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@narcopan story



 
 

Un animo in tempestosa quiete
Sul mare del caos mi guarda
È la mia immagine riflessa
Sulla spuma della scia che lascia
La tua barca a vele spiegate
Nel cielo limpido di queste notti
Vedo la tua faccia dipinta
Nel luogo in cui abita la Luna

 
 
 
 

PROLOGO
La nascita di Anarcopan e altri sogni maledetti
Come il presagio apocalittico di Maytreya il Buddha che deve venire, fu rielaborato, digerito e sputato fuori dalla rete in una notte di luna piena e sotto una coperta di stelle dai Jackers..i folli  sognatori della madre di tutte le reti.
 

   Era da poco passata la mezzanotte, non sapevo più come ingannare il dolore ed il pensiero ossessivo e compulsivamente primario di una mia morte prossima ventura ….avevo provato a dormire.. ma mi ero risvegliato  peggio di prima da un incubo ricorrente in lenzuola attorcigliate e sudate. In sogno mi trovavo a combattere una guerra violentissima e assurde tra bande giovanili. Da una parte c’erano i Mords, rampolli di famiglie bene. Sfaccendati e crudeli viaggiavano su motociclette americane e terrorizzavano il quartiere proletario in cui vivevo. Avevo cercato di organizzare la resistenza alle loro scorribande e mi ero improvvisato in capo combattente. Era un sogno ricorrente..conoscevo le loro mosse i momenti e i luoghi delle loro aggressioni… tutto sembrava facile.. troppo facile. Avevo ammassato tutte le armi di cui potevamo disporre in un alloggio all’ultimo piano di una casetta abbandonata e isolata. Avevo reso praticamente inaccessibile l’ultimo piano con terrazzino… facendo crollare la scala pericolante e tranciando cavi e grondaie. Sapevo che sarebbero passati di lì sotto con le loro motociclette e dal terrazzino si potevano tenere tutti sotto mira con una sufficiente protezione. Tutto era pronto ..ma i sogni come i venti marini cambiano repentinamente direzione.. un attimo dopo l’appartamento era trasformato in una sala di ricevimento con un sacco di ospiti, parenti che mangiavano e si ingozzavano come oche.. e brindavano alla mia intraprendenza e al mio valore tutto da dimostrare ancora… vi tralascio i dettagli del pranzo perchè solo un lettore digiuno da tre settimane o dotato di stomaco d’acciaio potrebbe reggere senza vomitare.
 Un rumore nella strada il rombo delle motociclette a cilindri contrapposti…. Urla e minacce al mio indirizzo: “Dove sei bastardo di un anarcopunk” Mi affacciai appena in tempo per vedere le ultime moto che sfrecciando rumorose giravano l’angolo della piazza e sparivano alla vista.. così come dei fucili che avevo poco prima piazzato tra le feritoie di scolo dell’acqua non c’era più traccia… mentre al contempo saliva la mia inquietudine tutti i commensali abbuffati e mezzi ubriacati scendevano festosi ed esultanti con scale a corde dal terrazzino..creando non poco sconcerto e disordine tra le file dei miei amici e combattenti del movimento anarcopanico.
Ultima a sparire dal mio sguardo mia madre che mi baciava e piangeva. Appena uscita lei dalla mia visuale ecco tre Mords avvicinarsi con spranghe di ferro e mazze da baseball… mi guardai intorno e vidi un fucile..era un vecchio tirascoppi di quelli che avevo da ragazzo…compresi che non avrebbe neache sparato una salve e lo afferrai come un bastone.. l’alzai sulla testa e lo feci roteare un paio di volte… ma mi sentii così fiacco che anche se l’avessi dato addosso ai Mords gli avrei appena scosso di dosso la polvere... mi inginocchiai..come per attendere il colpo di grazia o la graniuola dei colpi che inevitabili attendevo si abbattessero su di me..ma qualcosa di scintillante nel mio sguardo che li temeva e odiava insieme li tenne a debita distanza ..minacciarono di fracassarmi le ossa. Sentivo le invettive lontane e con la lontananza di esse avvertivo lo scampato  pericolo. Era la variante di un sogno ricorrente che dovevo portare a termine. Salii sul terrazzino con gran fatica e i miei compagni di anarcopanico giocavano a scacchi, vomitavano bile e si cacavano sotto. Infatti dopo alcuni istanti i Mords come vespe impazzite in sciami volavano intorno al terrazzino da tutte le parti e spaccavano e insultavano e sparavano colpi di mitragliatore che frantumavano e sbriciolavano i vecchi muri marci. I miei amici e compagni scappavano da tutte le parti e alcuni di loro cadevano sotto i colpi per rialzarsi in una maschera di sangue urlando. I Mords avevano capelli corti e indossavano magliette Polo e avevano scarpe di pelle di serpente. La salivazione mia si era fatta difficile e insostenibile era la situazione: correvo lungo un corridoio e al posto in cui avevo messo i fucili vi trovavo inutili armi giocattolo…  compresi che i sogni ricorrenti non si possono ingannare e prima di soccombere mi svegliai tra lenzuola attorcigliate e l’odore rassicurante del mio sudore che sapeva ancora di the.
Tutto rimase così impresso chiaramente nella memoria da poterlo restituire così come lo potete leggere. Nella mente saliva il corto circuito di domande e risposte vacue a cui ancora oggi non so dare risposta.. Questo dicevo era un sogno ricorrente..mi ritrovavo a fronteggiare i Mords da quando ero ragazzo. Ero sempre solo di fronte alle loro scorribande e tutto si risolveva con una carneficina di cui alla fine ero lo stremato e unico superstite. Anche dei sogni cerco la via più semplice mi dicevo.. avevo affinato capacità di dirottare i sogni, ma fino a un certo punto. Dai tempi del mio primo sogno claustrofobico di morte…finivo seppellito vivo in una tomba di campagane per uscirne subito tra lenzuole attorcigliate e odore di the… avevo appreso l’arte di reindirizzare i sogni per altre strade o quella più semplice di un pronto risveglio. In occasione di quest’ultimo sogno sentendo arrivare i Mords volevo pianificare il piano di battaglia per evitare inseguimenti, combattimenti selvaggi con motoseghe e ogni sorta di arma impropria…. Ma i Mords si erano presi beffe di me.. mi avevano coperto di ridicolo e avevano ucciso tutti i miei compagni. Compresi che i sogni ricorrenti vanno lasciati al loro solito corso come la caduta dei fiumi e dei torrenti montani d’estate.
Di riaddormentarsi non c’era proprio possibilità ..e mi avvicinai alla tastiera del computer con l’odore di the rancido che mi seguiva … la luce bluastra del monitor si rifletteva nei vetri opachi della cucina…. Il ronzio della ventola e il segnale di connessione alla rete.. Pochi rituali per entrare in contatto con una comunità virtuale di fratellanza e paziente rispetto..che avevo imparato a conoscere nelle mie serate insonni.
Il sito della variopinta comunità dei jackers mi attendeva…. Cercai una poesia in archivio. Ero solito arrivare portando una lirica di un grande poeta in dono. Quasi per farmi perdonare i miei versi e versacci sguaiati sparati in pomposa e aulica voce.. ne trovai uno di Antonio Machado che ben si adattava alla serata e al mio stato d’animo.

Il demonio dei miei  sogni
Ride con le sue labbra rosse
Con certi occhi neri e vividi
E denti fini e piccoli
Ed allegro e picaresco
Si lancia in grotteschi balli
Mostrando il corpo deforme e la gobba
Enorme E’ brutto e irsuto
È panciuto e piccolino
Io non so per qual ragione
Della mia tragedia ridi
Buffone..ma tu sei vivo
Per la tua banale danza
Antonio Machado

A voi studenti è riservato un ruolo importante nella rivoluzione. Voi studenti dovete fare politica..altrimenti la politica sarà fatta contro di voi.
Chiosai con le stesse parole di Machado in epigrafe al suo libro Soledades e Campos de Castilla.
Lo spedii alla bacheca senza neppure leggere i precedenti messaggi come ero solito fare. In linea ad attendermi MaeWest Xanadù e Pinky….


Una caricatura di Naguals (opera di Igor 94)

Vi era qualcosa di strano nella bacheca-chat ma non riuscivo a comprendere bene cosa fosse. Sì sapevo che avrebbe chiuso per sempre i suoi battenti…il suo ideatore ha un certo vago e persistente senso del necrofilo…   .ha inventato un programma radiofonico centrato sui deliri del  personaggio di Jack Folla, un evaso dal braccio della morte del penitenziario di Alcatraz, che non ha nulla da perdere e quindi spara come un mitragliatore tutto quel che non gli va.. ottenendo un clamoroso e immediato successo… e l’ha sospeso al massimo della sua popolarità, ha avviato una serie televisiva in dieci episodi, riproponendone una versione video altrettanto efficace e inkazzata…. facendo scomparire jack Folla vicino a Santo Domingo… contemporaneamente ha allestito un sito per offrire ai fedelissimi e ai non fedeli jackers di scambiarsi le sue stesse indignate proteste…. Ora come era scontato anche il sito doveva morire.

Avevo bazzicato il sito alla fine.. e mi era rimasto il sapore dolce-amaro dell’epilogo delle grandi imprese. Mi ero battuto perché vivesse, invano.. allora avevo strepitato con altri e inveito e attivato intelligenze per aprire un altro sito come rifugio alternativo alla voglia di comunicare e di scambiarsi elettro-emozioni tra gente di pari sensibilità… ora andavo al funerale del sito..con una rosa e qualche verso di antonio Machado.
Ma c’era qualcosa di strano nell’aria del bar di Maewest, il modo in cui chiamavamo la bacheca di notte, poca gente e poco entusiasmo. Xanadù quasi non s’accorse del mio arrivo e Maewest… mi inviò un messaggio urlato (scritto in maiuscolo) Maewest- (superevea@it. Stampato alle 1.15 del 26.7.2000) ANGELOS  (il mio pseudonimo nel sito)NON DEVI ASSOLUTAMENTE NOMINARE IL FANCIULLO RICCIOLUTO E RIBELLE…POI TI SPIEGO…
Il  fanciullo di cui si parlava era Anarcopan.

Il figlio virtuale nato nella rete dopo un’orgia dionisiaca tra tutti i jackers presenti alla sera di plenilunio del solstizio d’estate.
 


 Anarcopan all'età di sei anni accompagnato da Lama Angelos sul sentiero della illuminazione
 

Questa storia così incredibile merita una sua digressione…la cosa potrebbe sembrare noiosa quanto importante per addentrarci meglio in questa vicenda.
anarcopan story
quando anarcopan nacque era il 4 di luglio nel mese di  Hermann  S di Tom Cruise dei leoni e dei sognatori
il mese del mare infuocato
 degli amori travolgenti..e puri
 

c'era un piccolo dettaglio non aveva il corpo..

rimase impigliato nella chat di una rete di anarcopanici che praticavano strane perversioni poetiche
era un figlio della colpa d a  tenere nascosto
lo si vedeva aggirarsi soltanto dopo le tre del mattino e alle 4 era già a dormire
ma ascoltava tutto registrava tutto vomitava tutto
vedeva tutto ...ma soprattutto comprendeva tutto
era pan
Comprendeva tutti e tutto…. tranne i versi dei poeti anarcopanici
 

e imparava a riconoscersi nelle voci della gente
era mostruoso come un dio greco ma potente come una divinità maya
era mostruoso come il dio dell'amore  ma assai più pericoloso....il giorno della sua nascita  si innamorarono 756.000 adolescenti che chiamarono il loro animale domestico anarcokhan
erano presenti:
Lawrence Ferlinghetti, Giovanni Lindo Ferretti (a sua medesima insaputa) Angelos e Naguals, Xanadù e Maewest, Solare e Pinky, Dairon e Hash, Homer e Linda, Buonbraccio e Bobo, Nio e Rose, Mich the Kid  e Bird,  Zapatavive ed Eternauta,  nelle imbarazzanti vesti di geniotri e genitrici trepidanti apprensivi… Dylan Bob, Dylan Thomas, testimoni fiscali,  Jack Mc Crowd, Dancing Moon, Running Star e JK , Albachiara, William B,  Antonio, i donatori di DNAnarcopoetico,  Jack&kennon loro malgrado e con sommo ribrezzo ..e tanti altri che mi scuso di dimenticare..sono un cronista distratto......e...
e i fantasmi di poe, bukowsky ginsberg fellini jack folla blade runner jack mc crowd tarkovskij kurosawa leone verlaine rimbaud delacroix  dylan thomas gautier blake burroughs de andrè dickinson baudelaire Nazir Hikmet majakovskiy saffo pindaro catullo ovidio shakespeare whitman rostand rilke holderlin breton marinetti apollinaire pasolini penna ...e altri che non ricordo
tutti tributarono versi e lo coprirono di onori e doni
Il giorno della sua nascita si suicidarono ottantasei banchieri impiccandosi sotto i ponti di Londra e New York e Amsterdam…
e Anarcopan come era prevedibile cominciò fin dalla nascita a montarsi la testa e a tagliarle….
poi vennero a trovarlo pittori fotografi cineasti giornalisti disegnatori elettricisti macchinisti ed equilibristi rappresentanti bancari falegnami massaie studenti professori medici curati cariati vescovi papi cardinali
alcuni a giudicare dalle sue sembianze mostruose ebbero paura e non si fecero più vedere.
Altri più pazienti volevano vedere fin quanto sarebbe potuto crescere in saggezza e virtù...quel mostro..alcuni scommettevano che non avrebbe mai visto una nuova alba..altri gli dicevano tre mesi..tre mesi certi scherzi di natura non possono vivere di più....non si è mai visto nascere qualcuno in rete...
altri spaventati uscirono urlando.. Le lucciole di luglio illuminavano i passi degli anarcopoeti
della dead poetry society in un attimo fuggente e gratuito e liberatorio di elite eluse eleusine come l'arte che sgorga felice e come un dono d'amore per la bellezza di un a  donna e del bambino che nascerà...così cantavano coefore romane vestite da vestali così cantavano rockhettare anarkopunk così cantavano anarcocantautori...alcuni disperati uscirono con la cassetta dei suoi primi vagiti in bocca e la sputarono nelle casse dei grandi magazzini e nei carrelli delle massaie che facevano la spesa al supefresconarcomercato solidale eticamente perfetto e composero una canzone punk
anarckopunk anarcopan è nato
aanrcopan pip pet petta nusa petta pan
anarcopipetta punk
anarko pink anarcopunk anarcopan
anarkopan senza busco pan
senza busto ne armistizio
solstizio d’estate
borghesi tremate
le lotte incendiarie sono accese

   Anarcopan a 5 anni 

altri più giovani estrassero i loro calumet della pace e della fratellanza shivaita e anarcopan respirò alle prime ore di luce alcune fragranti boccate di charas e alcuni dicono che cominciò a parlare da profeta altri che ripeteva le parole udite nel ventre più profondo della rete
 Nio sosteneva di avergli visto ingoiare una pillola rossa di qualche cm quadrato e impossessarsi a 56.66baud al secondo della rete e delle e-mail di tutti i sovversivi….
I commissariati e le centrali di polizia e le stazioni dei carabinieri e le caserme della guardia di finanza erano in stato d’alerta .. egli anarcopoeti in satori… non era ancora nato e già era stato classificato top secret sorvegliato con discrezione...messo in quarantena in osservazione in cam-divisione linfatizzato clonato replicato tradotto tradito tradotto in carcere liberato per inconsistenza del corpo ...
fece un cenno di disgusto e corsero da lui spiriti guerrieri cheyenne dakota lakota sioux moikani uroni kiowa apaches mescaleros pueblo comanche creek shoshones pawnee algonchini piedi neri nasiforati
yanoumani xingu baluba mongoli kirghisi cosakki unni celti vandali sottoproletari palestarti giovani lmpadati abbachecati anarcopanici cannari e canarioti gaglioffi ed assassini zingari..fecero a pezzi i carcerieri lo liberarono e si mangiarono i corpi: non habeas corpus disse il nuovo avvocato di grido venuto dalla city lights club e difensore d’ufficio estremo...chiese ottocento milioni di milioni di milioni di dollari di danni per trauma prepostnatale...alla CIA che pagò in due tranche per un omicidio mancato e ali agca se la rideva e diceva sbaglia anche la cia mamma mia li turchi e il papa scomunicava e diceva anarcopan è peccato credere in un mostro genera mostri bruciatelo in campo dei fiori e giordano bruno s'arrabbiò è disse no da un altra parte qui dormo io e il cardinale razzsitingher disse bruciamolo in piazza del popolo e torquemada disse in piazzadelpopolo stanno bruciando i suoi genitori eretici..ma lui come lo bruciamo sua emittenza Silvio Nazzistingangster...non ha corpo non possiamo bruciare il nulla e anarcopan se la scampò.. .il giovane commissario di polizia credeva agli spiriti e quando lo raccontò al questore questi con fare pacato lo mise alla porta e gli disse..si prenda una vacanza..il caso passò di mano e di scrivania per precipitare a 9.8 m2secquadrato sul tavolo dell FBI e burroughs diceva lo sapevo il codice maya non perdona ora vorranno ucciderlo..ma come fanno neanche la CIA mamma mia potrebbe uccidere chi non ha corpo…
ci siamo moriremo tutti ….(fu la conclusione apocalittica e apodittica di William B.)
ci spieranno tutti..e kerouac disse
ma siamo già morti william b e chi ha meno paura della morte di un morto?
si ma anarcopan nostro figlio..aggiunse con un filo di voce il fantasma vegliardo bardo todoll è vivo
eppure
morirà sacrificato
sul binario morto della celebrità
lo venderanno per trenta mila dollari
alla tv
gli faranno fare la pubblicità anarcopannolini anarcopan
povero nostro figlio
finire così nudo sui manifesti di ottanta metri e sugli schermi giganti nelle città monitorate e intrappolate dalle visioni narcopaniche...ma non capsici è il cavallo di troia e la fine di un impero un anarcobambino sfruttato farà lacrimare ottocentomilioni di soaperisti dipendenti, le madri de plaza di mayò scenderanno in campo e sputeranno sul polo candido delle libertà ...non vinceranno più le elezioni narcopan si candida come candido candidato prenderà 6 milioni di voti e venderà circa 6 milioni di cd e 6 milioni di libri e governerà il mondo licenzierà i padroni gli autisti i lacche assumerà poeti artisti artigiani muratori operai contadini assassini ladri puttane poliziotti..e rigovernerà il mondo
un figlio di nessuno nato nella rete...daily mirror venderà 8 milioni di copie d e il  Sunday Telegraph
e distruggerà la rete in un raptus edipico/antiedipico e anche la televisione..nuovo Baal tecnologico cannibale.

Fin qui  il resoconto di un messaggio affisso in bacheca il 5 luglio da naguals  (sciamano in trans … yaqui alterego di Angelos) e fedelmente trascritto per vostra doverosa informazione.

Beh ora potete anche smettere di leggere sapete quel che vi attende e non sperate di sfiorare il punto di non ritorno e uscirne indenni:  perchè non c’è.
O meglio non ce n’è per nessuno.  Siete entrati nell’ incubo anarcopanico. Tutto ciò che leggerete e tutto quel che diventerà vostro immaginifico onirico inconscio collettivo..sarà usato contro di voi o per voi a seconda di che parte state.
Questa lettura schierata da pamphlet da manifesto insurrezionale è corpo di reato e voi ne siete ammorbati e portatori sani… non ci saranno esorcismi, abluzioni, penitenze, sappiatelo….. lasciate ogni scusa o voi che proseguite…chè i voli si faranno pindarici picareschi e duri.. Allacciate le cinture e fumate quel che volete siete già all’inferno…rimanete calmi Anarcopanici e poeti si prenderanno cura del vostro terrore.
 Noi stiamo dalla parte della sovversione..della ribelione e della rivolta..  Se avete qualcosa da perdere tornate alle vostre seggiole da ufficio e alle vostre alcove, ai sedili di pelle sintetica delle vostre automobili e andate via, lontano di qui..

Come un animale
Che non sa capire
Guardo il mondo
Con occhio lineare
Come un animale nel tempo di  morire
Mi accontento
Di un posto in cui sostare
Che i sogni siano sintomi
Siano segni
Sanno i sogni
Sanno i sogni
Che i sogni siano sintomi
Siano segni
Lindo Giovanni Ferretti  Linea Gotica III canzone.
 
 






Naguals
Il lato sinistro del movimento anarcopanico
Come ogni sciamano che si rispetti, anche Naguals essendo prossima l’ora della sua dipartita dalla sfera terrena, doveva ricomporre  il proprio percorso terrestre, una bona fide o un album di  famiglia, come volete. Iniziò a pescare i ricordi più remoti. La sua prima vera intensa esperienza l’ebbe il giorno che gli regalarono un fiammante triciclo rosso, non se ne distaccava   mai neppure per mangiare, tant’è che sua nonna doveva inseguirlo per tutta la casa, che per fortuna sua era piccola per imboccarlo. Al suo passaggio travolgeva tutto quello che riteneva fosse stato messo sulla strada o sull’autopista come la chiamava lui. Un ricordo invece divertente lo serbava dai tempi dell’asilo. Avrà avuto quattro anni. E si ricordava perfettamente che non aveva avuto altri ricordi precedenti. Viveva alla giornata fino allora, senza orari o meglio fuori dal tempo e dallo spazio , visto che non ne era rimasta traccia. Ora che doveva come tutti gli studenti organizzare il suo tempo scandito da campanelle, battimani e filastrocche da imparare a memoria il tempo e la memoria erano entrati dentro di lui. Andava in un asilo di suore, ai suoi tempi solo le suore avevano avuto il fegato e la costanza di badare a dei marmocchi scatenati, certo traevano un guadagno, ma non doveva essere esosa la retta mensile, visto che la nonna pur oculata nel maneggiare il denaro aveva scelto di mandarcelo. O forse meglio tutto questo si era reso necessario dal momento che lui aveva sentito parlare tante lingue nella sua infanzia, tranne l’italiano. Aveva potuto udire idiomi africani come il lingalla, i kswaili, il masai, il padre gli parlava in ungherese, la madre in francese e lo zio Van Krombruger in fiammingo. Ma mai prima del suo arrivo in Italia aveva sentito un discorso intero in quella che sarebbe dovuta divenire la sua lingua madre. Si sa che se non si afferrano le regole del linguaggio nei primi mesi di vita a volte restano dei veri e propri buchi neri nel linguaggio e per lui le proposizioni restavano davvero un mistero.. e le usava a sproposito .. poi in casa sua si parlava un italiano inbastardito, ma anche il dialetto biellese e a volte il ticinese. Un gran guazzabuglio di suoni dunque in testa  a nagualito. Il ricordo che aveva più vivido riguardava il  primo giorno che si recò all’asilo da solo. La nonna, Enrichetta una donnina biellese energica e allegra, rideva così tanto e di cuore che aveva spesso le lacrime agli occhi, gli aveva dato un cestino di plastica per la merenda. Quadrettato, giallo e traforato, vi aveva disposto qualche paio di slip di ricambio, soffriva un poco di diuresi diurna quando si emozionava e una banana avvolta in una salvietta.  Ebbene pensava di armeggiare con una mazza ferrata mentre cacciava i draghi dal suo passo e faceva roteare il cestino fino a far la centrifuga alla banana. Non ebbe il coraggio di aprire il cestino arrivato all’asilo. Ci pensò la nonna più tardi a casa e quale non fu il suo stupore nello scoprire che nagualito aveva inventato il frullatore portatile e che quel diabolico strumento non funzionava né con le pile né con la corrente elettrica.
Inutile dire che non ebbe più banane per un certo periodo ma solo frittelle di mele e di mais, non provava nessun divertimento a sbriciolarle quelle.
Il terzo ricordo un po’ di rilievo risale alla fine dell’anno da asilante. La madre badessa aveva riunito tutti i bambini nel grande  cortile circondato di tigli profumati, una fragranza che mandava in estasi nagualito e dopo la consueta ricreazione mentre erano seduti sulle loro panchine cominciò a tessere gli elogi di tutte le sorelle che avevano avuto tanta pazienza con i bambini e le bambine dell’asilo. Poi cominciò a dire che avrebbero fatto una grande festa di fine anno scolastico e che tutti erano invitati a portare alle loro maestre dei bei pacchi infiocchettati e con carte belle colorate come a Natale. Tornato a casa nagualito riferì il discorso della madre badessa e quando la nonna Enrichetta disse: “Ah già vogliono il regalo, con tutti  i denari che già buscano, vogliono anche il regalo di fine corso”. Nagualito, con un sorriso perfido, così spiazzo e interruppe la nonnina: “Nooo, ti ho detto che hanno parlato di pacchi belli e infiocchettati, noi ne faremo uno grande grande, bello incartato e infiocchettato… come quelli che si mettono negli alberi di natale per le strade, dentro nulla.. del contenuto non se n’è parlato”.
“Ma no nagualito cosa dici, che figura mi vuoi far fare?”
“No e poi no, il pacco deve essere vuoto, interessa solo l’involucro con i fiocchi, servirà per una recita di fine anno, non capisci??”
La nonna provò ancora a far ragionare il bimbetto scalciante e furente. Non voleva sentir ragione, il pacco doveva essere grande e infiocchettato, con della bella carta lucida e rossa fiammante, come il suo triciclo, altrimenti lui a scuola non ci sarebbe tornato.
Quale non fu lo stupore della maestra suora quando aprì il gran pacco di nagualito per non trovarci dentro null’altro che carta da imballaggio.
Il colloquio tra la suora e la nonna fu riportato solo a frammenti nel corso di più anni. Quando nonna Enrichetta voleva ridere raccontava pezzi di quell’aneddoto, ma non riusciva mai a finirla quella storia, le lacrime le solcavano il viso così copiose che doveva correre a prender  di corsa qualche fazzoletto nel comò per non annegare nelle lacrime o non soffocare di risate. Nagualito invece puntigliosamente in quelle occasioni diceva :”Beh che tonte!! se avevano voglia di regali doveva essere chiara la badessa. A me parlarono di pacchi e il pacco io l’ho portato, o no!?”. “La nonna soggiungeva anche :”Già e da quel giorno ti chiamarono anche  “tupin d’la malva, proprio così…tupin d’la malva”. E per nagualito il topino della malva dovette sembrare un animale quanto mai furbo e non così ridicolo e orrifico come volevano far credere le suore.”
Di quel periodo nagualito ricordava anche un a bimba con le treccine bionde e gli occhi azzuri sgranati verso l’infinito e che lui facendo finta di dormire spiava per tutto il periodo del  riposino pomeridiano. Non aveva mai dormito lui di giorno. E se bisogna essere precisi neppure di notte dormiva mlto, preferiva leggere o guardare la televisione..fino alla fine dei programmi, quando il segnale del monitor mandava un fastidiosissimo rumore…allora i programmi dell’unico canale televisivo RAI erano come Cenerentola, prima di mezzanotte sparivano. PER LASCIARE AL LORO POSTO UNA ZUCCA VUOTA E SIBILANTE.
L’ultimo ricordo degno di nota di quella prima infanzia è collegato ai suoi stati febbricitanti. E nel corso delle lunghe giornate trascorse a letto per le malattie esantematiche (o infantili come meglio credete tipo morbillo,scarlattina etc..lui le fece tutte ai tempi dell’asilo)- Ebbene a seconda dell’ora e della temperatura corporea avvertiva diversi disturbi percettivi e comprese da dove trasse spunto Lewis Carol per i viaggi di Alice. Si sentiva piccolo come un topolino, che non si riusciva a trovarlo nel lettone, dove aveva il privilegio di star e quand’era malato. E altre volte si sentiva così grande da poter toccare il soffitto con la testa..senza nemmeno alzarsi dal letto. Eppoi tutto girare vorticosamente..ed era piena di colori la stanza… I viaggi astrali e psichedelici erano solo una reminiscenza del morbillo per Nagual diventato adulto…per questo non si spaventò mai davanti a nessun allucinogeno, a salvarlo da quei momenti c’era un campanellino che se lui suonava come per magia faceva apparire la nonna o la tata con un gran asciugamano imbevuto d’acqua fredda e una spremuta di arance rosse- A quel punto le sue esperienze extrasensoriali lasciavano il posto a un meritato riposo.
Fece in quel periodo il primo di una serie di sogni ricorrenti. Era dentro a un cimitero di campagna. Di quelli con le tombe di famiglia, fatte  a piccola cappella, lungo il perimetro e le tombe con lastre di marmo e staue nel mezzo. Cercava senza trovarla l’uscita, si stava facendo notte e continuava a vagare, vedeva i fuochi fatui e sinistre ombre lungo il viale di cipressi, un vento freddo spirava da nord sollevando polvere e scompigliandogli i capelli. Finalmente trova l’uscita, ma il cancello è chiuso. Un senso di claustrofobia lo invade e poco dopo una sensazione oscura che qualche anno più tardi conoscerà col nome di panico. Riprende a girare tra le tombe e alcune inziano a scoperchiarsi. Ossa vacillanti e quasi sfaldate in polvere si agitano nel vento. Corre, corre lungo i viali di ghiaia bianca e fine. Cerca invano di arrampicarsi per il muro di cinta, troppo alto e protetto da pezzi di vetro incementati. Voci cavernose lo chiamano. Non si volta e prosegue la corsa. Gira a spirale concentrica per ritrovarsi di fronte a una lapide che reca il suo nome. C’è l’anno di nascita e non quello di morte. Una fotografia animata gli sorride. Si inginocchia e leva le mai al cielo…. Sente delle braccia afferrarlo alle gambe e alle braccia. A quel punto si sveglia, prima che i terrore gli faccia scoppiare il cuore, prima di sapere di chi sono quelle mani che lo stringono.
 


 


se abolissimo il denaro...

non vi sarebbero più delinquenti
non più sequestratori
non più poliziotti
e pochi carcerieri
le guardie carcerarie in prigione
a imparare la lezione
come i figli di agnelli e pirelli
lavoravano in fabbrica
come operai per sei mesi!!!
per capire che cosa
voleva dire esser padroni
e quale privilegio raro fosse
vestire alla marinara
eggià che poi  si facevano di ero
come fece e fa e si fa
l'ultimo rampollo di giovanni lamiera
industriale torinese vincente
ferrarista e juventino
cosa ci vuol dire
da malindi il figlio di agnelli
che il denaro non rende felici?
per chi è poeta
di certo è insufficente

se abolissimo il denaro
non più serrature
allarmi e privilegi
scorte armate e  tamagochi

se abolissimo il denaro
forse aumenterebbero le persone sorridenti
con nessun coltello in mezzo ai denti
non più sfilate di moda
con donne stressate e magre anoressiche
e pallide evanescenti telegrafiche
 nel senso del palo
non più puttane schiavi schiavisti e papponi
non più televisioni pubblicitari notai
non più berlusconi
mafia p2 andrangheta corono unita dollari
non più wall street
non più stragi di balene foche  elefanti
non più invasioni dell'amazzonia
e avvocati burocrati e finanzieri
uomini delle tasse e notificatori
e rappresentanti alle porte
e ladri alle finestre
e esattori al telefono
e venditori nelle e-mail
non più politici grassoni
discotecari non più mazzette
inciuci intrallazzi bustarelle
favoritismi concorsi truccati
non più oggetti smarriti
borseggi sull'autobus
e corse a piedi sotto la pioggia
con 40 di febbre
per arrivare in orario in ufficio
e venditori di organi
non più
e baleniere fantasma
non più
petroliere sgretolate
non più
cormorani impeciati







Article:
E' bella la montagna coperta di neve, ma dopo che la neve è scomparsa cresce un tappeto verde dalla terra. In ogni perdita c'è un guadagno e in ogni guadagno una perdita.
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Elena guarda solare morire
Elena si ciba delle sue ceneri
con esse ricostituisce il suo essere
Elena risorge sulla terra
Solare muore nell’iperuranio
lì nacque
lì svolse lo spago del sue esistere
ora Elena lo recide
colpo netto, quasi indolore
Solare ha commesso degli errori
Elena li ha perdonati
gli altri no, (Elena pensa).
Anche gli errori irreparabili sono superabili
quando si sa sopportarne la recriminazione
Solare morente non può
Elena ne raccoglie l’eredità
Elena respira sulla terra
guardando il cosmo dove solare scioglie se stessa
accoglie i resti sulle spalle come pioggia
inevitabilmente
ne porterà memoria
Elena non piange il suo lutto
né indossa il nero crespo
non c’è tristezza in questa morte
c’è rinascita in questa morte
Solare dissolve la sua ombra
Elena gusta la terra

grazie..... era tempo di morire
.....era tempo di rinascere....

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Carissimi anarcopanici,
ora che vi conosco mi è più facile rivolgermi a tutt in modo più informale/confidenziale
voglio intervenire in modo sintetico per esprime le prime sensazioni sull'anarcoraduno:
1 comunque è stato è successo...grande risultato di per sè
la realtà reale nega la realtà virtulae come l'io pone al non io il dilemma di cosa sia la proiezione rispetto al vero/ogettivo / reale
2 la soggettività rimanda percezxioni e valutazioni diverse
3 alcuni sono rimasti delusi altri entusiasti altri perplessi..solo una tabula rasa elettronicamente vuota si poteva riempire di tanta diffromità di giudizio
4 il mio giudizio è positivo per tante ragioni
Luna si è messa a scrivere
yanez ad ascoltare
pepnet a sognare
xana a vivere
bobo a riflettere sul fatto che nulla è scontato
angelos a ridimensionare sogni spropositati
solare a riprendere contatto con la terra
b-side a rapportarsi con individui sconosciuti prima
pinky a superarsi e ad affermarsi liberamente senza pregiudizi e ipocrisie
run a muoversi nel mondo reale più velocemente di prima, grazie a desapilota
desa a non finire sempre sotto il tavolo
mae a sistematizzare le conoscenze collettive anarcopaniche
rose a ricercare
nio a dialogare senza litigare
lucignolo a telefonare

..chi è stato tralasciato lo è stato perchè non ho percepito qualcosa di preciso come per gli altri ananarcopanici panici e anarcopanici.. ma tante vaghe indistinte sensazioni che non permettevano una considerazione sintetica
persa

ananarcopanici_c o n t r a r i al movimento politico Argonauti: mei nio e altri (credo)
panici indifferenti come morgana jmc e altri

e anarcopanici: Running Star, angelos, desa, pepnet, xana,

.. ma tante vaghe indistinte sensazioni che non
 

il I raduno ha sortito una scissione di tre o 4 ali del movimento..
la ricchezza del movimento va aumentando

la parte anarcopanica detiene il massimo di consenso e di potenza tecnologica creativa e informatica
... le altre componenti non esistono come movimento politico in sè perchè rifiutano una coscienza collettiva e quindi non sono rappresentanti se non di sè
 

Rishikesh
Non ti immagini di trovare
una città così sacrà tra quelle
povere e misere campagne
che il vecchio pulmann
ha attraversato a fatica
nella riva sinistra del Gange
che precipita  dalle colline
prehimalayane la visione
di un paese come un altro
inganna il visitatore stanco
ma  attraversato il ponte
comprendi per qual motivo
sei in una città sacra
i mendicanti ben ordinati lungo
la passerella sospesa ti invitano
a lasciare prima di toccare
la riva destra quelle rupie di troppo
e poi nel lungo argine
i volti delle divinità
di tutta l’India ti vengono
incontro in calchi di policromia
dentro gabbie come animali allo zoo
e sadhu affollano le strade
e brusii di mille dialetti
si confondono, ma alle sei
ognuno fugge a cercarsi un posto
 e tra abluzioni e preghiere
e posture iogiche ti assale
tutto il fascino del pensiero olistico
là vi incontrai un giovane sadhu
che mi insegno a fumare solo gangia
e feci il bagno anch’io alle sei
dopo una  camminata che portava
al sentiero per il tetto del mondo
Roma
Città monumentale e periferie
senza fine come le file d’automobili
sul raccordo anulare e le corse
dei suoi autobus zeppi di donne
con la sporta della spesa e i bigodini
sulla testa nell’aria novembrina
così frizzante e insolita ma
umida e giallognola come l’acqua
del Tevere sotto Castel Sant’Angelo
e rossa la sera come le bandiere
di piazza san Giovanni  affollata di operai
e i palazzotti neoclassici ancora
signorili dei fori Imperiali o della Cassia
i teatri affollati con prenotazione
obbligatoria e le tue tre milioni
d’anime spacchiose con sindrome
da capitale da città eterna
e gli stranieri così straniti
da non passare inosservati
e tutti inermi radunarsi
a piazza Navona la sera in cerca
d’una trattoria a buon mercato
a Trastevere, due spaghetti
alla puttanesca e vinello bianco
nelle brocche col sigillo papalino
Roma ben ti accoglie il ventre
flaccido di quest’Italia d’oggi
senza uno straccio d’idea nuova
coll’aria trascurata di una nobile
decaduta e inutile baldracca
 

Più tardi,stanco,stufo,oppresso dal tedio cercò un foglio,una penna,voleva urlare,parlare,comunicare con qualcuno,ma non c'era nessuno ad ascoltarlo...buttò giù alcuni righi :
QUANDO...
quando il tutto sconfitto è dal niente
la voce cozza contro muri d'acciaio
il tuo cuore ci carne lo senti
inseguito da cani aguzzini
nessun S.O.S. da questo deserto
colmo solo di lunghi sospiri
inceppato il cammino
l'ingranaggio arrestato
un labirinto la via
plumbeo il soffitto
vitra la mano
di lutto la gioia vestita
interrotta la linea...

ecco un BAR senza sbirri
una birra
una biro
ed io VIVO!
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Replying to Original Article:

Article:
Di la si sentivano i rumori della solita scopata fatta ormai per abitudine "che cazzo ci troverà Jelen in quella insignificante ragazza senza testa e senza tette" pensò Pinki alle prese con i piatti da lavare "comunque è la ragazza giusta per quello stronzo.
Di colpo si trovò ad immaginare di essere lui di là a fare l'amore ma non con la ragazza inteccherita senza testa e senza tette ma con la splendida ragazza dai riccioli platinati vista o sognata in quel posto dei sogni e si eccitò cazzo si eccitò come non gli era mai successo prima, neanche per sua zia che per anni è stata la protagonista dei suoi sogni erotici.
Imbarazzato si concentrò sulle padelle e sperando che la notte quella giusta ritornasse e portasse con sé il posto dei suoi sogni.
Ma esisterà davvero un posto cosi?
 

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Replying to Original Article:

Article:
D'un colpo i suoi pensieri gli rimbalzarono fra capo e collo e quasi quasi gli fecero girare anche un po' le palle....VI-VE-RE...gran bella parola,non c'era che dire,suonava bene..peccato che fossero le due di un fottutissimo pomeriggio estivo,che il frigo era vuoto quasi piu' della città a quest'ora ma in compenso c'erano i piatti di tre giorni da lavare -divisione dei compiti..fanculo Jelen- e la notte se la prendeva comoda ad arrivare..
Si accese una sigaretta e comincio' a gironzolare per casa...mise su i Red Hot e tempo due minuti era spalmato sul divano -letteralmente spalmato,il caldo era infernale-.
Accarezzò con lo sguardo le stringhe sdrucite degli anfibi e gli occhi gli cadderò su una matita finita chissà come sul divano...Jelen e la brunetta facevano i cruciverba la notte??!
Si trovò con 'sta matita in mano,scarabocchiò qualcosa e si stupi' alla vista di quelle parole che scorrevano giu' veloci,come un fiume in piena dopo un lungo torpore....
Non senti' i passi sulle scale.Nè la chiave che litigava con la serratura.Nè il riso stridulo della brunetta inteccherita.
Lei ed Jelen fecero ingresso in salotto come John Whein nel saloon dove stanno i cattivi.
Implacabili nei loro sorrisi fasulli,strapparono Pinky a quello stato d'incoscienza quasi febbrile in cui era precipitato.
E Pinky tentò di riacquistare in un nanosecondo il suo sguardo da duro...e con un'espressione quasi colpevole dipinta sul viso riusci' solo a balbettare -ci penso io alla cucina,fratello-
Che frase idiota...pensò.
 
 
 

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Replying to Original Article:

AL BAR DI MAEWEST

1 pinki
Il fiume puzzava di notte, di ratti giganti, di copertoni sventrati di tir; il fiume costeggiava la strada, accarezzandola teneramente, teneramente la possedeva. Oltre la strada, oltre il fiume, solo luci o rumori : piuttosto irreali se percepiti a quell’ora e in quel luogo. Come per un tacito accordo, figure camminavano veloci, incrociandosi, sfiorandosi ma mai guardandosi ; quell’appartenenza ad un luogo, ad uno stato della mente rendeva superfluo qualsiasi messaggio cosciente o subcosciente che gli occhi o le labbra o le mani potessero scambiarsi.
Mentre costeggiava il basso muretto che divideva l’asfalto della via dalle acque scure, Pinky si rese conto che la cosa di cui aveva più bisogno era piangere. Piangere forte, piangere accucciato in qualche angolo. Ma di lacrime naturalmente non ne aveva. Non se ne parlava nemmeno. Lui non aveva nessuna intenzione di piangere. Piangere per cosa, per chi? Con un calcio, violento colpì una bottiglia di birra che lo sfotteva accostata al muretto ; la bottiglia non si ruppe, anzi carambolò un poco per finire nelle vicinanze degli anfibi di qualcuno, che la calciò a qualcun altro. Un paio di minuti dopo sentì i rumori di vetro infranto.
–Amen.-
Aveva bisogno di bere, decise. Piangere, ma che stronzata! Aveva bisogno di bere. Forse sarebbe passato al pub inglese. Forse. Fu allora che notò qualcosa che non aveva mai notato. Rallentò un poco il passo. Sembrava un circolo….No sembrava un bar, piuttosto scalcinato anche…..Ma chissà che gente del cazzo che lo frequentava. Magari era un covo nazi L’unica cosa di cui non aveva bisogno in quel momento era di una rissa ; suo fratello, quel bastardo di Jelen glielo aveva detto chiaro che lo buttava fuori se tornava ancora pesto a casa.
-Si Jelen ho capito il messaggio fratello!-
Poi naturalmente per rappresaglia gli aveva fregato tutti i cd dei Mazzy Star, dei Cranes, dei Christian dead e li aveva rivenduti a Spadino. Così adesso in tasca aveva qualche deca da sputtanarsi. Appunto, se li sarebbe bevuti. Ma invece di proseguire verso il Ronnie Scott si fermò e si voltò : quel bar era strano. Perché non si vedeva che un debole chiarore provenire dalle tende scure? Non si potevano permettere delle luci quei morti di fame? Poi gli parve di vedere qualcuno che entrava ; appunto gli parve di vedere, perché in realtà non vide nessuno entrare; ebbe solo l’impressione che fosse entrato qualcuno. Ma che cazzo di assorbente del cazzo gli aveva venduto Spadino? Possibile che a distanza di 24 ore fosse ancora fuori di testa?
–E’ Jelen che mi manda fuori di testa con quei suoi discorsi su responsabilità, divisione dei compiti e…- Decise Pinky. Tornò indietro, avvicinandosi all’entrata. Poi rallentò. Infine si fermò davanti all’entrata. Si sentivano dei bisbigli. Si percepivano delle voci che dicevano cose, ma sussurrando quasi. Poi una risata di ragazza, libera, squillante. Persino, qualcuno sembrava cantasse. O forse era la musica dell’impianto stereo.
-Ma vaffanculo- disse piano Pinky prima di entrare.
2
Qualcosa lo sconcertava. Un posto strano senza dubbio. Non proprio buio : in penombra. Ma la luce da dove veniva? E che tipo di luce era? Era una luce calda ,decisamente molto calda, e diffusa. Sembrava come se qualcuno o qualcosa avesse trasportato in quel posto improbabile il riverbero di un tramonto sulle acque di un lago alpino. La luce di un tramonto, si, così sembrava. Opera forse di uno sciamano folle….Ma che posto strano. Si era seduto in un angolo lontano, su di uno scomodo sgabello di metallo. Da lì poteva vedere il bancone che…..brillava? O cazzo forse si era giocato il cervello ; doveva a tutti i costi stare qualche settimana tranquillo, niente sostanze, nemmeno la skunk che gli aveva promesso Spadino…Sembrava fosse un bancone di legno, legno pregiato e metallo , ma….sembrava decorato con pietre lucenti, piccoli pezzi di vetro, gemme di tonalità diverse eppure complementari. Apparivano colori tenui, vaporosi ; riflessi di luce si dissolvevano guizzando veloci ; le ombre giocavano con le trasparenze di luce, si inseguivano, poi si perdevano. Non c’era nulla di pacchiano.
–Dovrebbe essere un insieme di un trash imbarazzante- Si sorprese a pensare Pinky –Una specie di pezzo d’antiquariato per hippy cinquantenni- Ed invece c’era una specie di magico equilibrio tra quel bancone di tenui rilucenze, la luce diffusa di un caldo tramonto e le ombre dense disegnate sui muri e sul pavimento. Era decisamente uno strano bar.
Poi lo vide. Anzi per prima cosa lo sentì. Un autentico juke-box anni ’70 che stava diffondendo “love me two times”. E SFRIGOLAVA! Un autentico 45 giri dei Doors su di un vecchio juke-box, c’era da avere paura. Magari era capitato in una specie di setta di adoratori del Re lucertola o di seguaci di Charles Manson. Pinky si mise ad accarezzare nervosamente il serramanico che teneva nella tasca interna della sua giacca di cuoio. E per la prima volta iniziò a notare la gente che era lì dentro. Si rese conto che nessuno si era girato a guardarlo quando era entrato. Nessuno lo aveva squadrato all’entrata, come invece era consuetudine fare in qualsiasi luogo rispettabile. Sguardi di derisione o fastidio o disprezzo o indifferenza….Normale no? Si ricordava la prima volta che era entrato all’Underground, poco più che sedicenne, tremando davanti a tutti quegli sguardi tosti di tosti tipi gotici e punkettoni.Terrore di fare passi falsi, orgoglio quando aveva ordinato la sua prima birra in quel posto desiderato, delusione quando fu chiaro che la sua birra non sarebbe mai arrivata. E invece nessuno sguardo sonda in questo cavolo di posto…..Era un comportamento…. bizzarro. Poi lui voleva bere. Tutti stavano bevendo qualcosa. Cera quel ragazzo vicino a lui che stava bevendo ; come lui, era un poco nascosto dalle ombre. Difficile da spiegarsi, ma sembrava somigliasse al….lato b di un quaratacinque giri. Guardò di nuovo verso il bancone e per la prima volta la scorse : una ragazza di improbabili riccioli platinati. Stava versando un liquore nel bicchiere di un’altra ragazza e mentre faceva ciò la guardava con uno sguardo intenso e bambino e quasi saggio. E l’altra ragazza, beh, da non credersi ma indossava un paio di jeans e una maglietta di un vecchio film degli anni ’80, boh, lo ricordava appena, con O. Newton John, ecco tipo….E stava ridendo ora; una folle risata, felice e malinconica al tempo stesso, mentre ancora guardava negli occhi la ragazza dietro al bancone, e si guardavano e continuando a ridere si scambiavano dei gesti, dei segni a distanza, come di un alfabeto morse da loro inventato….
-Sembra un sequel di Pulp Fiction- Si sorprese a pensare Pinky.- Ci manca solo John Travolta che balla.-
Il pensiero di Travolta che ballava con le due ragazze in quello strano bar di squilibrati lo divertì al tal punto che anche lui scoppiò a ridere, piombando sul tavolinetto per nascondersi dalle risate irrefrenabili. Naturalmente si pentì immediatamente di quel suo gesto così poco “english style” e si tirò su riacquistando il suo abituale sguardo sdegnoso. E poi nessuno che si faceva vivo per prendere la sua ordinazione. Ma per bere cosa si doveva fare? Decise che si sarebbe servito da solo. Fece per alzarsi ma qualcosa lo fece desistere. Un rumore come di….catene. Una sensazione di fresco. Una percezione di movimento. Quando tornò a guardare il suo tavolinetto vide un bicchiere vuoto con una bottiglia di ruhm.
-Oh merda, calma, calma, calma, va tutto bene- Se era spaventato? Beh un pochettino, ma voi lo potete capire no?
Si riempì il bicchiere di ruhm e lo ingoiò tutto d’un fiato.
Se ne versò un altro, lo prese, fece per berlo quando qualcuno urtò il suo tavolinetto, il suo gomito che vi poggiava sopra e di conseguenza anche il suo ruhm che fini per metà addosso a lui.
-Hei fratello scusa, eh, non ti avevo visto, scusa ancora sai com’è, a dopo fratello.-
Fratello? FRATELLO DE CHE? Pinky considerò l’idea di far scattare il suo coltello, passarglielo sotto la gola e nell’ordine schiaffeggiarlo, dargli una ginocchiata proprio lì o farlo cadere a terra con un calcio a semicerchio. Ma quel tipo era frenetico : in cinque secondi gli aveva toccato la spalla per scusarsi, aveva salutato tutti dentro al bar, aveva arraffato al volo una bottiglia mezza piena di ruhm al bancone e ora si dirigeva verso il juke box. Trenta secondi dopo si era messo a ballare in una specie di folle ballo mongolo una melodia zigana, e più il ritmo aumentava uzza, uzza, uzza zà più ballava con le ginocchia che andavano sempre più in alto e uzza zà, uzza, uzza uzza zà sfiorando tavolinetti, sgabelli, teste, schiene, gridando parole incomprensibili, roteando su se stesso, prendendo ancora un sorso di ruhm prima di finire seduto in mezzo al bar urlando, letteralmente, anarco anarco, anarcopan!
Pinky era esterrefatto, che nemmeno nei locali più folli di Torremolinos o di Amsterdam gli era mai capitato di assistere ad una cosa simile. Si versò da bere. Sembrava come se l’entrata in scena di quella specie di angelo caduto avesse spazzato via quel fondo di malinconia o di percezione di un passato denso e nebbioso. Ma poi ognuno tornò alle sue precedenti occupazioni ; chi parlando fitto fitto col suo interlocutore, chi fissando il suo bicchiere ambrato, chi declamando versi di poeti. Altre persone entrarono in quel bar, alcune ne uscirono, a tutti quella ragazza dai riccioli platinati e dai sandali d’oro regalò un sorriso di saggezza bambina. Quando il livello di ruhm della sua bottiglia si avvicinò pericolosamente alla metà Pinky si guardò intorno per l’ultima volta : il folle tipo che danzava stava semisdraiato su di un divanetto a scrivere versi su di un pezzo di cartone, il ragazzo del lato b guardava nervosamente l’uscita, la tipa che indossava la maglietta di un film, spolverava il bancone….Era il momento di scomparire. Alzandosi si appoggiò al muro ; scivolò dove l’ombra era più profonda, seguì con la schiena il profilo del muro e con un ultimo guizzo guadagnò la strada. Fuori la notte era moribonda, e già un tenue chiarore si intuiva poco oltre l’orizzonte. Un vecchio gatto accovacciato sotto una macchina lo fissava beffardo.
-Un posto decisamente bizzarro- sussurrò Pinky al gatto.
Incredibilmente nessuno gli aveva chiesto un soldo per la sua mezza bottiglia di ruhm. Forse, l’indomani, se casualmente si fosse trovato a passare di lì, avrebbe potuto tornarci…..
Affrettò il passo ; doveva attraversare tutto il quartiere prima di tornare al suo. E non voleva rientrare con la luce del sole.
-Per questo squallore? Per tornare qui abbiamo lottato tutta la notte?- Recitò dentro di se Pinky.
Era la sua citazione preferita : I Guerrieri della notte tornano a Coney Island, si guardano intorno e si accorgono dello squallore del quartiere dove sono costretti a vivere………..
tato
La mattina dopo si ritrovò spinto da una forza misteriosa a passare da quel quartiere e incredibilmente dove si aspettava di trovare quello strano posto che tanto lo aveva colpito la sera prima trovo una vecchia lavanderia con un insegna mezza cadente scritta in cinese .
Subito Pinki ripensò a cosa cazzo aveva preso ieri sera ma si rammentava che i deca provenienti dallo scambio con spadino non li aveva spesi quindi non poteva non essere sobrio.
Incuriosito Pinki entrò con l'intenzione di chiedere spiegazioni.
Dietro il bancone intento a piegare meticolosamente un pacchetto di carta color argento cera un vecchio cinese che sembrava uscito dal film Chine tauw sembrava avesse 200 anni e aveva la classica barbetta alla Ho Ci Min .
Pinki raccontò non senza imbarazzo l'avventura della notte prima ma il vecchio senza mai smettere di piegare il pacchetto rispose alle domande con un sorriso benevolo ma senza spiccicare una parola .
Ha Pinki cominciavano a girargli le balle possibile che mi sia sognato tutto possibile che la ragazza dai riccioli platinati che regalava sorrisi di saggezza fosse tutto un sogno. possibile che quel posto cosi folle in qui si sentiva comunque a proprio agio non esistesse se non nella sua immaginazione ? e poi dove lo trovo un altro posto dove puoi bere una bottiglia di ruhm senza che nessuno ti chieda il conto pensò Pinki sempre più depresso.
Sconsolato Pinki si avviò all'uscita dimenticò tutti gli impegni di quel giorno decise di tornare a casa sempre rimurginando sui fatti accaduti nelle ultime 24 ore.
La portiera per attirare la sua attenzione dovette chiamarlo un paio di volte "C'è un pacco per lei" disse con quella voce petulante con qui tante volte lo aveva richiamato all'ordine per lo stereo troppo alto o per gli strani amici di tutti i colori che frequentavano il suo appartamento "c'è un pacco per lei " .
Pinki si ritrovò a guardare un pacco piegato in maniera meticolosa con una carta di uno strano colore argento.
Esterefatto Pinki si precipitò ad aprire il pacchetto e all'interno trovò un paio di sandali color oro.....
mariko
Non resistette molto al desiderio di provare quei sandali; rise di sè, mentre lo faceva, divertito (anche perchè in quel momento non c'era nessuno ad osservarlo) e d'incanto si sentì leggero, libero, ebbro d'amore, come le bolle di Xanadù che conservavano la loro magia pur avendone viste di tutti i colori...C'era il sole ,c'era la luna che si divertiva con la sua falce a tagliare i riccioli alle nuvole; un ricciolo cadde lieve sulla sua mano e in essa vi lesse una grande verità: le lacrime degli angeli non sono inutili, esse salgono in cielo per ricadere sul mondo in forma di sogni.
tato
Un urlo disperato riportò Pinki sulla terra, come al solito era la sua vicina di casa che prendeva la solita razione di botte dal marito che la domenica faceva il catechista all'oratorio del quartiere e il resto della settimana si divertiva a massacrare di botte moglie e figli, affanculo al mondo pensò Pinki .
Decise di provare a dormire per qualche ora sperando di svegliarsi da quello che non riusciva a capire se fosse un sogno o un incubo, ma il sonno non arrivava e il luccichio dei sandali color oro era sempre li a ricordagli gli avvenimenti di quella notte.
Si ricordava con fastidio il bisogno di piangere il senso di solitudine e di sconfitta che lo aveva preso prima di sentire quella magica risata e come questa sensazione scomparve appena varcata quella magica soglia
e gli sembrava di risentire la musica del vecchio juke-box di rivedere il ballo pazzo del tizio che lo aveva chiamato fratello e gli sguardi teneri e complici delle due ragazze al bar ma soprattutto cominciava a ricordarsi le parole di quei versi recitati da quelle ombre sedute nell'angolo più buio di quel posto.
Rammentava una voce di vecchio con la erre moscia e che strascicava le parole come se fosse un po’ bevuto e sembrava cantasse una canzone che faceva più o meno cosi
rinchiudersi in casa a contare le ore che fai scivolare pensando confuso al mistero dei tanti "io sarò" diventati per sempre "io ero" rinchiudersi in casa a guardare un libro una foto un giornale ignorando quel rodere sordo che cambia "io faccio" e lo fa diventare "io ricordo".
Pinki riflettè sulle parole di quel vecchio e decise che ad ogni costo doveva riuscire a tornare in quel posto non voleva perdere questa occasione non voleva sprecare il suo tempo non voleva solo ricordare voleva vivere.

ci spieranno tutti..e kerouac disse
ma siamo già morti william b e chi ha meno paura della morte di un morto?
si ma anarcopan nostro figlio..aggiunse con un filo di voce il fantasma vegliardo bardo todoll
morirà lo sacrifcheranno
sul binario morto della celebrità
lo venderanno per trenta mila dollari
alla tv
gli faranno fare la pubblicita anarcopannolini anarcopan
povero nostro figlio
finire così nudo sui manifesti di ottanta metri e sugli schermi giganti nelle citta intrappolate dalle visioni narcopaniche...ma non capsici è il cavallo di troia e la fine di un impero un anarcobambinosfruttato farà lacrimare ottocentomilioni di soaperisti dipendenti le madri de plaza di mayò scenderanno in campo e sputeranno sul polo candido delle libertà ...non vinceranno più le lezioni narcopan si candida come candido candidato prenderà 6 milioni di voti e vender a 6 milioni di cd e 6 milioni di libri e governerà il mondo licenzierà i padroni gli autisti i lacche assumerà poeti artisti artigiani muratori operai contadini assassini ladri puttane poliziotti..e rigovernerà il mondo
un figlio di nessuno nato nella rete...daily mirror venderà 8 milioni di copie del sunday 6
e distruggerà la rete in un raptus antiedipico e anche la televisione..nuovo baal tecnologico cannibale
 

KURSK
Cosa ci faccio io quì
Sotto tutta questa massa
Di oceanica acqua ghiacciata
In una bara di acciaio al titanio
Noi spavaldi guerrieri
Usciti da un cantiere navale
Del porto di Pietroburgo
Per una passeggiata
Mano nella mano
Con signora morte
Che ci facciamo ora qui
Nel silenzio di questo mare
Che ora muggisce ora tace
Comandante cos’è stato
Che ha fatto saltare la stiva di prua?
Bomba o siluro non fa differenza
Ora è la nostra esistenza
Che danza su questa plancia
Spazzata dalle onde
Del mare di Barents
Chi ci verrà a salvare quaggiù
Dove neanche gli squali
Osano più nuotare
Grande Madre Russia
Vedrò ancora San Basilio
E le sfilate della piazza Rossa?
Abbraccerò mia madre
Alle porte di Kiev?
E la mia donna che mi aspetta
Sotto il vento della Neva?
Chi mai le porterà
Questa lettera che ora scrivo
D’inchiostro annacquato
Di lacrime versate e paure
Irrisolte di ore che puzzano
Di umana morte
E desolazione sotto il mare d i Barents?
Noi portavamo a spasso la morte
Nucleare cantando cori marinari
E ascoltavamo gli ordini
Del capitano di vascello
Vassili Petrov Kugarin
E portavamo per i mari
Il nostro carico di uranio
E plutonio militare sovietico
Come in un incubo lineare
Le forze del mare più forti di noi
Di un impero che sta per crollare
Salutatemi il mio amico Misha
Lui che non sa come sbarcare
Il lunario ma è vivo
In piazza Moscova
E vende vecchie cartoline
Del Bolscioi e delle ballerine
Salutateni mio padre
Curvo al crepuscolo
Sotto il peso dei sui occhiali
D’argento  con le foto
Della mia giovinezza tra le mani
Tremanti…. Non’cè più aria qui
Qui dove si muore!!!

Radio rebelde
Cogli foglie da rami spogli
Spoglia le mogli dalle vestaglie
Piglia i fogli senza sbagli
Sbadiglia e abbaglia la tua balia
È ora e ora pane a chi lavora
Giustizia sulla terra per chi la vuole
Non c’è non c’è più tempo
Per chi non sa aspettare
Ho visto un uomo nelle sue lacrime
Affogare e poi sparire senza pregare
non c’è non c’è ne più pietà
per chi non ha pietà
ho camminato su ossa fradice
di fame e sete e pianto
sale dalle viscere questo nuovo canto
 ho camminato sui teschi
dei tedeschi in rotta
verso berlino città
ho sparato su corpi ammassati
sul filo spinato in attesa
della pace che non verrà
ho parlato di te a chi non capiva
ho parlato di me a uno specchio
ho viaggiato nell’infinito e ora sono qui
non c’è non c’è più tempo per chi
come me non ha più tempo
la mia vita? E’ un battito di ciglia
sulla faccia di un dio burlone
non c’è risposta per chi non ha
più domande da fare
per chi non ha più tempo
e non sa dove andare
ma salirà ancora al cielo
questo lamento fatto carne
che è umano troppo umano
per chi non ha pietà
per chi non sa cosa s’ha da fare
anarcopanico movimento
per cambiare il corso del tempo
cieco al tramonto della civiltà
via via via di qua carichi sospesi
E’ sisifo che fa?
lancia il masso
nell’archivolto del cielo
e fa crollare la colonna infame
non c’è non c’è ne più pietà
ho visto un’altra che non eri tu
e l’ho chiamata col tuo nome
è un problema di comprensione
è un fatto irreversibile
e un fattore affatto fatto
è un agire alla cieca all’imbrunire
anarcopanico movimento è quel che resta
di buono del vecchio novecento
è solo una questione di impeccabilità
impeccabile qualità di agire
nella calma del dominio di sè

Cosa accade su questa strada
All’improvviso nella notte
E perché il cielo e la terra
Si sono capovolti all’improvviso
Cos’è questo sangue intorno a me
E queste lamiere contorte
Perché sento le sirene che urlano
E non posso muovere la mano
Che prima stringeva il volante
E dov’è Marilena dov’è Giuseppe
Un attimo fa viaggiavamo felici
Della nostra giovinezza gaia
Perché madre non mi hai detto
Che era così breve la primavera
Di nostra vita spensierata
Coma irreversibile sento dire
E non posso rispondere
Da quaggiù nella solitudine
Di questa voce interna
Che solo io sento
C’è quiete e calma
Come su un mare
Dopo la tempesta
Non piangete per me
Non sono vivo e non sono morto
Sono qui nel limbo di questa demenza
E correvo pigiando sull’acceleratore
Lungo la strada del ritorno
Sotto una luna rossa
Di oscuro presagio
Per l’anima che non sapevo
Di avere anch’io
Sotto questo cielo
Chi ha capovolto la strada
E perché non vedo Marilena
Qui con me e Giuseppe dov’è
E chi sono questi signori
Che mi sorridono e che non conosco
Coso vogliono da me
C’è pace quaggiù non piangete per me
Consolate vi prego mia madre
E date un bacio sulle gote
Ruvide di mio padre da parte mia
Coma irreversibile
Chissà perché proprio a me
Avevo un futuro spianato
E liscio davanti e una poderosa
Sedici valvole turbodiesel
Ora ho solo questo
Immobile e indefinito presente

Non piangete per me
Coma irreversibile
…e staccate quella spina
e buonanotte anche a voi
signori che correte nella notte

Magia della nuova tecnologia
Sono davanti al mare sotto la luna
E posso scrivere una poesia
Che posso dedicare a nessuna
O a tutte le mie stelle e alle mie muse

Benvenuta sia questa abulia
Che mi rende a  mio piacimento
Un piccolo Davide o Golia
Senza trarne vero giovamento
Un regista sceneggiatore e la sua Duse

Vedo la tremula scia di una nave
Nei riflessi dorati dell’astro d’argento
E scrivo in tempo reale una soave
Melodia con questo nuovo strumento
O marinai svuotate le cambuse

Brindate con me al nuovo capitano
Che si leva fiero nella tempesta
Nulla di quel che persi è vano
In tutto quel che di stanotte resta
E non porgerò mai le mie scuse

Sono un anarcopadre di un figlio virtuale
L’ho allevato di poesia e musica
E presto sarà Forte come un animale
E sfacciato come Ulisse con Nausica
Anarcopan il suo nome figlio di Muse

E di eroi antichi e fieri guerrieri
Fiammeggiante il suo veloce dardo
E il domani oggi so non sarà come ieri
Il popolo mai più abbasserà codardo
Il capo e col ferro di campane fuse

Forgerà i cannoni che colpiranno il tiranno
Senza patirne in cambio alcun danno
Brindo AI VECCHI Dei che se ne vanno
E al vecchio mondo retto sull’inganno
Udite il mio canto antiche muse

E immergete il vostro dito da suggere
Nell’ambrosia nettare divino
Ora che si vuol distruggere
Il nuovo ordine mondiale per mano di bambino
Sono un poeta del movimento anarcopanico
Cingetemi la testa d’alloro e ciucciatevi il calzino
 

C’era un’aria insolita di euforia diffusa in bacheca-chat, maewest era frizzante ed esplosiva di poetica visione decadente, xanadù aveva offerto le sue bevute memorabili di fragolino, pinky si confidava con nio, nio denunciava a tutti il proprio malessere di persona offesa nei sentimenti e nel fisico, solare mi seguiva come una luce segue l’ombra e blade runner affilava le sue unghie per graffiare i replicanti di jack folla. Nella lista di blade forse figuravo anch’io a quel tempo. Di tento in tanto qualche provocatore che si firmava haider ci invitava ad andare tutti a lavorare…gli replicavo inutilmente con le parole del Che …. C’è chi pensa a riempirsi il portafoglio e la pancia e chi pensa invece a riempirsi il cervello di poesia, idee e parole. Mi ero dato un gran da fare con la messa in cantiere del manifesto anarcopanico ed ora mi sembrava quasi che quella nostra creatura impastata dalle mani sapienti di molly bloom, masjia, michelangelo, antonio, bobo, fly oo, jack folla, mich the kid, e da tutti gli altri anarcopoeti, alcuni già citati all’inizio del paragrafo, cominciasse ada evre una sua vita autonoma. Il sogno si stava realizzando e ne avevo paura. L’indomani avrebbe portato via con sé quella baldanza…per questo cercavo di non abbandonare la tastiera e la rete. Credo di essere rimasto connesso quel giorno per l’incredibile sequenza di dieci ore. Forse a quella stanchezza attribuiva l’allucinazione di cui ero preda. Vedevo le lettere scomporsi e ricomporsi in un disegno tridimensionale di un fanciullo. Metà uomo riccioluto e metà capretto, aveva un flauto di Pan e due minuscoli cornetti disposti un  poco sopra le ossa dell’occipite. Non ne feci parola con nessuno. Già ero considerato un folle dell’etere e non desideravo che qualcuno mi spedisse in casa un aiuto psichiatrico. L’allucinazione progrediva col passare di quegli interminabili minuti. Ora il disegno sembrava uscire come un ologramma dallo schermo e si riproiettava tridimensionalmente al mio fianco. Uno degli arti del fanciullo si sollevò e con un calciò mi fece cadere dalla sedia. Si sedette al posto mio. Mi stropicciavo gli occhi, mi davo pizzicotti. Lui era ancora lì… ora sedeva al mio posto e digitava.
Il primo messaggio che spedì alla bacheca er composto da una serie illeggibile di fonemi. KURABITYUGRE BYU TRE DEYTREya. Aveva una strana assonanza con alcuni fonemi tantrici di cui vagamente ricordavo l’esistenza. Firmò il messaggio con il nome di Anarcopan. Il secondo messaggio fu Mammeeee!!!!!.
Risposero immediatamente xanadù e maewest, quasi allo stesso istante: Angelos lo sappiamo che sei tu!!!
Io ero seduto ancora per terra e non riuscivo a riconnettermi con la realtà né tantomeno con la rete.
“Già si direbbe” pensavo tra me e me. Il fanciullo mi lanciò un’occhiatina come per chiedere complicità e con l’animo di chi stava combinando uno scherzetto di quelli che i ragazzi improvvisano con l’abilità di un jazzista. Non volevo assecondarlo. Mi alzai e tirai dritto verso il frigorifero. Mi versai un bicchiere di acqua gelata e lo tracannai d’un fiato, poi aprii il rubinetto del lavabo e feci scorrere un po’ d’acqua sulle vene dei polsi e mi sciacquai la faccia. Mi voltai e il fanciullo non c’era più. “Bene” pensai “Me lo dicevo che non potevo esagerare .. dopo dieci ore di vita on line questo è il minimo che possa capitare.” Attesi qulche minuto, uscii a fumare una sigaretta nella notte fonda e illuminata da un’impietosa luna che mostrava le mie candide carni mollicce al cielo. Mi venne in mente una poesi che lessi non so dove:
Toma, es solo un coracon, (prendi, è soltanto  un   cuore)
Tenlo en tu mano
Y quando llega el dia
Abre tu mano para que el sol lo caliente
Tienilo nella tua mano e quando verrà il giorno apri la mano in modo che il sole possa scaldarlo.
Ah ricordo il nome de esto valiente poeta y revolucionario…Julio Roberto Càceres Valle…. Un poeta guerrillero morto in Guatemala sotto il piombo dei militari filoamericani…. Amico del Che e presente all’epoca dei fatti che precedettero l’incontro tra Guevara e Fidel in Mexico.  Il mio gatto bianco, di nome snoopy se ne andava a spasso magro e storto, strascicando la gambetta di cui aveva il tendine irrimediabilmente leso medaglia la valore  dell’ultima guerra di gatti, la bisnonna di sopra tossicchiò per schiarirsi la voce. Stava per aprire le ante…erano quasi le 4,30 del mattino… come sempre più spesso accadeva lei si alzava ed io non mi ero ancora coricato. Al gatto binaco di nome snoopy era legato un presagio, mi ero detto che avrei sopravissuto di qualche mesa alla sua morte..e quand’era sparito nell’ultima guerra di gatti me la ero vista brutta. Lui aveva un arto lesionato e anch’io nello stesso momento avevo ormai perso l’abituale funzionalità del braccio destro. Il mio amico teo diceva che si trattava di una tendinite da eccesso di uso di mouse. Gatti e topi. Comunque un nesso ci doveva essere. Come tra poeti e rivoluzione.
Rientrai con quegli oscuri segnali nel cuore, di cui non parlavo con nessuno, erano il mio sottile segreto rosso, che mi separava dalla normalità di quei giorni solitari. Pat con i bambini era al mare. Elena come sempre latitamte persa dietro ai suoi così vacui ed evanescenti amori giovanili. Rientrando accesi il televisore per leggere le ultime notizie sul canale di informazione. La borsa americana scendeva, la borsa europea era in ribasso, i soliti morti in guerra strisciante nel Kosovo, Cecenia e Iraq. Si discuteva ancora sull’immunità del dittatore cileno. E i soliti operai morti per “negligenza loro” sul lavoro.
Ritornai alla tastiera. Il dibattito proseguiva in chat sull’opportunità o meno di cedere alle provocazioni dei nazi-fascisti che insistevano nelle loro azioni di disturbo. Per la prima volta decisi di ignorarli… pensai invece alla coincidenza davero strana che rilevai tra un pensiero di Guevara, che avevo letto nella biografia accurata di Jean Cormier edita nel 1996, “Mi sono reso conto che una parola o una persona che viene pronunciata possano trascinarci verso cime inaccessibili” e l’idea che avevo delle parole liberate in bacheca-chat nella stesura del manifesto poetico anarcopanico.
Il fatto che i nemici si interessassero sempre di più a noi anziché destarmi inquietudine mi esaltavano nell’idea che stavamo finalmente imbroccando una strada giusta.
Le coincidenze divenivano poderose. Il nagual che era in me riluceva della sua luce sinistra. Da tempo avevo la consapevolezza di essere entrato nella terra di mezzo… quella in cui i sogni diventano fiori da cogliere all’alba dentro una rosseggiante rugiada.
Avevo l’imprimatur al manifesto da parte delle uniche autorità poetiche che reputassi degne del sigillo…avevo i versi e altri erano in arrivo.. da perfetto squatter della rete non vi era più luogo in cui non mi sentissi a casa… e i nazi erano solo presenze fastidiose inutili..mosche.. le chiamava giustamente Marion red…mosche…come schiacciare le mosche in rete?… è semplice..si ignorano come messaggi di sistema di  microsoft…. Tanto i codici macchina sono sempre stati per me incomprensibili quanto il pensiero dei nazi. Non era questo il fondamento del mio divorzio dal padre biologico?
Il bar di Mae, così prendeva nome la bacheca-chat dopo le 02.00, era stranamente affollata per essere quasi alba. Di solito quela era l’ora dei comunicati di xanadù, ora invece conversavano animatamente pinky, nio, rose, albachiara, mimma, masjia, mae….
L’ultimo messaggio affisso era di memmonbeat:
Negli ultimi giorni sei il mio chiodo fisso niente e nulla mi ha potuto distrarre dal tuo indescrivibile atto .
...............
 

UN ALBERO AVVELENATO

ERO ADIRATO COL MIO AMICO,
DISSI LA MIA IRA,LA MIA IRA FINì;
ERO ADIRATO COL MIO NEMICO,
NON LA DISSI,LA MIA IRA CREBBE.

E L HO BAGNATA DI TIMORI,
NOTTE E MATTINO CON LE MIE LACRIME,
E LE HO DATO IL SOLE DI SORRISI
E DOLCI INGANNEVOLI ASTUZIE.

ED è CRESCIUTA SIA DI GIORNO CHE DI NOTTE,
FINCHE HA PORTATO UNA MELA LUMINOSA;
ED IL MIO NEMICO LA VIDE RISPLENDERE,
E SEPPE CHE ERA MIA.

E PENETRò NEL MIO GIARDINO
QUANDO LA NOTTE AVEVA VELATO IL CIELO;
NELLA MATTINA LIETO VEDO
IL MIO NEMICO STESO MORTO SOTTO L ALBERO

W.BLAKE

SONO STANCO MA NON ABBATTUTO....

Mi ritrovai quasi meccanicamente a rispondere in questa maniera, componendo e improvvisando versi sparsi….senza pretese di comprensibilità piena o di sequenzialità….ma questo non è mai stato un problema….
capita di muoversi  a tentoni nelle terre sconosciute..
capita di fraintendere i linguaggi di tribù vergini
capita di amare una donna per sempre per il sorriso
che sbadatamente ti ha regalato
capita di offendere un uomo solo perchè
è stato un po' diverso da te
capita e continuerà a succedere
di sentire la paura dei mondi diversi
questo succede alla vita
questo continuerà a succedere
dopo la nostra morte
perchè siamo gli atomi
della stessa anima mundi
dobbiamo ancora risolvere
il nodo originale e antico
dov'è la malapianta che ha generato il seme
 che ha sparso tutto l'odio che ha diviso
il popolo degli uomini
c'è chi dice sia il potere
c'è chi dice che sia il denaro
c'è chi dice che sia un demone
c’è chi dice sia l’imperialismo americano
nel dubbio
voglio distruggere
ogni demone ogni potere ogni denaro….
Sono pieno d’energia in attesa di abbattere il mio nemico
 che pigia bottoni rossi presso  il Pentagono.

Come spesso accadeva in quei tempi di telepatia sopraggiunse un contributo inaspettato alla discussione politica in corso :

A guardia del mondo
di Noam Chomsky
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La fine della guerra fredda ha avuto molte conseguenze importanti sugli affari internazionali. In primo luogo, essa ha richiesto che la superpotenza regnante e i suoi apparati dottrinali (media, intellettuali, ecc.) adottassero nuovi pretesti per giustificare politiche che rimanevano sostanzialmente invariate. Questo è stato immediatamente evidente in documenti ufficiali, dibattiti pubblici, ecc. Di fatto, il processo era in corso dall'inizio degli anni '80, in previsione del fatto che la formula "arrivano i russi" non avrebbe funzionato ancora per molto (terroristi arabi pazzi, narcotrafficanti ispanici, ecc.). Ma un brusco cambiamento si è verificato immediatamente dopo la caduta del muro di Berlino. Ho documentato sulla stampa molti dei dettagli, via via che i mutamenti seguivano il loro corso naturale.

In secondo luogo, il non-allineamento è stato eliminato con successo. Quando il mondo è governato da due gangster, uno più potente e uno meno, vi è un certo spazio per il non-allineamento. Quando ne resta uno solo, quello più potente, tale spazio viene meno. Ecco perché perfino ferventi anticomunisti del Terzo mondo, come il primo ministro della Malesia Mahathir, descrivono la fine della guerra fredda come una specie di tragedia per il Sud. La noncuranza e il disprezzo per le preoccupazioni del Terzo mondo sono state subito evidenti, e sono ormai estreme. Anche di questo atteggiamento ho già discusso in dettaglio - e più volte - sulla stampa.

Un'altra conseguenza è che, venuto meno il deterrente, l'intervento violento è molto più facile per i principali stati guerrieri (gli Stati Uniti e il loro mastino, la Gran Bretagna). Anche questo è stato subito evidente, sebbene essi siano costretti in misura non piccola all'aggressione e al terrore dall'opposizione presente nei loro stessi paesi, ed è rivelato molto chiaramente nei documenti di programmazione ad alto livello trapelati.

Tutto questo era stato chiaramente compreso in anticipo. In alcuni saggi del 1989, ripubblicati nella mia raccolta del 1991 Deterring Democrocacy citavo le osservazioni di uno stimato analista, Dimitri Simes, Senior Associate del Carnegie Endowment for peace, nell'edizione di fine anno 1989 del New York Times. Egli riconosceva che l'era sovietica stava volgendo al termine, e salutava il nuovo scenario, in gran parte, per le ragioni che ho appena menzionato. Il crollo del deterrente avrebbe consentito agli Stati Uniti di ricorrere alla violenza per promuovere i propri interessi (di fatto gli interessi del settore finanziario, sebbene egli non si sia espresso così) e non sarebbe più stato necessario andare incontro alle preoccupazioni del Terzo mondo. Un'analisi fondamentalmente accurata, assai rispondente a ciò a cui assistiamo da dieci anni, sebbene per rendersene conto sia necessario sfuggire ai confini dell'apparato dottrinale e scoprire le verità nascoste sulla situazione in Turchia, Timor Est, Colombia, Haiti, ecc. - per attenersi solo all'era del dopo guerra fredda.

Il crollo del brutale e corrotto impero sovietico ha condotto ovviamente a molte lotte interne. Ma questo è la norma. I crolli degli imperi britannico, francese e portoghese portarono a conflitti ancora più violenti e distruttivi, molti dei quali ancora divampano. Poiché quelli erano imperi occidentali, la questione non è vista in questa luce, e l'orribile situazione che ha fatto seguito al crollo dell'impero sovietico viene percepita come qualcosa di unico, un altro delitto del nemico ufficiale, che ha già crimini di cui rispondere in misura più che sufficiente. Uscendo dai confini dottrinali, possiamo vedere che la storia è piuttosto diversa.

Le norme dell'ordine internazionale sono quelle di sempre. Regna la legge del più forte, così come è sempre successo. Gli stati non sono agenti morali, sebbene il compito degli intellettuali sia dipingerli come nobili e giusti (i loro stati e i loro clienti, cioè; non i nemici, che possono essere rappresentati realisticamente). Le persone comunque sono agenti morali, e possono agire - e agiscono - per limitare la violenza del potere, a volte per rovesciarlo

I problemi dell'autodeterminazione assumono sempre nuove forme, così come le situazioni contingenti, che si modificano. Soltanto per menzionare uno dei più drammatici cambiamenti recenti - il cui impatto globale è superiore a quello della fine della guerra fredda, ritengo -, la decisione da parte degli Stati Uniti e, in seguito, dei suoi alleati di liberalizzare il capitale finanziario all'inizio degli anni '70, smantellando il sistema di Bretton Woods, ha avuto proprio quelle conseguenze che gli ideatori di Bretton Woods avevano in mente quando costruirono un sistema di liberalismo contenuto", con limitazioni sui flussi di capitale e tassi di cambio relativamente fissi. Essi capivano molto bene che la liberalizzazione dei mercati finanziari sarebbe stata un'arma potente contro l'autodeterminazione - contro la democrazia e il welfare state. Le ragioni sono semplici: investitori, speculatori e potenti istituzioni finanziarie possono diventare ciò che alcuni economisti internazionali hanno chiamato un "senato virtuale", incapace di imporre le sue politiche anche agli stati più potenti. punendo scelte "irrazionali" che avvantaggerebbero solo le persone, non i profitti, mediante la minaccia (o la realtà, se necessario) della fuga dei capitali, costringendo i tassi di interesse a crescere, e spedendo l'economia in recessione se non peggio. A parte questo, le politiche di molti paesi del mondo sono determinate direttamente dalle istituzioni finanziarie internazionali che riflettono largamente le decisioni degli Stati Uniti. Ovviamente questo limita deliberatamente l'autodeterminazione e trasferisce potere nelle mani delle grandi tirannnie degli stati potenti su cui esse fanno affidamento e che dominano-"come strumenti e tiranni" secondo l'acuta definizione data da James Madison 200 anni fa.

Questo è solo un fattore nella limitazione dell'autodeterminazione. Altri sono più semplici ad esempio il brutale della violenza e del terrore. I dissidenti intellettuali dell'America Latina -quelli che sono sopravvissuti -hanno descritto in modo eloquente gli effetti residui dellla cultura del terrore, che permangono dopo che il terrore vero e proprio è tramontato, avendo raggiunto i suoi obbiettivi. Questa "cultura del terrore" ha l'effetto di "addomesticare le aspirazioni della maggioranza", in modo che essa non sogni nemmeno scelte di opposizione rispetto a quelle dei potenti. Sto facendo riferimento al rapporto di un meeting organizzato dagli intellettuali gesuiti (sopravvissuti) a El Salvador alcuni anni fa, ma questa consapevolezza è diffusa tra le vittime tradizionali, e naturalmente taciuta. I potenti e i privilegiati preferiscono una differente immagine di se stessi. Inutile dirlo, il terrore e la repressione che essi descrivono sono riconducibili direttamente al quartier generale della superpotenza regnante.

La pulizia etnica può essere un crimine terribile, e la storia ne è piena. Prendiamo ad esempio semplicemente la superpotenza regnante. Essa ha ottenuto il suo territorio nazionale mediante massicce operazioni di pulizia etnica "sterminando" la popolazione nativa, secondo le parole dei Padri Fondatori. Poi si è rivolta all'esterno, compiendo un enorme massacro nelle Filippine, uccidendo centinaia di migliaia di persone e sottoponendo i nativi che si opponevano a pulizia etnica.

Comportamenti analoghi sono seguiti poi in altre zone del suo dominio in espansione. In anni più recenti, l'attacco di John F. Kennedy al Vietnam del Sud nel 1961-62 (chiamato "la difesa del Vietnam del Sud" nella cultura dei commissari del popolo) ha incluso non solo il bombardamento su vasta scala di obiettivi civili da parte dell'aviazione americana, ma anche la distruzione dei raccolti e un'ampia operazione di pulizia etnica per portare centinaia di migliaia - infine milioni di persone in campi di concentramento chiamati "villaggi strategici" e in slum urbani. Le stesse politiche sono state poi estese a Laos, Cambogia, e Vietnam del Nord - soprattutto a sud del ventesimo parallelo, in modo che la cosa non risultasse troppo visibile agli osservatori occidentali.
Gli Usa hanno poi sostenuto la pulizia etnica indonesiana a Timor Est, distruggendo consapevolmente forse un quarto della popolazione o più, e compiendo molte atrocità in altri posti, incluse le loro vaste operazioni di terrore nell'America centrale, che hanno prodotto milioni di profughi uccidendo al contempo molte altre centinaia di migliaia di persone.

La situazione continua così per tutti gli anni '90. Una delle peggiori pulizie etniche della metà degli anni '90 avviene all'interno della Nato, nel suo angolo sud-orientale - forse 2-3 milioni di rifugiati, 3.500 villaggi distrutti, decine di migliaia di persone uccise, ogni atrocità immaginabile, in gran parte grazie a Bili Clinton che, mentre le atrocità giungevano al culmine, aumentava il flusso di armi (hanno contribuito altre potenze Nato, ma gli Stati Uniti erano in posizione preminente).

È solo un piccolo esempio. La pulizia etnica è una storia vecchia, e terribile. Devo aggiungere, per precisione, che gli Stati Uniti non sono impegnati in una pulizia "etnica". Piuttosto, sono ecumenici. Se si trova sulla loro strada e disobbedisce, una vittima vale l'altra. Per le altre potenze è lo stesso, anche se a volte capita che le vittime costituiscano un gruppo etnico. Ad esempio, i 750.000 palestinesi che sono fuggiti o sono stati cacciati dalle loro case nel 1948 con ampio ricorso alla violenza e al terrore. In linea di principio, fu loro garantito il diritto a ritornare o a ricevere un indennizzo per decisione quasi unanime della comunità internazionale.

Ma in un'altra dimostrazione del suo impegno nel campo dei diritti umani, Clinton ha unilateralmente posto il veto a quella decisione (l'opposizione degli Usa corrisponde a un veto, dati i poteri reali).

Nella dottrina occidentale, il termine "pulizia etnica" è usato molto poco: per riferirsi alla pulizia etnica attuata dai nemici ufficiali. Ancora una volta, è una pratica corrente, nella storia - e nella storia intellettuale. Gli esempi verso cui l'attenzione viene attentamente indirizzata sono sufficientemente orribili, ma paragonarli all'Olocausto è una forma estrema di revisionismo sull'Olocausto stesso, e un vergognoso insulto alle sue vittime. Questo dovrebbe essere evidente senza ulteriori commenti.

Da "Il Manifesto" di sabato 4 Dicembre 1999 nella sezione Culture alle voci: "Fine della guerra fredda, autodeterminazione, pulizia etnica, il ruolo degli Stati Uniti nel governo dell'ordine mondiale" e "Dopo la mobilitazione di Seattle contro l'organizzazione del commercio, la critica radicale di Noam Chomsky all'incontrastata potenza dell'Impero americano".
(trad. Marina Impallomeni) - il manifesto

Già genocidi a ripetizione, genocidi negati o esibiti, nascosti e subiti. I popoli oppressi sono ancora lì che attendono la liberazione. Noi come nuovi spartacus ce ne andiamo liberi nella rete sfidando l’impero, sapendo che le battaglie non si perdono, si vincono “siempre”.
 

Capitolo I

Il risultato di un’opera supera e precede l’intento dell’autore.
Della notte in cui pur sapendo di essere morituro l’autore decise di proseguire a scrivere anziché dedicarsi ad altri vizi o peggio ancora a tardive quanto inutili  virtù teologali.

Nessuno può permettersi rimpianti mai

Il verdetto delle analisi istologiche giunse come un fulmine a cielo plumbeo verso la fine di luglio. Ero spacciato metastasi polmonari diffuse che sconsigliavano ogni intervento a qualunque equipe chirurgica. Ironicamente pensai subito a Jack Folla. Sono entrato anch’io nel braccio della morte, ma per davvero questa volta, non per finzione creativa e non potrò essere il dj di nessuno se non di me stesso.
Chissà se arriverò alla fine del tredicesimo capitolo o del ventesimo…chi se ne fotte…Ho blaterato per mesi e anni che non avevo paura di morire… aggiungendo a tutto questo massime buddiste tibetane e shivaite del tipo…”chi è già vissuto e morto mille volte non può temere la morte…” ed eccomi qua a sperimentare giorno per giorno questo convincimento e quelle così buone intenzioni che mi avevano indotto ad evocare sorella morte. Le parole serbano sempre un lato oscuro di verità e di presagio. Infatti fratelli e sorelle devo dire che non ho ancora per un kazzo paura di questa morte … avrei molto di più il terrore di non avere il coraggio di vivere nel cesso di mondo che vi aspetta con quel buco d’ozono sospeso nel mezzo del cielo artico sempre più largo che  piagherà pelle ed occhi…temerei di più vivere nell’attesa di una sciagura che si possa abbattere sui miei figli amati…. Eviterei molto di più della morte la vita da pensionato dello stato che m’aspetta. Morire tutto sommato giovane è un onore concesso soltanto agli eroi e ai combattenti e a coloro che gli dei hanno molto amato. Morire ora mentre addento ancora la vita per il suo nervo corticale è meglio che un lento decadimento e deperimento organico. In fondo avevo come fa un bonzo pianificato di morire consapevole e nel vigore degli anni di furore. Non sopportavo l’idea di una morte in tarda età rincoglionito, attaccato a una macchina, di peso ai miei parenti, in balia dei capricci di uno stato patrigno patrignano.  Non morirò berlusconiano! Ah…che bella morte… Dicevo sempre a mich the kid è un bel giorno per morire..e quel giorno è vicino. E vedrete il mio petto offerto a Ninive. Sorridete amici e nemici me ne vado con la gioia del cuore e quel che avevo da assaltare l’ho avuto.. e gli amori che ho amato mi hanno amato, i figli che ho avuto mi hanno riconosciuto, i libri che ho letto mi sono serviti, le città e la gente che ho visitato non moriranno con me. Ed è un gran sollievo saperlo.

Pensa amore che in sogno
Potevo finalmente scriverti
Una frase tracciai nell’aria
"Senza di te il pianeta
è soltanto un gran deserto"
Caddero lettere tremolanti
Sul tappeto di fiori carnosi
E volarono via i pettirossi
Seminando di petali il cielo……Christa Wolf

Non sudore imperlineerà la mia fronte e non brividi percorreranno la mia schiena e  non chiederò pietà al mio dio che dà vita e non si occupa di morte e non lamenti per quel che non ho e non posso temere di perdere. E una sottile linea rossa da oltrepassare per vedere se sono già nel vuoto della forma pura e circolare e prossimo al nirvana. Ho estinto l’ultima sete quella di vivere non per codardia, non per disperazione, ma come si accoglie un figlio deforme perché generato dal proprio sangue e dal proprio grembo. Ho riconosciuto la morte perchè è della morte che sono figlio e padre. Ed è da questa terra di mezzo che sale una maledizione che è visionaria e predittiva.. lasciate le vostre ricchezze ai rovi e ai poveri perché vedo già la cruna di un ago per la quale posso passare nella leggerezza della mia povertà ,ma che voi non superete nemmeno al centesimo tentativo..  di quello che non ho.. se volete seguire il mio passo.. spedito e fiero.
Questo dicevo insonne alla luna d’agosto che non rispondeva.
Questo riportava il gabbiano dall’altra parte dell’oceano dopo averlo udito da me in una notte di delirio e sgomento.
E questo inviavo in rete con il nickname Angelos…dedicandolo ad Anarcopan il figlio della rete immanente. Impermanente e impertinente:
messaggio di angelos 25 luglio 2000 ore 2.59

se ognuno guardasse/ davvero dentro se stesso/ non avrebbe più tempo/per impanicare gli altri/ smazzare ansia è facile/ basta proiettare verso/ l'esterno le proprie debolezze
se ognuno guardasse davvero
dentro le proprie contraddizioni
nel silenzio di una mente più sobria
e lucida ripulita dalle tossine
come è difficile volare con i pensieri
ed il corpo aggrappata zavorra
inutile allo scattare dei sogni
rivoluzionari sparsi
come piume di ali d'angelo
cambiare se stesso
per cambiare il mondo
è una questione di sensibilità
è u n a questione di priorità
di essenzialità di sobrietà
è solo una faccenda di sensibilità
perduta e ritrovata/ dopo una postura yogica una passeggiata
in montagna una preghiera un'assemblea una suonata
un canto una scopata fatta con amore
e a poco a poco l'attenzione/si sposta davvero dal proprio ombelico
e dalla punta del proprio naso
in direzioni corsare verso/ i fratelli rimasti indietro
senza viveri nè acqua al fondo/ della colonna braccati dai cani/ e dai mercenari di morte
riconoscersi nel volto degli ultimi/ un volto della folla/ ma sorridente e aperto
spostate il vostro punto d'unione
recuperate il vostro centro
e sposteremo a sinistra
l'asse del mondo

Parlo di morte, della miamorte con compiacimento..? Come s e mi piacesse morire? E anche s e non mi piacesse?  Faccio buon viso a cattivo gioco?  Una semplice copiatura della necrofila linea di successo di jack folla?  No fratelli, queste convinzioni son datate….non site miei fratelli? E no in questo vi sbagliate nella morte siamo tutti fratelli e eguali…entriamo senza un kazzo tutti quanti, senza carta di credito e senza servitori….A dite che è
Che ve ne fate dei dollari all’inferno, aumenterebbero come carburante su un incendio soltanto la temperatura?  Per questo vi sollecito a liberarvene..E non credete che le anime dimentichino…avete visto l’inferno chiamato calcutta..non vi siete sentiti trafitti dagli occhi tubercolotici e affamati dei paria senza speranza…vagabondi di verità vagavamo bob ed io per le strade di Benares e Bombay, latrina del mondo civilizzato, e parsi si offrivano semivivi alle bocche rapaci degli avvoltoi per alleviare i morsi della propria miseria affamata…
Ho imparato a rendere oscena la morte e a rappresentarla come monito..non ipocrita di una sola notte delle ceneri ma come bussola quotidiana  alla direzione del vivere..ricordate che dovete morire così dovrebbe essere scritto all’ingresso di ogni fabbrica, scuola e casa…comma due disfatevi di ciò che è perituro…
se abolissimo il denaro...

non vi sarebbero più delinquenti
non più sequestratori
non più poliziotti
e pochi carcerieri
le guardie carcerarie in prigione
a imparare la lezione
come i figli di agnelli e pirelli
lavoravano in fabbrica
come operai per sei mesi!!!
per capire che cosa
voleva dire esser padroni
e quale privilegio raro fosse
vestire alla marinara
eggià che poi  si facevano di ero
come fece e fa e si fa
l'ultimo rampollo di giovanni lamiera
industriale torinese vincente
ferrarista e juventino
cosa ci vuol dire
da malindi il figlio di agnelli
che il denaro non rende felici?
per chi è poeta
di certo è insufficente

se abolissimo il denaro
non più serrature
allarmi e privilegi
scorte armate e  tamagochi

se abolissimo il denaro
forse aumenterebbero le persone sorridenti
con nessun coltello in mezzo ai denti
non più sfilate di moda
con donne stressate e magre anoressiche
e pallide evanescenti telegrafiche
 nel senso del palo
non più puttane schiavi schiavisti e papponi
non più televisioni pubblicitari notai
non più berlusconi
mafia p2 andrangheta corono unita dollari
non più wall street
non più stragi di balene foche  elefanti
non più invasioni dell'amazzonia
e avvocati burocrati e finanzieri
uomini delle tasse e notificatori
e rappresentanti alle porte
e ladri alle finestre
e esattori al telefono
e venditori nelle e-mail
non più politici grassoni
discotecari non più mazzette
inciuci intrallazzi bustarelle
favoritismi concorsi truccati
non più oggetti smarriti
borseggi sull'autobus
e corse a piedi sotto la pioggia
con 40 di febbre
per arrivare in orario in ufficio
e venditori di organi
non più
e baleniere fantasma
non più
petroliere sgretolate
non più
cormorani impeciati

Adesso mi verrete a dire che sono un semplice clone pazzo di jack…è vero ma non di quel jack di cui non conosco proprio nulla, tanto da non poterne imitare neppure la dieta, sono come jack kerouac.. che viaggio in be bop per la notte…e buona la prima.. perché se scrivo e per voi.. perchè a me non me ne fotte un cazzo di quello che ho scritto, ne mai lo rileggerò.. non ne avrei cmq il tempo, se volete leggetemi pure o mandatemi all’inferno, ci sarò già, oppure potete attingere a piene mani dalla mia esperienza ed evitare tutte le balordaggini che ho combinato.. tanto per cominciare non fumate.. se non volete andarvene come me superati da poco i 45 anni…due anni primi di quando jack folla scrisse alcatraz per la tv e comunque 5 anni dopo che Guevara era già un mito….  E secondo non sciupate l’amore
Vorrei offrirvi una birra perché sento che la vostra saliva si sta asciugando, e cazzotti nello stomaco sono ancora in arrivo…e senza tante indulgenze alla vostra comprensione,,parlo per me, immaginate che sia un assolo di un moribondo alla luna, nel giorno del suo necrologio …mi scolpisco un epitafio a peritura e effimera memoria.. non ho pruriti di  immortalità letteraria ho visto bruciare le biblioteche di alessandria in egitto e di pechino e berlino ho visto scomparire l’opera intera di pindaro e archiloco..cosa vorrei mai per me..un briciolo di attenzione un 15 minuti di vostra lurida attenzione ..quando voi leggerete queste righe impiastricciate del mio sudore che sa sempre di the e del sale marino che ho addosso in queste giornate..vorrei dicevo un briciolo della vostra attenzione perchè voi sarete vivi quando io non ci sarò più e potrete fare tutto anche l’impensabile anche quello che voi non avete mai pensato di fare..perché ebbene anche voi mi raggiungerete all’inferno fratelli ed è bene che non pensiate troppo alla pensione, alla fedina penale pulita, al conto in banca e al vostro giardino…perché anche lì potrebbero entrare domani i bulldozer del comune o dell’autostrada e asfaltarvi tutti quanti insieme al vostro prato all’inglese.

tra tutte le poesie masticate
una mi rimbalza dentro
codex codex barbaro
ode a ferretti
poeta visionario
onore a te dagli anarcopoeti
sublime verseggiare
che fa anche pensare
siamo formiche impazzite
fuggite dal formicaio di dio
siamo individui unici irripetibili
solo anarcopan può dire io no
non ha dna non ha karma
è riproducibile ovunque
è puro e immateriale come un angelo
ma avrà tutti i nostri difetti
e tutte le nostre virtù
sarà la somma algebrica di individualità
dentro nelle interiora
solo aromi di spezie e incensi e mirra
nella mente aforismi poemi e pensieri
di tutta l'umanità
sospesa nell'età di mezzo
il sogno elettronico  di voltaire
l'utopia di bakunin..senza patria nazione
senza denaro senza religione
sincretico sintetico sinergico sinottico
figlio del silicio e di oceano mare
per non soffrire per non patire
l'umano patimento che intorno c'è
non conoscerà solitudine
perchè presente 
della nostra presenza
tamagochi della rete
trastullo di poeti veggenti
perseguitato irraggiungibile in fuga con noi
lontano da qui da matrix
lunga vita ad anarcopan
e agli anarcopoeti anacoreti suoi profeti

tralasciando ora le pulsioni di morte che indissolubilmente accompagnano amore.. parliamo di poetica nuova. Non cercate qui né unità di tempo e di luogo né di azione né consecutio temporis né di un piano dell’opera… ricercate piuttosto la genuinità di quello che vi sta per essere comunicato qui ed ora… perché questo è il mio regalo a voi per sempre…. Non mi attendo diritti d’autore o gloria..dove sto andando non servono.
Il primo episodio che vi vorrei narrare è riferito alla difficile ricerca di una firma autorevole al manifesto poetico anarcopanico.

Il SIGILLO DEL BARDO
Il 13 luglio a Torino transitò per uno spettacolo il Pulmann my daisy… una carovana di bardi e poeti beats tra cui Ed Sanders, Lewis Jhons e Lawrence Ferlinghetti. Avevo ricevuto per il mio compleanno due settimane prima il suo libro antologico, conteneva un manifesto poetico che era un’esortazione vibrante lanciata a tutti i poeti perché uscissero allo scoperto, si rivelassero e uscissero per le strade. Avevo preso alla lettera l’invito e composto in tempo reale in rete on line con altri poeti il Manifesto anarcopanico. Di giorno in giorni si aggiungevano versi e aforismi…al 13 luglio era composto da venti autori per un totale di sei pagine… Arrivai allo spazio allestito per il reading con notevole anticipo. Speravo di intercettare Ferlinghetti prima della ressa..ma nonostante la mia abilità nell’intrufolarmi nel back-stage scoprii che il pulmann sarebbe arrivato solo all’ultimo istante…ripresi posto tra il pubblico.. ormai rassegnato a segnare un insuccesso …Ferlinghetti recitò il suo ultimo componimento scritto due giorni prima sull’autobus.dal titolo Sono il poeta cieco…declamò con arguzia, ironia e pathos poi raccolti gli applausi come un suonatore di strada se la svignò rapidamente in direzione della notte.. in tre balzi lo seguii e lo raggiunsi, prima di me alcuni ammiratori l’avevano già fermato per fargli autografare dei suoi libri…quand’ebbe congedato l’ultimo mi affiancai e in un inglese stentato ma comprensibile..gli dissi “Oh mister Ferlinghetti can y give you a question… ho raccolto il suo invito a uscire per strada e sono qui, qui e ora insieme ad altri poeti con i quali  abbiamo dato vita a un manifesto poetico anarcopanico, traendo ispirazione da Lei Maestro e dal teatro Panico di Yodorowsky…” “Ohhhh” disse lui incoraggiandomi “Bene,  vorrebbe avere la compiacenza di apporre qualche verso e la sua firma in calce al manifesto?” …Un po’ interdetto riprese a camminare dicendomi cortesemente:” Dovrei leggerlo prima”  lo incalzai: “Non c’è problema.. eccolo se lo legga e  se crede ci risponda qui in basso c'e’ l'’indirizzo del sito internet con il quale può raggiungerci in qualunque momento a  qualunque luogo del mondo…”Ok..” Disse lui infilandosi in tasca le sei pagine del manifesto….Lui pensò di aver appena incontrato un pazzo…Io rimasi lì tra la luna e la terra stordito e impietrito per qualche minuto. Compresi che qualcosa di altamente simbolico era comunque accaduto…nel nuovo millennio da poeta a poeta era stato tramandato un documento….che non era più solo mio che non era liquidabile….cestinabile…. archiviabile…censurabile…
La firma non c’era e in quell’attimo per la verità non me ne fregò molto.
In compenso ritrovai la sua poesia Manifesto
Mi pare necessario che ve la presenti per chiedervi complicità:
Manifesto populista
Per i poeti, con amore
 
 

Poeti uscite dai vostri studi, aprite le vostre finestre, aprite le vootre porte
siete stati ritirati troppoa lungo nei vostri mondi chiui Scendete, scendete

dalle vostre Russian llills e dalle vostre Telegrah Hill  dalle vostre Beacon HiIls c dalle vostre Chapel Hills

 dalle vostre Brooklyn Heights e dai Montparnasse, giù dalle vostre basse colline e dalle montagne
 fuori dalle vostre tende e dai vostri palazzi.
Gli alberi stanno ancora cadendo e non andremo più nei boschi.
Non è il momento ora di sedersi tra loro quando l'uomo incendia la propria casa per arrostire il maiale.
Non si canta più Hare Krishna mentre Roma brucia. San Francisco sta bruciando la Mosca di Maiakovskij sta bruciando i combustibili fossili della vita. La Notte & il Cavallo si avvicinano mangiando luce, calore & forza e le nuvole hanno i calzoni.
Non è il momento ora di nascondersi per l'artista sopra, oltre, dietro le scene, indifferente, tagliandosi le unghie, purificandosi fuori dall'esistenza. Non è il momento ora per i nostri piccoli giochi letterari, non è il momento ora per le nostre paranoie & ipocondrie, non è il momento ora per la paura & il disgusto è il momento solo per la luce & l'amore.
Abbiamo visto le migliori menti della nostra generazione distrutte dalla noia ai readings di poesia.
La poesia non è una società segreta, né un tempio.
Le parole & i canti segreti non servono più. L'ora di emettere l'OM è passata, viene il momento di cantare un lamento funebre, un momento per cantare un lamento funebre & per gioire sulla fine in arrivo
della civiltà industriale
che è nociva per la terra & per l'Uomo. Il momento ora di esporsi nella completa posizione del loro con gli occhi bene aperti.
il momento ora di aprire le vostre bocche in un nuovo discorso aperto.
il momento ora di comunicare con tutti gli esseri coscienti, tutti voi « Poeti delle Città
appesi nei musei, includendo me stesso, tutti voi poeti del poeta che scrive la poesia sulla poesia
tutti voi poeti di poesia da laboratorio nel cuore-giungla d'America, tutti voi addomesticati Ezra Pound, tutti voi poeti pazzi, sballati, malconci tutti voi poeti di Poesia Concreta pre-compressi tutti voi poeti cunnilingui.
tutti voi poeti da gabinetto a pagamento che vi lamentate con graffiti,
tutti voi ritmatori da metropolitana che non ritmate mai sulle betulle,
tutti voi padroni della segheria haiku nelle Siberie d'America, tutti voi non realisti senza occhi, tutti voi supersurrealisti autonascosti, tutri voi visionari da camera da letto, ed agitprop da gabinetto, tutti voi poeti alla Groucho Marxista e Compagni di ozio di classe che restano inattivi tutto il giorno e che parlano del lavoro di classe del proletariato. tutti voi anarchici Cattolici della poesia,
tutti voi Neri Montanari della poesia, tutti voi Bramini di Boston e bucolici di Bolinas. tutte voi baby-sitters della poesia, tutti voi fratelli zen della poesia, tutti voi amanti suicidi della poesia, tutti voi capelluti professori della poesia. tutti voi critici di poesia
che bevete il sangue dei poeti tutti voi Poliziotti della Poesia Dove sono i figli selvaggi di Whitman.
dov'è la grande voce che parla ad alta voce Con un senso di dolcezza & di sublimità, dov'è la nuova grande visione, la grande visione del mondo, l'alta canzone profetica dell'immensa terra
e tutto ciò che canta in essa e i! nostro rapporto con essa Poeti, scendete
nelle strade del mondo ancora una volta e aprite le menti & gli occhi con la vecchia delizia visuale, schiarite la gola e parlate più forte, la poesia è morta, lunga vita alla poesia con occhi terribili e forza di bufalo. Non aspettate la rivoluzione o succedera' senza di voi.
Smettete di mormorare e parlate ad alta voce con una nuova poesia gridata
con una nuova comune-sensuale « comprensione pubblica, con altri livelli soggettivi
od altri livelli sovversivi un diapason nell'orecchio interno per colpire sotto la superficie. Del vostro dolce io che ancora cantate
ancora esprimete  la parola en-masse  -Poesia il veicolo comune
per il trasporto del pubblico verso luoghi più alti di altre ruote che possano portarla. Poesia che ancora cade dai cieli dentro le nostre strade ancora aperte.
Loro non hanno ancora innalzato barricate, le strade animate ancora con visi, uomini & donne attraenti camminano ancora qui, dovunque ancora attraenti creature negli occhi di tutti il segreto di rutti qui ancora sepolto,
i selvaggi figli di Whitman qui ancora dormono, si svegliano e camminano nell'aria aperta.

 Lawrence Ferlinghetti 19??

Ne parlai e ne scrissi molto nei giorni successivi in rete e nelle e-mail del gruppo di discussione a cui appartengo…. E nella bacheca ovviamente.
Di quegli scritti ho salvato questo componimento che vi ripropongo nella sua esaltata prima  e  ultima stesura come a un beat poems conviene:

a Mr Lawrence Ferlinghetti

ho visto un poeta Mr lawrence ferlinghetti di City light Frisco
l'ho sentito recitare in inglese e in italiano
e dopo di lui ho udito salmodiare altri grandi poeti e poetesse beat
ho fermato mr Ferlinghetti qualche metro dietro il palco
un poeta beat italo americano
di san francisco a torino
gli ho parlato del neonato
manifesto poetico anarco-panico
nato sulla rete figlio della rete
di più mani poetiche
di xanadù guerriera coraggiosa di sangue cheyenne
di pinky samurai zen ebbro di vita
di hash temeraria sognatrice di tijuana
di naguals lato sinistro del movimento
di angelos celeste messaggero di pace
di solare incendiaria portatrice di emozioni
di boyled ironico cantore di parossismi
di bird improvvisazione e jazz fusion
di vecchia signora dal nome di seta
di maewest impareggiabile domatrice di versi e di uomini
di Running Star silente stella silenziosa
(riempite questi spazi vuoti  voi che ci sieta stati)
di Bobo indomito assertore del ne regrette rien
di Santander coraggioso combattente visionario
di Diego Cugia nostro jackfolla profeta
avevo la tremarella e un sorriso
di presunzione irriverente
avevo incontrato il buddha per strada
e ora stavo per ucciderlo

ho declamato MANIFESTO POETICO
e quando ho detto Anarcopanico
lui ha detto oh
e c'era un bagliore di attenzione
di curiosità nei suoi occhi vispi di bardo
ho chiesto a Mr. lawrence ferlinghetti
di apporre qualche verso al manifesto poetico
redatto peraltro su suo invito...
ricordi poeta quando dicevi : uscite poeti....
per un viatico verso l'olimpo
delle idee degne di sopravvivere
nel prossimo millennio
lui con un sorriso malizioso
s'oppose
"devo leggerlo prima" disse
e io lo consegnai
un gesto simbolico
di bit in beat generazioni
e lo diedi nelle sue mani
senza sfiorarle
lui voleva restituirmelo come per dire
"non so se potrò leggerlo
se lo leggerò mai
se ti darò mai una risposta
non capisco molto bene l'italiano"
"se lo faccia tradurre maestro vi sono molti poeti italiani con voi"
incalzai al limite della sfrontatezza
lui affrettò il passo
e accennò un saluto cordiale con la mano
come per fare ciao ciao da un treno italiano
aggiunsi con la voce sempre più
affievolita dall'emozione
e che si perdeva
nei vocalismi di una poetessa
di san francisco che aveva preso lezioni
da un brujo
.....e se poi crede ci invii in bacheca la risposta
qui in basso c'è l'indirizzo
della nostra cella www.3957.net....
Lui sembrò non capire
un milione di gigabite di versi nel cervello di ginsberg
e non mi era ora di fronte
null'altro che il poeta cieco
il maestro di beat poems
and action painting
composizione da lui
scritta sul pullmann daisy
che lo portava a torino

Una temeraria adolescente del gruppo anarcopanico di nome Hash disse “Chissenefrega di ferlinghetti il manifesto andrà avanti anche senza quelle cariatidi…”
Con un po’ di malincuore e poco entusiasmo ne convenni.
Ma dopo soli cinque giorni lessi che a Cosenza il Pulmann my daisy si sarebbe fermato per una serata
… chi mi aveva mandato l’e-mail sembrava far parte dello staff organizzativo.
Gli scrissi informandolo del mio tentativo andato a vuoto ed lo  invitavo a incontrare Ferlinghetti per averne la firma.
Dopo una settimana Comandante Diavolo, questo il nome del valoroso e temerario partigiano di anarcopanico movimento.. mi scrisse questa e-mail
Che vi allego per esteso con tanto di firma… perché sappiate che nessuna impresa è preclusa a chi ha in animo il folle proposito di incendiare l’universo di poesia sovversiva.
 
 
 

Bene ora è il momento di stampare il manifesto, nella sua ultima edizione aggiornata e corretta….
Inutile dirvi che si sono nel frattempo aggiunte le lettere e le firme di Ferretti, Cohn Bendit e…
 
 

El mar me llama con su amistosa mano
El prado- un continente
Se desenrosca suave e indeleble
Como una campanada en el crepusculo
Ernesto Che Guevara

Preludio
sogno ho visto un albatros e l'ho seguito con le mie ali di carta... in volo le ho viste trasformarsi in un piumaggio colorato e luminoso mi sono svegliata ed eravamo solo farfalle, e il nostro unico giorno regalatoci per vivere e volare era scaduto
......xanadù
Premessa
anarcopanico è un movimento transavanguardistico
transnazionale transessuale
transgenico transgenerazionale
traspoetico titillante
dalla tazmania al turghisistan dalla turchia a tripoli
da tirana a timbuktu
romperà i coglioni al potere
delle sette sorelle
dai sette fratelli di jack
un calcio nelle palle
all'imperialismo amerikano
motore ad acqua subito
no plastica solo vetro
no gasolio solo olio di girasole
no uranio solo cellule fotovoltaiche
no diamanti cocci di vetro
sùbito!
no guerre
sùbito!
no torture
sùbito!
no esecuzioni no pene di morte
no vivisezione
no pelliccia
no caccia no armi no allevamenti mattatoi
anarcopanico getta un ponte di sincera alleanza
tra anarchismo comunismo e ambientalismo
per salvare i nostri figli e i figli dei nostri figli
da questo delirio che ci ha invaso
e che si chiama ....che si chiama..
non so come si chiama...
è innominabile forse
senza odio con innocente tolleranza
senza sette nè vendette
senza sete di vendetta
senza capi nè tirapiedi
con un cuore e grandi tette
senza gerarchia nè burocrazia
el pueblo unido
sarà tenuto in maggior considerazione
da soli si muore
e lo sa bene l'anziano sotto casa
che non va più nemmeno a far la spesa
perchè la sporta pesa
e non c'è l'ascensore al 3 piano
..... Angelos con l'approvazione/ benedizione di Xanadù

MANIFESTO POETICO ANARCOPANICO

E' nato un movimento che si oppone all'indifferenza
che fa della sensibilità umana la sua essenza
costituito da uomini e donne che sanno ancora indignarsi
cha hanno raccolto la sfida di quanti li volevano
schiacciati persi fuorigioco umiliati e offesi
gli ultimi sranno i primi a levarsi in piedi
armati della loro poetica parola scagliata come un dardo
sulla terra dominata dal grigiore
ritorneranno vivida gioia e furore........naguals
Brindo a Dioniso e ad Afrodite
voi c h e rendete vivibile la vita
che non è senza di voi vita
lasciate che attraversi il mondo in groppa ad un uragano
e che sovverta la logica del possesso
del denaro e della proprietà privata
eretta a barriera delle differenze
io ossesso compulsivo lancio con un colpo di dadi
la mia rispettabilità per un fazzoletto di cielo....Eternauta
alzo il bicchiere
quando sento passare
un autentico ditirambo
che soffia il suo proprio vento
di furia e amore (che ne è gemello)
Fratelli di rhum
e di nulla
fratelli di notti
infinitamente taciute, fratelli cuori
sontuosi
buoni da mangiare
per mille anni... maewest
ho sfiorato le tue gambe
l'altra sera servendomi da bere
ed ho disteso la schiena
nella posizione del fior di loto
mille anni di castità
per gustare il frutto proibito
e parole scagliate nell'oceano di silenzio maeccanico
parole di libertà e di pace in terra, per gli oppressi......Angelos
Adelante
Sciogliamo dita da pianista in esecuzione
Spartiti schizofrenici e meravigliosi
Utopiche melodie di rivoluzione
E intanto accarezziamoci
“profeti ubriacati”
e soffiamoci agli orecchi parole d’amore
a colorare un’altra notte illusa
di poter restare vivi
e sempre fieri
e per sempre veri
ingollo altro alcool che brucia fino ai piedi
ma non brindo
ogni sorso interrotto a prender fiato
come il malato di cuore
morto fra cuscini di cosce bianche
niente dediche né desideri alle stelle
né dolciastri addii gommosi
ma come una bambina prima del sonno vi chiedo un’altra storia
un altro sogno ancora.......Solare
assalteremo ancora la porta del cielo su un carro trainato da cavalli alati
e porteremo la pace sulla terra
senza violenza e daremo a ciascuno secondo le proprie necessità
e toglieremo il superfluo a chi ce l'ha abbiamo riacceso la fiaccola dell'anarchia......Boyled
Brindo con un sorso appassionato di wodka ai vostri sguardi,
sinceri e sfuggenti e timorosi e complici e sofferenti e bisognosi e velati e beffardi e
Brindo con un sorso forte di tequila alla libertà
che parola più bella e orgogliosa mai fu creata,
e a tutti quelli che sono posseduti da questa tenera fantastica voluttuosa ossessione.
Brindo con un sorso appassionato di mezcal e peyote
alla storia del futuro,
la sola che sovvertirà e rivoluzionerà, e spazzerà via,
basta solo sedersi e aspettare e per ultimo dare una piccola spinta... Pinky
Brindo ad una distesa di prato verde pieno
di discese e risalite dove ognuno sceglie liberamente
il proprio percorso anche il sentiero più lungo e tortuoso
non in funzione della meta finale
e soprattutto ad una distesa verde
dove ognuno può sempre ricominciare dal punto di partenza e sperare......Bird

Il silenzio
Non appena l’ho nominato
Non è più silenzio….Running Star
 

Mi unisco a voi fratelli e sorelle di rete
per un brindisi voluttuoso
che spenga per poi riaccendere
la nostra sete di parole
di chiacchiere da bar
tra appelli, cause e petizioni.
Un brindisi ai nostri piccoli Io
a chi non ha paura di mostrare
il lato più oscuro di sé
a chi questa paura ce l'ha...
Coraggio, spicca il volo...Vecchia Signora

Oggi è l'ultimo giorno del mio capitano
di Massimo-Jack, mio fratello maggiore
senza la sua morte non sarei nato
senza la sua morte neonato
non ci avrebbe fatto rivivere tutti
Hasta siempre fratellino
Jack è fuggito per quanti mesi esatti
aveva mio fratello quando ha cessato di vivere
rinato in una culla di carta
cresciuto alla radio delle grandi occasioni
scompare stanotte nel porto di tutte le illusioni: Tv dei miei coglioni
Hasta siempre, fratellino
Io non ho fatto altro
che esporre con indecenza
la sua trasparente assenza
la sua immortale incoerenza
tutta la rabbia e la tenerezza
di un pugno chiuso in una piccola bara bianca
Hasta siempre, fratellino
Perché tu sei rinato
nella ragazza in rota che mi ha detto
grazie, per un buco di meno
nei quindicenni che scrivono
"ma sei vero?"
negli stizziti giornalisti
che ti hanno odiato
spiazzati da un programma "stralunato"
Hasta siempre, fratellino
Perché mi hai ricordato i valori
per cui vivo, sulla tua morte,
gli stessi per cui si uccidono
tutti i deboli di questo feroce "sistema tranquillo"
l'ultima trovata degli sterminii
l'autoeliminazione delle vittime.
Hasta siempre, fratellino,
grazie a te mi sono schierato
in questo infinito campo minato
e non me ne fotte un cazzo di morire
perché in ogni oppresso che si spegne
c'è un me stesso che muore
E in ogni Te che rinasce, fratellino
c'è il seme della rivolta
Perché ora non sei, non siamo più soli
e non lo saremo neanche, quando,
sfiniti dai voli, planeremo in qualche
periferico cimitero, chiedendoci:
"Ma sono stato? Sono stato, davvero?"
Sì, fratellino, certe parole sono neonati,
ma da grandi diventano fatti
si realizzano in lotta, in resistenza
e realizzano la tua invisibile presenza.
Ma tu questo lo sai, lo sei già diventato
nelle migliaia di fratellini che hai amato.
Davvero, stanotte, sei rinato... Diego Cugia

Folli gli USA ragazzini
Che pensa di essere Elfi contro Orchi
Questo sì
Ma noi no per piacere
Per pietà
Sono insanguinate le mani dei ragazzini di Washington
Sangue calcolato coi sistemi di lancio dei missili
Ma erano rosse come la bandiera a cui si riferivano
Quelle dei maiali di Slobodan
Rosse le loro mani
Rossi i loro membri che stupravano le kossovare
E ora arriverà anche da loro una bella Mediaserbiet
Con il Mac e Mtv
Non dico che questo sarà il paradiso-forse che il nostro lo è?
Ma potranno dormire la notte
Respirare per strada
Andare dai loro genitori senza timore di trovarne i cadaveri
Perchè fratelli
Il sogno era incubo da tanto
Per sognare bisogna essere pieni:
Di speranza o di pastasciutta
E mi sembra che a Belgrado fossero stati svuotati
Sia dell'uno che dell'altro
 

(Non dimenticate mai quando
La bandiera è rossa soprattutto del fuoco degli animi
Ma anche dei massacri di Stalin)

in mezzo in mezzo  respinto  con forza- attratto
in mezzo in mezzo scosse di assestamento netto
sola resta qualche parola mai detta
non dirla non va bene non va fatto non va fatto
vagano parole vagano parole abusate parole cambiano tono  timbro
varia ritmo e cadenza
 capita che si intreccino in amara sentenza
 sospeso sospeso giorni compattati di rigore
vegliate le notti in timore d'innescare catene di dolore
in mezzo in mezzo
fiondato alto ripiombo basso
d a una parte
 all'altra mi rimbalzo addosso  giro mi rigiro  storto dritto capovolto
è lo stesso
da solo sono poco molto poco quasi niente
che non cambierei con di più con altro comodante
solo sempre dentro senza consolazione senza complimento
accadono nel vuoto gli incontri veri
si tengono nel vuoto i conti seri
non mi fregherò per tutto ciò che posso per tutto ciò che so
nè lo permetto ad altri che ci prova:da chi mi ha partorito a chi
ho incontrato a caso una volta sola
prostrato resto a faccia giù sospeso
ascolto il mio lamento crescere tra le dita
possa renderlo il cielo preghiera esaudita
prostrato resto a faccia giù sospeso
ascolto il mio lamento crescere tra le dita
possa renderlo il cielo preghiera esaudita
prostrato resto a faccia giù sospeso……Giovanni Lindo Ferretti

Lascio i miei vecchi libri, raccolti
negli angoli del mondo, venerati
nella loro tipografia maestosa
ai nuovi poeti d’America
e a quanti un giorno
fileranno nel roco telaio interrotto
le significanze di domani….Pablo Neruda

Libero il cane trotta nella strada e vede la realtà
e le cose che vede
sono più grandi di lui e le cose che vede
sono la sua realtà
Ubriachi nei portoni
 Lune sugli alberi
 Libero il cane trotta nella strada e le cose che vede sono più piccole di lui
Pesce nei giornali Formiche nei buchi Polli alle finestre del Quartiere francese le loro teste a un isolato di distanza
 Libero il cane trotta nella strada
e le cose che odora sanno un po' di lui stesso
Libero il cane trotta nella strada passando pozzanghere e bambini sigari e gatti
biliardi e poliziotti Non odia i pizzardoni Non gl'importano proprio nulla e li passa
e passa i vitelli morti sospesi
tutti interi  al mercato di San Francisco
Preferirebbe mangiare un vitello tenero piuttosto che un poliziotto duro
ma l'uno o l'altro gli andrebbero giù lo stesso
 E passa la fabbrica di ravioli Romeo…..Lawrence Ferlinghetti

Danza il serpente piumato
al suono di tamburi e flauti
e sfida l'armada invicible
conducendo gli indios nella foresta vergine
a ricominciare la storia dell'uomo
dagli inizi
senza telefoni e senza televisori
per rieducare la mente al pensiero
telepatico ...Quetzcoatl

Questo è veramente il miglior modo per iniziare la vita,
si accampa nelle nostre menti questa meravigliosa idea rivoluzionaria. Siamo pronti.
Abbiamo completa percezione del nostro intento.
Violentando le parole se necessario, Urlando se necessario,
Sussurrando notti intere se necessario Questa nostra meravigliosa idea rivoluzionaria.
Fatemi fumare fratelli.
Questo è veramente il miglior modo per iniziare la vita……. Hash

Anime inquiete anime in fuga anime latitantanti
tra orrore e sogni derubati anime lebbrose da schivare:
le hai protette, curate, accarezzate come bambine orfane come figlie perdute e ritrovate e le hai abbandonate...
forse soltanto per insegnargli a camminare.........Xanadù

SOLI INSIEME
è il nostro grido
sussurrato disperato
per chi ci insegna solo
a fare il "bucato"
SOLI INSIEME
la nostra fragile speme
per chi ci ammorba
del sabato le sere.
SOLI INSIEME
la nostra carezza vincente
contro chi specula sul niente.
SOLI INSIEME
il nostro dolore al dolore
di contare d'amore
che poche ore.....mimma

Anima
Libera,
Come
Acqua
Triste
Ritornerai
A
Zampillare......(Alessandro)
appartengo alla stirpe degli spiriti
eppure non dimoro nell'empireo
Appena volo fino alle nuvole
le forze mi abbandonano precipito
che fare
sono misero e piccino
lo so oltre le loro onde
si trova il paradiso
un alato sospiro
io vado errando
tra la terra e il cielo
Evegnij Baratynskij 1800-1843

Non tutti gli anarcopoeti son esaltati senza piedi per terra..vi è anche chi ci ricorda quanto la terra si abbassi per i polli…

Un gran bell’epitaffio, mi pare.

Ve lo regalo, per questa notte vostra di parole paroloni e parolacce, disegni a carboncino e schizzi di vernice, mia di distanza e salsedine.
A Rivederci. Liberi.

“Il fitto velo che separa ogni essere dalla luce trasformatrice della libertà, dalla vertiginosa incandescenza dell’autodeterminazione, quel velo per Scatola di Fagioli si era momentaneamente squarciato. Ovviamente il fulgore della libertà è per molti troppo luminoso. Quando una refola improvvisa solleva il bordo di broccato, vengono presi dal panico. Battendo freneticamente le palpebre, si aggrappano fino all’ultima unghia spezzata alle pieghe protettrici del controllo sociale. Alcuni, tra cui Scatola di Fagioli, in quel fulgore si crogiolano. Esso li riscalda in luoghi nascosti e inaspettati che altrimenti resterebbero per sempre al buio e al freddo.
Naturalmente, come la proverbiale farfalla che corteggia la risaputa candela, il libertario esposto a quella luce corre un rischio costante. Ma sfrigolare tutti interi nella fiamma della libertà non è forse meglio che cuocere a tocchetti e a fuoco lento nel proprio sugo che a poco a poco si ritira, prigionieri e impotenti al cospetto del velo? Scatola di Fagioli ne era convinto/a. Fuori dalla padella, e giù nella brace! Questo era il credo della nostra lattina.”

“Assistendo all’intera scena, mentre scansava l’avanzata delle formiche, Scatola di Fagioli si chiese se gli animali umani non si assoggettassero alle più atroci sofferenze quando nella maggior parte dei casi per evitarle sarebbe bastato un piccolo sforzo d’immaginazione. Senza rendersene del tutto conto (all’oscuro com’era delle complesse implicazioni della danza di Salomè) la scatola di fagioli aveva identificato nel velo dell’illusione politica - e nella riluttanza dell’umanità a separarsene - il vero motivo dietro la triste cerimonia di qualla mattina.
Perduto ormai per la famiglia, gli amici, la ragazza, il suo cane da lepre, la società e se stesso, quel povero marinaretto era caduto - a non molti chilometri da Gerusalemme - senza capire praticamente nulla della situazione del Medio Oriente. Probabilmente era convinto che fosse in corso un conflitto tra il giusto e lo sbagliato, il bene e il male, la libertà e l’oppressione. Questo era stato il suo secondo errore. Il suo terzo errore era stato credere che sebbene lui non capisse la situazione, i suoi capi almeno la capissero. Il suo primo e più grave errore era stato eseguire ciecamente ciò che gli veniva ordinato. Non mettendo in dubbio i metodi e motivi dei politici, aveva consentito loro di prendere quelle decisioni che avevano portato alla sua prematura dipartita.
Che cos’è la politica, in fin dei conti, se non la coazione a presiedere sulla proprietà altrui e a prendere decisioni al posto degli altri? La libertà, in quanto radicale opposizione alla proprietà e al controllo, non può dunque essere il risultato di un’azione politica intrapresa nell’urna o sulle barricate, ma può svilupparsi solo da un atteggiamento. Se da qualcosa deriva, questo qualcosa potrebbe essere la leggerezza.
Gli oggetti inanimati, destinati a trascorrere la loro esistenza in uno stato esteriormente docile e passivo, capivano con forse maggiore acutezza degli esseri umani che la vera libertà non poteva essere posseduta. Perciò non poteva essere oggetto di appropriazione. O di controllo. Vi si poteva però rinunciare. Il marinaio del Wyoming aveva ceduto la propria anima molto prima di sacrificare il proprio corpo. E quella morte interiore – per lo meno agli occhi di Scatola di Fagioli – era più deplorevole della morte fisica che ne era stata la conseguenza.
In un futuro non troppo distante, in un qualche improvviso movimento della danza, il terzo velo, il velo che permetteva agli espedienti della politica (di solito transitori, spesso stupidi, regolarmente originati dalla corruzione) di mascherarsi da espressione universale ed eterna di libertà, virtù e buon senso, avrebbe presumibilmente potuto cadere. I giovani, da quel momento in poi, avrebbero potuto essere più esigenti riguardo alle “libertà” da difendere, preservando così la propria anima e – purchè abbastanza lesti d’ingegno e di piede – anche il proprio corpo.
Nel frattempo ogni individuo doveva dare dei gran strattoni a quel travestimento; tirare, lacerare e sbirciare, e finalmente, dopo averlo penetrato a sufficienza, prendere in mano le redini della propria vita.”

Tom Robbins, da “Coscine di pollo” (Skinny Legs and All) 1990
Da parte di Molly Bloom Dublino
Scetticismi scettico-materialisti fanno bene ma volevo volare ancora e dopo tre giorni dalle imprese narrate un nuovo momento magico mi veniva incontro:
anarcopanico in movement
giovanni lindo ferretti
poeta cantautore musicista
 si preparava a salire sul palco
5000 spettatori lo reclamavano
e l'attendevano impazienti
si stava concentrando e saltellava
come un calciatore
prima di entrare in campo
ripassava le parole della canzone
come un attore debuttante
era sotto effetto / trac
ero a due metri da lui
e non ho potuto trattenermi
era come se una forza possente
mi spingesse ad essere temerario
era come se voi fratelli e sorelle
foste lì a spingermi avanti
oltre la timidezza e la discrezione
ho sussurato "posso parlarti"
scuoteva la testa con un sorriso
arrendevole ed ho osato oltre ogni ragionevolezza
una breve cronistoria di manifesto anarcopanico
la richiesta di alcuni suoi versi
e dicevo: " tu che sei poeta
potresti darci il sigillo
della rispettabilità poetica
per questo manifesto che vuole
gettare un ponte tra anime indomite"
si scherniva e diceva
sono solo un cantante
incalzai:"li scrivi tu i testi
o te li scrivono.."
.o no diceva li scrivo io...
"allora stai poetando o poeta
e nel manifesto anarcopanico
c'è un posto in prima fila per te"
"Diffido delle nuove tecnologie
non mi piacciono non ho confidenza
non le capisco e non le frequento"
confessai il mio stesso odio
e la necessità di comprenderlo
perchè nessun nemico sconosciuto
può essere battuto...
lo liberai della mia invadente presenza
estorcendogli una promessa
"nel caso usassi alcuni versi di una
tua canzone...ce li concederesti...
come tua firma e suggello
al manifesto.....”
sì disse lui cortesemente usa i versi che vuoi...
ci accomiatammo con un sorriso
da notte di luna piena
chiesi a Ginevra prodigiosa cantante
“Scusami qual'è la canzone che ama di più”
“Oh tutte” rispose lei sorridente
e un'illimitata urlante libertà
dispiegava allora le sue ali
di anarcopanico sognante.
 
 
 
 
 
 
 
 

balzano sussultanti sussurri
d'amore dalla bacheca chat
intersezioni leggere d'estate
prima del ritorno
al prato onirico
che lenisce il dolore
e placa la follia
e domani risorgeremo
con altri perchè
in cerca di risposta
con qualcosa da salvare dentro
noi stessi
che non sia soltanto il nostro orgoglio
sisifo riporta la pietra in alto sulla montagna
che poi la lasceremo cadere per sempre
sulla testa del tiranno
che imprigiona il mondo

....e non ditemi che il tiranno è dentro di noi...

Quando affissi questi versi in bacheca non pensavo ancora che davvero quei mentecatti di RAIDUE avrebbero osato e   potuto chiudere quello spazio così vissuto a tutte le ore del giorno e della notte… isolare quelle presenze che si appiccicavano come filamenti ferrosi a una calamita per poi respingersi in mille distinguo, precipitando nell’eterna diaspora che frantuma il popolo di sinistra. Senza casa… avevamo avuto una prova generale di sgombero la notte del 19 luglio.. Cominciò così la mobilitazione e quella strana e inquietante sequenza di avvenimenti insoliti che ci avrebbero ancor di più legato e trasformato da internetdipendenti in donne e uomini liberi.. Xanadù fu quella più in agitazione, si disperava perché lei sapeva che il sito avrebbe chiuso. Fu per quell’ angoscia urlata o per dare una casa al fanciullo innominabile nato nella rete, dal carattere ribelle, non so ancora, ma fu in quel preciso istante che prese dentro di me forza e vigore l’idea di un’azione rapida di trasferimento di tutti i jackers presso altri lidinavigabili.  Si offerse pepnet di costruire il rifugio e di ospitarci… ebbi subito fiducia in lui e dopo sole tre lettere si concordò la fuga … appena in tempo… la notte tra il 26 e il 27 la bacheca di alcatraz chiudeva. Erano però già stati disseminati i sassolini bianchi che avrebbero permesso a tutti di ritrovarsi . Gli indirizzi di e-mail i links e le e-groups in una prova generale di sommossa informatica… a dirla così non sembra che poca cosa. Ma l’ebbrezza provata fu pari a quella di un’evasione riuscita da  un vero carcere. Noi squatters della rete occupiamo i siti di sogni e di poesia ed è questo che ci rende temibili..minacciabili e odiabili. Usiamo il mezzo in modo rivoluzionario…con organizzazione decentrata e autoregolante, senza vertici e direttivi ma con efficienza e misura..anarcopan vive e si alimenta di buone letture…il manifesto anrcopanico non smette di stupire e di raccogliere nuove adesioni e il movimento dei jackers hackers anrcopanici è una realtà. Non ci fermeranno perché siamo invisibili e nomadi.. sappiamo mordere e fuggire…. Siamo latitanti ma non in fuga a dordine sparso..Ci riaggreghiamo in un attimo come gocce di mercurio sparse su un terreno in discesa.
 
 
 

anarcopanico è un movimento transavanguardistico
transnazionale transessuale transgenico transgenerazionale
traspoetico
dalla tazmania al turghisistan dalla turchia a tripoli
da tirana a timbuktu
romperà i coglioni al potere
delle sette sorelle
dai sette fratelli di jack
un calcio nelle palle
all'imperialismo anerikano
motore ad acqua subito
no plastica solo vetro
no gasolio solo olio di girasole
no uranio solo cellule fotovoltaiche
no diamanti cocci di vetro
sùbito!
no guerre
 sùbito!
no torture
  sùbito!
no esecuzioni no pene di morte
no vivisezione
no pelliccia
no caccia no armi no allevamenti mattatoi
anarcopanicogetta un ponte di sincera alleanza
 tra anarchismo comunismo e  ambientalismo
per salvare i nostri figli e i figli dei nostri figli
da questo delirio che ci ha invaso
e che si chiama ....che si chiama..
non so come si chiama
è innominabile forse
senza odio  con innocente tolleranza
senza sette nè vendette
senza sete di vendetta
con un cuore e grandi tette
senza gerarchia nè burocrazia
el pueblo unido
sarà tenuto in maggior considerazione
da soli si muore
e lo sa bene l'anziano sotto casa
che non va   più nemmeno a far la spesa
perchè la sporta pesa
e non c'è l'ascensore al 3 piano
 

Manifesto populista
Per i poeti, con amore
 
 

Poeti uscite dai vostri studi, aprite le vostre finestre, aprite le vootre porte
siete stati ritirati troppoa lungo nei vostri mondi chiui Scendete, scendete

dalle vostre Russian llills e dalle vostre Telegrah Hill  dalle vostre Beacon HiIls c dalle vostre Chapel Hills

 dalle vostre Brooklyn Heights e dai Montparnasse, giù dalle vostre basse colline e dalle montagne
 fuori dalle vostre tende e dai vostri palazzi.
Gli alberi stanno ancora cadendo e non andremo più nei boschi.
Non è il momento ora di sedersi tra loro quando l'uomo incendia la propria casa per arrostire il maiale.
Non si canta più Hare Krishna mentre Roma brucia. San Francisco sta bruciando la Mosca di Maiakovskij sta bruciando i combustibili fossili della vita. La Notte & il Cavallo si avvicinano mangiando luce, calore & forza e le nuvole hanno i calzoni.
Non è il momento ora di nascondersi per l'artista sopra, oltre, dietro le scene, indifferente, tagliandosi le unghie, purificandosi fuori dall'esistenza. Non è il momento ora per i nostri piccoli giochi letterari, non è il momento ora per le nostre paranoie & ipocondrie, non è il momento ora per la paura & il disgusto è il momento solo per la luce & l'amore.
Abbiamo visto le migliori menti della nostra generazione distrutte dalla noia ai readings di poesia.
La poesia non è una società segreta, né un tempio.
Le parole & i canti segreti non servono più. L'ora di emettere l'OM è passata, viene il momento di cantare un lamento funebre, un momento per cantare un lamento funebre & per gioire sulla fine in arrivo
della civiltà industriale
che è nociva per la terra & per l'Uomo. Il momento ora di esporsi nella completa posizione del loro con gli occhi bene aperti.
il momento ora di aprire le vostre bocche in un nuovo discorso aperto.
il momento ora di comunicare con tutti gli esseri coscienti, tutti voi « Poeti delle Città
appesi nei musei, includendo me stesso, tutti voi poeti del poeta che scrive la poesia sulla poesia
tutti voi poeti di poesia da laboratorio nel cuore-giungla d'America, tutti voi addomesticati Ezra Pound, tutti voi poeti pazzi, sballati, malconci tutti voi poeti di Poesia Concreta pre-compressi tutti voi poeti cunnilingui.
tutti voi poeti da gabinetto a pagamento che vi lamentate con graffiti,
tutti voi ritmatori da metropolitana che non ritmate mai sulle betulle,
tutti voi padroni della segheria haiku nelle Siberie d'America, tutti voi non realisti senza occhi, tutti voi supersurrealisti autonascosti, tutri voi visionari da camera da letto, ed agitprop da gabinetto, tutti voi poeti alla Groucho Marxista e Compagni di ozio di classe che restano inattivi tutto il giorno e che parlano del lavoro di classe del proletariato. tutti voi anarchici Cattolici della poesia,
tutti voi Neri Montanari della poesia, tutti voi Bramini di Boston e bucolici di Bolinas. tutte voi baby-sitters della poesia, tutti voi fratelli zen della poesia, tutti voi amanti suicidi della poesia, tutti voi capelluti professori della poesia. tutti voi critici di poesia
che bevete il sangue dei poeti tutti voi Poliziotti della Poesia Dove sono i figli selvaggi di Whitman.
dov'è la grande voce che parla ad alta voce Con un senso di dolcezza & di sublimità, dov'è la nuova grande visione, la grande visione del mondo, l'alta canzone profetica dell'immensa terra
e tutto ciò che canta in essa e i! nostro rapporto con essa Poeti, scendete
nelle strade del mondo ancora una volta e aprite le menti & gli occhi con la vecchia delizia visuale, schiarite la gola e parlate più forte, la poesia è morta, lunga vita alla poesia con occhi terribili e forza di bufalo. Non aspettate la rivoluzione o succedera' senza di voi.
Smettete di mormorare e parlate ad alta voce con una nuova poesia gridata
con una nuova comune-sensuale « comprensione pubblica, con altri livelli soggettivi
od altri livelli sovversivi un diapason nell'orecchio interno per colpire sotto la superficie. Del vostro dolce io che ancora cantate
ancora esprimete  la parola en-masse  -Poesia il veicolo comune
per il trasporto del pubblico verso luoghi più alti di altre ruote che possano portarla. Poesia che ancora cade dai cieli dentro le nostre strade ancora aperte.
Loro non hanno ancora innalzato barricate, le strade animate ancora con visi, uomini & donne attraenti camminano ancora qui, dovunque ancora attraenti creature negli occhi di tutti il segreto di rutti qui ancora sepolto,
i selvaggi figli di Whitman qui ancora dormono, si svegliano e camminano nell'aria aperta.
 

abbiamo assaggiato il frutto
della poesia
abbiamo colto l'attimo fuggente
dell'insurrezione
ci stiamo addensando
come punti invisibili sulla sottile
linea rossa
che divide
lo status quo
 dalla rivoluzione
non resta che spiccare il volo
e il mondo  sbigottito cambierà
 
 







HASTA SIEMPRE (II stesura)

alcatraz http://www.jackers.3000.it/
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Firma di Lawrence Ferlinghetti in calce sul manifesto!!!!grazie Comandante Diavolo