Finalmente un po’ di riposo, i nostri eroi trascorrono alcuni freddi giorni del gennaio 503 a Greyhaven. Si dedicano ad attività varie. Yorik si trova, ancora ferito, dal medico, che lo dimette affidandogli alcune erbe curative per il braccio infortunato. Passa il tempo così in taverna a giocare a carte con gli amici e a rimettersi. Ma una lettera da Vintenberg lo manda in crisi: è la zia di Eleonor la Rossa che gli chiede aiuto per alcuni problemi di sua nipote. Yorik subito decide di trovare un guaritore da mandare all’amica, forse ammalata, si reca al tempio dei guaritori e riesce a parlare con alcuni di loro, ma nessuno è disposto a raggiungere una città tanto lontana. Così Yorik decide di tornare a nord il prima possibile. Giselle trascorre il suo tempo in relativa solitudine, spesso appostata davanti alla dimora di Zarak, oppure nei mercati a cercare qualcuno da borseggiare. Nel frattempo Alice e Arethel vanno in giro per acquisire informazioni su persone importanti con cui fare conoscenza. Cercano cartografi o viaggiatori da cui apprendere interessanti notizie su rovine o luoghi da esplorare nei paraggi. Dopo parecchi giri incontrano un signore che descrive loro i suoi viaggi per il Granducato, nel sud, per Benson, Krandamer e Amer. Alice riesce a rimediare una vecchia cartina in cui sono segnate delle rovine antichissime, dei tempi precedenti alla fondazione del Granducato, poco a nord di Greyhaven. Una notte Alice si sveglia sconvolta per un brutto sogno: ha sognato Eril così come lo vide, chinato sulla statuetta dell’angioletto, nel bosco di Miestwode. E poi bambini con il corpo di insetti che uscivano dalla terra in un cimitero dei luoghi della sua infanzia, a Surok. Il sogno la turba molto. Il giorno successivo si reca dal suo amico trafficone, al quale chiede se abbia modo di trovare una casa fuori città per lei e i suoi compagni. Questi, dopo qualche ora, le dice che un tizio ha una casa in offerta: se Alice e i suoi compagni vorranno cacciare dei tizi che abusivamente vi risiedono, lui glie la venderà ad un prezzo estremamente vantaggioso. Inoltre c’è un tale, Devon, che vorrebbe affidare un incarico a lei e ai suoi compagni. Aspetta alla quarta stazione di posta verso nord, lungo la via del fiume. Alice rimane sorpresa di scoprire che il tal Devon, che lei non ha mai sentito nominare, vuole proprio lei per il lavoro. Quando Alice racconta a tutti quello che ha saputo dal suo amico trafficone, tutti per un motivo o per l’altro sono contenti di muoversi verso nord. Tra l’altro tutte le missioni si trovano fortunatamente sullo stesso percorso: prima la casa da controllare (a patto che se chi la abita è una persona per bene non vada cacciata), poi le rovine, infine la stazione di posta con il misterioso Devon. Per Yorik c’è poi la soddisfazione di potersi avvicinare a Vintenberg. Così il giorno successivo si parte. La giornata è fredda, ma a cavallo ci si scalda con facilità. Ad ora di pranzo viene raggiunta la casa da visionare. È abbastanza grande e fuori sono posteggiati sei cavalli. Il gruppo si avvicina con la scusa di chiedere del cibo e ospitalità. La casa è abitata da sei uomini che si mostrano non molto socievoli ma abbastanza generosi quanto a vivande che offrono. Però poi Alice fa una battuta su chi sia titolare della casa, suscitando una reazione sproporzionata di uno dei sei uomini. L’alterco diventa rapidamente teso, tanto che interviene Yorik. Tuttavia non si arriva alle mani. Infatti uno dei sei tizi accenna al fatto che il proprietario della casa in realtà è in debito con loro per un lavoro che loro hanno fatto e per il quale non sono stati pagati, recuperare un oggetto. Quindi loro stanno nella casa abusivamente finché non riceveranno quanto spetta loro di diritto. La sua versione sembra credibile, tanto che Yorik, Alice e gli altri rimangono convinti e se ne vanno. Flaherty, che aveva aperto un buchino nella finestra per sbirciare in segreto, sente che i tizi, una volta rimasti soli, continuano a dire tra di loro che sono cose da pazzi che il loro datore di lavoro abbia una faccia tosta tale da mandare pure gente a cacciarli senza aver pagato loro il dovuto. Poi viene vista e saluta. Comunque non ci sono dubbi, quei poveracci hanno ragione. Così il viaggio continua fino alla sera, quando viene raggiunta la stazione di posta. E la notte trascorre tranquilla. Il giorno successivo viene consacrato all’esplorazione delle rovine, lì nei paraggi. In realtà c’è ben poco da vedere, alcuni muri sbreccati, qualche traccia di fondamenta, ma ovunque ormai cresce la vegetazione e le pecore ci vengono a pascolare. Solo Alice ad un certo punto rimane colpita da una spaccatura nella collina, tipo piccolissima cavità naturale, nella quale ode un ronzio stranissimo che le rimbomba nella testa. Nessuno degli altri però, per quanto ci presti attenzione, riesce a sentire nulla di simile. Starebbero tutti per andarsene, quando è Alice a chiedere di trascorrere la notte lì invece che in locanda: ha uno strano presentimento che teme sia collegato al suo sogno di qualche sera prima, e desidera approfondire. Viene così allestito il campo tra le rovine e la notte si appresta a calare. Solo Giselle decide di dormire in locanda e si fa scortare da Yorik e da Arethel, che tornano indietro alle rovine. Fa freddo, ma tutto il resto è assai tranquillo. Ad un tratto, durante il turno di guardia di Alice e Faradyr, si odono dei fragori di battaglia non distanti. I due coraggiosi, svegliati gli altri compagni, si avvicinano alla zona di nascosto, al buio, per capire che cosa stia succedendo, anche se lo spettacolo è abbastanza incomprensibile: sembra che il combattimento stia impazzando nell’oscurità più completa. Ad un tratto, con un ultimo grido strozzato, la lotta cessa, e al suo posto si ode un orrendo suono di mandibole: qualcuno sta divorando la sua preda. Poi si ferma e si avvicina a Faradyr. L’elfo riesce miracolosamente a schivare un paio di fendenti portati alla cieca, ma insolitamente precisi, quindi Alice riesce ad accendere una luce ed andare in soccorso dell’amico. Ma il nemico che i due si trovano davanti non è del tutto umano: è una creatura che sicuramente un tempo doveva essere un uomo, ma che ormai ha l’aspetto simile a quello di una bestia. È ferito, ha le vesti stracciate e lo sguardo folle e predatore. Avvicinandosi alle sue spalle, Alice affonda un colpo mortale nella schiena dell’essere, che cade a terra. Quindi lei e Faradyr si guardano intorno e trovano cinque corpi di cinque uomini in armatura ammazzati barbaramente tutti quanti. Alcuni di loro sono stati mangiucchiati in viso, lo spettacolo è agghiacciante. Proprio mentre i due si accingono a tornare verso il campo a chiamare gli altri e Arethel e Flaherty stanno venendo loro incontro, l’essere che Alice era convinta di aver colpito a morte si alza e se ne va, allontanandosi velocemente nella boscaglia. Tutti restano annichiliti dalla scena insensata di violenza. Un esame rapido dei corpi fa rinvenire, tra le altre cose, due lettere, entrambe indirizzate ad un tal Cedrick: La prima…