Il codice stradale vieta l’uso del cellulare senza auricolare per chi guida. Il divieto riguarda ogni genere di conducente, dal camionista, all’automobilista, passando anche per il ciclista.

Lo sa bene Mariangela Casali che alcuni giorni fa è stata ‘punita’ dai vigili urbani perché parlava al cellulare mentre pedalava in bicicletta: una multa di 32 euro per violazione dell’articolo 173 del codice della strada.

E’ accaduto a Brescia, in piazza Spedali Civili. La donna mentre pedalava ha preso il cellulare senza pensare che stesse commettendo un atto fuorilegge.

Per lei non c’è stata clemenza, e gli inflessibili vigili hanno iniziato a compilare il verbale indicando il mezzo su cui viaggiava la signora come un «velocipede» e riportando nello spazio riservato alla targa del veicolo la marca «Thevernet» della bici.

"I colleghi erano stati chiamati per la segnalazione di una buca pericolosa" spiega Elsa Boemi, ufficiale del corpo della polizia municipale di Brescia. "Hanno applicato la norma che prevede che un conducente di una bicicletta abbia libera la mano con cui, eventualmente, non sta tenendo il manubrio. Fosse entrata con una ruota nella buca, mentre stava telefonando, la signora sarebbe caduta."

Mariangela Casali non presenterà ricorso, ma lei - e non soltanto lei - resta perplessa nei confronti di una rigidità che spesso non viene utilizzata riguardo a comportamenti molto più pericolosi di chi guida mezzi a motore.

"La signora ha sicuramente sbagliato - commenta Ivano Baldi del Circolo Amici della Bici-Uisp-Fiab - perché ha violato un articolo del codice della strada e quindi accettiamo la multa. Certo fa specie che si punisca un utente debole della strada. Mi capita due volte alla settimana di percorrere via San Faustino e di fermarmi dai vigili del centro storico per dire quante auto sono posteggiate in divieto di sosta, costringendo i ciclisti a spingersi nel mezzo della carreggiata. C’è sicuramente chi commette anche ‘peccati’ più gravi. Comincino a punire anche quelli".