LAURA PAUSINI CONQUISTA L'AMERICA
E' uscito il suo From the Inside
Laura Pausini vola alto alla conquista del mercato americano e il successo è già scolpito nei titoli
dei tabloid: "Potrebbe diventare l'incubo di Jennifer Lopez", "è più semplice di Shakira e più dolce
di Paulina Rubio": la rivista online del canale americano VH1, in un'intervista dal titolo "All about Diva",
definisce così Laura Pausini, sbarcata con l'album in inglese, From The Inside.
Dal 29 ottobre al 12 novembre ha attraversato in lungo e in largo gli Usa, partecipando anche alla
maratona di New York. Dal 17 al 22 novembre ha promosso il disco in Messico. La sua agenda è ricca di
impegni, Europa compresa: il 30 novembre sarà a Parigi allo show di Star Academy, l'Operazione Trionfo
francese, il giorno prima esce il suo primo DVD live. Intanto il primo singolo Surrender è ottavo nella
classifica delle vendite in Canada, quarto nelle vendite dei remix in Usa ed è il quinto brano più suonato
nelle radio messicane. Mentre Rolling Stone, Sonicnet e Billboard le hanno dedicato ritratti e interviste. From the Inside, nato per il mercato estero (è uscito il 5 novembre in Usa, Canada e Messico), in Italia
è una rarità essendo catalogato come cd d'importazione. Descritto dalla stampa d'oltreoceano come un "disco
cosmopolita nella tradizione degli Abba", per realizzarlo la star latina - che dal debutto a Sanremo nel '93 ha
venduto oltre 20 milioni di dischi ed è già considerata un idolo nei paesi di lingua spagnola - ha chiamato
accanto a sè una squadra di autori e produttori che hanno lavorato con Madonna, Santana e 'N Sync.
"Volevo che From The Inside fosse una riflessione su me stessa" - confida Laura a VH1 - "Sto vivendo un
momento molto strano. Ho diviso la mia vita con l'uomo che ho amato per nove anni. Ora sono sola. Volevo spiegarlo
in questo album che però non è un album triste. Voglio essere ottimista. Ho imparato quanto l'amore conti per me.
Dopo questa lunga storia d'amore non mi sento ancora pronta per cominciarne un'altra. Questa è stata la rottura
più difficile della mia vita, ma spero che mi permetta di mettere più maturità nelle mie canzoni".
Il brano più personale dell'album è Every Little Thing You Do: "L'ho cantata con una voce roca perché
avevo il raffreddore. Patrick Leonard (produttore di Madonna) non mi aveva detto che voleva registrarla per piano
e voce. Ma la canzone è migliore cantata in questo modo, come una prova. Incidendo il cd ho imparato che a volte
le parole e l'emozione non devono essere perfette e che non c'e' sempre bisogno di urlare". Lavorare con Leonard
le ha dato anche la chance di registrare una canzone con lo stesso microfono usato da Madonna in Frozen:
"Mi disse che lei quando cantava ci attaccava sopra il chewing gum. E visto che è Madonna e io voglio avere la
sua stessa fortuna, l'ho fatto anch'io".
Laura è tra i pochi cantanti italiani che cercano fortuna in America: "E' difficile imparare una lingua così
distante dalla propria" - spiega - "e alcuni artisti non hanno voluto investire il loro tempo così. Ma lasciare
ciò che hai e ricominciare è una grande possibilità. Alcuni colleghi, miei amici, credono che io sia pazza,
ma voglio provarci. Sento la responsabilità verso l'Italia perché sono la prima. L'Italia mi ha dato il coraggio
di tentare".
La cantante di Solarolo che adora Whitney Houston e Phil Collins (con cui si è esibita nel '96 e che ha scritto
per lei Looking for and Angel) e che ha cantato per il Papa, racconta poi le sue origini: dagli inizi
accanto al padre in un piccolo ristorante di Bologna, la sua prima canzone a 12 anni (una canzone molto stupida,
confessa) scritta in una notte insonne su un amore non corrisposto. A Sanremo, che paragona al Super Bowl:
"E' un sogno per tutti i cantanti, lo vinsi a 18 anni, il giorno dopo in Italia mi riconoscevano tutti".
E, dai segnali giunti finora, forse presto sarà così anche in America.