uno sperone di roccia con fortificazioni sopra e casette intorno. Un agglomerato di costruzioni lì accanto, dotato anche di forgia, è scelto per chiedere informazioni: così il gruppo viene a sapere che si tratta di Recht, città alta e città bassa, e viene un po’ preso in giro.
Una strada porta verso il muro della città alta, ai lati tutte baraccopoli.
La strada principale, a quanto pare, è percorsa soltanto da guardie. Così il gruppo decide di entrare subito nei vicoletti, per trovare una locanda e un riparo per la notte.
Un ragazzino indica la locanda di Johnny, una casupola e dei tavolini all’aperto. Qui c’è una ragazza che serve ai tavoli, molto gentile, che serve una zuppa. Non accetta denaro, la moneta non è diffusa da queste parti. Allora Alice le offre una collana di quelle di Miestwode, stupendo molto la ragazza, non abituata a contadini tanto abbienti.
Da qui nasce una chiacchierata in cui il gruppo si bulla di venire da lontano, da Greyhaven, una terra meravigliosa, ricca e felice, più lontana del lontano bosco.
A sera arriva Johnny, un bel ragazzotto locale, il bullo capo della zona. Ha una faccia allegra, perché lui e il suo gruppo hanno assaltato delle guardie che avevano raccolto le tassse da qualche parte, così hanno fatto un bel bottino. Subito si interessa al gruppo, capisce che gli abiti da contadini sono una copertura e dice che nella zona si dà più nell’occhio come contadini che come "avventurieri".
Allora Yorik, contento, tira subito fuori la bastarda e il corpetto di cuoio, subito seguito dagli altri, tutti felici di esibire il proprio armamentario.
Johnny resta a bocca aperta, suggerisce a tutti di non mostrare tutto quel ben di Dio per evitare di attirare le brame di troppa gente. Quindi, davanti ad un bel bicchiere di Red Bull, si fa raccontare la causa del viaggio e offre il suo aiuto.
La sera stessa allora, accompagnati da un ragazzino locale, Porter e Flaherty si recano alla base del grande muro, a vedere se tra gli uomini messi alla gogna c’è Hans.
Ad un tratto Porter, che mostra ai vari prigionieri il simbolo che ha al collo, desta l’attenzione di un uomo, fisicamente non corrisponde alla descrizione di Hans ma sicuramente è uno dei suoi, che gli dice di rivolgersi a Foster.
Al ritorno alla locanda, Johnny promette a Porter di aiutarlo a trovare questo Foster.
Il mattino seguente così conduce il ragazzo da un trafficone locale, mostra la collana ricevuta e ottiene informazioni da Foster, un mago della zona amico di Hans.
Foster, appena viene a sapere che Porter ha incontrato un uomo amico di Hans alla gogna, che si chiama Tricker, e che lo stesso Hans si trova in prigione, si mostra molto dispiaciuto e decide di collaborare al loro salvataggio. Così il pomeriggio raggiunge il gruppo alla locanda di Johnny e tutti si mettono a discutere sul da farsi.
Dopo un esame accurato del poco che si conosce della fortezza, viene elaborato un iniziale piano d’azione: per prima cosa Porter e Yorik devono trovare delle divise da guardie e infiltrarsi nelle caserme, all’interno del primo giro di mura. Vista la completa disorganizzazione dell’armata è piuttosto facile che due sconosciuti, purché non lascino trapelare la loro provenienza da lontano attraverso l’accento, si inseriscano nelle caserme.
Così i due giovanotti partono alla ricerca di un paio di guardie a cui rubare la divisa. A qualche chilometro dalla città, dopo parecchie perlustrazioni, i due, travestiti da contadini, individuano due guardie che sono più o meno della loro taglia. Le seguono per un po’, finché non arrivano nei pressi di un boschetto. Qui Yorik si nasconde, mentre Porter, fingendosi un ingenuo villico, dice alle due guardie che è spaventato perché nel boschetto ha sentito dei minacciosi gemiti femminili.
Le due guardie cadono nel tranello e si dirigono al boschetto. Uno dei due entra subito, viene immediatamente assaltato da Yorik e ucciso in un secondo. L’altro esita un po’, quindi è presto raggiunto da Porter e terminato.
I cadaveri vengono abbandonati nel boschetto, coperti da un po’ di frasche, e i due ragazzi se ne tornano dagli altri con le due belle divise nuove nuove.
Il giorno dopo si introducono in una caserma e studiano un po’ come funzionano le cose. Le camerate sono tre, spesso i soldati si portano in branda delle fanciulle, l’atmosfera è rilassata e primitiva. I due stanno principalmente attenti a non attirare l’attenzione, e in effetti in mezzo a tanta confusione nessuno pare notarli.
Studiano attentamente il drappello di guardie che si da il cambio al servizio nella seconda cerchia di mura, quella dove probabilmente si trovano le prigioni, si tratta di una quindicina di persone che si alternano mattina e sera.
L’attività principale delle guardie è quella di depredare i contadini delle vicinanze.
Nei due giorni in cui Yorik e Porter fanno i soldati, gli altri se ne stanno buoni buoni da Johnny. Soltanto una volta Alice e Flaherty decidono di andare a visitare le chiese della luce della città, per capire se i preti del luogo si diano o meno da fare nell’aiuto alla povera gente. Le due ragazze restano molto deluse: i preti che riescono a incontrare sono perfettamente inseriti nel sistema di Benson, sono arroganti con le donne e con i poveri, servili con i ricchi.
Quando finalmente Porter e Yorik tornano dagli altri a parlare, viene elaborato un piano di azione per liberare Hans il prigioniero. Non è cosa facile e i rischi sono molti, ma il piano viene studiato nei minimi dettagli.
Mentre Giselle e Arethel resteranno da Johnny, Porter e Yorik si porteranno dietro Flaherty e Alice, comportandosi come gli altri soldati che di tanto in tanto hanno una donna al seguito. Faradyr, a sua volta, verrà portato magicamente dal mago Foster, che è in grado di volare. Nel corso della notte Faradyr, dall’interno, aprirà il portone che conduce alla seconda cerchia di mura, poi tutti insieme troveranno le prigioni e libereranno il condannato, che poi Foster farà scendere nuovamente con la magia, assieme a Faradyr. Gli altri quattro torneranno alle loro brande, aspetteranno il mattino per svignarsela all’apertura dei portoni.
Viene scelto un punto di ritrovo appena fuori città, in un pollaio rimediato da Johnny, e tutti si preparano all’azione.
Al calar della sera le due coppiette composte da Yorik e Alice e da Flaherty e Porter si introducono baldanzose nella prima cerchia muraria, tutti diretti alle caserme. Yorik si immedesima un po’ troppo nella parte, attirando l’attenzione su di se e sulla sua bella compagna, comunque tutti riescono a passare senza grossi problemi.
La cena si svolge ai tavolacci soliti, quindi tutti se ne vanno in cuccetta.
La serata non è particolarmente confortevole, anzi. Quando è arrivata una certa ora Yorik è il primo che si allontana dalla camerata, presto seguito da Alice, che riesce miracolosamente a schivare le avances di un commilitone.
Poco dopo anche Porter e Flaherty sono con loro. Si appostano in un angolo buio vicino al muro di cinta, in attesa.
Quando Flaherty percepisce l’incantesimo lanciato da Foster fuori dalla fortezza tutti si mettono in azione. Lei, con la magia, lentamente smorza le torce che illuminano l’area davanti al portone, senza spegnerle, ma rendendo più difficoltosa la vista delle vedette.
Poi tutti aspettano che Faradyr entri in azione.
L’elfo atterra sulla terrazza del cortile interno, al buio. Ci sono due guardie sedute lì vicino, tanto che Foster, per evitare rischi, utilizza i suoi poteri magici per addormentarle.
Così Faradyr, silenzioso come un’ombra, raggiunge il portone e toglie la sbarra interna, socchiude il tutto appena appena e si nasconde. Una delle vedette della torre forse ha sentito qualcosa, perché poco dopo che il resto del gruppo è riuscito a penetrare nell’area interna, scende le scale della torre e richiude il portone. Ma i cinque intrusi sono stati lesti a nascondersi tra alcuni alberi non distante.
Così torna la tranquillità. Il gruppo si arrampica di nuovo sulla terrazza, dove si trovano le guardie addormentate, per introdursi in una torre che probabilmente è collegata all’edificio delle prigioni.
Dal piano superiore si odono le voci di un paio di uomini, tanto che tutti sono molto furtivi per evitare di attirare la loro attenzione. Scendono di sotto e aspettano: davanti a loro c’è un lungo corridoio.
Yorik si offre per andare in silenziosa perlustrazione, arriva ad una grossa sala con delle scale ed un portone verso l’esterno… e inciampa fragorosamente, lasciando cadere lo scudo, imprecando, insomma facendo una confusione dell’altro mondo.
Gli altri sentono presto dei passi che scendono dalla torre: qualcuno ha sentito il rumore e sta venendo a controllare.
E Porter si apposta così dietro le scale, in attesa: la malcapitata guardia scende e viene colpita mortalmente alle spalle. Alice trattiene il corpo dal cadere a terra, per evitare ulteriore rumore. Quindi Faradyr, che è della taglia giusta del cadavere, indossa alla svelta la sua armatura, sale le scale a testa bassa per andare a "rassicurare" il compagno dell’ucciso che è tutto apposto. L’altro infatti era preoccupato e sul punto di chiamare aiuto. Così Faradyr si avvicina sbadigliando nella penombra, e appena la guardia gli volta le spalle lui, con la lama avvelenata, lo decapita di netto.
Non essendoci più persone nella torretta, tutti si muovono verso Yorik, il quale è stato attaccato nel frattempo da un uomo, che è riuscito ad uccidere. Adesso si aggira con il cadavere, trascinandolo, incerto su dove nasconderlo. Infine un armadio si dimostra atto alla bisogna.
Tutti si introducono allora nel corridoio che pare conduca alle prigioni. Un rapido controllo di Porter mostra che c’è una guardia alla scrivania, che controlla. Allora tutti si avvicinano, qualcuno fa un rumore volontario per attirare il malcapitato nel corridoio, dove Porter attacca velocissimo e subito Alice lo accompagna con le sue frecce.
Qualcuno però velocemente sta scendendo da una seconda torre, un soldato. E così un combattimento avviene per le scale, che infine vede cadere la guardia.
Mentre Yorik, Alice e Faradyr esaminano alla svelta le celle per cercare Hans, Porter e Flaherty corrono sulla torre per controllare che non vi siano altre guardie pronte a chiamare soccorso. Però non trovano nessuna guardia, ma scoprono al contrario una cella in cui è rinchiuso proprio Hans.
Così il prigioniero viene liberato, grazie alle chiavi conservate dal carceriere, il gruppo torna velocemente alla terrazza dove si trova ancora Foster. Il mago conduce a terra prima Hans e poi Faradyr, gli altri scavalcano il muro interno, accanto alla torre ormai disabitata, raggiungono silenziosissimi le camerate e si rimettono a letto.
Qui trascorrono una notte ben poco piacevole, stretti nelle cuccette, svegli e insanguinati, e sono felici al sorgere del sole, quando possono in fretta e furia allontanarsi dalla zona, prima che venga dato l’allarme per il massacro nella cerchia piccola di mura.
Al solito Yorik scoatta un po’ con la bella Alice nell’uscire, ma alla fine si ritrovano tutti, dopo qualche peripezia per ritrovare il posto, al pollaio fornito da Johnny.
Qui sono tutti lestissimi a partire, al seguito di Hans, che dichiara di aver bisogno di aiuto a recuperare i reagenti che servono ad Elmer. Infatti si trovano nella città di Kunst, a nord: una cittadina nel bosco, popolata prevalentemente da maghi.
Hans cerca di tranquillizzare il gruppo, dichiara che si tratta di un lavoro semplice e che non ci sono druidi cannibali da quelle parti. Ma sono tutti molto preoccupati.
Per trovare del cibo, Hans conduce il gruppo ad una fattoria che conosce lui. Qui i poveri contadini dimostrano una esagerata e servile ospitalità, probabilmente Hans è il loro sfruttatore/protettore. Tutti, nel gruppo, sono un po’ in difficoltà, perché non vogliono arrecare troppo fastidio, cmq la notte trascorre serenamente e al mattino si riparte.
Ed ecco l’oscura sagoma della foresta che, al pomeriggio, si erge davanti ai viaggiatori. Hans sembra molto tranquillo sul dafarsi, dichiara che è difficile che ci siano dei briganti da quelle parti, o che sia possibile trovarvi delle guardie, perché la gente è superstiziosa.
In che senso?
Hans fa un po’ l’evasivo, poi lascia intendere che un po’ distante, alle paludi, c’è un bel giro di adoratori delle tenebre, ma che quel tratto di bosco è sicuro, è tutto a posto e non c’è niente da temere.
Così il primo accampamento viene fatto all’interno della foresta, il fuoco è acceso e la notte passa tranquilla.
Il giorno dopo si avanza lentamente, con i due muli che rallentano un po’ la spedizione. L’obiettivo è raggiungere un fiume, dove Hans tiene la zattera per l’attraversamento. La zattera è indispensabile perché altrimenti, per raggiungere la città dei maghi, sarebbe obbligatorio attraversare le spiacevoli paludi.
Ma chi mai potrebbe rubare la zattera, in quel bosco disabitato?
La seconda notte il campo viene allestito in un microscopico spiazzetto: stanno tutti molto vicini, attorno al fuoco. Intorno, già come la notte precedente, compaiono alcuni lupi, anche se non attaccano.
Mentre è il turno di guardia di Porter, nel mezzo della notte, al ragazzo sembra di vedere una sagoma umana, al buio, che si avvicina. Lui sveglia subito tutti, anche perché i muli sono diventati improvvisamente nervosissimi, è salita la nebbia e l’atmosfera è tutt’altro che buona. Uno dei muli riesce a fuggire e viene subito sbranato dai lupi, non distante.
Tutti svegli, nessuno vede traccia dell’uomo misterioso, tanto che Hans tranquillizza tutti dicendo che si è trattato certamente di una allucinazione.
Ma il mattino successivo, dopo una notte di tensione, alcune orme umane nei pressi del campo sono prova inconfutabile del fatto che Porter non aveva sognato.
Così persino il gioviale Hans si comincia a preoccupare e suggerisce di camminare svelti verso il fiume, per raggiungere la zattera il prima possibile.
Viene abbandonato il mulo, che rallenta la camminata nel fitto bosco, e tutti si muovono svelti verso nord.
Finalmente, dopo una giornata faticosissima, si ode il rumore dell’acqua che scorre non lontano. Ma non solo: strani fruscii intorno al gruppo si fanno sempre più vicini: c’è qualcun altro nella boscaglia. Presto è chiaro che si tratta di un agguato.
Hans è il primo a mettersi a correre, gli altri subito gli sono dietro, trovando riparo dietro agli alberi.
Passa qualche momento di stasi, poi un cono del massacro devasta una striscia di bosco, ferendo Yorik, Porter, Arethel, Alice. Arethel e Yorik perdono i sensi, gli alberi che li proteggevano vengono scheggiati moltissimo, è tutto un volare di foglie intorno.
Si odono poi dei fruscii che si spostano, quindi l’albero dietro cui erano nascosti Flaherty e Faradyr esplode, colpendo con le sue schegge tutti quelli che sono lì intorno, in particolare l’elfo.
La situazione pare disperata, quasi tutti partono alla carica: Porter si trova davanti ad un bruto armato di lama seghettata; Alice un tizio mostruoso a cui sono spuntati degli artigli, Giselle si prepara ad attaccare di nascosto un altro infame, mentre l’elfo attacca un tizio vestito di tunica con un bastone. Flaherty resta indietro e scorge un altro tizio nascosto non lontano, resta lì e lo tiene d’occhio, in attesa.
Porter e Alice sono molto lesti ad uccidere i loro oppositori, sia pure correndo grossi rischi. Dal suo canto Faradyr viene colpito da un qualche maleficio e si sente mozzare il fiato, gli viene un attacco di tachicardia che lo penalizza molto. Tuttavia riesce ad attaccare e combattere ugualmente con il suo avversario.
Giselle subisce gli effetti di qualche potere strano, che le devasta l’armatura, facendola imputridire in un momento. Si cerca quindi un nascondiglio ottimo da cui attaccare il nemico.
Porter, una volta ucciso il tizio con la lama seghettata, si volta verso Flaherty, che gli indica il nemico nascosto. Gli si avvicina mentre questi utilizza i poteri conferitigli dagli dei per fargli esplodere in mano la lama di una delle due daghe. Allora tanto Porter che Flaherty si accaniscono su di lui, lui con la daga superstite, lei con le lame di luce. Il malnato si accascia e spira, ma prima di farlo lancia un ultimo cono del massacro, a distanza ravvicinata, su Porter, che si trova molto colpito.
Comunque anche Giselle, con un colpo rapido, elimina il suo oppositore, e sembra che il bosco sia tornato tranquillo.
Alcuni sono feriti, soprattutto Porter, mentre Yorik e Arethel rinvengono quasi subito.
Hans esce fuori dal suo nascondiglio, tutto esaltato per la buona performance del gruppo di impavidi che, incuranti del veleno di Morgoblath sulle lame dei nemici, hanno avuto il coraggio di affrontarli in corpo a corpo e ucciderli.
Al sentire del veleno, che in effetti si vede intorno alle armi dei caduti, tutti si sentono male dallo spavento… nessuno si era reso conto di passare un simile rischio.
Comunque, anche se lo scontro è finito relativamente bene, la situazione non è rosea: la zattera è stata distrutta, e ora si erge, triste monumento, decorata dalla testa del mulo massacrato.
La scena è orribile, la situazione pure. Il gruppo si accampa un po’ distante e si prepara a passare la notte.
Il mattino successivo bisogna affrontare il problema di come attraversare il fiume: infatti la zattera è andata distrutta e nessuno è in grado di raggiungere a nuoto l’altra sponda.
Hans, che il giorno prima aveva descritto l’attraversamento delle paludi come un viaggio rischiosissimo, perché il bosco era "sicuro", secondo lui, mentre le paludi popolate da adoratori delle tenebre, con grande convinzione inizia a suggerire di risalire il fiume e andare proprio da quella parte.
Gli altri vogliono prima provare tutte le possibilità prima di ricorrere all’estrema soluzione del viaggio nei pantani, decidono di legare tutte le corde assieme e Flaherty usa i suoi poteri telecinetici per trasportarne un capo sull’altra sponda e tentare di incastrarlo.
Non è operazione facile, visto che la corda basta appena per toccare la riva e non ce n’è per arrotolarla attorno a qualche tronco. Per di più, mentre la poveretta tenta di concentrarsi per fare il lavoro meglio possibile, Hans non sta un secondo in silenzio, dicendo che è una impresa da pazzi e che è meglio andare per le paludi.
Allora Flaherty lo zittisce.
Non lo avesse mai fatto!!! Hans, gelido, risponde: "stai zitta tu, donna", quindi inizia a imprecare, minaccia di andarsene da solo per le paludi, offende, pretende delle scuse che naturalmente non riceve. Alice inizia a polemizzare con Hans, Flaherty continua, Hans prende e se ne sta andando da solo. Alice lo sfida a duello, ma Hans risponde "chemmefrega!" e si allontana. Allora Alice lo prende di mira con l’arco e interviene Yorik che, con un sonoro cazzottone in testa, lo manda k.o. e lo fa stare a cuccia.
Il tentativo di tendere una corda tra le due sponde del fiume però non va bene: la corda è troppo poca, non basta neanche con i mantelli legati, con i legni e tutte le possibili prolunghe. Acquista inoltre un peso difficile da sostenere, senza contare che i piccoli arbusti che crescono sull’altra riva sono troppo fragili per dare sufficiente garanzia di sicurezza. L’operazione sembra troppo pericolosa e quindi, a malincuore, il gruppo decide di muoversi verso le paludi.
Hans, che nel frattempo si è svegliato, ogni tanto minaccia vagamente qualcosa, borbotta e sta per conto suo, senza fare mattate come prima. Alice e Flaherty, di tanto in tanto, lo prendono un po’ in giro, ma lui reagisce sempre di meno.
Nel frattempo il cibo inizia a scarseggiare. Alcune piante possono essere cotte bollite, ogni tanto Flaherty pesca un pesce nel fiume, che poi si allarga in un lago, Yorik finisce persino per mangiare delle ranocchie. Arrivati alla zona più paludosa, poi, non si trova più quasi nulla, la fame inizia a farsi logorante.
Dopo un paio di giorni, a sera, appaiono delle prime baracchette lungo il lago. Ma Hans dice che è meglio andare dritti: e lo dice con il tono di chi sa che sarebbe molto pericoloso bussare.
Dopo parecchie costruzioni, Hans arriva ad una catapecchia un po’ più grande delle altre e bussa. Dentro c’è un ragazzino e una donna, Hans chiede al ragazzino di chiamare suo padre. Nel mentre la donna guida tutti gli altri (tranne Giselle e Alice, che hanno seguito Hans), in un capannone mezzo sfasciato. Qui porta agli affamati viaggiatori delle polpette di verdura in una specie di pane. Tutti mangiano senza farsi troppe domande.
Nella capanna, intanto, viene preparata la zuppa, il ragazzino chiama suo padre, che è un vecchio che sembra malato, tutto coperto di piaghe e strane escrescenze. Hans e il vecchio parlano un po’ in privato, lontani dalle orecchie delle due ragazze, quindi viene servita la cena. Tutti mangiano la stessa minestra.
A sera le due ragazze tornano dai compagni a dormire, e la notte trascorre tranquilla.
Ma al mattino Alice, Flaherty, Arethel e Giselle stanno male: febbre alta, sudori, brividi. Non riescono neanche a reggersi sedute senza che giri loro la testa.
Apparentemente però non possono essere state avvelenate, perché hanno mangiato cose differenti. Certo però la coincidenza che siano proprio tutte le ragazze, e soltanto loro, a stare male, è poco credibile. In qualche altro strano modo devono essere state avvelenate.
La prima reazione è l’ira furibonda nei confronti di Hans, certamente responsabile di tutto questo. La seconda reazione è la paura: le condizioni delle quattro malate appaiono molto grave, e in un posto così selvaggio è impossibile sperare in un guaritore.
Yorik allora va a parlare da Hans, cercando di condurlo in un luogo isolato, ma il mercante si rifiuta di muoversi e fa la parte di chi non sa nulla. Anche se dal suo viso soddisfatto si capisce chiaramente che è contento dell’accaduto. Lascia capire che le ragazze erano "superflue" e che lui non ha fatto nulla direttamente per nuocere loro. Yorik gli dice che eviterà di spezzargli le gambe soltanto perché altrimenti condannerebbe a morte le poverette, Hans annuisce, anche se sa già che le quattro sono già condannate a morte. La loro situazione non accenna infatti a migliorare, anzi peggiora.
Per quanto riguarda la seconda parte dell’accordo, la ricerca della polverina blu da portare a Elmer, Hans dice che gli farebbe piacere concludere la cosa nel migliore dei modi, ma tutto sommato lui è già contento così, è in salvo, in casa di amici, quindi non può chiedere di meglio.
Il giorno successivo è Faradyr ad andare a parlare da Elmer. La diplomazia elfica riesce là dove la focosità di Yorik non aveva sortito effetti. Faradyr si dichiara dispiaciuto per la situazione, riconosce parzialmente le ragioni di Hans al quale promette le scuse delle quattro ammalate, purché questi trovi il sistema di impedire la loro morte. Inoltre chiede a Hans di eseguire ugualmente la spedizione a recuperare la polverina. Hans accetta di portare lui solo, poi accetta anche Porter. Le ragazze resteranno con Yorik, di cui Hans non si fida, perché vede nei suoi occhi troppo forti propositi di vendetta. Elmer però non garantisce che le ragazze possano guarire, certo può garantire che non siano aggravate ulteriormente le cose.
E così il mattino seguente Hans fa condurre in una stanzetta riservata, una per una, tutte e quattro le malate.
La prima è Flaherty, che recita a memoria una bella poesia su come ogni luogo abbia le sue usanze, e che quindi lei non pensava di offendere quando scherzava con lui e lo prendeva in giro, perché dalle sue parti si usa così, ma le dispiace di averlo fatto.
Subito dopo tocca a Giselle, la quale riceve persino una sorta di rudimentali scuse da parte di Hans, che l’ha coinvolta nella sua rappresaglia senza che lei avesse fatto alcunchè. Addirittura lui le chiede di scrivergli, qualora le possa essere utile.
Quindi avviene il colloquio con Arethel, che anche lei si comporta bene.
Infine tocca ad Alice, che si trova davanti un arco e una freccia e Hans che la provoca chiedendole di sparargli alle spalle. Lei lo manca di proposito, quindi gli fa un bel discorso in cui gli chiede il perché di tutto questo. Hans gli spiega che è vero che lui è più evoluto degli altri uomini di Benson, ma ha un carattere irrascibile, quindi gli dispiace tanto, ma se lo prendono in giro, particolarmente le donne, lui sbrocca.
Alla fine dei colloqui, mettendo insieme le varie informazioni, le ragazze giungono alla amara conclusione che Hans è completamente pazzo.
Anche Yorik viene chiamato a colloquio privato con Hans, ma il ragazzo non recita la parte della persona ragionevole come hanno fatto le sue compagne, anzi dice a Hans che non lo può ammazzare, adesso, ma che se una delle sue amiche avesse a morire lui sarebbe pronto alla vendetta totale. Hans resta un po’ così, si aspettava la pantomima anche da Yorik e si trova invece una persona furibonda.
Cmq, bene o male, Hans, Faradyr e Porter se ne vanno a cercare le polveri per Elmer, lasciando le malate alla cura di Yorik.
Durante i primi giorni le ragazze stanno malissimo, anche se ogni tanto una donna le va a medicare, porta loro del cibo e le cura un po’. Spesso poi si fa vedere il ragazzino, che ha un’aria molto strana e seria, si comporta come se fosse un adulto.
Flaherty cerca di attaccare bottone con il ragazzino, capire chi sia, e dopo un po’ di chiacchierate (in cui parlano quasi esclusivamente lei e Alice, raccontando storie del resto del Granducato, per cercare di attirare l’attenzione del ragazzino), si viene a sapere che la malattia che ha colpito le quattro, e che non accenna a migliorare, è la *peste*, attaccata loro proprio dal ragazzino, "pregando"… Adesso il piccoletto (avrà sì e no otto anni) viene a divertirsi con l’osservazione della loro agonia. Il bambino spiega, infine, che lui è un pesce che collabora con il pescatore a catturare gli altri pesci, che sono stupidi. Osserva le malate come se fossero lucertole a cui staccare la coda.
Passano diversi giorni e il ragazzino di cattivo umore confida alle malate che gli hanno vietato di farle morire, e che quindi guariranno. Infatti ci sono ragioni politiche e umane che lui non capisce, si rifiuta di capire, che vanno contro la volontà del dio, che sarebbe per la totale infezione di tutto e tutti.
Così le ragazze, lentamente, migliorano, curate in casa di un devoto di Morgoblath.
Nel frattempo Yorik, che su insistenza delle compagne dimora in un’altra baracca, cerca di inserirsi nel tessuto sociale del villaggio, aiutando i pescatori e facendosi un po’ di amici.
I giorni passano e le condizioni di salute delle quattro ragazze tendono a migliorare. Nel frattempo Yorik se ne resta un po’ per conto suo, preoccupatissimo per le amiche.
I nostri due baldi avventurieri, Faradyr e Porter, procedono con Hans in direzione della Città dei Maghi, facendosi spiegare la strada del ritorno. Giunti sul posto
decidono di fare irruzione nel corso della stessa mattinata, quando il mago
e i suoi apprendisti sono occupati a studiare in giardino mentre la servitù
è in cucina a preparare il pranzo. Hans resta fuori dalla città in caso
qualcosa andasse storto. Porter e Faradyr si intrufolano dalla finestra
della stanza da letto del mago e sornioni attraversano la casa fino ad
arrivare al luogo dove è custodita la polvere: un grosso trono di legno con
un vano nascosto sotto il sedile. Grazie alle chiavi prese nella camera
dello stregone mettere le mani sul bottino è un gioco da ragazzi, e in pochi
istanti i due sono fuori, liberi di tornare al punto di rendez-vous. Qui
Hans li saluta, li ringrazia e s ne va per la sua strada. La via del ritorno
non presenta alcuna difficoltà per i nostri eroi, che infine si riuniscono
al resto della cricca nel villaggio maledetto.
Una sera piovosa il ragazzino misterioso entra nella stanza delle ragazze con un lungo ferro appuntito ed un grosso ciocco di legno poroso. Afferra il braccio di Flaherty, che non fa resistenza, la punge fino a farle uscire un filo di sangue con cui bagna il legno. Quindi, una per una, punge a sangue anche le altre ragazze. Giselle tenta di evitarlo, ma il piccolo, con la sua abituale aria inespressiva, le chiede: "quando vuoi morire?"; Giselle allora si dimostra più docile e si lascia pungere anche lei.
Cala la notte.
Yorik, addormentato serenamente nella sua stanza, improvvisamente acquista coscienza che intorno a lui sta accadendo qualcosa: apre gli occhi, vede del fumo e, in mezzo al fumo odoroso, individua il ragazzino, che sta intonando una litania strana. Quindi il piccolo afferra il forte braccio del ragazzo, che è stordito e non riesce quasi a muoversi, e vi incide quattro buchi. Il dolore indescrivibile fa perdere i sensi al povero Yorik, che riesce solo a mandare un grido disperato prima di svenire.
Nonostante la distanza, Alice viene svegliata dal grido e chiama le amiche. Si sentono tutte molto meglio, escono nella pioggia e si mettono alla ricerca della capanna in cui dimora Yorik; dopo qualche minuto la trovano, dalla finestra esce del fumo odoroso, che sembra avere effetti di stordimento. All’interno della stanzetta c’è Yorik, svenuto, quasi morto, con il braccio bucato in quattro punti, come cauterizzato.
Le ragazze vegliano il loro amico privo di sensi fino al mattino, quando vengono trovate da una delle tizie del luogo, la quale, appena vede Yorik, scappa via terrorizzata dicendo che "l’occhio del Dio si è posato su di lui".
Naturalmente non vuole dire niente altro, non fornisce alcuna spiegazione. La capanna di Yorik viene così evitata da tutti i compaesani come la peste, soltanto le quattro sopravvissute alla malattia passano il tempo con Yorik, che lentamente riprende i sensi, gli portano da mangiare e si prendono un po’ cura di lui.
Il giorno stesso, nel pomeriggio, Porter e Faradyr ritornano dalla città dei maghi con la polverina azzurra.
La notte sono predisposti dei turni di guardia e il mattino dopo il gruppo parte via dal villaggio, diretto il più lontano possibile.
Yorik lentamente si riprende, anche se il suo braccio è inutilizzabile per diversi giorni. Le ragazze mostrano ancora i segni della terribile malattia subita, in particolare Giselle e Flaherty ne sono rimaste segnate.
La preoccupazione principale del gruppo è quella di allontanarsi più alla svelta possibile e di trovare qualcosa da mangiare. Un paio di battute di caccia ben riuscite, qualche pesce del fiume, un po’ di erbe e verdure raccolte permettono al gruppo di sostentassi decorosamente.
Raggiunto il margine del bosco, il gruppo avanza senza introdurvisi più, temendo di incontrare nuovamente dei druidi cannibali. E così, dopo qualche giorno di viaggio ininterrotto, sono raggiunte le fattorie dove si trovano nascosti i cavalli.
Stanno bene, ma visto che i muli non sono tornati indietro, due cavalli sono lasciati come risarcimento del danno.
Il gruppo arriva al fiume, che attraversa corrompendo le guardie, quindi ecco che viene toccato, dopo un altro paio di giorni, il terreno di Greyhaven.
Grande è il sollievo di tutti quanti a calpestare le rassicuranti terre civilizzate di Greyhaven, la prima tappa è una locanda lungo la strada, dove il gruppo rimane fermo un giorno intero a mangiare e riposarsi.
Ma il giorno seguente, poco prima che ci si rimetta in marcia verso nord, arriva la notizia che la cameriera della locanda sta poco bene, che ha la febbre.
Potrebbe essere una semplice coincidenza, ma il terrore di essere contagiosi spinge gli sfortunati viaggiatori a tenersi lontani dalle strade frequentate, dai luoghi popolosi, per evitare ogni rischio di diffondere il morbo.
Così arrivano appena fuori Greyhaven, dove mandano Faradyr a chiedere di Norbert, il guaritore amico di Arethel. Egli si trova a Drakan, un paio di giorni a nord. Il viaggio nell’isolamento continua, finché Norbert non viene contattato e condotto fuori città.
Sentendo tutta la storia, il guaritore resta scandalizzato. Inizia a parlare delle "paludi di Morgoblath" e si mostra offeso per il fatto che le quattro contagiate di peste abbiano preferito farsi curare dal Dio dei Veleni piuttosto che morire nella pace di Reyks. Offre loro degli unguenti, suggerisce un po’ di isolamento ma dichiara che non sono infettive. Si rifiuta poi di aiutarle a cancellare dai loro corpi le cicatrici lasciate dalla peste.
Per quanto riguarda Yorik, Norbert dichiara che è stato maledetto, che non sa dire in che cosa consista la sua maledizione e che non può fare nulla per aiutarlo. Gli suggerisce di girare al largo dai luoghi abitati e di non farsi pubblicità, visto che rischierebbe, altrimenti di venir subito messo al rogo.
Tutti rimangono un po’ turbati e si mettono in viaggio verso Galen, per raggiungere al più presto Elmer.
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