La struttura del comitato è di tipo associativo, perché si fonda su un accordo negoziale.

Una volta che il patrimonio si sia formato il comitato si accosta molto alla fondazione perché la disciplina ruota intorno al vincolo di destinazione impresso ab origine al patrimonio, con lo scopo annunciato dai promotori. Il comitato, con il vincolo di destinazione impresso al patrimonio, costituisce un autonomo soggetto di diritto, che può acquistare a proprio nome anche beni immobili nonché la personalità giuridica, diventando così o una associazione o una fondazione, secondo la struttura che si è dato. Il comitato nasce da un accordo tra i promotori. È compito dell'assemblea dei promotori organizzare l'attività di raccolta e disciplinare le modalità di erogazione del patrimonio a secondo lo scopo prefissato. I terzi potenziali destinatari delle erogazioni hanno un diritto tutelato nei confronti del comitato solo se il beneficiario dei fondi sia stato individuato in modo preciso. Gli organizzatori e coloro che gestiscono i fondi raccolti in quanto sostanzialmente amministratori, sono responsabili personalmente e solidamente della conservazione dei fondi e della loro destinazione.

Qualora il comitato non abbia ottenuto la personalità giuridica i suoi componenti rispondono personalmente e solidamente delle obbligazioni assunte. I sottoscrittori sono invece tenuti solo ad effettuare le oblazioni promosse. Il patrimonio del comitato non risponde per le obbligazioni personali dei componenti. Qualora i fondi raccolti siano insufficienti allo scopo o questo non sia attuabile o, raggiunto lo scopo, si abbia un residuo di fondi, l'autorità governativa delibera in ordine alla devoluzione dei beni, se questa non è stata disciplinata al momento della costituzione. Una causa di estinzione del comitato è la sopravvenuta assenza di pluralità di soggetti è discussa la possibilità di una delibera di scioglimento.