.e fu così che nacquero gli Oneiros, i sogni.
(fiaba liberamente ispirata alle figure mitologiche dell'antica Grecia)
di Anna Montella
L'Olimpo era in subbuglio: Le dee del Fato avevano interrotto il proprio lavoro
e sulla Terra il tempo si era fermato. Cloto, che tesseva lo stame della vita, e
Atropo (la più anziana delle tre), che aveva il compito di reciderlo nel
momento prefissato, guardavano preoccupate la sorella Lachesi che, anziché
attendere alle proprie occupazioni, ovvero distribuire a ciascuno la giusta
Sorte, si torceva le mani con lo sguardo perso nel vuoto. Il problema era
davvero di quelli grossi; infatti Atropo, al momento di recidere il filo della
vita di un omino che abitava tutto solo nei boschi, si era resa conto che in
realtà il poveretto non aveva mai realmente vissuto. Semplicemente, al momento
della sua nascita, distratta da quello sfacciato di Eros che le svolazzava
intorno con le sue alucce dorate, Lachesi aveva dimenticato di assegnargli il
suo Destino.
Ed ora, per riparare, non era rimasto che lo spazio di una notte. Gli dei erano
tutti li che si guardavano l'un l'altro senza sapere come risolvere il problema
(tranne Eros che aveva preferito tenersi a prudente distanza), quando si fece
avanti Thànatos (la Morte) che, con il faccino innocente di fanciullo e i suoi
riccioli d'oro, propose con la freddezza che gli era consueta di occuparsene
subito e personalmente. Lachesi, al sentirlo, emise un gemito di disapprovazione
e Thànatos si allontanò offeso ed imbronciato.
Spes (la Speranza) mormorava parole di conforto, mentre Zeus accigliato,
misurava il salone a grandi passi, non lasciando presagire nulla di buono.
A quel punto Hypnos, il dio del Sonno, che si era tenuto in disparte guardando
corrucciato e pensieroso la scena, decise di intervenire con una proposta che,
date le circostanze, sembrò a tutti la soluzione migliore. Poiché le regole
dell'Universo non consentivano ad un essere mortale di vivere più di una vita
nell'arco di una sola esistenza, l'omino del bosco, immerso in un sonno
intessuto con trama sottile , avrebbe vissuto nello spazio di una notte quella
vita a cui aveva diritto e che gli era stata negata.
.e fu così che nacquero gli Oneiros, i Sogni, tessuti con l'argento delle
stelle, con perle di lacrime e di rimpianto e cristalli di desiderio.
Essi, bellissimi ed evanescenti, presero dimora nel Palazzo del Silenzio, sul
fiume dell'Oblio e da allora, ogni notte, fanno visita agli uomini consentendo
loro di viaggiare in una dimensione irreale senza limiti di spazio e di tempo,
dove è possibile realizzare desideri inconfessabili e vivere non una, ma mille
vite diverse.
Oppure, chissà!? Forse questa è soltanto una favola e le cose sono andate in
tutt'altra maniera.