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Diario di Myst – parte decima – master Anna e Matteo
E così inizia il viaggio. È inverno, ma i primi giorni, fino a Drakan, sono baciati da un bel sole tiepido. Il gruppo è accompagnato, giorno dopo giorno, da un postino che viene abbandonato prima della città, quindi volta verso Caergoth.
La seconda sera, nella stazione di posta, in mezzo ai popolani locali, spicca una compagnia di tre viaggiatori, due uomini e una donna, armati ed equipaggiati. Giselle tenta di identificare la loro stanza ma poi rinuncia a far loro una visitina notturna.
La notte successiva, nella stazione di posta, si ripete la stessa situazione, sono presenti gli stessi tre viaggiatori, che stuzzicano la curiosità di Giselle. La ragazza tenta di scassinare la porta della loro camera ma viene disturbata da un ospite della stazione e deve rinunciare.
Il giorno seguente il clima cambia e nel primo pomeriggio inizia a nevicare, rendendo difficoltoso il proseguimento del viaggio.
Il territorio è abbastanza deserto, la prima fattoria ospitale è una corte a due case.
Il gruppo bussa alla prima casa, quella più grande, e viene accolto ospitalmente da una gentile signora, che offre volentieri la cena e il ricovero. Con lei vive la figlia Grethel, il fratellino e il vecchio nonno, l’Ammiraglio. L’anziano signore diletta i visitatori con le leggende della zona, in particolare narrando la storia del tesoro del Demonio, sepolto nel boschetto dietro la casa.
In serata qualcuno bussa nuovamente alla porta, si tratta dei tre viaggiatori più volte visti lungo le stazioni di posta: uno dei loro cavalli si è infortunato e solo allora sono arrivati a quel primo riparo, chiedendo ospitalità per la notte. Si presentano come Amelia, Pascal e Hanselm, cenano e sono abbastanza taciturni.
Ruig si offre, per simpatia verso Amelia, di esaminare il cavallo ferito, i due vanno alle stalle e il ragazzo scopre un chiodo infilato sotto lo zoccolo dell’animale. Nonostante la sua propensione per la bella Amelia, il giovane inizia a nutrire sospetti verso di lei, perché il chiodo potrebbe essere stato messo intenzionalmente da lei.
A sera gli ospiti sono divisi tra ragazzi e ragazze, tutte le fanciulle sono ospitate nella mansarda, Faradyr, Porter e Ruig nell’altra soffitta, mentre Pascal e Hanselm si trovano al primo piano.
Durante la notte alcuni restano svegli a fare turni di guardia, ma nessuno sente rumori particolari.
Al mattino dei singhiozzi accompagnano il risveglio del gruppo: è morto l’Ammiraglio, il vecchio nonnetto. Lo ha trovato sua figlia steso a terra ai piedi del letto, morto stecchito. Arethel subito si offre per esaminare il corpo, e trova un segno di contusione alla testa e niente altro.
La molta neve scesa durante la notte, che ancora continua ad aumentare, rende impossibile ripartire.
La giornata trascorre così abbastanza uggiosamente, con le visite della famiglia della casa accanto, gli zii e il cugino, poche indagini e niente di strano. Nel pomeriggio Ruig va a fare una passeggiata nel boschetto dietro la casa, oltrepassa la gora ghiacciata e nota, all’altezza delle poche travi che fanno da ponticello, un buco nel ghiaccio come qualcuno che vi fosse finito dentro.
Alice invece ficca il naso nello zaino di Amelia, dove trova stranamente, accanto ad alcune armi, molti attrezzi da lavoro, tenaglie, pinze, una grossa lima e altri utensili simili.
A sera i tre viaggiatori decidono di dormire tutti e tre insieme nella stessa stanza al primo piano, mentre di sopra le ragazze fanno i turni di guardia.
Alice, nel cuore della notte, ode il vago rumore di una persiana che sbatte al vento. Prende quindi la spada e si avventura al piano inferiore: la signora sta vegliando il padre morto nella sua stanza, si sente il suo russare fragoroso e regolare.
L’imposta sbatte dal piano di sotto, dalla sala dove dorme Grethel. Alice entra a tentoni nella stanza, accende una luce e vede che la ragazza è sparita: il letto è rifatto, la camicia da notte piegata sul cuscino, la finestra è stata richiusa dal di fuori malamente.
Decide allora di chiamare i tre viaggiatori sospettosi e sconosciuti, dopo aver riposto via la spada, bussa alla loro porta e poco dopo Amelia risponde, esita un po’ ad aprire e si mostra molto sospettosa e fredda. Nel lettone, tra Hanselm e Pascal, nascosta sotto il lenzuolo, Alice vede chiaramente una balestra che la punta. Lei spiega che ha visto la ragazza scomparire e che ritiene sia opportuno andare a cercarla. I tre accettano di aiutarla, ma prima si rinchiudono per prepararsi. Alice origlia dalla porta e sente i tre estremamente preoccupati, che temono sia Alice o qualcuno dei suoi compagni il responsabile della morte del vecchio, e forse ora della ragazza. Uno di loro l’aveva anche vista scendere armata, quindi temono molto. Comunque si preparano, intanto Alice sveglia i compagni e tutti scendono di sotto.
Dietro la casa, di fronte alla finestra da cui è uscita Grethel, la neve è calpestata da due persone, che si incamminano verso la gora e di lì verso il bosco. Le altre impronte provengono dalla casa accanto.
Faradyr ipotizza una fuga d’amore tra Grethel e il cugino e si propone di andare a disturbare i due piccioncini.
Il gruppo così si divide: Porter, Faradyr, Amelia e Pascal seguono le tracce verso il bosco, mentre Ruig, Alice e Arethel vanno alla casa accanto a chiedere del ragazzo. Gli altri rimangono al calduccio in casa.
Ruig bussa alla porta, dopo un po’ arriva, zoccolando, il padre del ragazzetto. Ruig gli comunica, con ben poco tatto, che suo figlio è scappato con la cuginetta. L’uomo sbrocca di brutto, inizia a sbraitare e trascina il ragazzo al piano di sopra per fargli vedere che non è così. Apre la porta di una stanza, dalla penombra si vede il letto che ospita una sagoma umana. Ruig si avvicina per vedere meglio, solleva un lembo del lenzuolo e scopre che il ragazzo è fuggito e che al suo posto riposa una coperta arrotolata.
Il padre si infuria, chiama la moglie, entrambi cominciano a maltrattare Ruig. Subito salgono le scale anche Arethel e Alice, la discussione termina con i tre messi alla porta e il padre inferocito che si prepara ad andare a cercare il figlio fuggiasco.
Nel frattempo gli altri si incamminano nel bosco e seguono le orme dei due ragazzi. Ad un tratto intravedono delle luci come di torce piantate nel terreno, e sentono le voci di due ragazzi: stanno scavando nella terra.
Porter avanza di soppiatto separatamente dagli altri, si nasconde alle spalle dei due e vede che Grethel e il cugino stanno scavando buche nella terra, alla base di alcuni grossi alberi. Ad un tratto pare che lei abbia trovato qualcosa, entrambi iniziano a scavare con le mani.
Lui si avvicina alle loro spalle e si schiarisce la voce, facendoli sobbalzare.
Dopo i primi attimi di spavento, Grethel recupera il sangue freddo e saluta tranquillamente Porter, il quale dal suo canto regala alla ragazza una interessante predica sul fatto che non sia bello, dopo aver ammazzato il nonno, andare a cercare il suo tesoro nascosto sotto un albero.
La ragazza prima gli risponde per le rime, quindi tranquillamente continua a scavare, facendosi aiutare dal cugino intimidito.
Infine tira fuori dalla terra un bauletto, con un colpo di pugnale fa saltare la serratura, lo scuote davanti a Porter per fargli sentire che non contiene metallo, quindi lo apre, soddisfatta: al suo interno ci sono alcune vecchie pergamene. Quindi, assieme al cugino, torna verso la casa, passando in mezzo agli altri nascosti nel bosco. Entra nella sua stanza scavalcando la finestra, quindi saluta tutti e si mette a dormire.
Il cugino invece, appena apprende che il padre è stato avvisato della sua fuga, impallidisce. Si incammina titubante verso casa sua, il padre sta uscendo il quel momento e prima ancora di salutarlo lo schiaffeggia.
Gli altri tornano tutti a dormire, perplessi.
Giselle però, sentita la storia del bauletto e delle pergamene, decide di fare una visita nella stanza di Grethel. La sua porta è aperta. Utilizzando il vago chiarore di una candela, la ragazza inizia a perlustrare tutta la stanza, approfittando del sonno pesante di Grethel. Trova il bauletto su una sedia, ma è vuoto. Quindi scassina il cassetto della scrivania della ragazza, che è pieno di carte. Le porta nella stanza accanto per leggerle. Per lo più si tratta di lettere d’amore ricevute dalla ragazza da parte del timido cugino. Poi ricette di cucina, conti della casa (che va abbastanza bene), una lettera del padre e una, non finita, in cui Grethel cerca di dissuadere il cugino dal corteggiarla; poi alcune pagine di diario. Infine ci sono alcuni strani disegni di alberi, estremamente dettagliati, con cavità strane, fessure e molti particolari curiosi. Giselle, delusa, porta tutto a posto nella stanza di Grethel, che però finalmente si sveglia, accende la luce e prende un po’ in giro l’intrusa, che se ne va a dormire di pessimo umore.
Al mattino finalmente si può ripartire, la neve non è più così fitta e le strade sono tornate praticabili.
I due gruppi di viaggiatori si congedano e se ne vanno.
La sera successiva raggiungono la stazione di posta, qui si incontrano nuovamente.
Alice va a chiacchierare con i tre avventurieri dell’altro tavolo, riuscendo con parecchie chiacchiere a carpire un po’ di informazioni a Pascal, il più grande dei tre. L’uomo rivela di essere delle terre di Amer, cosa confermata dal suo accento terrone, quindi, alla domanda di Alice, ammette di aver conosciuto Kirk, che ora si trova nelle prigioni di Nekkar, accusato di complotto.
Ad una domanda diretta non può negare il fatto di essere anche lui stato dentro, e dal suo racconto emerge che è un evaso che va a raggiungere un amico al nord. È in fuga e per questo non vuole avere contatti con persone o con guardie.
Tutti si salutano cordialmente e le strade dei due gruppi si dividono.
Il giorno successivo passa tranquillo. A sera il gruppo raggiunge una deserta stazione di posta, dove cena e decide di passare la notte. Ad un certo punto arriva un gruppo composto da cinque persone, tutti armati, che fissano ostentatamente i nostri eroi. Dopo poco quello che sembra il capo, un bel ragazzo con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro, si avvicina al tavolo e chiede di poter parlare, in privato, con il gruppo.
Dopo cena allora, una volta che l’oste si è allontanato e le due comitive sono rimaste da sole nella sala, inizia la conversazione.
Il biondino comunica, a scanso di equivoci, che tutti i suoi compagni hanno le lame delle loro spade avvelenate e che quindi non conviene che si facciano scherzi.
Quindi chiede, gentilmente, di essere messo a parte di tutto quello che è accaduto nella foresta di Miestwode, nei minimi dettagli.
La reazione del gruppo è abbastanza fredda, Ruig dichiara che dirà soltanto quello che reputa opportuno dire e che nel caso non bastasse lui non teme la morte.
Quindi chiede informazioni in cambio di quelle che darà.
Giselle dichiara che, non essendo mai stata nella foresta, si assenterà dalla conversazione. Così va di sopra e si ricopre di corazze e armature, prende le armi con l’intenzione di scendere e attaccare.
Il biondino, D., dice nel frattempo che non è stato difficile seguirli, perché hanno seguito un itinerario ben chiaro, di stazione in stazione. Racconta di essere stato contattato da Loigor, come Xavier, e come d’altronde anche Faradyr (che si affretta a negare tutto), e di avere la possibilità di comunicare con il mostrone, per ottenere da lui poteri e per svolgere incarichi per suo conto. Riconosce di non stimare particolarmente Xavier, secondo lui troppo asservito a Loigor. Racconta che Eril, "l’uomo di Farsund", è un tipo assai strano e che ha ricevuto un contatto con qualcosa di diverso da Loigor e che anzi ora è scappato di nuovo a Miestwode. Spiega che Fertig era un poveretto, anche lui contattato da Loigor, che poi il mostro ha deciso di abbandonare a se stesso, e che è impazzito dopo aver però ricevuto molti strani poteri.
Mentre D. parla, Flaherty si rende conto che il biondo sconosciuto ha dei poteri magici.
D. chiede come si siano svolti i fatti a Miestwode, e Ruig racconta più o meno tutto, omettendo però la partecipazione dei tre fratelli Stooges, e dicendo che Loigor fu messo in fuga da Flaherty e da un valoroso guerriero assente in quel momento, Yorik.
Ma D. sa della partecipazione almeno di Alexander, sa che l’uomo fu colpito a morte e quindi insiste su questo argomento. Ad un tratto ha una infelice uscita in cui, sprezzantemente, chiama "bastardo" il padre dei tre fratelli, scatenando l’ira di Flaherty, che gli si avvicina per insultarlo meglio: "bastardo sarai tu, tuo padre, tua madre, i tuoi figli, i tuoi fratelli, ma certo non il padre di Alexander o la sua famiglia".
D. rimane un po’ così, ma subito viene distratto dal rumore di pesanti passi sulle scale: è Giselle che, corazzata di tutto punto, scende portando le spade ai compagni. Le lancia sul tavolino, tutti si alzano in piedi.
D. intima a Giselle di restare ferma, la ragazza continua ad avvicinarsi. Anche Flaherty suggerisce all’amica di non muoversi, ma Giselle prosegue. Rapido D. pronuncia tre ben note rune, e le lame di luce si sprigionano dalle sue mani, colpendo la ragazza. Giselle per fortuna non è grave, ma è comunque costretta a lasciare le armi e a fermarsi.
La situazione di tensione si scioglie pian piano, perché il gruppo cerca di mantenere la calma.
D. continua allora a chiedere informazioni su Loigor, su quanto fosse potente l’estate passata e quante lame di luce fossero necessarie per buttarlo giù. Riceve risposte piuttosto imprecise. Comunque coglie l’occasione per dire che di Loigor ce ne stanno diversi e che quello di Xavier è lo stesso incontrato dal gruppo, mentre il suo è un altro.
Pare proprio che Xavier sia, tra le tante cose, il diretto responsabile della morte del padre degli Stooges.
D. e i suoi quattro compari si allontanano nella notte a cavallo, non convinti di aver ottenuto tutte le informazioni che volevano. Prima di andarsene, il ragazzo suggerisce ad Alice di restare alla larga da Surok: per ragioni personali Xavier la vuole a tutti i costi morta.
Il gruppo rimane così, un po’ imbarazzato, a discutere.
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