Viaggio USA agosto 1998

Il viaggio in aereo è stato lungo, con due scali (Nizza e Parigi) perché... abbiamo perso l’aereo!
In ogni modo arriviamo e, compilato il modello per l’ingresso, aspettiamo fuori il pulmino del noleggio. Al noleggio ci accorgiamo che il baule dell’auto prenotata è troppo piccolo, come del resto quello  di quasi tutte le auto; alla fine esageriamo (siamo nel posto giusto) e affittiamo un GRAND CHEROKEE  rosso niente male.

L’Hotel Best Western Dragon Inn è nel quartiere cinese, dove arrivare di notte (la prima notte) non sembra la cosa più sicura da fare... La camera ha la moquette spessa e un odore caratteristico. Alla televisione c’è uno show condotto da Magic, che qui è molto popolare anche per questo. 

 

6 agosto

Ci svegliamo all’alba (5.00) per via del Jet-lag, ma siamo perfettamente riposati e dopo aver fatto colazione con “muffin”, caffè ci dirigiamo a Hollywood. In automobile giriamo per le strade di Beverly Hills, con molte ville lussuose (ovviamente) immerse in giardini sontuosi. A piedi percorriamo la “Walk of fame”, con centinaia e centinaia di personaggi dello spettacolo ricordati da stelle sul marciapiede. Ci conteniamo nelle spese e mangiamo da McDonald’s, dove si trovano frequentatori di ogni genere: da vecchiette barcollanti a neri formato Julius di Pulp Fiction, che dietro i loro occhiali scuri incutono un certo timore.

 

Dopo mangiato attraversiamo L.A. e giungiamo a Santa Monica - Venice dove, con grandissima delusione, la spiaggia è deserta e il tempo nuvoloso. Ci saranno 16 gradi e solo due surfisti scarsi che fanno il bagno.  Alle 16 ci dirigiamo verso San Diego sulla Freeway 5 (quante corsie gratis...) e arriviamo verso le 19 ad un motel vicino Mission Bay. Le strade sono molto trafficate ed è incredibile che tutte le persone vadano in auto da sole! C’è addirittura una corsia (car pool) riservata alle auto con più passeggeri, ma è semi deserta (ci siamo noi da quando abbiamo capito a cosa serve...). Mangiamo al “Jack’n the box” e andiamo a dormire. Alla tv c’è Caro Diario in italiano e Happy Days (anche qui ripropongono tutti i telefilm classici).

7 agosto

Questa volta ci svegliamo alle 6.00 e andiamo a fare una vera colazione all’americana al Cafè California. Oltre a molto caffè lungo (ma la caffeina c’è e si fa sentire), si mangiano uova con bacon, omelette ripiene di marmellata di ribes, pane fritto con spalmato il burro di noccioline: una bella mazzata!
Costeggiamo la baia e passiamo per l’ufficio turistico: è situato sulla riva della baia, in un’area verde magnificamente curata. Passiamo il “Coronado Bridge” e proseguiamo gustando il paesaggio verso il confine col Messico. Parcheggiamo prima del confine e a piedi attraversiamo il ponte che divide i due stati. In realtà lo spettacolo che vediamo è alquanto triste, con bambini a elemosinare ovunque e venditori molto invadenti: questo non è vero Messico, ma un posto di confine divenuto meta turistica forzata (c’è un negozio di una famosa marca di abbigliamento con i poliziotti alle porte!).

Dopo questa doccia fredda torniamo verso nord, a “La Jolla”. La spiaggia è stupenda, con coste alte e frastagliate intervallate da tratti sabbiosi. Assistiamo anche ad un salvataggio in diretta stile Baywatch di un turista "ingombrante" che stava andando alla deriva per via delle onde e della corrente. Ci allontaniamo pensando che un posto così bello non lo troveremo più.  Alle 22 ci fermiamo al “Best Value Inn” sulla “Highway 101” e mangiamo da “Denny’s”.
 

8 agosto

A Santa Barbara c’è la “Fiesta” con il lungomare pieno di gente che passeggia tra le bancarelle del mercatino festivo.
 
Anche qui la spiaggia di sabbia “confina” col prato, dove ci fermiamo a prendere il sole sotto palme altissime (da film...). Facciamo una passeggiata sul molo pieno di negozi e ristorantini, oltre a un chiosco dove cucinano granchi giganti bolliti. Ci addentriamo un po’ verso il centro, ma il sole che abbiamo e stiamo prendendo, ci fa presto tornare alla macchina.

 Partiamo per S.Luis Obispo, dove arriviamo alle 18, e cerchiamo una sistemazione. Subito la cosa appare ardua. così raggiungiamo il Tourist office che conferma la carenza di camere dovuta al week-end e a un torneo di calcio. Non sapendo come fare, ritorniamo all’ufficio e, vista la disponibilità della commessa, le chiediamo di trovarci una camera. Dopo molti tentativi ci trova l’alloggio, ma purtroppo dobbiamo lasciare la città e proseguire altre 60 miglia. Arriviamo al “Keefer’s Inn” e ceniamo (io e Matteo) con una classica bistecca alta quattro dita e una insalatona condita con la salsa “ranch”. Purtroppo non siamo molto pratici sulla mancia, perciò la cameriera ci rimane malissimo quando le lasciamo solamente 2$...
 


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