Credo che in questi anni, sia a livello locale che nazionale, i partiti non hanno offerto delle opportunità serie di partecipazione al dibattito ed alla vita politica. Un tempo i movimenti politici coinvolgevano i giovani curando anche la loro formazione ideologica e amministrativa, costituendo delle sezioni giovanili.
In questo modo anche i meno esperti davano un contributo di idee alla risoluzione dei problemi locali partecipando agli incontri più importanti e decisivi. Oggi assistiamo ad un'attività politica caratterizzata da opportunismi, invece bisogna far capre che la politica è una cosa seria perchè gestisce la vita pubblica. I partiti a livello nazionale non hanno dato un buon esempio e la scarsa moralità dimostrata ha contribuito ad allontanare i giovani dalla politica.
Oggi la politica viene gestita sul piano personale; ognuno bada a se stesso per ottenere degli obiettivi individuali. Infatti secondo me per fare politica bisogna richiamarsi a qualche idea o progetto in cui credere anche facendo riferimento alle basi ideologiche del passato. E' importante far riscoprire ai giovani gli stimoli giusti per avviare un dibattito costruttivo che si serva anche della politica, ricreando l'ambiente del partito dove si può discutere su delle linee di indirizzo, che devono comunque esistere e fungere da base di tutte le attività.
Prima si amministrava con la legge proporzionale, e per un certo periodo, negli anni ottanta, si è vissuto un risveglio dei partiti. Oggi con l'elezione diretta dei sindaci i poteri del primo cittadino sono stati accentuati ed i condizionamenti dei partiti che fungevano da filtro tra istituzioni e società civile, sono stati ridimensionati. Prima le decisioni si prendevano nelle sezioni, adesso gli indirizzi politici li dettano gruppi ristretti di persone
E' auspicabile perciò una maggiore sensibilità e apertura della politica nei confronti di chi nutre diffidenza verso un ambiente che ha deluso molto in questi anni.
Antonio Romano - giornalista-pubblicista
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