DOMANDE
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Interpretazione del contratto |
Domanda
Vorrei sapere quali sono i criteri che adotta un giudice per interpretare un contratto, per decidere
la natura di quel contratto. La questione mi interessa molto visto che un giudice ha stabilito
che un contratto di compravendita che avevo concluso lo ha qualificato come un contratto di
permuta".
Risposta
Rispondere a questa domanda non è facile perché non conosciamo i dettagli del contratto che hai
concluso. Cercheremo comunque di darti delle informazioni generali sull'interpretazione del contratto
ed i criteri che il giudice deve adottare.
Tieni presente che quello che diremo è a livello teorico. Sarai poi tu, conoscendo il suo contratto,
a dover applicare questa teoria al tuo caso specifico.
Oggetto dell'interpretazione è la comune intenzione delle parti, che va ricercata al di là di quanto risulti
dal senso letterale delle parole. Il giudice per far questo deve valutare il comportamento complessivo tenuto
dalle parti anche dopo la conclusione del contratto.
Si discute molto in dottrina sulle regole che vincolano il giudice chiamato ad interpretare, soprattutto sulla
gerarchia tra i criteri. Diciamo però che prima si dovrebbe ricercare la comune intenzione delle parti, poi,
se la ricerca è infruttuosa, si dovrà interpretare il contratto secondo la buona fede e correttezza. Infine se
neppure questo criterio è utile si dovrebbe fare luogo all'interpretazione delle singole clausole o dell'intero
contratto, in modo da attribuire loro un senso più congruo, sì che le clausole possono essere conservate anziché
essere prive di qualsiasi effetto.
Nessuna norma del codice ci codifica tale gerarchia tra i criteri, quindi tutti i criteri sono disponibili da parte del giudice.
Solo le "regole finali" - come dice la stessa parola - devono essere considerate per ultime. Queste regole si applicano
quando, nonostante l'applicazione dei criteri sopra visti, il contratto rimane sempre oscuro esso deve essere inteso
nel modo meno gravoso per l'obbligato, se il contratto è a titolo gratuito, e nel senso che realizzi l'equo contemperamento
degli interessi, se è a titolo oneroso.
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